Mi sta antipatico

Inviata da Misa · 3 lug 2025 Terapia di coppia

Io e il mio compagno siamo insieme da 10 anni, due bambini splendidi e una lunga crisi, migliorata però negli ultimi tempi.
Lui mi incolpava per i miei attacchi d'ira, io per il suo atteggiamento freddo, autoritario (abbiamo una forte differenza d'età), per la sua incapacità di mostrare i sentimenti...
Ora le cose stanno migliorando, io ho lavorato molto sulla mia autostima e sul controllo della mia rabbia, evitando sfuriate e anche di alzare la voce. Nonostante questo, ogni qualvolta mi capiti di mostrare un disaccordo, mi è sufficiente dire "mah, per me non è così" che subito mi sento attaccare e mi sento dire "ecco che ti parte la bolla!", dentro di me lo mando a quel paese e continuo a stare calma.
Ma la cosa che più mi preoccupa è che ci sono suoi atteggiamenti che me lo rendono davvero antipatico: piccole cose, frecciatine continue, sorrisi contati, la sua solita mancanza totale di empatia, il brontolìo... Riconosco i suoi pregi e lo ammiro per alcune cose che a me mancano, ma lo trovo davvero insopportabile, pesante e polemico. Come posso superare questa cosa e continuare a portare avanti la mia famiglia con serenità mia e di tutti? Tenendo conto che abbiamo due personalità opposte, io sono la classica con la testa per aria, lui il classico con i piedi per terra.

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Miglior risposta 4 LUG 2025

Gentile Misa,
leggendo le sue parole si percepisce chiaramente l’impegno, la fatica e il desiderio di tenere insieme qualcosa che ha una storia importante e anche una complessità che merita di essere ascoltata a fondo.
Proprio perché lei ha già fatto un grande lavoro su di sé, è forse arrivato il momento di portare queste domande (la sua rabbia, il fastidio che sente, il senso di insofferenza) in uno spazio che possa accoglierle davvero. Mi permetto di dire che anche quando la rabbia non esplode più, se non la si interroga, se non la si ascolta per davvero, resta sotto la superficie e rischia di trovare altre vie per farsi sentire.
Mettere un coperchio su una pentola che bolle può funzionare per un po’, ma prima o poi serve una valvola, oppure bisogna spegnere il fuoco o cambiare qualcosa nella ricetta.
Ciò che lei racconta non va giudicato, ma ascoltato e compreso. Che cosa si sta muovendo in questo rapporto? Cosa desidera davvero lei oggi, come donna, come compagna, come madre?
Per queste domande, a mio avviso, il luogo più adatto è quello psicoanalitico o di una psicoterapia orientato psicoanaliticamente, dove poterle affrontare con la profondità che meritano, senza doverle trattenere o ridurre a una semplice gestione quotidiana.

Le mando un saluto,
Dott. VM

Dott. Valentino Moretto Psicologo a Salerno

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7 LUG 2025

Buonasera Signora Misa,
Tra le sue parole è ragionevole che ci sia un messaggio anche di fatica legato a una situazione in cui sta cercando di gestire più cose insieme. È anche importante, però, riconoscere che ci sono dei confini per evitare un sovraccarico che ricada solo su di lei: sicuramente il percorso fatto di cui parla è stato molto positivo, ad oggi però quella rabbia necessita di essere anzitutto ascoltata perché cela dei bisogni . Perché non prova a fare luce su questi ultimi e a dare un significato a quella emozione di rabbia? Perché silenziarla e non provare a mettersi in ascolto con ciò che sente , per poi provare a comunicarlo all'altra persona?
Ovviamente tutto ciò necessiterebbe di un luogo adatto per essere accolto nel giusto modo: qualora lo desideri, resto a disposizione, anche per chiarimenti o richieste di informazione

