Mio figlio rifiuta l'asilo

Inviata da francesca · 11 ott 2016 Psicologia infantile

Primo mese di inserimento alla materna, 3 anni a novembre, è il più piccolo della classe, è tranquillo ma durante le prime 2 ore dopo la colazione inizia a lamentarsi perché vuole la mamma...si rifiuta di fare quello che gli dicono le maestre. Non vuole nemmeno entrare in mensa...ripete a casa che le maestre sono cattive e vuole solo la mamma. Mi chiamano da scuola per andare a riprenderlo...secondo me è un atteggiamento sbagliato se vogliamo riuscire a fargli piacere l'asilo...aiuto sto impazzendo! Grazie...
Una mamma disperata

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Miglior risposta 12 OTT 2016

Cara Francesca, l'inserimento nella scuola dell'infanzia è sempre un momento critico per i bambini e per i genitori. È il primo contesto extrafamiliare (a meno che non abbiano frequentato il nido) in cui i bambini si trovano a trascorrere delle ore con persone nuove, sconosciute e in assenza dei punti di riferimento familiari. Tutto ciò genera emozioni di ansia e paura normali, perché attraverso questi stati emotivi i figli ci comunicano che si è instaurato un attaccamento e, pertanto, nei primi periodi di frequenza, le lamentele e i rifiuti possono essere considerati nella norma. Man mano, infatti, il bambino si adatta al nuovo contesto e si abitua all'assenza dei genitori. Ci sono poi situazioni in cui i bambini possono metterci un po' più tempo per abituarsi a questo cambiamento e situazioni in cui rifiutano l'asilo perché il contesto li spaventa. Come distinguere allora la paura legata alla separazione dalla paura dell'asilo? Le differenze sembrerebbero sottili, ma se riusciamo ad ascoltare e ad osservare i bambini avremo la risposta dai loro comportamenti e dalle loro parole. Un bambino che rifiuta l’asilo per ansia di separazione tenderà a piangere e a disperarsi, con scene anche plateali, nel momento in cui questa avviene o anche prima, quando dovrà prepararsi per uscire, in quanto anticipa il distacco, ma le sue credenze rispetto all’asilo e alle maestre sono positive (nel senso che il bambino ci sta volentieri se ci stai anche tu! E questo lo puoi capire dai suoi discorsi: la maestra e’ buona, mi diverto, etc etc. I discorsi e i comportamenti, invece, di un bambino che ha paura dell’asilo sono influenzati da credenze e pensieri negativi rispetto a ciò che gli scatena paura. Potrebbe avere timore di una maestra troppo rigida nei modi fare, o di un compagno aggressivo, di un altra figura che lo intimorisce, o di regole o punizioni a cui non è abituato. Soprattutto se il bambino ripropone delle modalità interattive aggressive e punitive e utilizza un linguaggio che non appartiene a modelli familiari, occorre parlarne con gli insegnanti per spiegare cosa non va. Resto disponibile e saluto cordialmente.

Dott.ssa Simona B. Morabito Psicologo a Reggio Calabria

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20 OTT 2016

Buongiorno,
ora entri in bagno e si faccia un bel pianto di sfogo. Poi si lavi la faccia e via, carica più che mai!
Deve cambiare atteggiamento lei prima di tutto, positiva, più che POSITIVA!
Carichi tutti quelli che hanno a che fare con lui, deve parlare in positivo: "Ho scelto questo asilo, le maestre sono quelle più brave, l'asilo mi piace molto, ormai sei grande, devi andare a imparare tante cose belle, io non posso insegnarti io devo solo coccolarti, vedrai quante cose belle impari!".
Spero d'averle spiegato ciò che intendo, ma se ci fosse bisogno di chiarimenti non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Elena Conter

