Ho un bimbo di 20 mesi con trisoria 21, ma lo vedo molto indietro degli altri bimbi con la stessa condizione...nn ha iniziato la fase di esplorazione con la bocca, il cibo e frutta solida lo rifiuta nn mette altro in bocca che le sue mani. È molto pigro in tutto e per tutto.. Vorrei tanti consigli su come stimolarlo.. loro sono meravigliosi ma vanno molto stimolati e seguiti. Aiutatemi. Grazie
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6 FEB 2017
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Gentile signora,
il trattamento della sindrome di Down deve comprendere un programma educativo col supporto di una struttura specializzata che favorisca lo sviluppo, la crescita e l'adattamento sociale di questi bambini.
Qualora poi si manifestino nel tempo patologie correlate (diabete, ipotiroidismo, obesità, glaucoma) occorrerà associare anche un adeguato trattamento farmacologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
6 FEB 2017
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Buon giorno cara Belkis Velandia,
ha ragione questi bambini sono veramente speciali, offrono molto, capaci di grande interazione emotiva e sociale, ma richiedono molto investimento.
In verità per tutti i bambini, i primi anni di vita sono i più importanti per la formazione del patrimonio neuronale e per loro connessioni, la base organica per accrescere capacità e funzioni. Qualunque bambino che viva in un ambiente ricco di stimoli avrà un miglior patrimonio di base, da utilizzare nella vita presente e futura.
A maggior ragione quando un bambino nasce con alcune difficoltà, che sia un bambino pre-termine, piuttosto che con un disturbo organico o una sindrome specifica. Esiste sicuramente una variabilità individuale, per cui ciascun bambino possiede tempi propri, ma questo non significa che non si possa sostenere nella sua crescita.
In considerazione di ciò, credo che abbia formulato la domanda corretta: come fare per stimolarlo?
A questo proposito vi sono vari programmi di stimolazione, qualche anno fa veniva usato il metodo Donovan, ma ve ne sono anche altri validi, è necessario che lei si rivolga ad un centro specializzato vicino casa sua o nei dintorni, in modo che le suggeriscano uno di questi programmi ma che la seguano anche tappa per tappa. Il fai da te in questi casi non è del tutto sicuro. I genitori sono sicuramente le persone più competenti per aiutare i propri figli, ma è anche necessario un occhio esterno che supervisioni la direzione intrapresa ed eventuali aggiustamenti di sorta. La stimolazione deve essere ricca, ma nè poca nè troppa, per non rischiare di creare scompensi da una parte o dall'altra.
Entro i limiti di ciascun bambino, ci si può sicuramente muovere in direzione dello sviluppo migliore possibile!
Buon lavoro cara mamma!
Sabrina Costantini
Psicologa - Psicoterapeuta Pisa