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Terlizzi

Dott.ssa Chiara Terlizzi Psicologo a Milano

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7 LUG 2025

Gentile utente, provare, talvolta, antipatia per il proprio partner, ritengo sia abbastanza normale. Probabilmente, il suo atteggiamento
è davvero poco simpatico; credo , però che la cosa importante sia il fatto che, nonostante questi aspetti, lei gli riconosca delle qualità importanti per cui vale la pena di continuare a stare insieme. Detto questo, lei riferisce di aver lavorato su se stessa e di essere "migliorata", lui, invece, era a posto così? Forse non avrebbe fatto male neanche a lui lavorare un pochino su se stesso, che ne dice? E' importante che lei, gentile utente, non si identifichi troppo, in " quella da aggiustare".. Non sono d'accordo sul fatto di mandarlo a quel paese soltanto dentro di sé; alla lunga si creano fratture profonde ed insanabili.
Vi suggerirei una terapia di coppia, e aggiungo, che io, personalmente, preferisco di gran lunga le persone con la testa per aria perché sono più intelligenti. Resto a disposizione per eventuali consigli e approfondimenti.
Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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7 LUG 2025

Una relazione per essere sana e duratura si dovrebbe basare sul dispetto dialogo con suo supporto volontà concreta ai costi insieme volontà concreta di affrontare le situazioni difficili insieme sapersi perdonare

Tutto questo nel concreto, tutto questo entrambe le parti

È importante che la coppia abbia una buona comunicazione e sappia affrontare le discussioni nel rispetto reciproco e delle reciproche idee.. saper dialogare in modo rispettoso e costruttivo da entrambe le parti.

Dei consigli, parlare col suo compagno e di affrontare questa problematica

Un percorso psicologico di coppia puoi aiutare ad imparare concretamente modi di dialogare all’interno della coppia in modo costruttivo, nel rispetto reciproco

Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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6 LUG 2025

Gentile Misa,
a mio parere gli attacchi di ira, anche quando sono giustificati da polemiche o provocazioni del partner, rappresentano un forte catalizzatore degli scontri per cui se lei (in psicoterapia) è riuscita a migliorare l'autostima e il controllo della rabbia ha anche trovato il modo affinchè dalle discussioni o divergenze non si arrivi alle squalifiche e questo è molto importante.
Quando lei si sente criticata può semplicemente rispondere che ognuno ha diritto alle proprie opinioni nel rispetto di quelle altrui. Ciò toglie un pò di veleno sia alle critiche del suo compagno che alla sua residua rabbia non espressa per quieto vivere ed è anche un modo per tutelare i suoi figli e l'intera famiglia.
D'altra parte, avere due personalità opposte non necessariamente impedisce la convivenza ma anzi può rappresentare un arricchimento quando la diversità è ben gestita.
In definitiva, il suggerimento è di proporre al suo compagno una esperienza di psicoterapia di coppia per migliorare la qualità della relazione ma se lui non fosse disponibile sarebbe utile che lei continuasse a lavorare ulteriormente su se stessa con sicuro vantaggio.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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6 LUG 2025

Buongiorno gentile Misa, il suo messaggio è denso di consapevolezza e sincerità, e questo è già un elemento molto importante e tutt'altro che scontato quando si attraversa un momento complesso nella relazione. Mi colpisce il lavoro che dice di aver fatto su di sé, in particolare sulla gestione della rabbia e sull’autostima: sono aspetti profondi che richiedono impegno, e il fatto che lei li abbia affrontati è un segnale di grande maturità personale e affettiva.

Ciò che descrive è una situazione che molte coppie, soprattutto quelle di lunga durata e con figli, si trovano a vivere: un difficile equilibrio tra l’amore, la frustrazione, la fatica quotidiana, e il desiderio di sentirsi riconosciuti. Le differenze di temperamento (lei più sognatrice e spontanea, lui più razionale e contenuto) non sono necessariamente un ostacolo, ma diventano faticose quando viene a mancare uno spazio di ascolto vero, in cui ognuno possa esprimersi senza sentirsi subito giudicato o etichettato. È comprensibile che, dopo anni di vissuti conflittuali, anche i tentativi di comunicazione pacata possano venire letti con sospetto o pregiudizio da parte dell’altro, come nel caso della frase “ecco che ti parte la bolla”, che sembra un modo per neutralizzare ogni possibilità di confronto, anche quando è pacato.

Lei descrive un sentimento di antipatia crescente verso alcuni aspetti del compagno, che però non cancella l’ammirazione per altri suoi lati. È proprio in questa ambivalenza che spesso si gioca la sopravvivenza (o meno) di una relazione. La stanchezza, la routine, i silenzi non accolti, le “frecciatine”, diventano col tempo corrosive, anche se non sempre esplodono in conflitti visibili.

