Buongiorno, non so neanche da dove iniziare..... Ho 39 anni sono divorziata da 7 anni, ho un compagno anche lui divorziato e padre di due figli nati dalla precedente unione, insieme abbiamo un figlio di 5 anni.
Il problema è mia madre. Mia madre odia il mio compagno (senza motivo fondato), lo considera una nullità, non ha il minimo rispetto per lui.
Di contro il mio compagno è molto rispettoso, si fa sempre in quattro per i miei, è loro molto riconoscente per il fatto che si occupano di nostro figlio, quando noi siamo a lavoro.
I miei si occupano di nostro figlio appunto, quando noi lavoriamo, siamo impiegati entrambi a tempo pieno.
Io sono stanca di questa situazione, ci sono episodi abbastanza spiacevoli che vorrei raccontare a qualcuno... Per questo ho scelto di scrivere qui...
Mia madre parla male a nostro figlio di suo padre, gli dice cose molto spiacevoli.......... Tipo: tuo padre è una capra, tuo padre non capisce nulla......
Il bambino queste cose (con l'innocenza che contraddistingue i bambini) me le riporta... Io soffro molto per questo..........
L'unica pecca che ha mio marito è che è un po' burbero, ma ha un gran cuore.........
D'altronde non abbiamo scelta nella gestione di mio figlio, in quanto come premesso, il mio compagno è padre anche di altri due bambini, che deve mantenere economicamente, per cui dobbiamo entrambi lavorare sodo solo per vivere...........
Ma nonostante le difficoltà del caso, andiamo avanti sacrificandoci serenamente........
C'è da dire che mia madre ha sempre mal tollerato tutte le persone che ho scelto nella mia vita come compagni, nonostante siano tutte delle gran brave persone.......
Se ci parlo non cavo un ragno dal buco........
Sono stanca........... molto stanca............... Vi giuro che tutto ciò condiziona la mia vita a livello emotivo in modo molto negativo, ho sempre paura di quando stiamo tutti insieme, che so ad un pranzo, ad una cena, paura che ogni volta (perchè succede sempre) che il mio compagno apre bocca, lei faccia le sue solite facce schifate senza preoccuparsi che venga vista da me o da lui.........
Cosa fare?
Una donna stanca..........
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27 GIU 2012
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Buongiorno, intanto ringrazio calorosamente per l'attenzione dedicatami...
Ho notato che mi chiedete giustamente della figura di mio padre... Beh dovendo descrivere mio padre le uniche parole che mi vengono sono: uomo estremamente buono e molto debole...
Non si oppone mai, non prende posizione, se qualche volta è capitato che la prendesse ha subito forti attacchi e insulti: non capisci niente, stai zitto, sei un deficiente, e così via...
Qualche volta mi è capitato di "lamentarmi" con lui, ma le sue parole sono state sempre le stesse: tua madre è fatta così.
Forse io sono debole come mio padre, caratterialmente debole, ma non credo che debolezza debba essere sinonimo di "autorizzata a essere calpestata"...
Intendiamoci, io non ho la presunzione di voler cambiare una persona, ma credo che il rispetto sia doveroso...
Forse aveva delle aspettative diverse per sua figlia, detttate onestamente non so da cosa... Io sono sempre stata una persona molto semplice, mi ritengo una persona intelligente, ho sempre cercato solo la serenità, non ho mai aspirato a trovare il ricco, bello, famoso. Ho sempre e solo cercato una persona che mi amasse.........
E ho trovato il mio compagno, che mi ama molto, che ha alle spalle un matimonio fallito con due figli, ma questo non significa dover essere crocifisso....
Sapete, io sono "abituata" ormai a tutto ciò, ma mio figlio NON DEVE vivere come ho vissuto io, violentato nell'anima! (Perdonerete il termine forte, ma è per far capire come mi sento)
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18 Risposte
9 LUG 2012
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Non credo tu sia debole ma sicuramente indebolita dalla violenza subita! La forza e la determinazione che mostri nel voler proteggere tuo figlio ne è la prova. Probabilmente tua madre non cambierà ma ciò che può mutare è la sofferenza che provi nel ricevere la sua continua violenza. Se credi prova a rivolgerti ad un professionista che possa aiutarti ad esprimere tutta la rabbia che senti liberandoti da ingiusti sensi di colpa nei confronti di chi ti ha ferita e calpestata...Un saluto affettuoso
Dr.ssa Annalisa Murolo
28 GIU 2012
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Buongiorno...
