Salve, sono una ragazza di 26 anni ed ho due fratelli maggiori, uno di 36 e l'altro di 35 anni. Il secondo da due anni ad oggi ha problemi di tossicodipendenza da cocaina, problema che fin ora non mi ha mai ammesso..fino all'anno scorso ho lavorato con lui per due anni e quando ho capito che lui stava assumendo droga, adirata mi sono trasferita in un altra città per cercare lavoro e allontanarmi da tutti, compresi i miei problemi e questo specialmente.. ora è un anno che sono fuori dal mio paese, ma ovviamente, il problema di mio fratello mi opprime e mi sento in colpa, anche perché, ho lasciato il lavoro con lui... per quanto riguarda la tossicodipendenza, ne è al corrente solo l'altro mio fratello, mentre i miei no, e non ho intenzione di dirglielo, poiché non credo reggerebbero la cosa, né capirebbero, perché abbastanza antiquati, inoltre perché altri problemi affliggono la loro vita....ora, io ho bisogno di liberarmi di questo peso,che a quanto pare,non tocca minimamente il fratello maggiore che,visto l'eta coetanea,sono cresciuti insieme e sono stati inseparabili fin quando anche il maggiore ha lasciato l'attività anch'egli per dedicarsi al lavoro per cui ha studiato (so che la base del problema è anche "l'abbandono" da parte del fratello)....so che c'è bisogno di aiuto,ma come fare a convincerlo a cedere e farsi aiutare?inoltre,come faccio io,essendo una persona forte,ma emotiva al tempo stesso,a parlare con lui senza avere sempre il nodo alla gola??? mi odio x questo perché con gli altri sono forte, determinata e senza peli sulla lingua, mentre per quanto riguarda i rapporti con i familiari sono sempre quella che non trova le parole e che non viene mai ascoltata, perché considerata ancora "la piccola della casa",nonostante che vivo da sola, pago la macchina, vivo, ho un lavoro, e tutto ciò senza chiedere niente a nessuno!? Sono disperata, ed ho paura che mio fratello possa perdere la moglie (bellissima e brava) un figlio di appena 6 mesi, e magari possa commettere atti estremi....scusate il papiro...
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9 MAR 2015
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Buona sera, sono passati degli anni da quando hai scritto! Come vanno ora le cose?? Ora io vivo questa situazione con mio marito.... comunque qualora sussiste questo problema rivolgiti a Narcotici Anonimi!!!!!
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3 Risposte
27 APR 2013
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forse lei non sa che oggigiorno questa vera e propria "moda" ha assunto delle tipiche connotazioni di forma più che di sostanza (cioè in pratica quella che circola in commercio al consumo è talmente tagliata che ha un effetto assolutamente più "placebo" che alro, e gli stessi assuntori dicono di "doverci bere dietro dell'alcool" perchè altrimenti non fà effetto.....) questo, a parte rassicurarla, non le fa venire il dubbio che dia più fastidio a lei stessa che a suo fratello ?!!
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5 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
gentile signora Annarè,
la situazione di tossicodipendenza del fratello necessita di essere trattata psicoterapeicamente. Come fare se lui non vuole e che cosa può fare lei?
Convincere un familiare a curarsi prima che succedano spiacevolezze (perdita di moglie e figlia) è un problema sempre più frequente. Spesso la persona pensa di non avere bisogno di cure quindi rifiuta qualsiasi tentativo di aiuto.
Tuittavia uno dei compiti del terapeuta (particolarmente se di orientamento cognitivo-comportamnetale) è quello di favorire l'accesso delle persone "problematiche" nello studio, scopo: valutazione del caso, diagnosi e cure personalizzate che portino alla guargione, comunque ad un deciso miglioramento.
L'accesso allo studio è sempre molto difficile per chi pensa di non avere problemi e per qualsiasi motivo rifiuta di andare da uno psicologo o dallo specialista in psicoterapeia per curare eventuali disturbi diagnosticati.
Che fare?
Si tratta di iniziare una serie di consulenze con i familiari, che solitamente sono più interessati a mettere in cura il parente. Praticamente: i familiari (lei come sorella) vengono per un periodo definito presso il terapeuta che assieme a loro studia le migliori strategie possibili (cognitive e anche comportamentali) per fare afferire in studio la persona "problematica".
Si tratta di incontri di consulenza con i familiari più motivati, mirati, con uno specifico obiettivo, sempre concordato e da raggiungere, in tempi brevi concordati : far venire in studio la persona bisognosa di cure, convincerla, diagnosticarla e curarla.
Prima quindi un percorso con i famigliari, poi con il fratello dedito alle sostanze tossiche
Paolo Zuconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a Udine
4 MAR 2013
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Buongiorno gentile Annarè,
la situazione che Lei sta vivendo è delicata e dal suo scritto appare chiaramente quanto Lei si senta angosciata di "sapere" come stanno - in realtà - le cose riguardo suo fratello e, nello stesso tempo, è consapevole che forse non sarebbe creduta per il modello (ruolo) che Lei ricopre in famiglia. Diventa importante che Lei stessa si faccia aiutare per fare chiarezza su come poter intervenire e per trovare le strategie comportamentali ottimali per giungere a dialogare con suo fratello e convincerlo a curarsi. Infatti, per come stanno le cose, è difficile che una persona con un problema di dipendenza da cocaina richieda un aiuto se non motivato. Può rivolgersi al SERT della sua zona di residenza e presentare il problema.Nel SERT, aiutano anche i familiari proprio perchè situazioni come quella vostra (che i familiari si accorgano del problema prima ancora della persona che ne fa uso) sono comuni.
Cordialmente
