Mollare l'università potrebbe essere la soluzione?
Salve a tutti, sono un ragazzo di 22 anni e attualmente frequento l'ultimo anno di Lingue e Letterature Moderne. Premetto che la scelta di questo percorso è stata presa con poca convinzione e non troppo interesse verso ciò che stavo per accingermi a studiare. Inoltre uscivo da un periodo oscuro per usare un eufemismo. Finite le superiori ero molto confuso e invece di aspettare ho preso questa scelta, e credo lo rimpiangerò per sempre. Conclusi il primo anno dando pochi esami e abbastanza convinto che quella non era la strada giusta per me. Tuttavia, spronato( o meglio condizionato) dai familiari mi diedi un'altra possibilità. L'estate tra il primo e il secondo anno di corso decisi di lavorare e nel frattempo studiare per recuperare gli esami lasciati indietro. Iniziato il secondo anno parve andare un po' meglio, non pensavo più ai dubbi perché nel frattempo era sorto un nuovo doloroso problema che mi tenne la mente occupata per un po'. A metà del secondo anno avevo recuperato tutti gli esami ed ero ''al passo''.
L'estate scorsa decisi di andare a Londra per migliorare la mia conoscenza dell'inglese e racimolare qualche soldo. Fu una bella esperienza e tornai in Italia più convinto di quello che studiavo. Ma i dubbi di fondo credo non se ne siano mai andati. Per questo all'inizio del terzo anno caddi in una crisi depressiva che mi porto dietro al momento e dalla quale non so uscire. Vedo gli esami come insormontabili, ho perso interesse in tutto, provo un forte senso d'impotenza misto ad ansia che suole sfociare in alcune crisi di panico. Tutto ad un tratto ho messo in dubbio la mia esistenza, sopratutto la decisione di iniziare questo percorso. Ora non voglio rivangare il passato, so benissimo quanto possa essere deleterio e frustrante. Ma non posso fare a meno di domandarmi se veramente questa scelta sia stata la cosa giusta. Continuo a pensare che per colpa dell'università, e lo stress che ne è conseguito in questi anni, mi sia precluso tante altre possibilità che magari avrei potuto scoprire partendo e cercando di capire cosa voglio VERAMENTE dalla mia vita. Non posso negare di aver imparato molte cose all'università, forse più per interesse personale che per quello insegnato dai professori; ma non sono mai riuscito, nonostante abbia avuto anche ottimi risultati, a metterci il cuore in quello che faccio, la passione, la devozione che credo debba accompagnare il perseguimento di uno scopo.
Attualmente mi trovo in Spagna per l'Erasmus che decisi di intraprendere non solo per l'esperienza ma per capire bene ciò che voglio dalla vita. Ma nulla, anche qui, nonostante un iniziale entusiasmo, sono caduto in quel baratro che mi impedisce di reagire, di rialzarmi e fare qualcosa di utile per me stesso. In questo luogo gli altri ragazzi Erasmus sembrano così tranquilli e disinibiti che mi pare davvero paradossale che io sia qui ad arrovellarmi. Da qui mi sono posto di nuovo il solito quesito: ''Ma è veramente questa la mia strada?''.
Puoi cambiare cielo ma non puoi scappare da te stesso. Lo capisco a mie spese e forse sotto sotto ne ero già consapevole.
Arrivato a questo punto vorrei finire l'Università, perlomeno per non buttare via tutto ciò che ho fatto fino ad ora. Ma non ci riesco. Una mattina mi sveglio convinto e mi dico: ''un ultimo sforzo''; ma svanisce tutto in poco tempo e di nuovo una cappa scende su di me e non mi permette di VIVERE ma mi limita ad un mero ESISTERE. Magari due giorni sto bene, poi di nuovo male e così via.
Comprendo di aver sottovalutato questi problemi e che sarei dovuto andare prima da uno specialista. A quanto pare soffro qualcosa di abbastanza grave che evidentemente non posso risolvere da solo. Sono combattuto, non so se tornare in Italia e mettere un punto a questo percorso, o restare qui e terminare quest'esperienza nel miglior modo possibile.
Grazie per l'attenzione.