Superare questo momento non significa necessariamente cambiare l’altro, ma iniziare a costruire un terreno più fertile per una nuova intimità emotiva. Questo può avvenire solo se entrambi i partner si rendono disponibili a rimettere in discussione certe abitudini relazionali, e non solo uno. A volte, un percorso di coppia può aiutare molto a ritrovare un linguaggio comune e uno spazio dove potersi ascoltare senza difese. Se lui non fosse disponibile, anche un percorso individuale può aiutarla a dare più spazio a sé stessa, ai suoi bisogni, e a trovare un modo per vivere con più leggerezza anche le inevitabili differenze.

Il fatto che lei ponga la questione non solo in termini personali, ma pensando al benessere di tutta la famiglia, mostra quanto lei tenga all’equilibrio e alla serenità dei suoi figli, ed è un desiderio molto nobile. Tuttavia, per garantire questo equilibrio, è essenziale che anche lei possa sentirsi emotivamente a suo agio nella relazione, perché i bambini respirano anche le tensioni silenziose.

Si dia il permesso di esplorare, con delicatezza ma con fermezza, ciò che davvero desidera da questa relazione oggi. La sua serenità non è in conflitto con quella della sua famiglia, anzi, ne è una componente essenziale.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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4 LUG 2025

Grazie della condivisione, il rapporto di coppia non è mai facile ma quando si è molto diversi le cose si complicano.
Da quanto leggo ha già fatto un lavoro sulla rabbia ed autostima e questo è positivo, consiglio di approfondire il lavoro su di sé e possibilmente fare un percorso di coppia con un professionista competente.
Forse un aiuto esterno potrebbe aiutare ad avere un dialogo costruttivo ed attento in cui si possano manifestare i propri bisogni oltre all'ascolto dell'altro e dei suoi bisogni.
Dott.ssa Lucia Rubinetti

Lucia Rubinetti Psicologo a Roma

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4 LUG 2025

Gentilissima Misa, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e comprendo soprattutto la sua paura e angoscia che deriva da queste fatiche relazionali. Credo che intraprendere dei colloqui di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti queste difficoltà, individuando insieme allo specialista delle strategie funzionali per affrontarlo. Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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4 LUG 2025

Salve Misa, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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4 LUG 2025

Grazie per aver condiviso una parte così profonda e complessa della tua esperienza. Quello che racconti è comune a molte coppie di lunga data: una relazione che cambia, due persone che crescono in direzioni diverse e il desiderio sincero di mantenere un equilibrio per sé stesse e per la famiglia. C’è molto valore in ciò che stai facendo: hai lavorato su te stessa, stai cercando di comunicare in modo più costruttivo e continui a lottare per la relazione. Questo merita rispetto.
Ti offro alcune riflessioni e strumenti pratici per affrontare la situazione:

1) Non confondere la calma con la sottomissione
Hai imparato a controllare la rabbia e a non alzare la voce: è un traguardo importante. Ma questo non vuol dire che tu debba rinunciare ad esprimere dissenso. Se ogni tuo disaccordo viene ridicolizzato (“ti parte la bolla”), c’è un problema serio di invalidazione emotiva. Quando una persona, anche con leggerezza o ironia, nega il diritto dell’altro a pensare o sentire diversamente, si crea un terreno emotivamente tossico.

Una strategia: quando ti senti sminuita, prova a rispondere in modo calmo ma fermo, per esempio:
“So che stai scherzando, ma quando mi dici così mi sento trattata con sufficienza. Sto cercando di parlare con te da adulta ad adulto.”

2) Esplora il disprezzo latente
Nel tuo racconto c’è una parola chiave: antipatia. Quando cominciano ad emergere irritazioni croniche per il modo di essere dell’altro (le frecciatine, la freddezza, il brontolio), potresti essere nella fase in cui il disprezzo ha iniziato a serpeggiare. Questo è uno dei principali predittori della rottura nelle coppie, secondo lo psicologo John Gottman.
Quindi, prova a distinguere ciò che è realmente "intollerabile" da ciò che invece è solo “diverso da te”. Scrivi in due colonne:

- Comportamenti che ti feriscono o ti fanno sentire svalutata.
- Comportamenti che ti infastidiscono, ma che non ti colpiscono nel profondo.

Questa distinzione ti aiuterà a non lasciare che l’irritazione diventi rancore. E ti guiderà su cosa vale la pena affrontare.

