Modalità educative per mia nipote

Inviata da Annuccia · 13 gen 2016 Psicologia infantile

Buongiorno dottori, chi vi scrive è un' educatrice di asilo in pensione ed ora impegnata in parrocchia e con le amiche. Sono nonna di una bimba di 10 anni, figlia di mia figlia arrivata e attesa dopo qualche anno di matrimonio.
Ho maggiori rapporti con mia figlia, dato che viviamo nello stesso quartiere, che non con mio figlio che ha sposato una donna tedesca e abita in Germania.. Già da un po' di anni ho notato le diverse modalità educative tra la famiglia di mio figlio e mia nuora genitori di due gemelli di 12 anni e quella di mio genero e mia figlia.
Sia mi figlia che il marito, hanno un'approccio molto rigido verso la bimba con un'eccessiva attenzione ai risultati scolastici, che peraltro sono sempre stati ottimi, ma a mio avviso trascurando altri aspetti importanti.
Devo dire che mio genero è molto impegnato con il lavoro, che lo porta spesso anche all'estero e quando torna a casa dice di essere stanco e dimostra insofferenza verso la famiglia ma soprattutto verso la figlia: le uniche cose che sa dirle, dopo averle chiesto dei voti di scuola, è “mettiti il pigiama e vai a letto”.
Mia figlia che, dopo essere diventata madre ha dovuto rinunciare al suo lavoro ed ora ha un impiego part time mattutino come segretaria di un centro sportivo, se da una parte ha sviluppato un'attenzione quasi morbosa verso la bambina, ossia si preoccupa costantemente che mangi, che non si ammali, che non si faccia male, che non rompa i giocattoli, dall'altra la inibisce nel bisogno di autonomia che ha qualunque ragazzino della sua età. Non solo non gioca mai con lei, perché, parole sue, si annoia, ma non la le permette nemmeno altre esperienze: la bambina ha chiesto più volte di fare ginnastica artistica, ma le è stato negato per paura che si facesse male, non è stata iscritta agli scout per timore che si ammalasse, non ha potuto partecipare ad un corso di chitarra perché avrebbe trascurato la scuola.
Abitiamo fuori città e non ci sono ragazzini coetanei con cui giocare, tranne due sorelle che abitano nell'appartamento di sopra. Purtroppo mia figlia non le vede di buon occhio e continua a ripetere alla bambina che sono maleducate e che vanno da lei per usare i suoi giochi.
Secondo me, questa educazione si riflette male sulla ragazzina: ha spesso tic nervosi, benché longilinea è goffa nei movimenti, fa giochi infantili per la sua età. Adora i gatti e il suo unico sogno è averne uno e, dato che in famiglia non se ne parla, passa i pomeriggi a giocare con gattini di pelouche a cui parla come fossero persone umane.
Dipende in tutto e per tutto dalla madre, che ancora la veste e fa fatica a staccarsene anche per pochi giorni. Quest'estate l'avevo convinta ad iscriversi ad un campo scuola di una settimana con la parrocchia, la bambina all'inizio sembrava entusiasata anche perchè gliene avevo parlato bene, dicendole che si sarebbe divertita con altri ragazzi e comunque facendole presente che, nel caso non le fosse piaciuto, una settimana sarebbe passata in fretta. Purtroppo i suoi genitori continuavano a ripeterle, benché in modo scherzoso, che non ce l'avrebbe fatta a rimanere, che dopo qualche giorno avrebbe pianto e sarebbero dovuti andare a riprenderla, con il risultato che il giorno prima si è rifiutata di partire.
Ha difficoltà a rapportarsi con gli altri e le maestre a scuola dicono che passa da momenti di totale remissività ad altri di prepotenza immotivata. Per le feste di Natale è venuta con me e mio marito nella nostra casa in montagna, per la prima volta senza i genitori, e davvero sembrava un'altra bambina: tanto a casa è silenziosa e obbediente tanto con noi era capricciosa e sgarbata.
Anche i suoi genitori hanno visto la differenza tra lei e i “nipotini tedeschi” che a 12 viaggiano da soli e sono molto autonomi, ed ora preoccupati che la figlia sia “ritardata” vogliono portarla da un medico . Io credo invece che abbia solo bisogno di essere bambina: di giocare, sbagliare, prendersi qualche “scoppola” dagli altri ragazzini, senza essere pressata ed iperprotetta, chiedo come farlo capire a mia figlia e suo marito

grazie dell'attenzione

saluti
Annuccia

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Miglior risposta 14 GEN 2016

