mi sento un fallito

Inviata da il bomber dei poveri · 5 set 2017 Crisi adolescenziali

Buongiorno,
ho 20 anni e la mia vita è iniziata a precipitare appena finito le superiori. Ho buttato un anno della mia vita provando a fare ingegneria (da fuori sede) un pò per mia falsa aspirazione ma soprattutto per scelta condizionata dai miei genitori e dalle possibilità lavorative. Ho deciso di mollare dopo appena 5 mesi e francamente non me ne sono pentito di tale scelta. Fortunatamente fino ad adesso che siamo settembre non sono mai stato a casa ed ho lavorato. Non mi sento però appagato dal lavoro che svolgo (anche se devo ammettere che per tempi che corrono non sarebbe affatto male). Vorrei ritornare all'università, soprattutto perchè mi sento un enorme ignorante e non riesco ad accettare di sfigurare davanti ad i miei amici che studiano beati ciò che più gli piace. Ed è proprio questo il mio problema più grande: io odio perdere. Io odio profondamente sentirmi inferiore agli altri. Io non rieco ad accettare il fatto che abbia fallito miseramente al primo anno di università. Tuttavia nonostante ciò io non so cosa veramente fare ed il solo pensiero di scegliere allo sbaraglio per poi fare una figura meschina davanti agli altri e a me stesso mi fa piangere dalla disperazione. Già il fatto di essere a settembre e di non sapere che cazzo fare mi dà una rabbia interiore che, a volte, mi fa pensare brutte cose. Le mie uniche passioni vere e proprie sono il fitness, il disegno (fumetti) ed i videogiochi. Ma che me ne faccio di ste 3 robe?! Scommetto che molti di voi adesso penseranno: "ma guarda questo non a voglia di fare un c***o, è un parassita, è un'idiota" Lo so perchè anche i miei lo pensano. Recentemente mi sono inscritto a dietistica ma i posti sono veramente ridotti (20) e sono sicuro che ci sarà gente estremamente più preparata. Quindi sarà un nuovo fottuto fallimento. Vi è inoltre un'altra strada che vorrei provare a percorrere: frequentare scienze tecnologiche e multimediali a pordenone. Fosse vicino a me lo scieglierei ad occhi chiusi come facoltà ma c'è sempre qualcosa che mi ferma. Essendo già stato fuorisede non riesco ad accettare il fatto di dipendere dai miei genitori. Trovati un lavoro? Sì ma oltre a togliere tempo allo studio e a dei progetti che ho in mente, praticamente dovrei eliminare la palestra dalla mia vita. La palestra (nonostante i miei genitori siano abbastanza contrari) però mi ha fatto rinascere sia come autostima che salute (prima bevevo abbastanza), inoltre fino ad ora ho raggiunto un fisico che due anni fa mi sarei sognato. Diciamo che purtroppo è stata la mia unica soddisfazione nella vita in termini di traguardi. Ho sempre avuto poca autostima di me stesso, da bambino (nonostante avessi molti amici) sono sempre stato sottovalutato e forse questo sintomo si è ripercosso nell'autoconvincimento di questo. Ma ora non riesco più ad accettare questa situazione e voglio sempre dimostrare chi sono e quanto valgo, infatti da due anni le cose sono migliorate. Ora però questa situzaione si sta ripresentando, ora mi sento nuovamente inferiore agli altri. il fatto di aver mollato l'università mi ha distrutto psicologicamente, mi ha fatto cadere tutte le certezze che mi ero creato. Io non lo accetto questo, io voglio essere il migliore. Non accetto di vivere una vita che non voglio ma allo stesso tempo non accetto di essere indeciso quando gli altri sanno bene cosa vogliono. Scusate per lo sfogo ma sentivo il bisogno di scrivere altimenti mi sarei messo ad urlare dalla rabbia che ho dentro. Sono incazzato con me stesso. Il solo pensiero di vivere la mia vita al 20% di quello che voglio mi fa uscire di testa. Ma non ho le idee chiare su dove indirizzare la mia vita. E aggiungo che non ho le palle tutto qui. Grazie dell'ascolto. PS: preferirei dei consigli pratici e critiche piuttosto che un semplice: "vai dallo psicologo". PS2: scusate se ho scritto male ma se non si era capito ho scritto tutto quello che mi passava per la testa.