3) Rivalutare la compatibilità emotiva
Essere “con la testa per aria” e “con i piedi per terra” può essere complementare, ma solo se c’è rispetto reciproco. Quando una persona ti giudica per come sei fatta, il contrasto non è più costruttivo. La tua richiesta è legittima: vuoi rispetto, empatia e la libertà di esprimerti senza essere ridicolizzata.
Domande guida per te:

- Quali momenti con lui mi fanno sentire vista, capita, accolta?
- Quando mi sono sentita davvero bene con lui, negli ultimi mesi?
- Ci sono ancora momenti di leggerezza, complicità o solo “gestione”?

4) Micro-aperture emotive
Le persone fredde o rigide spesso temono il coinvolgimento emotivo profondo. Invece di chiedere “parliamo dei nostri sentimenti?”, che può spaventarlo, prova a usare micro-momenti di connessione: osservazioni semplici, senza giudizio, che gli aprano uno spiraglio. Ad esempio:

- “Quando fai quella battuta, sembra che tu sia arrabbiato con me...è così?”
- “Mi sento sola, anche se siamo nella stessa stanza. Non ti sto accusando, solo condividendo.”

Queste frasi non attaccano, ma mettono un seme.

5) Pensare al futuro con onestà
Se la tua domanda è: come posso superare questa antipatia e andare avanti con serenità?, una parte della risposta sta nel chiarirti cosa è davvero importante per te. La famiglia, certo. Ma anche il tuo benessere emotivo. Puoi scegliere di restare in questa relazione, ma solo se non lo fai sacrificando chi sei. A volte si rimane insieme senza più “amarsi” nel senso romantico, ma con rispetto reciproco e un progetto condiviso: anche questo è un tipo di equilibrio.

Immagina: fra 5 anni, vuoi essere ancora così? Quale parte di te vuole restare e quale vuole andarsene?

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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4 LUG 2025

Buonasera,
comprendo la sua fatica: anche con impegno personale, certi atteggiamenti del partner possono continuare a pesare. È evidente che lei ha lavorato molto su di sé, ma se ogni suo disaccordo viene etichettato come “sfuriata”, è normale sentirsi frustrata.

Potrebbe essere utile aiutarlo a distinguere tra una vera esplosione e una legittima opinione diversa. Frasi come “non sto alzando la voce, sto solo esprimendo un pensiero” possono smontare etichette pregiudiziali e proteggere il dialogo.
Inoltre, alcune caratteristiche del suo compagno – la freddezza, la poca empatia, il tono polemico – probabilmente fanno parte del suo stile stabile e non cambieranno facilmente. Accettarle non significa subire, ma imparare a non lasciarsi definire da esse, riconoscendo ciò che di buono esiste ancora tra voi.

Infine, se la sensazione di distanza continua, un supporto psicologico individuale o di coppia potrebbe aiutarvi a trovare nuove modalità di intesa, senza sacrificare il suo benessere.

Cordiali saluti,
Dott. Lorenzo Formica

Dott.Lorenzo Formica Psicologo a Cesena

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4 LUG 2025

Cara Misa,
grazie per la tua condivisione, così sincera e lucida. Stai facendo un grande lavoro su di te, e si sente: sei riuscita a gestire la rabbia, a non reagire di impulso, a portare più equilibrio. Questo è un cambiamento importante, per nulla facile e per nulla scontato.
Capisco la tua frustrazione: quando uno dei due cambia, l’altro può sentirsi “spiazzato”, e paradossalmente innescare resistenze o vecchie modalità difensive, come se non riuscisse ad aggiornarsi rispetto alla nuova te. Etichettarti come “quella a cui parte la bolla” è un modo per tenerti ancorata a un ruolo che forse lo fa sentire più al sicuro, anche se crea distanza. Potresti provare a non rispondere al contenuto (“ecco che ti parte la bolla”) ma spostare il focus su perché lui lo dice, chiedendogli con calma, “che effetto ti fa vedermi diversa?” può aprire spazi nuovi, meno difensivi e più sinceri.
Quanto ai suoi atteggiamenti che ti irritano, può aiutarti iniziare a distinguere tra il fastidio “normale” della convivenza e quei segnali che parlano invece di un bisogno più profondo: forse il bisogno di sentirti accolta, considerata, o anche solo di respirare leggerezza.
Può essere utile anche chiederti: riesco ancora, ogni tanto, a vedere l’uomo dietro il ruolo? Riusciamo a ritrovarci, anche in piccole cose, come alleati e non solo come genitori o coinquilini? Oppure: che cosa può aiutarmi a ricaricare il mio serbatoio affettivo, senza aspettarmi che sia solo lui a farlo?
La coppia è un equilibrio che cambia. Voi avete resistito a una crisi lunga, ora siete in un momento di transizione. Non è facile, ma può essere un’occasione per riscrivere un nuovo patto, anche silenzioso. A volte anche il solo riconoscere che “non ci somigliamo, ma possiamo rispettarci, perché ci piace e ci va di stare insieme” è già un grande passo verso la serenità che desideri per te e la tua famiglia.
Se vuoi, possiamo approfondire insieme cosa ti aiuterebbe a stare meglio dentro questa relazione, senza doverla forzare o sopportare.
Un caro saluto