Lo Scrigno di Conter Psicologo a Brescia

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13 OTT 2016

Gentile Francesca,
le informazioni fornite sono poche per una risposta esaustiva. Intanto sarebbe utile sapere se il bambino ha frequentato il nido, se è mai stato accudito da altre figure, con quale modalità avviene la separazione, che tipo di inserimento è stato fatto, quante ore dovrebbe stare a scuola (visto che parla di mensa, mi sembra di intuire si parli di un tempo pieno). In linea di massima è normale che un bambino piccolo sperimenti sentimenti di ansia da separazione, per questo l'inserimento dovrebbe essere graduale; mi sembra di capire che dopo un certo numero di ore il bambino comincia a non tollerare più la distanza, forse l'inserimento è stato troppo rapido ed il suo figlio non ha potuto abituarsi. Sarebbe utile fare anche una valutazione dello stile di attaccamento, osservando non solo come si comporta in sua assenza, ma anche cosa fa quando vi rivedete, è scostante, arrabbiato, la evita? In questo caso si può ipotizzare un attaccamento insicuro di tipo evitante o ambivalente, a seconda del comportamento. Oppure l'abbraccia e si fa consolare? In questo secondo caso direi che lei svolge perfettamente il suo ruolo di base sicura e che con un po' di pazienza e perseveranza presto ce la farete. Ogni bambino ha i suoi tempi ... e non è solo un modo di dire, è la realtà.
Chieda comunque il sostegno della scuola, la strategia utilizzata dalle insegnanti, cioè quello di chiamare lei, mi pare davvero poco efficace, anzi rinforza il comportamento messo in atto da suo figlio. Sarebbe molto è più utile riorganizzare, insieme a loro, l'inserimento in base a quello che il bambino può davvero sostenere (non dimentichiamo che non ha ancora 3 anni!) ad es. se fino alla colazione sta tranquillo dirgli che si andrà a riprenderlo subito dopo e mantenere, naturalmente, la promessa. Dopo un po' di giorni, quando sarà più sereno, dirgli che si andrà prima che gli altri bimbi vadano in mensa e che pranzerà a casa e via dicendo. In questa fase dovrà essere sempre lei a riprenderlo. È importante che la veda sicura quando lo lascia a scuola, così anche lui sarà più tranquillo, inoltre è fondamentale che lo saluti sempre (mi permetto di condividere con lei un articolo a riguardo http://www.antoniettabruzzese.it/guida-ai-genitori/ansia-da-separazione-un-saluto-non-si-nega-a-nessuno-soprattutto-a-vostro-figlio). Cerchi inoltre di vivere lei stessa in modo positivo l'ambiente scolastico, ad es. facendo amicizia con altre mamme e cogliendo la prima occasione utile per invitare qualche amichetto a casa, in modo che il bambino possa integrarsi meglio nel gruppo.
Se nonostante tutti gli accorgimenti vede che le cose non migliorano non esiti a contattare un professionista che, valutando in modo più accurato la situazione, le possa dare le giuste indicazioni.
Saluti e in bocca al lupo per questa nuova avventura
Dott.ssa Antonietta Bruzzese

