Mio marito è andato via, come posso superarlo?
Buongiorno, cerco di raccontare la mia storia. Ho 35 anni, sono una persona allegra solare e molto impegnata con il lavoro che fra altro amo molto. Sei anni fa' conosco quello che adesso è il mio attuale marito, uscivo da una storia abbastanza burrascosa e passionale con una persona di cui ero follemente innamorata ma allergica agli impegni. Conosco lui, così diverso dall'altro, affidabile, premuroso, mi faceva sentire tranquilla e stabile. Dopo due anni di convivenza, a dicembre del 2013 ci sposiamo... Sembrava filare tutto liscio ma quando mi soffermavo a guardare dentro di me mi accorgevo di non essere più attratta sessualmente da lui e che le sue manie che con il tempo diventavano sempre più ossessive rivolte all'ordine e alla pulizia mi stavano soffocando. Nel frattempo abbiamo deciso di andare a vivere nella stessa casa dei miei anche se noi avevamo il nostro appartamento indipendente, questa situazione ha aggravato ancora di più il mio malessere, mi sentivo stretta in una morsa dove dovevo cercare di far contenti tutti e intanto mi accorgevo che io e mio marito eravamo sempre più distanti, l'intimità ormai era praticamente inesistente.
A fine agosto rimango incinta, questa cosa sembrava aver ridato entusiasmo alla nostra storia ma alla sesta settimana subisco un aborto spontaneo. Il matrimonio continuava a scorrere come se niente fosse ma io dentro di me sentivo di non amare più mio marito e di provare solo una grossa insofferenza nei suoi riguardi, data dai suoi atteggiamenti maniacali che secondo me sfociavano nel patologico. Un sabato di fine ottobre evidentemente il mio malessere ha superato il livello di guardia, l'ho preso e mi si sono rotti gli argini, gli ho detto tutto quello che mi passava per la testa relativamente al nostro rapporto. All'inizio lui ha avuto la reazione che mi aspettavo, le sue parole sono state" vedrai che risolviamo tutto, ci vogliamo bene" ma poi già dal giorno dopo ha iniziato a dire che lui aveva bisogno di andarsene da casa perché non sapeva più cosa provasse per me, che il nostro rapporto ormai era troppo compromesso, e iniziava a non tornare più a casa per cena, alternava momenti di rabbia nei miei confronti dove mi diceva che lui provava astio nei miei confronti perché non si era sentito amato, ad attimi dove piangeva disperato dicendo di essere pieno di sensi di colpa e di sentirsi fallito come marito e come uomo.
È andato avanti così per tre giorni, poi un pomeriggio ha fatto la valigia e se n'è andato. Io da quel momento sono sotto choc, non riesco a capacitarmi della sua reazione, l'unica immagine che ho davanti agli occhi è quella di una persona di 40 anni che come viene messa davanti ad un problema, invece di cercare di affrontarlo e risolvere lo, l'unica cosa che fa' scappa. Non riesco a darmi una spiegazione. In questo momento i rapporti fra noi due sono pressapoco inesistenti, non riusciamo più a comunicare, lui continua a dire che se solo dopo due anni di matrimonio il nostro rapporto era a quei livelli significa che manca l'amore, che lui si è reso conto di avere un profondo malessere, che deve capire tante cose di se stesso e comunque pensa di avermi dato più di quello che ha ricevuto. Ho deciso di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, perché da sola non riesco a gestire la situazione, gli ho chiesto di venire con me, ha accettato ma ancora dobbiamo iniziare. Io non so se devo salvare un matrimonio oppure se devo affrontare un abbandono. La mia testa è in confusione, continuo solo a pensare che con tutti i problemi veri o presunti che ci potessero essere fra di noi, non ci si comporta in questo modo. Chiedo il vostro aiuto per cercare di sbrogliare la mia testa.