Le riscrivo..
Aggiunge parole importanti e alla luce di esse credo che davvero possa esserle utile affrontare un percorso psicologico. Ciò le consentirebbe di essere accolta, sostenuta e supportata non solo relativamente alla comprensione e "gestione" del rapporto con sua madre, ma anche nel continuare quel lavoro di protezione e tutela emotiva che giorno per giorno sta già offrendo al suo bambino.
La saluto cordialmente.
Dott.ssa Stefania Corda.
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28 GIU 2012
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Cara signora, in questi casi una terapia familiare è senz'altro la migliore soluzione.
Se è residente a Roma, mi contatti per una consulenza gratuita e per decidere nel migliore dei modi sugli incontri successivi.
Dott.ssa Marianna Vallone
28 GIU 2012
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Gentile sig.ra,
la situazione che descrive è sicuramente faticosa anche per il suo compagno. Non precisa di cosa vi occupiate e se avete provato ad usufruire di un servizio di dopo scuola per il bambino, nè se avete una rete di amicizie che possano aiutarvi nella gestione della quotidianità.
Provi a rivolgersi al consultorio familiare della sua zona di residenza o di lavoro, sono certa che troverà persone competenti e attente che potranno ascoltarla ed indirizzarla.
Cordialmente. Dott.ssa Marika Fellini
25 GIU 2012
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Cara signora, quando si è stanchi la cosa più opportuna sarebbe concedersi un luogo dove riposarsi, chiarirsi e ricaricarsi. Credo che un percorso psicologico potrebbe darle nuova energia per vivere al meglio con la sua famiglia, per aiutarla ad arginare sua madre che come un fiume in piena le sta spazzando via la sua vita! si conceda il porto sicuro della psicoterapia, forse scrivendo al nostro sito ha visto nella sua sofferenza la luce di un faro ristoratore.
Un carissimo saluto!
dott. Giovanna Ferro - psicologa psicoterapeuta - Savona
25 GIU 2012
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Più che consiglio on line è neccessario un percorso di consulenza professionale secondo un orientamento cognitivo comportamentale che prevede l'acquisizione di abilità sociali di fronteggiamento verso i comportamenti non graditi della mamma e tutela del proprio figlio. Trattasi di un percorso di empowerment che si propone di vivere meglio e con maggior competenza sociale e con tutela dei propri diritti i rapporti co la mamma
Dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta comportamentale a Udine
22 GIU 2012
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Buongiorno "Donna stanca",
tutto ciò che non furnziona lo conosce bene. Lo vive e lo racconta, Cominci a pensare a cosa fare per vivere meglio la sua situazione e soprattutto scelga delle priorità nella sua vita, ovvero attribuzione di importanza alla sua famiglia di origine, alla sua famiglia attuale, al rapporto con suo marito, al rapporto con sua madre e simili. Spesso si sta male perchè si desidera, giustamente, che tutto funzioni perfettamente e al meglio. Bellissima come ambizione...Noi possiamo scegliere per noi ma non per un'altra persona; non possiamo decidere che l'altro ami ciò che amiamo noi, perchè ognuno è responsabile della SUA DI VITA e non di quella di un altro (ad eccezione dei figli quando non sono ancora autonomi). Detto questo penso che cambiare la percezione di come vive in questo momento gli eventi che racconta può darle una grossa mano, Spesso ci si rappresenta delle realtà che possono essere molto diverse, se desideriamo e vogliamo cambiare qualcosa. Dipende da lei!
22 GIU 2012
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Gentile signora,
molto spesso il rapporto con la madre è problematico, ma spesso le persone riescono a trovare il modo per gestirlo, per trarne il meglio lasciando da parte gli aspetti più problematici; ognuno trova il proprio modo con i propri tempi; ciò permette di andare avanti, di proseguire la propria vita costruendo un percorso , una famiglia propria. Capisco la sua disperazione, non riesce a trovare il modo, i tempi per farlo...le suggerisco di cogliere questo momento, evidentemente particolarmente problematico per spingerla a scrivere qui, per cercare un aiuto più concreto, uno specialista con cui possa approfondire le dinamiche di questo rapporto e che le "insegni" a gestirle. Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Zoppi
21 GIU 2012
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Gent.le signora,
convengo su quanto già scritto dai colleghi in precedenza.
