Io sopporto, tollero i difetti e i comportamenti di persone difficili che hanno molti problemi relazionali ( in genere non lavorano, non hanno amici, non vanno bene negli studi) per poi dopo un anno essere scaricata con manipolazioni assurde ogni santa volta solo perché magari non gli ho peccato il sedere perché stanca. In pratica mi sono accorta di essere accondiscendente, di fare troppo la carina, quella che non si offende e sempre paziente e poi appena magari giustamente esco fuori dalla parte subito vengo buttata nel cestino anche se ho tollerato tantissime cose. Oltretutto queste persone preferiscono stare da sole, in effetti. Mi sono accorta di avere un'autostima molto bassa; e purtroppo le persone equilibrate non nutrono molto interesse per me. Stranamente a livello lavorativo e scolastico funziono molto bene. Sto facendo psicoterapia da più di un anno e ancora non ho una diagnosi. Che cosa potrei avere? Ho visto che mi chiesto sempre cosa ho sbagliato per urtare quando razionalmente so che avendo sopportato queste persone ( insopportabili) qualsiasi cosa di me possa averli infastiditi è irrilevante. La psicologa dice che loro pretendono che io rimanga nel ruolo accondiscendente e che la vera me non gli interessa. Ah le persone di cui parlo non sono per niente narcisista:0 ambizioni, trascurate, 0 vanità. E anzi io sono molto narcisista, quindi qualcosa non quadra
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15 GEN 2020
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Gentile Nina, quando le dinamiche relazionali seguono sempre il medesimo schema si potrebbe trattare di un disturbo di personalità,questa ovviamente è solo un'ipotesi che necessita di essere valutata in terapia. In ogni caso, sarebbe indicato esplicitare alla sua psicoterapeuta questo suo bisogno di definizione e ragionare insieme sui passi successivi da compiere.
Dott.ssa Graziella Pisano, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Frattamaggiore (NA).
20 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Nina,
concordo con la tua psicoterapeuta quando dice che loro vogliono che tu rimanga nel ruolo di quella "accondiscendente".
Da quello che racconti sembra che tu costruisca le relazioni amorose sul patto che farai tutto per il tuo compagno, lui si illude che sia così poi ad un certo punto inizi a mostrarti per quello che sei e loro ne rimangono destabilizzati e probabilmente delusi fino a lasciarti.
Ti scegli uomini che consideri di poco valore (forse perché hai bisogno di sentirti la migliore?) ma in fondo sei anche tu fragile perché pur di tenerti questi uomini sopporti ciò che non ti piace.
Quindi per prima cosa hai bisogno di guardare con coraggio le tue fragilità e insicurezze.
Poi hai bisogno di imparare ad accettarle.
Terza cosa puoi trovare il coraggio di mostrarti alle persone per quella che sei per farti conoscere e farti amare in maniera autentica.
Infine, e qui arriviamo alla diagnosi che cercavi, hai bisogno di lavorare sulla tua "dipendenza affettiva" che ti spinge a stare con un uomo che svaluti e che non sopporti solo per avere qualcuno.
Ho l'impressione che anche tu non vuoi conoscere davvero la persona che sta al tuo fianco perché quello che ti interessa è solo avere una relazione.
Per arrivare a vivere una storia matura e soddisfacente occorre che impari a incontrare l'altro per com'è davvero e a mostrarti per come sei, solo l'incontro autentico di persone autentiche potrà permetterti di vivere una relazione stabile, vera e piacevole.
Coraggio, hai tanto lavoro da fare ma per fortuna non sei sola, la tua psicoterapeuta di aiuta e aiuterà finché ne avrai bisogno.
Un caro saluto,
Dr Katjuscia Manganiello
16 GEN 2020
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Gentile Nina, la psicoterapia non è finalizzata alla formulazione di una diagnosi nosografico-descrittiva, che di per sè non è nemmeno fondamentale per la risoluzione del problema; è importante invece che il/la collega che La segue abbia ben in mente una diagnosi funzionale-esplicativa, ovvero, i modi in cui Lei mantiene il senso di stabilità personale e come si rapporta alla triade sè/Altro/mondo, e dove questi sono divenuti poco funzionali causando e mantenendo la sofferenza che riporta. Pertanto non mi focalizzerei su un'etichetta che di per sè non dice nulla di Lei, ma anzi, la determinerebbe ancora di più incastrandoLa in un modo di essere "che non può essere altrimenti", ma suoi Suoi modi di essere nel mondo - che Lei, peraltro, ben descrive. Vi sono alcune trappole nelle modalità in cui tutti noi li raccontiamo, però, che divengono narrative svincolate dall'esperienza e ci determinano: impediscono possibilità di essere altrimenti, legano i nostri modi di comportarci, impongono "il finale della storia" guidandone le traiettorie. "Le persone equilibrate non nutrono molto interesse per me", "io sono molto narcisista" sono due esempi di quanto Le sto dicendo. A tal fine è fondamentale continuare la psicoterapia, e lasciar perdere la ricerca di una diagnosi descrittiva - fine a sè stessa e problematica. Discuta invece con il/la Sua terapeuta questa Sua difficoltà e questi dubbi: ne gioverà il lavoro insieme. Cordialità, DMP
15 GEN 2020
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Gentile Nina, intraprendere la psicoterapia è stata una buona scelta, mi sembra che lei abbia chiare alcune dinamiche tra lei e la tipologia di persone che descrive. Ci vorrà un pò di tempo per modificare le dinamiche relazionali che ha descritto e a cui è abituata, ma la psicoterapia dovrebbe aiutarla in questo percorso.
Saluti, Sara Vassileva psicoterapeuta Genova
15 GEN 2020
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Nina,
sono d'accordo con quanto le ha detto la sua psicologa ed anche con quelli che sono gli insight a cui lei stessa è arrivata e cioè di avere un tratto narcisistico che poi è collegato ad un basso livello di autostima.
Per lei che cerca una etichetta diagnostica, narcisismo e bassa autostima configurano già una diagnosi di personalità.
Ne consegue che il lavoro da fare con la sua terapeuta dovrebbe tendere sia a sanare questo tratto narcisistico che a migliorare l'autostima.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).