Buongiorno Annuccia,
quella che descrive è sicuramente una situazione che merita di essere gestita la meglio. Il fatto che sua figlia abbia deciso di portare la bambina da un medico (seppur per motivazioni che lei ritiene infondate, e se posso anche io) è molto significativo. Lo psicologo che vedrà i genitori sarà in grado di far emergere tutte le situazioni che potrebbero non favorire un corretto sviluppo di sua nipote. Mi occupo molto spesso di bambini e la prima cosa che faccio è un colloquio con i genitori per raccogliere una anamnesi completa. E' ad esempio significativo che sua figlia pensi che la bambina sia "ritardata"....torvano in lei qualcosa che non va enon si pongo il minimo dubbio che ci sia qualcosa da modificare nel loro atteggiamento.
Proni sua figlia a contattare uno psicologo, proprio perchè potrebbe essere un bene per sua nipote. L'atteggiamento dei genitori influisce in maniera significativa sullo sviluppo emotivo e cognitivo di un bambino. Di solito con i genitori che hanno difficoltà a gestire il rapporto con i proprio figli propongo sempre un percorso alla genitorialità. I genitori non si rendono conto e un consulto con un professionista potrebbe aprire loro gli occhi.
Un caro saluto

dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano

Anonimo-125892 Psicologo a Milano

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15 GEN 2016

Cara Annuccia
mi sembra che le sue percezioni sugli errori commessi dai genitori della sua nipotina siano del tutto corrette.
Questa ragazzina, privata completamente della fiducia in se stessa, e costantemente impaurita circa l'eesere e trovarsi in un mondo avverso, non ha potuto sviluppare le normali competenze della sua età.
Quì occorre una decisa "inversione di rotta" in modo che si possa recuperare lo spazio che serve alla ragazzina per potersi esprimere e sperimentare.
Sarebbe bello potesse partire da cose che le piacciono.
Purtroppo, dispiace dirlo, ma sua figlia ha bisogno di andare in psicoterapia perché sta riflettendo sulla ragazzina tutte le sue paure e insicurezze e pure le sue frustrazioni; anche questo babbo freddo e scostante davvero non è il massimo.
Quindi vita più libera per la sua nipotina, magari una vacanza con i cugini quest'estate e terapia genitoriale a questa coppia tanto paurosa e piena di inibizioni deleterie sulla figlia.
A lei un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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14 GEN 2016

Gentile Annuccia,
come le hanno già detto i miei colleghi, il problema non è della bambina ma dei genitori in quanto la madre è ansiosa e iperprotettiva e il padre poco presente : entrambi sono poco attenti alle esigenze ed ai bisogni di una figlia in età evolutiva.
Lei dovrà far capire a sua figlia che il suo stile educativo sta già creando grossi danni e, nella migliore delle ipotesi, porterà la bambina a diventare una ragazza piena di inibizioni, ansie, insicurezze e priva di autostima.
Dovrà anche suggerire a sua figlia e convincerla che più che una consulenza medica è utile una consulenza psicologica presso uno/a psicoterapeuta dell'età evolutiva, essendo poi disponibile a seguire le sue indicazioni.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta. a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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14 GEN 2016