Dott.ssa Antonietta Bruzzese Psicologo a Fregene

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13 OTT 2016

Gentile Francesca,
il comportamento di un bambino è specchio di ciò che ha appreso in famiglia, in particolar modo dal rapporto con la madre. Infatti bisognerebbe capire meglio il tipo di rapporto che ha instaurato con lui, se è la prima volta che lo lascia per così tante ore e in che modo lei ha affrontato questa separazione. Lo ha preparato a questo distacco? Una cosa importante è mostrarsi fiduciosi e tranquilli, perché i bambini hanno una enorme capacità di leggerci dentro e colgono ogni nostra preoccupazione o ansia. Dunque, se lei per prima non prende bene questa separazione, lui farà di conseguenza. Inoltre, un'altra cosa buona e utile sarebbe quella di preparare il bambino al distacco, dicendogli in anticipo quello che accadrà: per es., "mamma adesso ti accompagna all'asilo così potrai fare tante cose divertenti con i tuoi amichetti e le maestre. Non preoccuparti perché tornerò a prenderti più tardi". Se al momento di andar via piange e le chiede di restare, lei lo accontenti per qualche minuto e gli stia vicino, sempre verbalizzando le sue intenzioni: "mamma deve andare via, però se vuoi resto qui con te ancora 5 min". Ovviamente questo comportamento dovrebbe essere attuato sempre, non solo per l'asilo: suo figlio deve acquisire fiducia che non verrà abbandonato e che la sua presenza è costante e certa. Se riuscirà a interiorizzare questo nuovo modello di attaccamento, vedrà che le cose miglioreranno notevolmente. Il fatto di andare a riprenderlo può andar bene come soluzione temporanea, perchè soddisfa una richiesta esplicita del bambino, ma non può diventare regola, poichè suo figlio in questo modo non acquisirebbe mai autonomia piena. Spero che questi suggerimenti possano aiutarla a superare questo impasse, ma se per lei dovesse risultare difficoltoso o ancora insufficiente le cosiglio di rivolgersi ad uno psicologo che saprà certamente sostenerla ed aiutarla.
Cordiali saluti

D.ssa Cristina Giacomelli
Lanciano (CH) - Pescara

Dr.ssa Cristina Giacomelli Psicologo a Lanciano

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13 OTT 2016

Indipendentemente dal fatto che si tratta di difficoltà d'inserimento abbastanza note e spesso comprensibili, qualora i piccoli si trovino ad esperire un gap troppo ampio tra il rapporto in famiglia e quello socializzante della Scuola Materna (definita erroneamente Asilo).
Importante non drammatizzare e non prodigarsi in tentativi "fai da te", ma consultarsi assolutamente con gli Educatori in Servizio, che come tali sono piuttosto avezzi ad esperienze simili. Qualora, il perdurare delle crisi (da separazione) diventasse eccessivo, conta il punto di vista degli operatori summenzionati. Per ora non ho altro da aggiungere, se non che rimango a disposizione per approfondire, qualora fosse necessario.
Dott.ssa.Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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13 OTT 2016

Cara Francesca, come nonno di una bimba di tre anni e mezzo capisco perfettamente le difficoltà di Suo figlio e Sue. E' un momento, il primo, di allontanamento dal nido familiare, dalla mamma.
Occorre pazienza e comprensione. E' utile rendere progressivo l'allontanamento e l'inserimento nel nuovo ambiente. Il Suo bambino deve comprendere che non viene abbandonato, che la mamma si allontana ma sempre ritorna. Allora Le suggerirei di iniziare con periodi di permanenza dolcemente crescenti, da un paio d'ore siono all'orario completo. forse ci vorranno una o due o forse tre settimane. E sempre rincuorandolo e rassicurandolo. Non sgridandolo. Ma con dolce fermezza. Come diceva Winnicot, che studiò molto il problema dei bambini abbandonati (orfani di guerra, orfanatrofio. et...) la madre non deve essere troppo buona nè naturalmente troppo rigida ma semplicemente sufficientemente buona. Il bambino, in questi progressivi distacchi, anche se dolorosi, inizia il suo percorso di crescita ed indipendenza. E' naturale. Quindi non si disperi, andrà tutto bene. Resto a Sua disposizione e La saluto con simpatia. Dr. Marco Tartari, Roatto (AT)

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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12 OTT 2016

Cara Francesca,

la materna rappresenta di per sè un evento importante nella vita di un bimbo di tre anni; rappresenta la prima e vera esperienza di vita comunitaria con regole puntuali e precise.
Necessiterei anche io di ulteriori info riguardanti sia il bimbo in sè (ha fatto il nido, ha un fratellino etc) sia VOI genitori.
Spesso i bimbi con i loro comportamenti e atteggiamenti desiderano comunicare qualcosa di importante di sè che non riescono evidentemente a verbalizzare ancora; si tratta dunque di porsi in ascolto del bimbo, provare a comprendere cosa si celi dietro a questo rifiuto, in sintonia con la scuola e le educatrici.
Chieda un colloquio alle insegnanti.
Non esiti a contattarmi per qls altra delucidazioni in merit.

Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa psicoterapeuta
milano

Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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12 OTT 2016

Salve Francesca,
La sua domanda è molto diretta ma per darle una risposta esaustiva necessiterei di più informazioni. Ad esempio il padre del bambino che ruolo ha nella vostra vita? Chi si occupa principalmente del bambino? Lei lavora? Ha lavorato dopo la gravidanza? quanti mesi aveva il bambino quando ha ricominciato? A che mese è nato il bambino? è stato allattato al seno? Ci sono stati particolare lutti o gravi malattie negli ultimi 5 anni?.........
Di bambini che faticano ad inserirsi all'asilo ce ne sono molti ma le ragioni sono profondamente diverse.
Quello che le posso consigliare è, nel caso in cui le difficoltà nella separazione non diminuiscono con il tempo, di rivolgersi ad uno specialista che possa fare una lettura profonda delle dinamiche familiari che influenzano suo figlio compromettendone l'inserimento scolastico.

Buona Giornata.

Dott.ssa Eleonora Alvisini Psicologo a Frascati

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11 OTT 2016

Gentile Francesca,
il momento dell'inserimento alla materna è spesso faticoso per i bambini, per le famiglie e per le maestre. Che le maestre chiamino a casa è un comportamento atipico ma di cui tener conto. Chieda colloquio con l'insegnante di riferimento e raccontatevi il bambino. Trovate una strada e una strategia comune. Aiutatelo assieme nel momento del distacco. Se mamma ha fiducia nella maestra (perché la stima) e la maestra viene investita del ruolo di maestra/amica per il bambino sarà più semplice il distacco. Adottate piccole strategie al mattino (la foto della mamma da tenere in tasca e riguardare nella nostalgia), la promessa, da mantenere, di un gelato o un cioccolatino al ritorno a casa... piccole cose che fanno caldo al cuore... parli con amore al bimbo di quanto è bella e buona la maestra... vedrà che con un po' di coccole e attenzioni a scuola tutto andrà per il meglio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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11 OTT 2016

Gentile Francesca,
credo che il problema non sia tanto che al suo bambino non piace l'asilo quanto piuttosto che dopo qualche ora il piccolo non riesce a tollerare l'ansia di separazione e reclama energicamente la sua presenza.
Questo comportamento dipende dallo stile educativo che è stato adottato col bambino e di conseguenza dallo stile di attaccamento da lui acquisito che probabilmente è di tipo "ansioso/ambivalente".
Pertanto, oltre a chiedere, eventualmente, maggiore collaborazione da parte delle maestre nel provare a tranquillizzare il bambino durante le crisi d'ansia, lei dovrebbe migliorare la qualità della relazione diadica mostrandosi calma e comprensiva senza irritarsi e rimproverarlo ma fornendo rassicurazione e incoraggiamento.
Inoltre dovrebbe ammorbidire il suo stile educativo se è troppo rigido e severo perchè magari anche lei da piccola è stata educata allo stesso modo.
Oltre a ciò, non dovrebbe mai allontanarsi di nascosto o furtivamente quando lo affida momentaneamente ad altri ma dovrebbe motivare la sua assenza rispettando sempre i tempi di rientro previsti e consentendo così al bambino di acquistare sufficiente fiducia che non verrà mai abbandonato.
Infine non dovrebbe mai mostrarsi lei per prima preoccupata ed ansiosa.
In tal modo, il bambino acquisirà maggiore sicurezza e riuscirà a reggere per più tempo la separazione temporanea da lei.
Qualora, dopo aver adottato tutti questi accorgimenti non ottenesse risultati apprezzabili sarà preferibile consultare dal vivo uno/a psicoterapeuta dell'infanzia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico. psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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