Buongiorno, ho perso il mio compagno 2 anni fa (deceduto per malattia) con cui abbiamo avuto 2 figli, 9 e 14 anni.
Durante la malattia del mio compagno ho conosciuto un uomo che mi ha supportata nei momenti del bisogno e io a lui in quanto si stava separando dalla moglie. La nostra frequentazione all'inizio era solo telefonica perché lui vive a Venezia e io in Sardegna. Dopo qualche mese ho deciso di andare da lui x qualche weekend (inventando scuse a casa) e con il tempo ci siamo innamorati. Dopo un anno ho portato i miei figli da lui durante le vacanze di Natale, presentandolo come amico. Lui ha 2 figlie di 8 e 11 anni. Tutto andava bene; io periodicamente andavo da lui con l'aereo per qualche giorno sempre inventando impegni lavorativi.
Quando è morto il mio compagno ho aspettato ben 2 anni per poi comunicare di essere innamorata dell'altro uomo. Abbiamo continuato a vederci cin i figli durante le vacanze scolastiche ma sembra che mia figlia, 14 anni, non accetta che io possa avere una relazione. Ho spiegato ai bambini che quest'uomo non sostituirà mai il loro padre e io non farò mai la mamma delle sue figlie. Il oroblema è che comunque mia figlia non accetta l'idea di un'eventuale convivenza e un discorso di famiglia allargata perché non vuole nemmeno fare conoscenza con altre persone della famiglia del mio nuovo "compagno".
Adesso che siamo 4 anni che ci frequentiamo, anche se ci vediamo sempre poco, sentiamo l'esigenza di vivere insieme. Io da lui o lui da me. Ma è difficile cambiare vita se poi sappiamo che mia figlia non lo vuole.
Mio figlio, 9 anni, si sta affezionando anche perché credo abbia la necessità di avere una figura maschile al sui fianco. Il padre aveva la sclerosi multipla da 15 anni.
Cosa devo fare? Aspettare che i figli crescano per poi vivere la mia vita con lui tranquilla o imporre la sua presenza?! Abbiamo entrambi 48 anni e tanta voglia di stare insieme.
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15 MAR 2022
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Buongiorno Lucia,
non deve essere stato facile per nessuno di voi affrontare prima la malattia, e la perdita poi, di un compagno per Lei e di un papà per i suoi figli. La vita le ha concesso di incontrare un'altra persona con cui condividere un pò di serenità e lei che è così attenta e premurosa ha prolungato questa possibilità per salvaguardare i suoi figli. A 14 anni è abbastanza normale essere in contrapposizione con i genitori, se poi abbiamo provato la perdita di uno di loro, forse siamo ancora più arrabbiati del normale. Credo che sia il caso di farsi aiutare da uno psicologo in modo che sua figlia possa elaborare il lutto del padre e provare ad accettare che la vita va avanti ed è meglio avere una mamma felice al proprio fianco.
Cordialmente
Dott.ssa Loredana Luise
24 MAR 2022
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Gentile utente,
un percorso di terapia familiare all'interno di un contesto protetto potrebbe sicuramente aiutarvi a sostenere la situazione.
Non deve essere facile per sua figlia ma neanche per lei gestire la sua relazione nelle modalità descritte.
Le bugie e gli escamotage non sono la soluzione e alla lunga possono solo danneggiarvi.
E' importante intervenire in questo momento, considerando anche la fase tanto delicata che sta affrontando sua figlia, nel pieno delle turbolenze dell'adolescenza per non dover intervenire dopo.
Sento che c'è il bisogno di essere accompagnati in questo percorso di vita, tanto doloroso e nuovo per tutti voi, un percorso che può generare paura alla possibilità di nuovi scenari.
Restiamo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Saluti,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli
16 MAR 2022
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Gentile Lucia,
l'atteggiamento di diffidenza e ostilità da parte di sua figlia quattordicenne nei confronti del suo compagno era prevedibile e richiede molta pazienza e voglia di dialogo da parte sua.
E' abbastanza probabile che col tempo le cose cambieranno ma per accelerare questo processo di cambiamento lei può provare a sensibilizzare la ragazza all'importanza di un sostegno psicologico di tipo sistemico-familiare affinchè tutti possano trovare nuove risorse per affrontare al meglio il futuro.
Cordiali saluti
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
15 MAR 2022
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Buongiorno Lucia,
la situazione che per porta è delicata ma può essere superata con il dialogo è una giusta terapia. Sua figlia è in piena adolescenza ed è comprensibile la sua non accettazione di allargare la famiglia ed avere un altro al posto del suo padre. Sarebbe importante che sua figlia abbia uno spazio per elaborare i grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni cioè la malattia è perdita del padre e "arrivo" del suo nuovo compagno. Se sua figlia non volesse iniziare una terapia, lei potrà prepararla con pazienza e gradualità aiutandola a capire che sarebbe utile e positivo per la sua propria vita oltre all'armonia della nuova famiglia.
Un saluto e buona giornata.
15 MAR 2022
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Buongiorno signora Lucia,
sua figlia si trova in un'età particolare e complicata, dove molte emozioni diventano contrastanti. Probabilmente non ha superato il lutto del padre e accettare un nuovo uomo nella vostra vita lo vive come un tradimento, per questo è utile che possiate fare un percorso insieme o anche separatamente per affrontare il lutto e la nuova figura del suo compagno.
Lei abita in Sardegna se ho ben capito, resto a disposizione in presenza o online.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Jessica Lai
15 MAR 2022
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Cara Lucia,
non dovrebbe nè imporre la sua presenza e nè aspettare ulteriori anni per vivere la sua vita. In situazioni come queste, è abbastanza tipico che un'adolescente, proprio per la delicata fase del ciclo di vita in cui si trova, si mostri ribelle e intollerabile alla presenza di una nuova figura all'interno della famiglia. Sarebbe utile che le e sua figlia intraprendeste un percorso psicologico di sostegno alla genitorialità mirato all'accettazione del suo compagno da parte di sua figlia.
15 MAR 2022
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Cara Lucia,
La situazione è delicata. Da una parte c’è lei, che oltre ad essere madre è anche una donna con i suoi bisogni, dall’altra i suoi figli con il loro modo di vivere la sofferenza della perdita del padre, i cambiamenti familiari e loro bisogni di bambini e adolescenti. In questi casi è necessario, e può essere molto di aiuto, un sostegno di un professionista alla famiglia. Lei è l’adulto, dunque decide, ma la figlia, in particolare, ha bisogno di essere accompagnata adeguatamente al cambiamento, ascoltata, compresa, accolta.
Un esperto può sostenerla e favorire il passaggio, lavorando sia sui singoli che sulla famiglia.
Le auguro il meglio!
Saluti,
Dr.ssa ASignorelli (sedute anche online)