Mio padre soffre di forte esaurimento nervoso, che fare?

Inviata da Irene · 7 nov 2014 Terapia familiare

Buonasera,
con la presente chiedo un consiglio a voi, esperti nell'ambito, per capire cosa devo fare in questa situazione. Ho mio padre (54 anni), che da un mese o poco più sta sviluppando un forte esaurimento nervoso. Le cause potrebbero essere molteplici, prima tra tutte, la brutta malattia della sua ex-moglie, per la quale nutre ancora un sentimento di affetto, che lo ha portato a stare da lei in ospedale tutti i giorni da un anno a questa parte. Questo addizionato al fatto che è da quasi 3 anni che non trova lavoro e che non si è mai più ricostruito una famiglia dopo la rottura con questa donna. I miei genitori sono separati da più di 20 anni, cioè da quando avevo 4 anni, e da quasi 10 anni mio padre si è separato dalla sua ex-moglie. Ha sempre frequentato gente sbagliata, che l'ha portato su una cattiva strada. Circa 10 anni fa, ha avuto il primo esaurimento nervoso, durato 2 anni. All'epoca beveva e si drogava, ora dice che non lo fa più, ma io ci credo poco. I comportamenti sono gli stessi di allora, ovvero: Distaccamento della realtà, mancanza di sonno (dice di non dormire mai), frasi sconnesse, iperattività, linguaggio violento-volgare, minaccie, parlare e agire senza filtro. Inoltre vive in casa da solo e l'ha completamente messa sotto sopra, dipingendo cose strane, staccando il bidet e cose di questo tipo. Lui nega continuamente di stare male e non vuole aiuto di nessun tipo, ed ogni volta che gli si dice di stare attento, o di riposarsi e che le cose gli si dicono per il suo bene, lui manda a quel paese in malo modo e dice che la vita è sua e che fa quello che vuole. Pensa che le persone ce l'abbiano con lui, che siano tutti gelosi o invidiosi, che lo attacchino sempre senza motivo, facendosi terra bruciata attorno. Sono molto preoccupata perchè non so come agire, mi sento sola perchè non ho parenti che possono aiutarmi, a parte mia mamma ed il mio ragazzo. Ho paura perchè credo che possa mettere in pericolo se stesso e gli altri, in quanto, come dicevo, agisce e parla senza pensare, rischiando magari di trovare qualcuno che possa fargli del male perchè importunato da lui. Quando era successo 10 anni fa, la sua ex moglie era riuscita a convincerlo a farsi ricoverare in una clinica di disintossicazione, cosa che piano piano ha funzionato. Lui ora dice di non drogarsi più, quindi non so cosa si potrebbe fare, considerando anche il fatto che ora la sua ex-moglie è in fin di vita e quindi sa che mio padre è così ultimamente, ma giustamente non può fare nulla. Spero che capiate la mia situazione e che mi diate una dritta su come muovermi. Scusate la lunghezza della domanda, ma volevo essere più specifica possibile. Grazie in anticipo, cordiali saluti

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Miglior risposta 7 NOV 2014

Buongiorno Irene.
La sua situazione è davvero difficile,perché immagino che,come figlia,possa sentirsi impotente,disperata,arrabbiata.
Sicuramente non può affrontare il problema da sola. Suo padre è sofferente da molto tempo e in modo grave. Pur con tutto l'affetto e la buona volontà, il fatto di "guarirlo" non è una responsabilità che può prendersi lei. Credo che sia necessario rivolgersi all'ASL della sua zona e chiedere quali servizi possono attivare in questo caso. Sarà difficile convincere suo padre. Anche per questo provi a farsi aiutare dai servizi.
Spero che troverete presto una soluzione.
Cordialmente.
Dott.ssa Serena Vallana

Dott.ssa Serena Vallana Psicologo a Torino

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28 GEN 2015

Grazie a tutti per le risposte. Purtroppo la situazione si è aggravata. Da circa due mesi mio padre è in carcere per dei reati minimi. La sentenza dice che dovrà stare lì 1 anno e 8 mesi, ma credo sarà fuori prima. Nel frattempo la sua ex moglie purtroppo ci ha lasciati. L'avvocato che segue mio padre dice che avendo i documenti giusti che attestano che lui è stato male 10 anni fa, si può trasferire dal carcere ad una comunità 'Doppia diagnosi', in modo tale che si curi. Per caso avete delle strutture gratuite a Milano in cui poter far domanda per mio padre? Grazie mille per l'attenzione.

