Mio figlio di 8 anni vive lo sport con ansia, lo posso aiutare?

Inviata da Gabriella · 4 lug 2014 Psicologia infantile

Mio figlio di 8 anni e' molto severo con se stesso nelle attivita' sportive, che vive quindi con grande ansia e aspettative poco realistiche.
Sembra che cerchi un'affermazione a tutti i costi e non riesca a trovarla. Mentre nel rendimento scolastico non ha problemi e sembra non dare peso agli ottimi risultati che ottiene, negli sport e' invece molto severo con se stesso e si deprime molto perche' non riesce mai a pareggiare le sue aspettative. Non riusciamo a capire il motivo di questo perche' noi genitori non lo carichiamo di nessuna ambizione dal punto di vista sportivo. Cerchiamo di assecondare le sue preferenze, e lo spingiamo a provare sport sempre nuovi in modo che capisca che non e' importante primeggaire ma provare un po' tutto divertendosi. Ma lui non ci riesce. Ad esempio in questi giorni sta frequentando un corso di vela e piange gia' la sera prima al pensiero che potrebbe non essere in grado di fare le manovre che gli verranno richieste la mattina dopo.
Come possiamo aiutarlo ad affrontare con meno ansie quelle che dovrebbero essere delle attivita' per lui divertenti? Grazie

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Miglior risposta 7 LUG 2014

Buonasera Sig.ra Gabriella,

l'autostima di una persona ha moltemplici componenti, relazionali, scolastiche ........ e sportive. Possiamo dare poca importanza ai risultati che otteniamo in alcuni campi, come la scuola per suo figlio, e magari "eccessiva" importanza ad altre componenti dell'autostima. Questo accade perchè ci identifichiamo fortemente con quel particolare aspetto di noi, attribuendogli un importanza predominante. Questo può pertanto divenire fonte di forte stress, manifestandosi in alti livelli di ansia da prestazione. Cercate di capire come è nata in vostro figlio l'identificazione prevalente del suo valore in relazione ai risultati sportivi. Dirgli che l'importante è partecipare e non vincere non ha senso per lui, è più efficace fargli capire che questo suo modo di porsi verso la prestazione sportiva e proprio ciò che gli impedisce di riuscire come vorrebbe. Parallelamente cercarcate di "allargare" la sua identificazione come bambino efficace, non limitandola al risultato sportivo. Chiedetegli cosa è importante per lui (oltre lo sport) e da lì partite.

Cordiali slauti

Dott.ssa Barbara Manzo

Dott.ssa Barbara Manzo Psicologo a Roma

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8 LUG 2014

Quello che pensate voi è giustissimo,le attività sportive dovrebbero/potrebbero essere divertenti,ma il dato di realtà è che per vostro figlio non lo sono...perché la sera prima piange...Mi servirebbero informazioni più precise per dare una risposta più mirata,ma provo ugualmente a darle degli stimoli di riflessione...1)Quando è stata la prima volta che ha manifestato ansia e ha pianto?2)Chi lo accompagna alle attività?3)I nonni cosa gli dicono?4)Come sono i suoi rapporti con i coetanei?5)Che cosa gli piace fare?6)C'è qualcuno che non sta bene in famiglia?7)Da chi ha imparato ad essere severo con se stesso?...A disposizione per qualsiasi chiarimento.Cordiali saluti.Dott.ssa Rizzi

Dott.ssa Carolina Rizzi Psicologo a Milano

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7 LUG 2014

In un mio recente articolo ho scritto che "l'ansia da prestazione" è molto frequente nel mondo contemporaneo anche tra i bambini. Suo figlio sembra essere tra questi anche se, come lei afferma, nella attività sportive il vostro atteggiamento è poco pretenzioso e, forse, compensa altri ambiti dove le aspettative sono più esigenti. Ritengo che, se pure indirettamente, la richiesta di fare al meglio, di non sfigurare di fronte agli altri, di tendere a mete ambiziose sia un aspetto sociale e culturale che trapela continuamente e che tutti in qualche modo assorbiamo. L'ansia che "la prestazione" suscita pertanto è connessa con questa richiesta che diventa interiorizzata fin da piccoli. Per tornare al suo bambino, è evidente che lo sport è un ambito nel quale investe in modo particolare le sue risorse, esigendo molto da sè stesso come sembra abituato a fare anche in altre situazioni magari per lui meno importanti . Lo si può aiutare cercando di ridurre in generale le attese che vengono canalizzate sulle sue attività, educandolo anche al gioco e al divertimento senza ambizioni di vincere.
Saluti, Dott.ssa Lilia Di Rosa