Mi viene da pensare: stanca di tante cose messe insieme nel tempo: la squalifica continua di sua madre (criticando i suoi compagni, implicitamente critica la figlia), un matrimonio finito e separazione ( non deve sssere stato un rapporto semplice quindi), un attuale compagno con figli da precedente matrimonio (un bel impegno emotivo nel far parte di una famiglia ricostituita e allargata), impegno lavorativo di entrambi (poco tempo per voi?), una sensazione di mancato supporto del compagno nel "contenere" le critiche di sua madre (è così?), l'assenza di riferimento di suo padre (?)...
Può essere che sua madre si senta sola o delusa (arrabbiata) da tanto tempo per aver avuto un matrimonio poco supportivo. Pertanto, forse, adotta una modalità di discreditare i suoi compagni per assicurarsi la sua vicinanza di figlia. Si faccia supportare dal suo compagno per "limitare" le squalifiche di sua madre davanti al bambino, in primis, e verso di se/voi. Metta dei limiti chiari, imponga dei "paletti" ben fermi. Non si faccia abbattere dal senso di "gratitudine" e di debito nei confronti di sua madre perchè la aiuta col bambino. Questo è un gancio che VI tiene legate!
Se , per il momento, non vi è altra possibilità (economica), applichi la fermezza. Poi si vedrà.
Utilizzi la via del Consultorio familiare; non aspetti di stare bene un giorno o l'altro. Pensi a lei ora!
La sua stanchezza potrebbe segnalare una rabbia ed implosione che perdura da anni, ancor prima di questa sua attuale situazione.
i miei migliori auguri.
21 GIU 2012
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Salve Donna stanca,
comprendo molto bene la stanchezza e la fatica di sostenere tutto questo e soprattutto di sostenere il rimprovero che sente da parte di sua madre. Credo che il problema vada visto secondo un doppio binario: da un punto di vista pratico, valutare se davvero non ci sono alternative o se sta dicendo questo a se stessa per evitare, che so, di dispiacere a sua mamma, di staccare del tutto; da un punto di vista emotivo, comprendere bene la relazione fra lei e sua mamma, come le critiche di sua madre la colpiscono profondamente e come tagliare davvero l'eventuale cordone.
Rispetto al punto di vista pratico la invito a cercare nella sua cerchia di parenti, amici, genitori dei bambini che vanno a scuola con suo figlio e vicini di casa eventuali sostituti di sua mamma. Rispetto al punto di vista emotivo (e questa sarebbe una risposta alla stanchezza), la invito a cercare sostegno per se' anche rivolgendosi alla sua Asl di appartenenza dove sicuramente ci sono ottimi psicologi a cui poter chiedere aiuto.
Cordiali Saluti
Dr.ssa Alfonsina Pica, psicologa e psicoterapeuta
21 GIU 2012
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Gentile Signora
Quel che emerge dal suo racconto è un complesso materno che le impedisce di vivere la sua vita - e sottolinerei "sua". Non c'è motivo valido al mondo che renda a 39 anni la propria madre indispensabile. Non possiamo prendercela con chiccessia, il destino, ecc. se nostra madre non è abbastanza "buona" . Per quanto in molti casi il genitore non sia abbastanza buono, non possiamo aspettarci di cambiarlo, nè illuderci che ragionandogli il "giusto" verso delle cose egli-essa lo faccia. Nemmeno possiamo da adulti raccontare a noi stessi che le condizioni "obiettive" ci impongono di ricorrere all'aiuto del genitore: un'altra soluzione quando si potrà - dall'interno di noi stessi - cercarla, si troverà senza dubbio. Quel che emerge è piuttosto un invischiamento suo nelle spire proprio di un complesso materno che perdura dalla sua età più precoce, derivato da un modo di essere e di accudire da parte di sua madre che sempre - presumibilmente - è stato così frustrante e per lei così doloroso. E' però giunto il momento di affrontare tale complesso psicologico e di risolverlo nella sua dimensione peculiare che è quella di un setting psicoanalitico o comunque psicoterapeutico.
Dr. Daniele Rondanini - Dirigente Psicologo Asl Roma B - Psicoanalista - Psicoterapeuta
21 GIU 2012
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Gentile signora,
lei si definisce 'donna stanca', allora le chiedo: stanca di che cosa?
Perché, da quanto scrive, sebbene dica di lavorare molto e d impegnarsi per pensare alla sua famiglia attuale (suo marito ed il suo bambino) non pare essere questo che le provochi stanchezza, anzi questa pare essere la parte della vita che le procuri soddisfazione. Allora di che cosa è stanca? Lei scrive che il problema è sua madre, alla quale dovete affidare il bambino durante i vostri impegni di lavoro e che parla male di suo marito: pare esserci da una parte sua madre e dall'altra suo marito, e lei in mezzo, tirata da una parte all'altra ma non riuscendo a trovare una sua posizione. Forse deve mettersi nelle condizioni di trovare una sua posizione, e non a parole ma con i fatti. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a fare chiarezza sulla 'posizione' che attualmente sembra mantenere e che non pare soddisfarla.
Cordiali saluti.
21 GIU 2012
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La situazione che descrive è sgradevole e pedagogicamente problematica, ma molto frequente a livello di dinamiche famigliari, il fatto che sua madre non accolga chi lei scelga come compagno è una opinione che andrebbe inquadrata meglio. Le posso dire che per come si descrive, è certamente impegnata nel lavoro, ma nel gestire la sua famiglia di origine sembra essere passiva. Dovrei conoscere meglio la situazione per darle dei suggerimenti, tuttavia si concentri sul come il tutto si svolge anziche sul perchè, e da li controbatta le brutte parole. Se il costo dell'accudire il nipote è troppo, alto valutate un alternativa.
In ultimo ricordi che adesso ha una nuova famiglia ed il taglio del cordone ombellicale è fondamentale, diversamentei si troverà a subire realtà che costruisce.
Saluti
Dr Cristian Sardelli
21 GIU 2012
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ciao,io non sono un medico,ma volevo dirti che ti capisco benissimo so cosa significa non avere mai approvazione su tutto cio' che fai,le tue scelte sono sempre sbagliate...ecco lei non accetta i tuoi uomini,immagina se qualunque cosa fai e' sbagliata solo perche' l'hai fatta tu...diventa ingestibile e ad un certo punto ti senti sbagliata,tanto da non avere piu' nessuna certezza....ci tenevo a dirti che devi farti forza se non accetta solo il tuo compagno almeno e' solo una cosa della tua vita lo so importante,ma vale la pena di ignorarla,tanto lei non cambiera' la sua idea e non vale neanche la pena provarci e' tempo perso,parlo per esperienza...certe persone non cambieranno mai,tanto vale farsi la propria vita ignorandole...lo so e' difficile ma saremo veramente libere quando non penseremo piu' a loro...in bocca al lupo...
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21 GIU 2012
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Tua madre.....da quanto racconti sembrerebbe aver da sempre svalutato e criticato le tue scelte, generando immagino in te la sofferenza e la rabbia che ogni figlio proverebbe. Oltre a non proteggere e sostenere la figlia, come ogni madre dovrebbe fare, fa del male anche al nipote screditando e insultando il padre di tuo figlio! Verrebbe da chiedersi perchè si comporti così con te, perchè ti ferisca alla prima occasione e non esiti a farlo anche utilizzando un bambino! Probabilmente una risposta a tutto questo è rintracciabile nella sua storia personale e nella vostra storia familiare...comprendo la difficoltà nel parlarle e nel chiederle spiegazioni di un tale comportamento, ma credo anche che un confronto alla pari con lei possa costituire l'unico modo per interrompere la dinamica che descrivi e liberarti dal triste ricatto con cui ti tiene legata. Mi domandavo inoltre che ruolo ha tuo padre, come si pone nei tuoi confronti o se ti abbia mai difesa dinnanzi a tua madre o offerto l'appoggio ed il sostegno di cui lei,seppur forse involontariamente, non è stata capace. Hai una vita affettiva piena e questo grazie alle tue risorse e credo meriti di viverla a pieno! Che diritto ha tua madre di continuare a ferirti e giudicarti? Un caro saluto
21 GIU 2012
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Buon giorno Signora, quanta rabbia e frustrazione nelle sue parole. Quanti sentimenti ed emozioni da elaborare. L'avere nuovamente "bisogno"di un genitore, di una mamma per la gestione di un figlio, il chiedere aiuto riattiva tutta una serie di dinamche che si credevano ormai superate. Un senso del giudizio, sensi di colpa... tutto questo è normale, ma quando è di ostacolo per l sua vita presente e quando rischia di "rovinare"una nuova famiglia, allora No! Rifleta sulla possibilità di intraprendere un percorso di terapia per andare avanti e per vivere il futuro senza il peso del passato. cordiali saluti.
21 GIU 2012
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Cara signora,
comprendo che in questo momento si senta in trappolata. Come ha ben compreso da sé non si può cambiare qualcuno che non vuole essere cambiato.
Non so, ad oggi, cosa vi siete dette circa l'argomento in questione e per questo mi chiedevo se ha mai parlato a sua madre della possibilità che il bambino (sottolineo il bambino) è insofferente circa i commenti che fa sul padre e che questo, presto o tardi, lo porterà ad allontanarsi da lei.
Suo padre di questa storia cosa ne pensa? sarebbe possibile allearsi con lui? Inoltre, volevo sottoporle un'altra riflessione: è sua madre a condizionare la sua vita o è lei che permette a sua madre di entrarci? Forse tiene al giudizio di sua madre più di quanto creda.
Un caro saluto
dr.ssa Alessia Serra
Tuttavia, se proprio non esistono altre possibilità organizzative, forse dovrebbe limitare gli incontri con sua madre utilizzandola solo come baby sitter e niente di più.
21 GIU 2012
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Salve...
Ci descrive una situazione piuttosto complessa e comprendo quanto davvero possa essere difficile per lei affrontarla giorno per giorno. Non è neanche facile poterle rimandare qualcosa che possa esserle utile nell'immediato considerato, appunto, l'insieme di concomitanti aspetti che entrano in gioco rispetto alla difficoltà che ci descrive. Credo, però, che complessità non significhi che non si possa trovare un modo per poter raggiungere un miglioramemto significativo rispetto alla gestione emotiva, relazionale e pratica della situazione che tutti state vivendo. Scrivo tutti perchè ovviamente coinvolge suo marito, sua madre, lei ed anche suo figlio. E' un bambino di cinque anni e sicuramente andrebbe tutelato relativamente alle incomprensioni fra nonni e genitori, nonchè relativamente alla manifestazione esplicita di disistima nei confronti di uno o entrambi i genitori. Dalle sue parole non si comprende appieno quali possano essere le motivazioni che portano sua madre ad avere un atteggiamento oppositivo e ben poco accogliente nei confronti del suo compagno, nè è possibile intuire informazioni sul vostro rapporto pregresso ed attuale. Lei è stanca e penso che davvero ora, senza l'aiuto di un professionista, non possa chiedersi di fare di più. Sono sicura che un percorso psicologico potrebbe aiutarla a trovare nuovi modi di affrontare il malessere e la sofferenza che conseguono al difficile rapporto con sua madre. Tale percorso le consentirebbe di avere uno spazio suo dove potersi "fermare un attimo e riposare"e dove poter condividere e trovare un supporto rispetto ad una difficoltà per la quale ha già lottato tanto. Ci scrive che le vostre condizioni economiche vi impediscono di poter ricorrere ad un aiuto extra-familiare nell'accudimento di vostro figlio durante le vostre assenze per lavoro, quindi pensare ad un percorso presso uno psicoterapeuta potrebbe sembrarvi, allo stato attuale, troppo onoreso da affrontare. Mi permetto, per questo motivo, di rimandarvi che è possibile rivolgersi alle strutture pubbliche (Consultorio Familiare ad esempio) che offrono un accoglimento in maniera del tutto gratuita. All'interno di questo sito troverà, inoltre, molti professionisti che, consapevoli della complessità economica che tocca e investe molte persone, applicano riduzioni e promozioni sul loro tariffario.
La saluto cordialmente.
Dott.ssa Stefania Corda