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10 NOV 2014

Gentile Irene, capisco tutta la sua disperazione e impotenza. La situazione è oggettivamente complessa e richiede risorse multiple per essere affrontata.
Suo padre sta manifestando una forte disregolazione legata probabilmente al vissuto interiore di perdita potenziale della sua ex moglie malata. Persona per lui fonte di riferimenti.
Mi preme consigliarle di rivolgersi ai servizi sociali del suo comune e alla asl del suo territorio. Sarà necessario uno sforzo condiviso da tutti per prendere in carico suo papà.
Lei intanto ascolti se stessa e consulti un terapeuta che possa aiutarla a ricostruire ciò che sta vivendo internamente.
Riequilibrando le sue emozioni potrà aiutare meglio suo padre.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Francesca Mandis

Dott.ssa Francesca Mandis Psicologo a Firenze

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10 NOV 2014

Buongiorno Irene
è una situazione assolutamente difficile e complessa ed è immaginabile il suo sgomento nel vivere in un contesto tanto caotico e perfino violento.
I sintomi e i comportamenti di suo padre che lei descrive, sono tipici dell' uso di alcol e droghe e magari associati ci sono altri disturbi di natura psichica non riconosciuti.
Una situazione altamente complessa dove, purtroppo il suo impatto di aiuto credo sia minimo.
Per questo le dico di pensare soprattutto a lei, ai suoi progetti, alla sua vita presente e futura.
Non di abbandonare il babbo ma di non farsi trascinare in questo contesto altamente disturbato e di costruirsi una vita sua.
Suo babbo è una persona buona, ma molto malato e non desidera essere ne aiutato ne guarito. Anche queste sono scelte, tagiche ma scelte comunque.
Le faccio tantissimi Auguri.
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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10 NOV 2014

Salve Irene,
dato che tuo padre, avendo fatto una scelta di vita in direzione dell'autodistruzione psicofisica, ora si trova prossimo all'abbandono ed in una situazione di pericolo per sé ed anche per gli altri, rivolgiti immediatamente all'Assistente Sociale del tuo territorio e nel frattempo, se ti potrà bastare, puoi avvalerti della mia/nostra attenzione da qui.. Un caro saluto.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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10 NOV 2014

Gentile Irene,
anch'io penso, in base ai sintomi che ci ha descritto, che suo padre abbia bisogno delle cure sia di uno psichiatra che di uno psicologo psicoterapeuta. Cerchi perciò di convincerlo a recarsi da questi due professionisti. I Servizi della ASL forse potranno aiutarla.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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7 NOV 2014

Cordiale Sig.ra,
le rispondo con tutta franchezza, come lei ha fato con noi mettendoci a disposizione la sua storia per cercare aiuto.
Penso che abbia ragione, la situazione è simile a 10 anni fà, ma credo sia più forte dell'altra volta.
Dovrebbe considerare il fatto di chiamare i servizi perchè dal suo racconto si notano delle sfumature di distacco dalla realtà che mi preoccupano molto.
Può chiedere una mano agli assistenti sociali del comune.
Credo che per fare questo debba essere supportata da uno psicoterapeuta, è una cosa molto delicata prendere delle decisioni forti per le persone che ci stanno a cuore.
Potrebbe provare a portarlo in terapia insieme a lei, ma quando chiamerà allo psicologo o allo psichiatra spieghi bene la situazione e si faccia consigliare un buon modo per portare suo padre con lei. Chieda consiglio.
Se ha bisogno di qualsiasi cosa non si crei problemi a contattarci.
Cordialmente,
Dr. Adriano R. Principe
Psicologo - Psicodiagnostica - Neuropsicologia

Dott. Adriano Raffaele Principe - Psicologo Benevento Adolescenti Psicologo a Benevento

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7 NOV 2014

Cara Irene,
è molto difficile convincere una persona a farsi aiutare, se non trova delle motivazioni dentro di sè.
Quello che può fare è, invece, chiedere aiuto per sé stessa, per affrontare queste situazioni.
Cordialmente,
dott.ssa Gerbi

Dott.ssa Martina Gerbi Psicologo a Asti

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