Dott.ssa Paola Vaiarello Psicologo a Roma

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4 LUG 2025

Cara Misa,

prima di tutto, sembra che tu abbia già fatto molto per migliorare la tua autostima e mi complimento con te per l'impegno che ci hai messo.

Per concentrarmi sulla tua domanda, noto che tra gli aspetti che elenchi riguardo a ciò che non ti piace di lui, ci sono anche dei lati positivi, come la tua ammirazione per alcune parti della sua personalità e il recente miglioramento di cui parli. Assicurati di dirgli quando noti qualcosa che fa e che ti piace.

Per la longevità della vostra relazione, suggerisco a entrambi di rivolgervi a un terapeuta di coppia, che potrà consigliarvi su come comunicare meglio tra di voi.

I miei migliori auguri,
Sarah Harrison

Sarah Mae Harrison Psicologo a Milano

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4 LUG 2025

Cara Misa,
grazie per questa condivisione.

Da ciò che racconta, sembra che nel tempo si siano instaurate nella vostra relazione delle dinamiche che oggi la portano a provare rabbia, anche se ora non la esprime più apertamente come in passato. È molto comune che, dopo anni di incomprensioni e tensioni, anche i piccoli comportamenti dell’altro — come le frecciatine, i silenzi, la mancanza di empatia — diventino insopportabili. Spesso, infatti, quella che viene percepita come “antipatia” è solo il sintomo di una frustrazione più profonda e di nodi relazionali non ancora risolti. Lei parla di una lunga crisi che, anche se in parte superata, sembra aver lasciato un segno. I tratti del carattere del suo compagno che oggi le risultano più insopportabili probabilmente le risultano così pesanti proprio perché si inseriscono in un contesto emotivamente saturo, in cui ogni piccola cosa può diventare la goccia che fa traboccare il vaso.

È davvero positivo che lei abbia lavorato su di sé, sulla gestione della rabbia e sull’autostima. Tuttavia, è anche comprensibile che questa rabbia, sebbene oggi non venga più espressa con sfuriate, sia ancora presente. Quando non trova uno spazio per essere riconosciuta ed elaborata, la rabbia può trasformarsi in irritazione continua, in fastidio per tutto ciò che l’altro fa o dice, anche quando razionalmente ne riconosciamo i pregi.

Forse potrebbe essere utile chiedersi quando e in che modo la crisi che descrive si è strutturata. Una terapia di coppia potrebbe offrirvi lo spazio giusto per esplorare queste tematiche, per capire le ragioni profonde che vi spingono a reagire in certi modi e per creare nuove modalità di comunicazione. Se il suo compagno non fosse disponibile, anche un percorso individuale potrebbe aiutarla a dare senso a ciò che prova, evitando che la rabbia si accumuli e si trasformi in logoramento quotidiano.

Ricordi che non è tanto la diversità nelle personalità a creare problemi nella coppia, quanto il significato che attribuiamo ai comportamenti dell’altro. Imparare a guardare il partner con occhi nuovi, senza negare il proprio vissuto, può essere l’inizio di un cambiamento più profondo e condiviso.

