mi sento molto sola

Buongiorno,

Partirei dicendole che capisco il peso di questa difficoltà e la sofferenza che deriva dal senso di solitudine, partendo dal presupposto che le relazioni sono importanti ad ogni età, ma ancora di più quando si è giovani e alla ricerca di un sentimento di appartenenza e riconoscimento. Detto ciò, cercherei di farla attivare da subito in più direzioni: una per creare occasioni diverse di conoscenza senza rimanere ancorata solo ad un gruppo che non la vede, una per coltivare comunque le sue passioni anche da sola e l'ultima, ma non per importanza, capire come lei si relaziona con l'altro e quali sono i segnali che invia, anche inconsapevolmente, quando vorrebbe stringere un rapporto o semplicemente conoscere di più l'altra persona e magari rendere queste modalità più funzionali. Le consiglio di iniziare un percorso per poter affrontare al meglio tutto ciò.

Un caro saluto,
Dott.ssa Viviana Ciavatta

Buongiorno,

È molto evidente la sofferenza che prova derivata da esperienze di esclusione, bullismo e senso di essere stata ingannata. Queste esperienze, soprattutto se vissute in età precoci come da bambini o adolescenti possono farci perdere la fiducia negli altri e anche nella nostra capacità di poter creare relazioni che ci fanno stare bene, che ci nutrono, in cui possiamo sentirci felici.

Per poter ritrovare questa fiducia è importante lavorare su di sé, sulla fatica ad aprirsi, sul dare significato dalle esperienze dolorose passate.
Questo è certamente possibile attraverso un percorso terapeutico.

Un caro saluto
Dott. Matteo Marconi

Cara haianagalxbns189,
Sento una persona molto triste, con pochissima forza e poca fiducia. I vissuti dolorosi hanno chiuso moltissimo le sensazioni e lo sconforto è diventato pervasivo.
Lavorare sull'apertura del sentire, sulle percezioni, sulla forza e sull'autoaffermazione, sono sicuramente dei passi fondamentali per sviluppare l'autostima e trarre piacere delle relazioni interpersonali.
In bocca al lupo!

Cara haianagalxbns189, mi spiace per la situazione che descrive, i vissuti qui riportati fanno emergere tutto il suo malessere e lo comprendo. Purtroppo le persone tendono ad attribuirci etichette che ci portiamo addosso come un vestito cucito per noi anche quando non rispecchiano la nostra personalità, e da cui è difficile prendere le distanze. Lei è una giovane donna, ha ancora tanto tempo davanti a se per coltivare nuove conoscenze e per ritrovare la serenità di un tempo, sicuramente iniziare un percorso psicologico le può essere utile per lavorare su sè stessa, trovando in lei le risorse necessarie per raggiungere i suoi obiettivi.
Resto a disposizione, anche online.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Manzoni

Ciao,
credo che nella tua vita si sia instaurato un circolo vizioso nel quale tu sei sempre quella che viene emarginate, sarebbe interessante capire come si è creata questa dinamica e cosa si può fare per aiutarti ad uscirne.
Resto a tua disposizione
Dott.ssa Noemi Barlone

Ciao, credo che la soluzione sia quella di iniziare un percorso psicologico, emerge la tua sofferenza e la tua voglia di metterti in gioco. Credo che nella tua vita si sia instaurato un circolo vizioso nel

Gentile utente,
ha tutti gli strumenti per prendersi cura di se stessa se solo si mette nella condizione di poter aprire le mani per poter prendere quello che di buono e sano può offrile un sostegno psicoterapico.
Diversi sono i temi che emergono dal suo racconto che attengono alla costruzione della propria identità dentro di se e nella relazione con l'altro.
Temi che qualora elaborati e contenuti possono farle trovare la libertà persa, libera da legami e vincoli interni che condizionano e limitano la sua vita relazionale.
Restiamo a sua disposizione per qualsiasi informazione in merito.
Cordialmente,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli

Buongiorno,
Dal suo messaggio mi sembra di capire che lei sappia cosa vuole ma non sa come ottenerlo. L'unica risposta che posso darle è quella di pensare a iniziare un percorso di terapia con uno/a psicologo/a, si dedichi il tempo necessario per capire da dove ha origine questo suo stare "sola", e solo lei, all'interno del contesto terapia, può capire cosa sia più giusto per lei. Così, vede un po' se effettivamente ha la "depressione" o magari vera tristezza. Spero di esserle stata di aiuto.
Dott.ssa Claudia Tedde

Cara,

alla luce del bullismo, dell'esclusione dal gruppo dei pari e dalla tristezza pervasiva che da 8/9 mesi la caratterizza, la invito a intraprendere un viaggio/percorso alla conoscenza di sé e alla scoperta/riscoperta delle sue preziose risorse. Le mete di questo viaggio saranno la fiducia in se stessa e nelle sue capacità, maggiore assertività nelle relazioni interpersonali e il rafforzamento dell'autostima.
A questo proposito, sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Gentilissima,

la sua mi pare una situazione molto dolorosa. Il senso di isolamento e di inadeguatezza possono rendere la vita faticosa e il vissuto di emarginazione può generare rabbia. Da come lei si descrive sembra trasparire un forte giudizio su sé stessa e un senso di inefficacia rispetto a ciò che fa. Anche lei sembra credere a chi l’ha definita “sfigata” e , di fatto, conferma quello che alcune persone forse hanno pensato di lei.

Da dove viene questa convinzione su su sé stessa? Dove ha imparato che lei ha meno risorse degli altri? Esplorando questa zona del suo vissuto potrebbero emergere stimolanti emozioni e riflessioni. A volte ci convinciamo di ciò che gli altri credono di noi, ma questa non è la verità.

Un cordiale saluto.

Massimo Reale

Cara,
La solitudine di cui quí parli, mi arriva come una terra arida e desolata, come un luogo angosciante e scarno dove ora ti trovi. Capisco come ti senti, e per questo mi sono umanamente vicina. Le delusioni che hai vissuto in ambito relazionale hanno sicuramente contribuito a riversare frustrazione sulla tua delicata persona.. purtroppo spesso le persone mancano di empatia e quanto più sentiamo il bisogno dell'altro tanto più questo, se poco sensibile, si sente padrone anche della nostra vita. Io non ti conosco, ma ho la sensazione che in te germogli un potenziale straordinario e che la difficoltà a creare relazione sociali sia l'espressione di una fragilità che temi di possedere e di una stima di te poco consistente. Il dialogo con un terapeuta, attento e sensibile potrebbe aiutarti a riscoprire l'unicità della tua personalità, il valore e la vitalità nascosti ora dalla tristezza di essere prigioniera della tua solitudine. Sono certa che un breve percorso ti illuminerà nello splendore che emani e di cui non sei consapevole.
Io resto qui, a te disponibile anche online qualora volessi parlarne insieme.
Ti abbraccio, un caro saluto.
Dott.ssa G. Clarissa

Buongiorno,
come dice giustamente, nell'età adolescenziale c'è una prima socializzazione. E' vero anche che la socializzazione continua per tutta la vita, e in questo campo si può continuare ad apprendere e progredire.
Si faccia supportare da una/un terapeuta in questo suo "viaggio di scoperta", lavorando sulla consapevolezza dei suoi punti di forza e delle sue aree di miglioramento nella comunicazione e nelle relazioni con gli altri, sul potenziamento delle abilità sociali, sulla gestione degli stati emotivi legati a questa fase della sua vita e la costruzione di un "progetto di felicità" fatto di tasselli adattati sul suo personale modo di essere e sentire.
Le faccio tanti auguri
Dott. Giovanni Iacoviello

Salve cara utente, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL