Salve, sono la mamma di una bimba di due anni e mezzo. Dai sei mesi ai suoi primi due anni mia figlia è cresciuta con sua zia e non aveva problemi ad allontanarsi da me. Essendo una bambina molto socievole e desiderosa di apprendere, ho pensato, anche per farla socializzare, di farle frequentare il nido. L'inserimento non si è rivelato facile, ma la situazione è peggiorata da quando ha cominciato a vomitare a scuola, e lo fa o dopo che io o mio marito siamo andati via, cioè al momento del distacco, o dopo pranzo, momento che di solito condivide con noi. Le maestre ci dicono che dopo aver vomitato non mostra segni di malessere ma che anzi è come se nulla fosse successo. Mi dicono inoltre che piange ogni qualvolta si cambia aula, nei passaggi al bagno o alla mensa, come se si spaventasse per una situazione nuova. Ovvio che raramente mangia a mensa e quindi molte volte mangia a casa al ritorno con noi...lei a scuola rifiuta il pasto per condividerlo a casa con noi(lo ha riferito alle maestre). Cosa dovrei fare per questi due problemi?
Grazie mille
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21 OTT 2014
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Buongiorno gentile Iole,
la sua bambina sta mostrando difficoltà nella separazione da lei e dal suo papà. Ci vuole molta pazienza e rassicurazioni che non vi perderà quando lei sta all'asilo. Le suggerisco di intraprendere dei colloqui sulla genitorialità presso uno/a psicologo/a psicoterapeuta per imparare a gestire la difficoltà di sua figlia.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma
22 OTT 2014
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Cara Iole,
la bimba, che mi sembra molto precoce da come lei descrive, ha ben compreso esserci per lei la possibilità di condividere con i genitori il pranzo e quindi rifiuta di farlo all'asilo.
E' piccolina e quindi le sue esigenze andrebbero accettate.
Ho come l'impressione che si sia voluto pretendere troppo da lei essendo una bimba sveglia ed ora dobbiamo ricordarci che pure è bisognosa di sostegno soprattutto mostrandosi impaurita dai cambiamenti.
Uno Psicoterapeuta infantile saprà valutare meglio questa situazione che però appare d'impatto come: "Bisogno del nido Casa".
Cordiali saluti
Psicoterapeuta Silvana Ceccucci Studio in Ravenna
21 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile signora mamma Iole,
probabilmente c'è qualcosa al ido non conforme a quanto esige sua figlia. Tuttavia analisi della situazione ed interento rapido solo presso psicoterapeuta dell'età evolutiva, specialmente se cognitivo comportamentale
dr paolo zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale in friuli venezia giulia
21 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Iole,
mi sembra di capire che la bambina non abbia affrontato , fin dai sei mesi, i vari passaggi inerenti al 'processo di separazione' in modo adeguato e coerente.
Sarebbe stato opportuno farle frequentare il 'Nido' prima e comunque,nel farlo ora, è ovvio che per lei la difficoltà sia maggiore ed il vomito ne è la chiara dimostrazione.
Che fare a questo punto?
Sarebbe opportuno che tu consultassi un/a Collega della tua zona, esperto/a nell'Età Evolutiva (che ti potrebbe essere indicato dalle educatrici stesse), per far sì che attraverso la frequenza dell'asilo in modo costante, possa superare il 'blocco' socio-affettivo. Auguri
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
21 OTT 2014
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Iole, ha descritto perfettamente cosa causa il malessere della bambina: il distacco, il cambiamento, la paura per situazioni nuove anche seppur piccole ( come il cambio d'aula). Non mi è chiaro il passaggio iniziale, in cui racconta che dai sei mesi ai due anni ha vissuto con la zia. Sarebbe importante ripercorrere questa tappa e il rapporto che ha stretto con questa figura.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva della sua città per affrontare insieme queste problematiche.
Un caro saluto,
21 OTT 2014
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Cara Iole,
I cambiamenti e le separazioni spaventano gli adulti, figuriamoci i bambini.
Le consiglio di fare un inserimento molto graduale (partendo con la frequenza mattutina dell'asilo per poche ore) per poi prolungarlo piano piano, rispettando i tempi della bambina.
Cordialmente,
Dott.ssa Gerbi
21 OTT 2014
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Cara Iole, è molto frequente che in questa fase (2 anni e mezzo) un bimbo mostri questi comportamenti. Secondo Malher a partire dal 4° mese di vita fino ai 3 anni avviene il lungo processo psichico di separazione-individuazione in cui il bambino da percepirsi in simbiosi con la mamma, piano piano raggiunge la consapevolezza di essere un individuo staccato e autonomo. Quindi come tale ha paura di essere abbandonato. Per sentirsi sicuro il bambino deve introiettare dentro di sè un'immagine buona del genitore, un porto sicuro da cui partire per esplorare il mondo e in cui tornare. Probabilmente non si sente ancora del tutto sicura (quindi va rasssicurata ulteriormente) e infatti vomita (un po' di ansia). In questi casi bisognerebbe rivedere le abitudini, le routine e gli approcci educativi insieme all'altro genitore. Qualche seduta di sostegno alla genitorialità da un consulente potrebbe rivelarsi molto utile per prendere in tempo il problema ed evitare di cadere alla lunga in un circolo vizioso di ansia e stress per tutti quanti.