Dott.ssa Lilia Di Rosa Psicologo a Catania

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7 LUG 2014

Salve Gabriella,
lo sport rappresenta un ambiente in cui mettere alla prova le proprie capacità, superare i propri limiti e insicurezze e apprendere modi di fronteggiare gli stress, tutte cose che diverranno importanti quando sarà ora di metterle in pratica nella vita quotidiana da adulti. E’ quindi bene che proviate a capire da cosa deriva quest’eccessiva ansia che sperimenta. Avete provato a chiedergli che cosa gli fa paura, ad esempio, del non essere in grado di fare una manovra il giorno successivo? Come si sente ad affrontare gli sport? Si giudica capace, abile? E’ bene che i bambini sperimentino vari sport, per sviluppare un po’ tutte le abilità di coordinazione e movimento, tuttavia occorre tenere in considerazione il momento “giusto” per passare da uno sport all’altro. Nel vostro caso quando avviene? Su richiesta del bambino, quando vede che non riesce a raggiungere le aspettative che aveva? Da parte vostra, se lo vedete giù e decidete che magari in un altro ambito si troverà meglio? Se i cambi avvenissero in queste modalità, al bambino potrebbe risuonare come un “mi fanno cambiare perché tanto hanno visto che sono una frana lì.” E avere ancora più ansia la volta successiva, nella speranza di riuscire in ameno qualche attività sportiva.
Ha scritto che nell’ambito scolastico non si preoccupa eccessivamente del risultato e ottiene buoni risultati… sarebbe interessante capire se è la scuola che non lo preoccupa in sé, non gli interessano le valutazioni, o se è un campo in cui riesce bene perché ne ha le doti e non se ne preoccupa molto perché appunto sa che li riesce bene, che ne è capace. Forse nello sport non ha avuto gli stessi feedback positivi che magari a scuola ottiene dalle maestre o dai compagni. Ad ogni modo, potrebbe essere utile anche fargli notare i “danni” che provoca la sua stessa ansia: a scuola è tranquillo o ne ha poca, e riesce bene. Quando ne sperimenta troppa, la prestazione viene a risentirne. Potrebbe essere una strada per fargli comprendere che i risultati non sono dovuti ad una sua incapacità tecnica ma alla forza delle sue emozioni, che gli impediscono di restare concentrato e sereno.
Se la situazione dovesse prolungarsi, o ampliarsi ad altri campi o attività, potrebbe essere utile avere un consulto più specifico con uno psicologo della vostra zona.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni,
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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7 LUG 2014

Cara Gabriella
da come descrivi la situazione, si evidenzia un probabile fattore ansiogeno a livello di prestazione. Ora sarebbe opportuno individuarne la causa principale, ma per questo dovresti ricontattarmi in modo da poter far leva su dettagli meno manifesti. Oppure ti suggerisco di chiedere una consulenza ad un/a mio/a Collega della tua città.
Comunque rimango a tua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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7 LUG 2014

Salve Gabriella,

probabilmente suo per suo figlio è molto importante raggiungere ottimi risultati sia in ambito scolastico che in ambito sportivo e probabilmente visti i suoi successi scolastici è abituato a raggiungere gli obbiettivi che si pone.

Come da lei sottolineato probabilmente suo figlio, in questo momento, sta adottando nei suoi stessi confronti una valutazione molto “dura” basandosi su degli obbiettivi “di risultato” che lui stesso si è posto. Sarebbe importante parlando con suo figlio e ragionare sul modo in cui lui si pone degli obbiettivi.

Mi spiego, in ambito sportivo possiamo considerare tre tipi di obbiettivi:

1) di risultato: il risultato che ottengo al termini di una competizione o in generale rapportato alle prestazioni attese o di altri pari.

2) di performance: il tipo di prestazione che si è realizzata indipendentemente dal risultato atteso e dal confronto con i pari.

3) di processo: il modo in cui ho raggiunto la prestazione. Possiamo dire che gli obiettivi di processo siano tutti i piccoli passi (generalmente dati per scontati) che ci permettono di raggiungere una buona prestazione nello sport, come nella scuola e nel lavoro.

Per suo figlio potrebbe essere importante ragionare sugli obbiettivi di processo, concentrarsi su quelli e in seguito, una volta che avrà raggiunto una certa confidenza con lo sport specifico, concentrarsi sugli obbiettivi di performance.

Ha scritto che avete spinto suo figlio a cambiare sport per trovare quello che più fa per lui, cosa giustissima ed ammirevole, ma non c'è il rischio che suo figlio abbia mal interpretato questa cosa pensando che lo i cambiamenti di attività fossero dovuti ai suoi insuccessi ed ad una vostra valutazione nei suoi confronti?

Le auguro buona giornata,

Dott. Marco Beltramino

Dott. Marco Beltramino Psicologo a Pinerolo

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7 LUG 2014

Gentile Gabriella, quello che accade a suo figlio è molto frequente nei ragazzini della sua età, molto spesso le aspettative di un ragazzo non sono supportate dalle reali abilità atletiche o tattiche. Per questo è molto importante il ruolo di voi genitori nel supportare vostro figlio in questa delicata ed importante attività che caratterizza la sua crescita. Il suggerimento che vi do è quello di continuare a sostenere vostro figlio cercando di trasmettergli il valore dello sport come mezzo di divertimento e di svago, a questo aspetto aggiungerei, se ci riuscite da soli ovvero senza il supporto di un professionista, di aggiungere l'importanza che può avere la sconfitta come occasione di crescita e miglioramento. E' inoltre molto importante che entrambi i genitori siate "coesi" in questo aspetto di supporto ed incoraggiamento a ridimensionare le aspettative di vostro figlio. Di certo non sottovaluterei oltre le preoccupazioni e le ansie che lui già manifesta attraverso il pianto, credo che si il momento di trovare uno specialista nella vostra zona affinché vi possa aiutare,
saluti
Dott. Dario Grigoli

Dott. Dario Grigoli Psicologo a Pinerolo

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