Resto disponibile a Roma e online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Nicole Urbini

Dott.ssa Nicole Urbini Psicologo a Roma

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4 LUG 2025

Gentile Misa, i vostri sono due modi di affrontare la vita che si completano e possono giovarsi uno dell’altro. Al momento forse le posizioni irrigidite rendono meno evidente questo aspetto.
In genere quello che avvicina due persone è anche quello che poi entra in crisi nei momenti di passaggio della vita, per esempio con la genitorialità o per altri eventi inevitabili. Si perde la sintonia con l’altro, ci si allontana emotivamente e ogni confronto diventa un conflitto.
Può aiutare ricostruire le origini di questa lunga crisi, risalire ai momenti in cui funzionavate meglio e ripercorrere la storia alla ricerca di eventi che possano spiegare come è cambiato il rapporto e come siete arrivati fino ad oggi.
È una dinamica di coppia che si può ricostruire anche individualmente attraverso percorsi di psicoterapia che aiutino appunto a ricostruire il significato e la coerenza della situazione attuale.
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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4 LUG 2025

Gentile Misa
lei è stata molto brava a lavorare su se stessa per controllare le sue reazioni e questo le fa onore. Però ciò che non è cambiato è il contesto in cui lei vive ogni giorno e gli atteggiamenti del suo compagno. Se vuole (e volete) continuare a stare insieme in modo sano e rispettoso credo che potreste valutare delle consulenze di coppia dove entrambi vi mettete in gioco e lavorate per la vostra coppia. Inoltre avete dei bambini e, qualunque cosa possa accadere alla coppia, è giusto che siate forti dal punto di vista genitoriale lasciando da parte animosità che possono portare scompiglio e dolore.
Un caro saluto

Dott.ssa Sara Petroni Psicologo a Tarquinia

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4 LUG 2025

Ciao,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la complessità della vostra relazione. Dieci anni insieme, due figli, una lunga crisi affrontata e la volontà di rimettersi in gioco: stai parlando di una storia importante e di un investimento affettivo che merita attenzione e rispetto.

Da ciò che scrivi emerge chiaramente il gran che hai svolto su di te: imparare a contenere la rabbia, a gestire le reazioni emotive, a non farsi trascinare dal conflitto, è un risultato importante. Capisco la frustrazione che provi quando, nonostante i tuoi sforzi, semplici parole o un’opinione diversa vengono vissute come un attacco.

In termini psicologici, possiamo parlare di una dinamica relazionale cristallizzata, dove i ruoli si sono irrigiditi: tu identificata come quella “impulsiva” e lui come il “razionale”, col rischio che ogni gesto venga filtrato attraverso questo schema, anche quando non è più attuale. Questo è un fenomeno che in Analisi Transazionale viene definito copione di relazione, cioè un insieme di aspettative reciproche che si auto-alimentano, spesso inconsciamente, e che rendono difficile il cambiamento autentico.

Inoltre, la presenza di frecciatine può indicare che, accanto alla volontà di andare avanti, ci siano emozioni non elaborate da parte di entrambi, forse delusione, risentimento, o semplicemente stanchezza. Anche tu lo dici con lucidità: "Lo ammiro, ma lo trovo insopportabile". Questo tipo di ambivalenza è comune nelle relazioni di lunga durata, soprattutto quando due personalità molto diverse convivono.

Il punto è proprio questo: la differenza non è il problema, ma lo diventa se viene vissuta come una lotta per prevalere anziché come una risorsa da integrare. Tu sembri sognatrice, sensibile, emotiva. Lui razionale, forse controllante, pragmatico. Entrambi necessari, soprattutto in una famiglia.

Cosa può fare ora?
Valorizza ciò che ha già fatto, senza svalutarti: è un percorso di crescita che può continuare anche se lui non cambia al tuo stesso ritmo.
Cerca di comunicare i tuoi bisogni non partendo dal comportamento che ti infastidisce, ma da ciò che senti, ad esempio “Mi farebbe stare bene sentirti più vicino”.
Dedica spazio alla coppia, a volte la famiglia assorbe e la coppia ne risente inevitabilmente.

Soprattutto, continua a prenderti cura anche del tuo benessere individuale, perché per essere genitori sereni e vivere una vita di coppia appagante, è importante stare bene con se stessi.

Restare uniti non significa non avere mai conflitti, ma trovare un modo per attraversarli.

Un caro saluto,
Dott.ssa Gessica Mestriner

Gessica Mestriner Psicologo a Verona

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