Buongiorno, non so come mai ma mi da fastidio che la fidanzata lavori, non mi da fastidio che non sia con me, mi da proprio fastidio che sia obbligata a fare qualcosa anche se ovviamente per soldi. Premesso fa la commessa quindi niente di impegnativo, non capisco davvero il perché e razionalmente trovo che sia veramente assurdo il mio pensiero; mi da proprio fastidio che debba per forza fare un qualcosa. Esempio quando gioca a tennis non mi da fastidio anche se le impegna i sabati, e non sta con me, ma se dovesse lavorare si.
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14 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Claudio,
è probabile che in lei alberghi il retaggio culturale che il ruolo della donna debba continuare ad essere quello di occuparsi della casa e dei figli e quello dell'uomo di lavorare fuori casa.
Nella sua famiglia di origine, sua madre lavorava o era casalinga? E lei ha un lavoro (quale?) o è disoccupato? Pensa che il lavoro di commessa sia umiliante oppure, al contrario, fonte di preoccupazione per lei se è geloso?
Dovrebbe provare a riflettere su queste domande per trovare la spiegazione al fastidio che le provoca il pensiero che la sua fidanzata lavori.
Se non trova risposte convincenti può riprovarci con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
15 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Claudio
in realtà dietro questo "fastidio" c'è una grande paura.
Il lavoro per una donna significa indipendenza economica e, di fatto, indipendenza nelle scelte, nel pensiero e nella relazione.
Il fatto che una donna lavori o meno dà una connotazione precisa alla relazione.
Inoltre credo che lei veda questa ragazza come una sorta di "principessa" al suo fianco, con la "scusa" (inconscia) che lei non debba lavorare, cerca di "assoggettarla" nell'idealizzarla e, apparentemente, valorizzarla.
Ripeto, si tratta di una "furbetta" manovra inconscia.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
14 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Claudio,
forse il problema non è che la sua ragazza lavori, ma che lei non lo faccia? non specifica se lei lavora, quindi azzardo una risposta estemporanea: Può essere che lei si senta in difetto se la sua ragazza lavora e lei no..
O magari quello che lei ritiene ingiusto, " che la sua ragazza DEBBA fare qualcosa" è la cosa che piu la tormenta, forse perchè nel suo immaginario nessuno dovrebbe essere costretto a fare quello che non vorrebbe?
Sono solo idee, le prenda con le molle.
A presto
12 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Claudio,
per la sua ragazza questo lavoro è un problema? le porta racconti di disagio lavorativo?
Oppure la sua ragazza sta bene ed è quindi una sua rappresentazione della figura femminile? La nostra famiglia di origine ci trasmette tecitamente delle premesse alla nostra conoscenza ed interpretazione del mondo. Pertanto mi chiedo se probabilmentei modelli femminili presenti nella sua famiglia rimandassero al ruolo della donna, come a colei che sta a casa ad accudire la famiglia, una donna custode del focolare domestico e a quella di un uomo, padre di famiglia che lavora per poter mantenere la famiglia.
Provi a riflettere sulla sua immagine della donna e dell'uomo, ai loro ruoli e alla loro relazione con il lavoro.
un caro saluto
11 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Claudio,
mi chiedo se questo suo pensiero sia successivo a degli specifici episodi.. ad esempio lamentele o disagio della sua fidanzata nello svolgere questo lavoro. O sia invece insorto "spontaneamente"? Qualora fosse il riflesso del vedere la sua fidanzata in condizioni di difficoltà, potrebbe essere di aiuto verso di lei, ascoltandola e cercando di capire il perché prosegua con questo lavoro, se ci siano opportunità di lavori differenti ecc.. Se invece la sua fidanzata è appagata o comunque non sofferente del dover lavorare.. credo sia importante per lei scavare più nel profondo alla ricerca dell'origine di questo fastidio che tanto assomiglia ad un senso di ingiustizia e di "sacrificio" che nota nel fatto che la sua fidanzata lavori. Il lavoro spesso è una componente essenziale della vita delle persone (non tanto per il fatto che serve a pagare l'affitto o altro!) soprattutto perché è segnale di realizzazione personale, di indipendenza, di ricerca di approvazione sociale, riconoscimento di meriti e capacità.. oltre che spesso luogo in cui le persone possono espandere le loro competenze, conoscenze e rete sociale. Pertanto "tarpare le ali" alla sua fidanzata in quello che lei può vedere come un campo di sperimentazione di se stessa e di crescita personale, potrebbe nuocere al rapporto. Parlatene comunque assieme, può esporle i suoi disagi e dubbi, ma se la cosa continua senza un'ovvia ragione di esistere, forse un consulto psicologico sarebbe la cosa più appropriata.
Resto a disposizione,
un saluto,
dott.ssa Chiara Francesconi
11 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Claudio,
mi viene spontanea una domanda... la sua ragazza è contenta del suo lavoro? Come vede la sua ragazza? è un problema per lei lavorare?
Riconosce che questo fastidio è irrazionale (ed è già un passo importante!) ma per questo non certo banale. Forse la risposta è da ricercare nella propria famiglia d'origine, Di generazione in generazione vengono trasmesse conoscenze spesso tacite, che si manifestano poi nella nostra mentalità, nelle nostre credenze, nei valori sostenuti. Mi chiedo se per caso abbia fatto sua una rappresentazione della figura femminile come dedita esclusivamente alla famiglia e al ménage domestico, contrapposta ad una figura maschile che invece lavora per mantenere la famiglia. Nella sua famiglia d'origine quali erano i ruoli dei suoi genitori?
Cordialmente