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Miglior risposta 6 SET 2017

Carissimo, forse non ci crederà, ma le assicuro che lei non è ne il primo, ne l'ultimo ragazzo che si trova in questa situazione: avere davanti a se millioni di strade e non sapere quale scegliere. Aver lasciato l'Università, che tanto sarebbe piaciuto ai genitori e che l'avrebbe fatta sentire al pari degli altri suoi coetanei e il pentirssene successivamente, solo perché non ha trovato ciò che veramente la interessa. Beh, ho letto bene il suo messaggio. Ma non capisco, perché si sente un fallito? Perché non frequenta l'Università o perché non ha trovato una sua strada? Dunque, facciamo ordine. Nella vita credo che si debba avere degli obiettivi e perseguirli fino in fondo, se si vuole fare un po di strada, ma bisogna prima crearseli. gli obiettivi (intendo obiettivi oggettivamente ragiungibili) poi ci si adopera per raggiungerli, ma si ricordi che nessun obiettivo si raggiunge senza fatica, sudore, sacrificio e rinuncie. (lei non mi è sembrato disponibile a qualche rinuncia). Per questo è necessario che alla base dell'obiettivo vi sia una fortissima motivazione! Dato che lei non ha le idee chiare sull"Università, perché non pensa ad una professione o ad un mestiere che le piacerebbe fare e non cerca magari, qualche corso che la prepari a tale lavoro? Molti ragazzi dopo le superiori preferiscono andare a lavorare e non sono affatto dei falliti, anzi, sono ragazzi con obiettivi e idee chiare.
A meno che il problema non sia un altro, ovvero la scarsa fiducia che lei ripone nelle sue capacità. Se così fosse rifletta sul fatto che la paura sa solo bloccare la nostra esistenza e nulla più. Il timore di sbagliare ci tiene all'angolo e ci costringe a guardare gli altri vivere, mentre noi rimuginiamo sui "Se avessi.." "Se fossi.." Si prenda pure tutto il tempo che vuole per decidere. Meglio due anni persi a riflettere su cio che è meglio fare, che dieci bloccati in una strada che non da le soddisfazioni attese.
Resto a sua disposizione. Cari saluti.
Dott.ssa Barbara De Luca

Dott.ssa Barbara De Luca Psicologo a Catanzaro

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6 SET 2017

Buongiorno,
penso che tutti i colleghi le abbiano dato spunti di riflessione e suggerimenti pratici.
La scelta di migliorare il suo corpo è corretta, le ha dato maggior scurezza. Tuttavia non sufficiente per rafforzare la sua autostima eliminando frustrazione e senso di fallimento.
Posso solo suggerirle un breve percorso di counseling di orientamento scolastico, che le consenta un'adeguata valutazione delle sue reali attitudini ed interessi e le permetta di scegliere un nuovo percorso universitario.
In un secondo tempo, seppure non è al momento d'accordo, valuti l'opportunità di uno spazio psicologico dove possa riversare ed elaborare quell'insieme di emozioni che ha ben espresso nel suo scritto.
I mei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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5 SET 2017

