Mi sento a disagio con le persone

Inviata da lola · 12 ago 2015 Relazioni sociali

Buonasera dottori,
sono una ragazza giovane (21 anni) molto timida, lo sono sempre stata. Ultimamente però penso che la mia timidezza si sia spinta oltre. Per motivi universitari l'anno scorso mi sono trasferita in un'altra città e nonostante le svariate difficoltà, la distanza, la tristezza, credo che sia stata una cosa molto positiva. Ho fatto nuove esperienze, ho conosciuto persone nuove e penso di essere cambiata un pochino.
Il ritorno a casa per l'estate è stato traumatico, ho passato un mese segregata in casa senza uscire mai, piangendomi costantemente addosso, senza aver la voglia di fare nulla. Il fatto è che non mi sento a mio agio con le persone, soprattutto quelle che conosco da sempre. Mi sento giudicata, derisa e trattata come una disadattata. Tutte le volte che scendo in paese mi viene una tale ansia che mi vengono le lacrime agli occhi e lo stomaco mi si contorce dal nervosismo. Non ho che un paio di amiche, non ne ho mai avute molte.
All'università le cose sono state un po' diverse ma non così tanto, ho sempre difficoltà a relazionarmi...sono capace di conversare per una decina di minuti con le persone, superati i primi convenevoli vado totalmente in crisi anche perché sono una persona abbastanza boriosa e non ho mai molto da dire, tendenzialmente non faccio altro che fare domande e basta sperando che la conversazione vada avanti.
Ho notato che il mio disagio aumenta all'aumentare delle persone in una stanza. Non vado volentieri alle feste, ai concerti, nei locali troppo affollati, continuo a evitare tante e tante situazioni, inviti, cene...molte persone mi ritengono snob per questo. Il fatto è che solo il pensiero di partecipare a un qualche evento mi paralizza. Mi sforzo, mi sono imposta di dover uscire e fare cose che non mi vanno però tante volte non trovo il coraggio per affrontarle.

Avreste dei consigli e dei pareri in merito? Vi ringrazio anticipatamente.

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Miglior risposta 19 SET 2015

Cara Iola,
la prima cosa che devi sforzarti di fare è quella di non svalutarti sempre e a prescindere.
Innanzitutto è da apprezzare il fatto che con tutte le tue difficoltà (timidezza, paura, tristezza) sei riuscita a fare il passo di trasferirti in un'altra città per studiare.
Tieni presente che non tutti quelli che, come te, hanno problemi di bassa autostima ed ansia sociale riescono a farlo e, quindi, già devi iniziare a dirti "brava!" per questo.
In secondo luogo, quando sei insieme ad altre persone, anche se non hai molti argomenti ma riesci solo a fare delle domande è già una buona cosa perchè c'è chi in contesti simili non riesce nemmeno a fare questo. Inoltre fare delle domande in una situazione di gruppo comporta automaticamente che anche le altre persone facciano delle domande a te e puoi avere perciò la possibilità di rispondere, possibilmente con naturalezza e sincerità senza preoccuparti di quanto tempo deve durare la conversazione.
In terzo luogo, quando ti imponi di fare cose che non ti va di fare, fai benissimo e devi continuare così senza demordere mai anche se all'inizio ti senti inadeguata e sei portata a scoraggiarti. Verificherai in tal modo che le cose andranno sempre meglio mentre invece, se la dai vinta all'evitamento, le cose andranno sempre peggio.
Il peggioramento dei sintomi al tuo ritono al paese di origine è facilmente spiegabile col fatto che là si è costruita la tua identità di ragazza timida, impacciata e problematica : se al tuo paese così ti conoscono è perchè così ti sei fatta conoscere.
Se però col trasferimento ti sei riconosciuta piccoli cambiamenti vuol dire che altri ce ne potranno ancora essere ma fare tutto da sola può essere per te estenuante e troppo faticoso col rischio di scoraggiarti, rinunciare e far crollare ancora di più la tua autostima.
Per questo ti suggerisco di chiedere ai tuoi genitori di darti la possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia nella città dove studi, onde poter acquisire in maniera guidata e protetta quelle caratteristiche di assertività e quelle competenze sociali che ti sono assolutamente necessarie.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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13 AGO 2015

Gentile Iola,
leggendo le sue parole riesco a percepire il disagio che lei prova nello stare insieme agli altri e il suo criticarsi per questo, creando un circolo vizioso. Per poter interrompere questo circolo vizioso e migliorare la sua qualità di vita le consiglio di intraprendere un percorso di sostegno psicologico che l'aiutera a capire qual è il timore che lei ha nello stare insieme a più persone, cosa teme che possa succedere? Come pensa che gli altri la giudichino? Una volta individuati questi elementi sarà più facile aumentare il senso di padronanza di se stessa e aumentare la sua autostima.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento,
Dott.ssa Annalisa Settanni
Triggiano (Bari)

Settanni Annalisa Psicologo a Triggiano

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12 AGO 2015

Gentile Iola,
dalle sue parole emerge chiaramente il disagio e la difficoltà che prova nel momento in cui si trova coinvolta in relazioni interpersonali. Potrebbe esserle utile un percorso psicologico nel quale lavorare su due fronti, quello personale e quello relazionale, il tutto in uno spazio protetto e non giudicante. Da un lato potrebbe concedersi di fermarsi a riflettere su se stessa, esplorare le sue risorse e potenzialità, le sue passioni, i suoi punti di forza e debolezza, i suoi bisogni e desideri...conoscere se stessi e darsi valore è il primo passo per interagire in modo funzionale e sereno con gli altri. Dall'altro avrebbe la possibilità di riflettere sul suo modo di mettersi in relazione con gli altri, su come si vede nelle relazioni, su cosa scatenano in lei, su quali sono le sue aspettative, paure e bisogni in una relazione, su quali sono gli aspetti e gli elementi che la incentivano a mettersi in gioco (come accade per esempio nel contesto universitario) o al contrario la bloccano (come accade nel suo paese di origine).

Cordiali saluti,
Dott.ssa Stefania Valagussa

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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12 AGO 2015

Cara Lola buongiorno, conosco la sofferenza derivante dal sentirsi sempre tesi e a disagio con le persone e so quanto questo possa portare ad una sempre maggiore chiusura e all’inibizione sociale. Questo disagio può essere efficacemente ridotto attraverso una psicoterapia incentrata sulla relazione quale la psicoanalisi intersoggetiva o interpersonale. Questo approccio terapeutico, attraverso la relazione tra lei e un’altra persona (psicoterapeuta), le permetterà, all’interno di un contesto non giudicante e protettivo, di sperimentare nuove modalità relazionali e nuove modalità di gestione dell’ansia relazionale. Immagino che anche l’idea di rivolgersi ad uno psicoterapeuta le possa causare un certo disagio però credo che la psicoterapia sia la via da intraprendere per potere stare meglio.
Un caro saluto.

Dott. Alessio Cammisa

Dott. Alessio Cammisa Psicologo a Alcamo

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