Mia figlia piange continuamente

Inviata da Valentina · 27 ott 2017 Psicologia sociale e legale

Salve sono qui per chiedere un consiglio per mia figlia di 7 anni una bambina molto dolce sensibile furba e intelligente già dai primissimi giorni di vita ha sempre pianto molto e di continuo non suscitando in me alcuna preoccupazione perché da neonati l unico modo per comunicare un qualsiasi tipo di fastidio è il pianto i problemi sono nati dai 2 anni in poi cioè dal momento in cui ha imparato a parlare con facilità e chiarezza ma continuando ad esprimere qualsiasi tipo di disagio utilizzando il pianto man mano che è cresciuta e con l inizio dell asilo i problemi sono aumentati anche perché piange anche a scuola con toni impossibili e soprattutto non riescono a calmarla e a gestirla ed oggi che frequenta la 2 elementare dimostra di essere molto portata alla scrittura e soprattutto nella lettura ma con scarsa concentrazione e continuità proprio perché dopo le prime 3 ore di lezione inizia a piangere di continuo . Il problema si verifica anche a casa ma lasciandola sola in quel momento di sfogo e spiegandole dopo che parlando io riesco a capire cosa la turba la bambina si calma i motivi principali del pianto sono il rifiuto delle regole della scuola e dei compiti quindi delle piccole responsabilità che può avere una bambina di 7 anni un controsenso che ho percepito è il suo riuscire ad essere indipendente cioè doccia il momento pranzo cena lo fa volentieri da sola senza capricci il vesi veste e si prepara lo zaino da sola senza poblemi e capricci ma quando si trova a scuola o a casa e si avvicina il momento compiti o sistemare la camera o qualsiasi compito le.venga dato lei piange con urla stutto questo la isola dai compagni che si sentono infastiditi e le danno della neonata sono davvero preoccupata ho prvato sia a consolarla che con le punizioni anche con l indifferenza ma non riesco ad ootenere miglioramenti spero di essere stata dettagliata nella spegazione grazie mille

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Miglior risposta 30 OTT 2017

Gentile Valentina,
la sua bambina le vuole comunicare qualcosa, la tolleranza alla frustrazione è piuttosto bassa.
Certamente è in una fase di passaggio evolutivo e di maturazione emotiva, le sono richiesti molteplici adattamenti e regole a scuola ed anche in famiglia.
Inoltre occorre approfondire il sistema familiare, eventi particolari, presenza di fratelli o sorelle, lutti o perdite, separazioni o altri accadimenti significativi.
Se il problema persiste Le consiglierei di contattare al più presto una psicologa che si occupa di psicologia infantile.
Cari saluti
Dott.ssa Donatella Costa

Studio Psicologia e Benessere Psicologo a Rezzato

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29 OTT 2017

Gentile Valentina,
premetto che qualunque consiglio professionale di tipo clinico andrebbe fondato su un esame della bimba e della famiglia. Le consiglio perciò in ogni caso di consultare uno psicologo/a psicoterapeuta per avere non solo una diagnosi, ma anche gli strumenti per risolvere il problema.
Detto questo posso comunque notare qualche punto particolarmente interessante nella sua lettera che può far riflettere.
Lei dice che la bimba è autosufficiente in vari compiti e momenti della giornata e forse non è da tutti i bimbi di 7 anni prepararsi la cartella o vestirsi da soli. Potrebbe essere però che il carico di compiti da svolgere sia già consistente per lei e che perciò non riesca a sopportare un "surplus" di compiti nei confronti del quale adotta la strategia apparentemente irrazionale del pianto.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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28 OTT 2017

Gentile Valentina,
premesso che per una corretta diagnosi è necessario almeno un colloquio clinico e lo psicologo deve poter vedere sia la bambina che i genitori, è possibile avanzare l'ipotesi che la bambina percepisca un "surplus" di compiti ai quali reagisce con il pianto, in quanto non riesce a gestirli. La bambina infatti è già mi sembra piuttosto coscienziosa e responsabile per una serie di compiti (vestirsi, cartella ecc) che altri bambini tenderebbero a non svolgere con altrettanta attenzione e quindi ha già un "carico" di compiti da svolgere di una certa entità e potrebbe non riuscire a far fronte ad altre responsabilità.
E' ovvio che la tolleranza alle responsabilità è individuale per ciascuno di noi.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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28 OTT 2017

Buongiorno Valentina,

Sua figlia ha da sviluppare una migliore tolleranza alle frustrazione, perché la Sua età comporta numerosi cambiamenti: diminuisce il tempo del gioco a fronte di quello dedicato alla scuola, e aumentano nei suoi contesti di vita (famiglia e scuola) le richieste di autonomia, di disciplina e costanza, valori che si trasmettono ai bambini col tempo, a piccoli passi, durante la loro crescita, grazie a un clima di fiducia e serenità.
Spesso, ogni famiglia può attraversare momenti in cui può venire meno l'intimità affettiva, per svariate ragioni che possono essere comprese all'interno di una terapia familiare, che considera i comportamenti oppositivi di un figlio come espressione di un malessere che si vive all'interno del sistema familiare.
Mi chiedo quindi quali altre figure di riferimento ha Sua figlia, oltre a lei e in che modo collaborano alla gestione e alla crescita di questa.
Inoltre, mi sembra che per avere 7 anni Sua figlia è già molto 'adulta' a cenare o pranzare o farsi la doccia da sé, ma tutto questo andrebbe approfondito in una consulenza, per inquadrare il problema e proporre l'intervento più adeguato.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o chiarimenti.

Dott.Ssa Berti

Dott.Ssa Berti Martina Psicologo a Firenze

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28 OTT 2017

Buongiorno Valentina,

Sua figlia ha da sviluppare una migliore tolleranza alle frustrazione, perché la Sua età comporta numerosi cambiamenti: diminuisce il tempo del gioco a fronte di quello dedicato alla scuola, e aumentano nei suoi contesti di vita (famiglia e scuola), Le richieste di autonomia, di disciplina e costanza si trasmettono ai bambini col tempo, a piccoli passi, durante la loro crescita, accompagnate da un clima di fiducia e serenità.
Spesso, ogni famiglia può attraversare momenti in cui può venire meno l'intimità affettiva, per svariate ragioni che possono essere comprese all'interno di una terapia familiare, che considera i comportamenti oppositivi di un figlio come espressione di un malessere che si vive all'interno del sistema familiare.
Mi chiedo quindi quali altre figure di riferimento ha Sua figlia, oltre a lei e in che modo collaborano alla crescita di questa.
Inoltre, mi sembra che per avere 7 anni Sua figlia è già molto 'adulta' a cenare o pranzare o farsi la doccia da sé, ma tutto questo andrebbe approfondito in una consulenza, per inquadrare il problema e proporre l'intervento più adeguato.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o chiarimenti.

Dott.Ssa Berti
(Firenze)

Dott.Ssa Berti Martina Psicologo a Firenze

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