Gentile utente,
se lei finora ha lavorato non può considerarsi un parassita nè un idiota ed i suoi fanno male se davvero pensano questo e non si tratta invece di una sua proiezione.
In realtà lei sembra voler essere deciso e determinato ma poi emerge la sua confusione e la sua bassa autostima (nonostante il fisico palestrato!) con conseguente rabbia e frustrazione.
Lei non vuole dipendere dai suoi genitori per mantenersi eventualmente all'Università ma sa che lavorando toglierebbe troppo tempo allo studio.
Si rivolge poi a noi psicologi per avere "consigli pratici o critiche" ma esclude di intraprendere una psicoterapia.
Insomma lei sembra incarnare bene la persona che vuole "botte piena e moglie ubriaca".
A mio avviso, è importante che innanzitutto lei prenda consapevolezza di tutto ciò e poi decida se farsi aiutare da una persona qualificata come uno psicoterapeuta oppure continuare a procedere da solo "per prove ed errori".
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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5 SET 2017

Buongiorno,
come dice la collega, il nostro lavoro di Psicologi non è quello di avanzare delle critiche ai nostri utenti, ma bensì accoglierne il vissuto interiore per fornirne una prima rielaborazione e individuare, insieme a loro, la miglior strada da percorrere.
Riguardo al suo caso, la non riuscita in un percorso universitario non è indice di fallimento personale, come non lo è il cambiare corso in un secondo momento. Nella vita può capitare di prendere delle decisioni che in un primo momento sembrano giuste per noi, ma poi - purtroppo - riservano delle spiacevoli sorprese. Non per questo bisogna demoralizzarsi o mandare tutto all’aria. Inoltre ha messo in luce diversi interessi che potrebbe coltivare e raccoglierne delle soddisfazioni, perché no anche a livello professionale.
Sebbene possa non essere d’accordo, le consiglierei un percorso psicologico per avere l’opportunità di approfondire maggiormente gli elementi personali e motivazionali interni alla situazione.

Cari saluti,
Dott. Marco Pilloni

Dott. Marco Pilloni - Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni Psicologo a Quartu Sant'Elena

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5 SET 2017

Caro utente,
mi sembra abbastanza ovvio sottolineare che é un vecchio schema legato all immagine di Sè che blocca o inibisce le Sue scelte. Questo schema vuole continue conferme per essere alimentato. Quindi Lei mette in atto scelte o comportamenti e pensieri che lo nutrono, nonostante a livello razionale siano spiacevoli e Le creano sofferenza. É diventato una specie di automatismo. Potremmo chiamarlo "autosabotaggio per il mantenimento dell immagine" , negativa in questo caso. Tematica chiamata autostima! Escludendo il confronto con un terapeuta che si occupa di questo e che le risparmierebbe tempo, energie, ripetitività e incazzature, impostando un lavoro pratico, Le consiglierei di leggere manuali pratici a riguardo o riprovare a scegliere un indirizzo di formazione per cui ha passione. Per uscire dai consigli psicologici che Lei non ama, Le propongo un "non esiste pensare. Esiste fare" (Yoda- Star Wars!). Un caro augurio

Dott.ssa Elisa Fagotto Psicologo a Portogruaro

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5 SET 2017

Gentile utente. Parto dal fondo di ciò che ha scritto: "preferirei consigli pratici e critiche". Per i consigli pratici, potrei consigliarle di tutto, ad esempio, perché non fare Scienze Motorie? Ha scritto che la palestra l'ha fatta rinascere, così come la multimedialità, se non erro. Ma è davvero ciò che vuole? Mi riferisco ai consigli... Noto che è capace di scegliere, ma c'è sempre qualcosa, come lei scrive, che la ferma. Perché? Parliamo delle critiche... Non le sembra, di criticarsi già abbastanza? Perché noi psicologi dovremmo criticarla? Perché si aspetta questo? Non vorrebbe, inoltre, che le dicessimo di rivolgersi ad uno psicologo. Invece, è proprio l'instaurarsi di un clima di fiducia, che le potrebbe permettere di comprendere il perché di questo fermarsi dinanzi ai suoi desideri (le posso dire che ne ha elencati un bel po').
Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Carubbi, psicologa e psicoterapeuta, Fano (PU)

Anonimo-125150 Psicologo a Fano

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