Miglior risposta
30 AGO 2013
· Questa risposta è stata utile per 11 persone
Cara Maria Stefania,
questa crisi che sta attraversando suo figlio, potrebbe essere dovuto a molti fattori.
In ultima analisi, l'elemento più esterno e immediato sembra rappresentato dal tipo di vita che sta conducendo.
Vivere di notte e dormire di giorno, uscire, bere, ecc. rappresenta un capovolgimento della quotidianità che mette in serie difficoltà lo studio. In queste condizioni non c'è nè lucidità, nè riposo, nè costanza sufficienti per poter studiare e sostenere gli esami.
Detto questo, è necessario andare ad indagare cosa ha causato questo viraggio.
E' successo qualcosa che lo ha spaventato in modo particolare?
C'è stato un evento che lo ha frustrato più del solito?
Provi a rifletterci su, lei ha già identificato il momento del cambiamento, questo può aiutare a rifletterci ulteriormente.
Questa potrebbe essere una prima ipotesi, è anche possibile poi che in alternativa o in aggiunta, quello che sta capitando sia un blocco in una tappa evolutiva ulteriore.
Voglio dire che la maturità rappresenta uno scalino ma anche un trampolino di lancio verso l'età adulta, le responsabilità, le aspettative, gli impegni. Più va avanti con l'università, più si avvicina al mondo adulto, a quello delle scelte e del lavoro.
E' possibile che tutte queste variabili lo spaventi a morte. Lei dice anche che il padre del ragazzo non ha mai abitato con voi, c'è quindi da immaginare che gli sia mancata una figura maschile di identificazione stabile, per cui sarà a maggior ragione in difficoltà a trovare un suo ruolo di adulto, responsabile e attivo.
Ed il padre, che persona è? Come affronta le difficoltà? Ha rapporti con lui?
Può anche darsi che man mano che cresce, suo figlio si avvicina sempre più a suo padre, nel senso evolutivo e psicologico, e se questa figura è ancora legata ad un senso di rabbia, rancore, rifiuto, ecc., magari non riconosciuti, automaticamente si crea il rifiuto della crescita stessa, della laurea e ad assumere delle responsabilità e scelte.
Cosa può fare lei?
Sicuramente non deve fare al posto suo. Smetta di prenotare libri ed esami, questo non fa che renderlo ancora più infantile e coprire il problema.
Tagliargli i viveri? Forse è una buona strategia.
I problemi sono due, uno è lo studio e lì non può forzarlo, bisogna capire cosa c'è che gli impedisce di studiare e aiutarlo, o a limite deve scegliere un'altra strada.
L'altro problema è la condotta che sta assumendo, cioè non studia, ma non fa niente altro di buono, anzi beve, esce fino a tardi, ecc.
Per cui, è in diritto di scegliere di non studiare, ma non può spendere in modo sconsiderato dei soldi che non guadagna, non può ribaltare il giorno con la notte, non può agire costantemente così. Per cui, è su questo che deve essere dura e prendere provvedimento.
La comprensione è necessaria, anche l'aiuto, ma non l'accettazione di condotte inaccettabili e dannose per lui!
Ci sarebbe anche da chiedergli, come mai vuol fare lo psicologo ma si rifiuta di farsi aiutare da uno stesso psicologo!
Ci sarebbe anche da indagare il suo rapporto col padre e i suoi vissuti con la vostra separazione.
Non si preoccupi, all'inizio è faticoso e anche confusivo, però se comprende qual'è la strada giusta per lei, vedrà con pazienza, otterrà ciò che desidera.
Persista, non si scoraggi, non sempre la strada giusta è facile e non sempre si trova al primo colpo!