Buongiorno Annuccia,
capisco la preoccupazione per la situazione che sta vivendo sua nipote. Il mio consiglio è comunque di fare in modo che sua figlia si rivolga ad un medico (che accerterà che la bambina non e "ritardata") e che potrà però analizzare il comportamento dei genitori. E' significativo che i genitori pensino che ci sia qualcosa che non va nella loro figlia e che, invece, non si sono mai posti il problema di avere loro qualcosa che non vada. Normalmente quando vedo genitori di minori il primo colloquio lo dedico proprio a loro, per capire se ci siano fragilità a livello educativo. Solitamente, ove ne ravvisi la necessità, propongo di intraprendere un percorso alla genitorialità che possa essere di aiuto a non reiterare i comportamenti maladattivi.
Una cosa mi sento di dirle: lei dice che basterebbe che la bambina potesse sbagliare, giocare e non essere iperprotetta, ma se i genitori continuano a comportarsi così non ci saranno molte possibilità di miglioramento.
LA cosa importante è un lavoro costante con i genitori, anche se intuisco fatichino a mettersi in discussione.
Un saluto e se dovesse aver bisogno mi contatti.

dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano

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13 GEN 2016

Gentile Annuccia,
sono del parere che la bambina sia una bambina solo insoddisfatta e poco sostenuta emotivamente, e che i genitori debbano fare un percorso psicoterapico, io consiglierei individuale, per comprendere le loro insicurezze e i motivi che li rendono così rigidi e poco attenti alle reali esigenze della bambina. Resto a sua disposizione per ogni chiarimento.

Dr.ssa Sonia Rossetti

Dr.ssa Sonia Rossetti Psicologo a Lizzano

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13 GEN 2016

Gentile Annuccia,
complimenti per le sue osservazioni e per l'attenzione amorevole nei confronti della sua nipotina e di sua figlia.

La preoccupazione dei genitori per la figlia, dopo aver visto i comportamenti dei "nipotini tedeschi" (utilizzo la sua perifrasi) mi sembra possa essere una leve per espreimere le sue impressioni. Cosa pensa accadrebbe se suggerisse a sua figlia di consultare in prima battuta il pediatra? Cosa accadrebbe se la accompagnasse?

Il pediatra, in questi casi, può essere un ottimo tramite.
Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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13 GEN 2016

Carissima Annuccia,
suggerisco che lei proponga a sua figlia un percorso di coppia con un parent coach in modo che possano essere i genitori a confrontarsi sulle loro risorse e sui loro limiti, qualora ci siano, perchè trovino una diversa modalità per stare con la loro figlia, smussando degli angoletti del loro ruolo che pare distribuito in modo non equo.
I bambini hanno tempi e modalità differenti di crescita e di apprendimento, sicuramente lei questo lo sa, aiuti sua figlia a ricordarlo sempre, senza confrontare la bimba con i cuginetti.
Penso che il suo osservatorio di nonna sia prezioso...e che come tale vada ascoltato e valorizzato. Parli con sua figlia e provi a puntare sull'aspetto di risorsa che ha.
Dott.ssa Marchetto Christina

Dott.ssa Christina Marchetto Psicologo a Carbonera

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13 GEN 2016

Buongiorno Annuccia,

nella Sua lettera si tocca con mano l'affetto che ha per questa bambina che ai Suoi non appare serena, della quale è preoccupata e per la quale non sa che fare.

Che cosa dicono le insegnanti a scuola?

A volte i genitori hanno bisogno che qualcuno dica loro direttamente in faccia che "c'è qualcosa che non va" nei propri figli, che lo dica loro in modo chiaro e preciso: ecco perchè pensavo alla scuola e alle insegnanti
- e alle loro considerazioni in merito
(autonomia emotiva, maturità affettiva, realzione con i compagni etc etc)

Non credo sia opportuno portarla dal pediatra, bensì sarebbe opportuno che i due genitori si rivolgessero a un psicoterapeuta per una consulenza genitoriale.

Non è la bambina malata di qualcosa di specifico, ma è la dinamica relazionale a non essere funzionale in questo momento per la crescita della bambina.

Lei nonna può provare a dire qualcosa a Sua figlia; può provare a condividere qualche riflessione e preoccupazione, ma è coivolta in prima persona, e quindi sa che si fatica a comunicare con un proprio genitore del proprio modo di intendere la genitorialità e a ascoltare pareri diversi e differenti che si vivono, nella maggior parte delle volte, come giudicanti e non accoglienti.
Cordiali saluti

Dott.ssa Cristina Fumi
Psicologa Psicoterapeuta
Milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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