Mia mamma non sa di essere malata e ovviamente non vuole curarsi!

Inviata da Alessandra · 7 nov 2012 Terapia familiare

Salve a tutti! mia mamma ha un problema psicologico. forse ha una depressione bipolare ma non ne siamo certi visto che non riusciamo a farla visitare da un medico. è intelligentissima e sa che vogliamo portarla da uno psicologo ma è cocciuta e dice che faremo bene a andarci noi perché lei è sana. intanto un giudice tutelare ha nominato un amministratore di sostegno che gestisca il suo patrimonio economico perché lei presa da euforia spende più del dovuto. La situazione è grave ma gli assistenti sociali non possono fare niente. nessuno può far niente e gli psicologi ci dicono che è lei che deve andare al centro per l'igiene mentale sennò non possono curarla. Non sappiamo cosa fare, sarei grata se qualcuno mi desse un consiglio. Grazie per l'eventuale risposta! un caro saluto!!

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Miglior risposta 9 NOV 2012

Gentile signora Alessandra,

la depressione è solo una delle possibili diagnosi alternative. Purtroppo mancano molti elementi anche solo per suggerire una possibile diagnosi. Ad esempio, quanti anni ha sua madre? Il problema è sorto in un periodo particolare in cui sua madre ha avuto dei dispiaceri o altro? Il problema è sorto in modo abbastanza repentino oppure pian piano? Ha altri comportamenti strani o sintomi particolari?
Visto che sua madre è così intelligente è cosciente di avere un problema di qualche tipo?
Ci sarebbe bisogno di un'anamnesi molto accurata. Se riuscite con qualche stratagemma a convincerla a fare degli accertamenti quello che le posso consigliare è una visita da uno psicologo o un neurologo esperti in neuropsicologia. I comportamenti di sua madre potrebbero essere legati ad una patologia organica e non a depressione. Purtroppo, visti gli elementi a mia disposizione non posso dirle di più. Spero di esserle stata d'aiuto.

Dott. Francesca Figliozzi

Dr.ssa Francesca Figliozzi Psicologo a Oristano

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13 NOV 2012

Gentile Alessandra,
la situazione che descrive è certamente complessa ma anche monca di una serie di elementi che possano convalidare o inficiarela diagnosi cui lei fa riferimento? e' una diagnosi domestica o vi è stata indicata da uno specialista? Credo che questo sia il primo nodo da sciogliere, mentre voi familiare, cercate uno spazio di sostegno e di sfogo a vissuti così pesanti. In tal senso, esistono gruppi di auto-aiuto piuttosto che brevi percorsi di consulenza psicologica, anche presso strutture pubbliche, che potrebbero alleggerire il vs. carico emotivo. Questo potrebbe avere una ricaduta favorevole anche su sua madre. Ritengo che la cosa da evitare sia lasciare "tutto in stallo",Cari auguri.
Dott. Annalisa Orsenigo- psicoterapeuta

Dott.ssa Annalisa Orsenigo Psicologo a Monza

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12 NOV 2012

Salve,
purtroppo non è la sola ad affrontare questa situazione. Spesso nei disturbi psicologici non si riesce a vedere la propria patologia per questo uno dei motti più diffusi della psicologia è "il primo passo per guarire è accettare di avere un problema". Nel suo caso specifico sua madre non capisce l'utilità di farsi aiutare, perciò cercare di convincerla che è malata non solo non aiuta ma non fa altro che far alzare ancora di più le difese col risultato che si pone in modo più oppositivo. Una cosa che posso consigliarvi è di riunire la famiglia intorno a un tavolo e parlare a turno con sua madre esponendo perchè voi state soffrendo per la situazione (mi raccomando niente toni accusatori ma solo fatti di realtà e esposizione dei propri sentimenti). Se lo ritenete necessario uno psicologo potrà porsi come mediatore e aiutarvi.
A presto

Dott.ssa Serena Carnì Psicologo a Catanzaro

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12 NOV 2012

Gentile Alessandra, è vero, occorre che sia sua sua madre a recarsi dallo psicologo, perché se lei non si rende conto di avere un disturbo in realtà non potrà mai beneficiare dell'aiuto datogli, per cui dovrete lavorarci un po' tutti insieme e trovare il modo per farla rendere conto che c'è davvero qualcosa che non va, dicendole ad es. che per il bene sia suo che di tutta la famiglia sarebbe opportuno che affrontasse dei colloqui con uno specialista!
Auguri!

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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9 NOV 2012

Salve Alessandra,
accettare il fatto che si ha bisogno di essere seguiti e curati, è difficile da accettare da parte di sua mamma poichè vuole dire convalidare le vostre ansie (che sono reali) e in qualche modo dare ragione alle vostre preoccupazioni. La vostra è una famiglia molto unita e forte e sicuramente avete delle buone risorse da attivare per aiutare la mamma a recarsi al centro di salute mentale.Dolcezza, tranquillità, disponibilità sono risorse che avete e che pian piano porteranno la mamma a convincersi di questo aiuto.Forse teme la perdita dei vostri affetti, della sua immagine di mamma ma son certa che saprete rassicurarla in merito.
Cordiali saluti

Dott.ssa Vania Trentin Psicologo a Susegana

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8 NOV 2012

Gentile Alessandra,
la situazione come lei e probabilmente i suoi familiari notate, è grave, tuttavia, a meno che non si verifichino episodi in cui sua madre metta a rischio la propria o altrui incolumità e si abbiano quindi le condizioni per un ricovero coatto, è necessario che sia sua madre direttamente a chiedere aiuto. A volte in situazioni analoghe un aggancio con un professionista può avvenire partendo da un diverso disagio che il paziente rileva nel suo funzionamento, ma considerando l'intelligenza che lei riconosce a sua madre questa possibilità appare remota. Rimane l'opportunità per lei di rivolgersi ad uno psicologo per provare a cercare insieme una possibile strada per coinvolgere la mamma e nel frattempo anche per lei di trovare uno spazio di sfogo da una situazione che emotivamente dev'essere davvero gravosa. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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8 NOV 2012

