Mi sono bloccata...non sono mai riuscita a immaginare la vita dopo il liceo
Salve, sono sara 19 anni, l'anno scolastico della maturità è stato abbastanza duro (per chi non lo è). Non tanto per la maturità stessa, che mi ha preoccupato solo negli ultimi mesi, quanto per la scelta universitaria, non ho mai avuto obiettivi nella vita o sogni da raggiungere. Credo che questo dipenda dall'aver avuto un'infanzia abbastanza felice, dove spesso ottenevo ciò che volevo, non mi ritengo una persona viziata, ma adesso sono debole, non lotto per nulla, sono troppo dipendente dai miei genitori e dalle abitudini, ora che vedo come gira il mondo provo sempre paura di tutto. Non sono mai riuscita ad immaginare la mia vita dopo il liceo, vedevo sempre tutto buio, ho cambiato decisione così tante volte ma mai nessuna mi sembrava quella giusta. Un pensiero simile l'ho avuto quando ero una bambina, non riuscivo a capire quale sarebbe stata la mia vita raggiunti i 13 anni (età in cui credevo che non sarei più stata una bambina) e avevo paura di crescere.Non so cosa mi piaccia veramente, non sono mai riuscita a lavorare costantemente su ogni cosa iniziata per puro interesse e non perché costretta, prima o poi abbandonavo, a scuola andavo abbastanza bene, ho lavorato per un certo periodo, sono riuscita a raggiungere obiettivi come questi, quasi obbligatori. Ora però non faccio nulla e non inizio nulla di costruttivo per paura di non riuscire a continuare, è successo troppe volte, inizio una cosa, miglioro, tale cosa richiede sempre più impegno, diventa una cosa importante, inizia a stancarmi, ma cerco di portarla avanti e di farmela piacere per forza, tanto che non capisco se mi piaccia veramente o se sono io che mi obbigo a farla, alla fine provo un'enorme tristezza perché mi obbligo a fare una cosa che dovrebbe piacermi e che dovrebbe risultarmi quasi spontanea, così capisco che questa veramente non mi piace, l'abbandono, ma la tristezza non se ne va, arrivano i sensi di colpa per aver perso tempo a fare una cosa per poi abbandonarla. Ora questo modo di fare mi condiziona anche per cose più piccole, ad esempio posso passare ore in una libreria per cercare un libro che mi piaccia, ma poi ho paura di non riuscire a finire di leggerlo e quindi non compro nulla. Mi ritengo una persona pigra, svogliata, incapace, debole ora credo che mi ritengano così anche gli altri per il fatto di aver preso un anno per decidere cosa fare per l'università, i miei genitori non mi hanno fatto pesare questa cosa, hanno visto quanto sia stata male, ma i miei parenti parlano e anche tanto, ogni benedetta persona che incontro non fa altro che domandarmi due cose, "com'è andata la maturità? Cosa farai all'università?" E dopo la mia risposta c'è sempre un momento silenzio d'imbarazzo. Solitamente le persone per sfuggire da tutti i mali di questo mondo ricorrono alle passioni, e io non ne ho. Mi dà fastidio sapere che mi riduco così quando ho avuto una vita priva di vero dolore, quando poi in giro c'è gente che ha vissuto veri e propri drammi e riesce comunque ad essere forte e a vivere, mi dà la sensazione di non essere degna di questa vita. Per parlare di "problemi" non troppo gravi che ho avuto e che credo mi abbiano condizionata potrei dire: vari lutti, il relazionarmi con gli altri, bassa autostima. Potrei scrivere molte altre cose ma la smetto qui, ho la tendenza a prolungarmi troppo.