Buongiorno
problema molto delicato e molto difficile questo.
Non ci sono tante alternative, bisogna parlare con questa donna e cercare, con molto tatto e dolcezza di motivarla.
Sconsiglierei del tutto le maniere "forti", cioè discussioni e toni accesi.
Ci viene in aiuto il fatto che si tratta di una donna intelligentissima, ed è un bene.
Bisogna spiegarle che dal medico Psichiatra o Psicoterapeuta che sia, non ci vanno "i matti" ma anzi le persone intelligenti che comprendono l'importanza di avere un confronto e un dialogo circa le loro situazioni di vita.
Si può anche dire che lei avrà, nel momento del colloquio, la completa privacy e potrà certo anche parlare delle persone che, in famiglia, le causano un disagio o particolari difficoltà, chiarendo così allo specialista il suo punto di vista.
E...comunque anche la famiglia, per essere all'altezza della situazione, dovrebbe mostrare interesse alla psicoterapia e (almeno un altro membro della famiglia) rivolgersi ad uno psicoterapeuta per un consiglio e per dare l'esempio.
Riprendete tutti tra voi un dialogo in quanto, mi da l'idea che si siano innalzate tra voi troppe barriere causa l'ansia creata da questa situazione, ed ora la comunicazione è resa difficile o forse assente.
Può essere un tentativo positivo il mo suggerimento...Sperimentatelo!
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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8 NOV 2012

Buongiorno gentile Alessandra,
dal momento che avete consultato diversi operatori, vi è stato proposto un supporto psicologico per affrontare al meglio la convivenza con vostra madre? Potrebbe iniziare lei stessa e poi magari, piano piano, coinvolgere anche gli altri membri della famiglia. Da questo tipo di aiuto potrebbe nascere la strategia per aiutare vostra madre a farsi aiutare e, nello stesso tempo, aiutare psicologicamente voi a sopportare il suo forte disagio.
Non è poco.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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8 NOV 2012

Gentile Alessandra, nelle situazioni come quella da lei descritta, solitamente si prova a fare di tutto per convincere la persona malata a farsi aiutare. "Ovviamente" senza alcun risultato, anzi, spesso si ottiene il contrario. L'alternativa è che siate voi, "parenti sani", a farvi aiutare. Ci sono dei gruppi che si incontrano proprio con lo scopo di essere aiutati da una persona competente a gestire questo tipo di problemi. Inoltre la potenza del gruppo funge anche da catalizzatore, poichè l'esperienza degli altri ci aiuta a cambiare atteggiamento e a proporci in modo differente rispetto al malato. Le auguro buone cose, dott.ssa Roberta Conte

Dott.ssa Roberta Conte Psicologo a Fenegrò

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8 NOV 2012

Gentile Alessandra,

purtroppo ciò che le hanno riferito corrisponde alla realtà dei fatti. Sua madre deve volersi aiutare a meno E' importante fare una valutazione della condizione di salute prima di ipotizzare.

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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8 NOV 2012

Gentile Alessandra,
probabilmente la vostra vita, la sua e quella dei suoi familiari, deve essere stata fortemente condizionata e segnata dal disturbo di sua madre. Vista l'intelligenza della signora, è ipotizzabile che l'invito a curarsi venga avvertito come un rimprovero per ciò che vi ha fatto passare e alimenti un forte senso di colpa che non è in grado di tollerare e gestire nonché la rabbia per non riuscire a controllarsi.
In alcuni casi può essere utile che l'intero nucleo familiare intraprenda un percorso psicoterapeutico (parlo di una psicoterapia familiare) per elaborare i vissuti e le dinamiche che si sono organizzati intorno al disturbo di sua madre. A volte questo tipo di intervento può aiutare il famigliare più fragile a prendere coscienza della sua condizione e ad introdurlo ad un percorso farmacologico e psicoterapeutico individuale.
Nella speranza di esserle stata di aiuto la saluto cordialmente
dr.ssa Alessia Serra

Dott.ssa Alessia Serra Psicologo a Santa Maria delle Mole

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7 NOV 2012

Gentile Signora Alessandra,
con una risposta a distanza come qui viene chiesta è difficile trovare spunti interessanti per convincere la mamma a farsi cuarare da un bravo (è qui è importante che sia davvero bravo!) psicologo, magari psicoterapeuta!
Una consulenza personale presso il professionista della zona (non necessariamente chi ha lo studio in un capoluogo di regione) sen'altro l'aiuterà a portare la mamma a farsi curare. Infatti compito dello psicoterapeuta è anche quello di studiare le possibili strategie comportamentali e anche cognitive per riuscire a portare alla sua attenzione clinica persone che potrebbero avere una seria psicopatologia, prima che sia troppo tardi. Le strategie di intervento vanno studiate e provate assieme alla persona interessata (in questo caso la figlia) verificandone poi l'efficacia pratica nel proprio ambiente domestico. Trattasi di una consulenza di alcune sedute con obiettivo di riuscire a portare il proprio congiunto all'attenzione clinica dello psicoterapeuta. Ciò infatti rientra tra le capacità di uno psicoterapeuta che opera non con il paziente, ma con i congiunti del paziente prima di operare con il paziente stesso. Non si tratta dunque di consigli, ma di un vero e proprio percorso di consulenza ad obiettivo, ovviamente verificabile in breve tempo.
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a Udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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