Mania ossessiva per l'ordine

Inviata da marianto · 28 feb 2013 Disturbo ossessivo compulsivo

B.giorno, mio marito ha manifestato negli ultimi due anni delle manie ossessive con sblazi di umore piuttosto pesanti: ogni cosa deve avere un posto ben preciso, i bambini non possono lasciare giochi in giro, i piatti devono essere lavati subito, ci si deve sedere esattamente al centro della seduta del divano.. e tutto quello che non è a posto lo prende e lo scaglia per casa (l'ultima volta è stato un paio di forbici). Quando ha questi eccessi di ordine e ira furibonda chiude me ed i bambini che fanno confusione in una stanza così non ci sente e non ci vede. Sono seriamente preoccupata per la nostra incolumità, ma pr lui la colpa è nostra che lo "violentiamo" con il disordine e gli schiamazzi e non ammette di avere un problema di salute. I suoi problemi siamo noi, la sua famiglia. Come posso fare per convincerlo a curarsi prima che succeda qualche cosa?

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Miglior risposta 4 MAR 2013

Ringrazio tutti per le risposte e l'incoraggiamento: istintivamente ho già applicato alcuni dei vostri consigli del tipo non isolarmi, far frequentare gli amichetti al bambino.. diventa un po' più diffiicile il confidarmi con qualcuno, perchè quando l'ho fatto le persone vicino a me mi hanno detto che esageravo la situazione: loro non sanno che mio marito in "pubblico" appare come una persona socievole, di compagnia è nel provato che purtroppo mostra il lato peggiore. Per farla breve la situazione attuale è legata ad una serie di eventi accaduti: situazione economica brutta, acquisto di un appartamento che non gli piaceva (dice lui a posteriori) ,l' amante che probabilmente lo pressava e il tutto è culminato con l'arrivo di un figlio assolutamente non desiderato da parte sua - nel periodo in cui ero incinta mi ha picchiata varie volte, sono finita in ospedale a farmi ricucire un labbro e purtroppo il figlio di 7 anni ha assistito ad alcuni di questi episodi... la mania dell'ordine c'e' sempre stata ma non a questi livelli di assoluta maniacalità e anche le esplosioni di ira erano rarissime mentre ora sono frequentissime. Mi rivolgerò al consultorio per farmi seguire sperando di riuscire a trovare la forza per uscire da questo tunnel. Grazie

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4 MAR 2013

Gentile Antonella,
mentre leggevo la sua richiesta di aiuto mi veniva in mente il film "Qualcosa è cambiato" con Jack Nicholson. La vita però non è un film e qui ci sono anche dei bambini da proteggere: non abbia alcun dubbio nel farlo. Provi a rivolgersi al consultorio famigliare della sua zona per ottenere maggiori informazioni rispetto alla sua situazione.

Cordiali saluti.

Dr. Antonio Cisternino

Anonimo-128762 Psicologo a Torino

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4 MAR 2013

Cara Antonella, purtroppo non è facile convincere chi non vuole sentire. Spesso chi ha questi problemi è sordo a qualunque richiamo. L'ossessione per l'ordine è riflesso esteriore di un qualcosa che dentro preme disordinatamente per uscire e vuole essere tenuto rigidamente a bada: che siano eventi di vita, ricordi, emozioni, parti del sè rinnegate, questo non è dato saperlo se non, appunto, a patto che suo marito si pieghi a farsi aiutare.

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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4 MAR 2013

Gentile sig.ra Antonella,
Dalla sua lettera si evince che la situazione familiare si sta facendo piuttosto seria e lei ha ben ragione di preoccuparsi e di pensare che suo marito abbia un problema rilevante. Tuttavia, quello che mi sorprende e' che lei si riferisca a lui e non chieda come puo' proteggere se stessa e i suoi bambini. Mi spiego meglio: concordo con lei che suo marito necessiti di cure ma, nel frattempo, lei che cosa ha fatto per proteggere se stessa e i bambini.? Ha familiari con cui parlare, amici che la possano sostenere, assistenti sociali a cui riferirsi? Qual e' stata la sua storia con suo marito? Si e' sempre comportato in questo modo? Bisognerebbe avere delle informazioni più dettagliate al fine di dare delle indicazioni adatte al suo caso specifico. Cordiali saluti. Dott.ssa E. Scolamacchia. Psicologa clinica.

Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo a Marina di Cerveteri

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4 MAR 2013

Cara Antonella,
da quello che lei dice comprendo come la situazione in casa sia veramente difficile.
Credo che la cosa più opportuna sia parlare con suo marito in un momento in cui é più sereno e tranquillo, perché portarlo forzatamente sarebbe una perdita già in partenza. Potrebbe anche recarsi da sola presso uno psicologo/a spiegando tutta la situazione....almeno voi familiari potreste sapere come iniziare a far fronte a questa difficile situazione.
Resto a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Luana Cesarea Negro

Dott.ssa Maria Luana Cesarea Negro Psicologo a Morciano di Leuca

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4 MAR 2013

Gentile Antonella,
comprendo la delicatezza della sua situazione. Cercherò di essere il più concisa possibile.
Da un lato è preoccupata per i suoi figli e per se stessa e dall'altro per il comportamento di suo marito. Parlare con lui di come lei si sente e di come avverte la situazione potrebbe forse giovare ad un'iniziale presa di consapevolezza del problema. Ha mai avuto il modo di parlargliene, specialmente dopo gli episodi di rabbia ( lanciare le forbici). Dopo questi suoi comportamenti di rabbia, suo marito cosa fa? Come si Comporta?
Non si può, obbligare nessuna persona a effettuare un percorso, specialmente ove la persona stessa non avverte di avere un disagio. Vi è stato un episodio in particolare, precedente ai 2 anni, che ha, secondo lei, provocato un cambiamento nel comportamento di suo marito? Tale comportamento era forse già presente prima, ma con modalità meno intense?
Potrebbe, in alternativa, consultare lei uno psicologo-psicoterapeuta e parlare con lui di tale comportamento, al fine di sostenerla e supportarla in questo momento delicato, specialmente nei confronti dei vostri figli.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo a Roma

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4 MAR 2013

Gentile Antonella,
la situazione è molto delicata, perché la sua apertura al dialogo può cozzare con la chiusura di suo marito. Il problema non è da sottovalutare, ma è difficile in questo momento fargli prendere consapevolezza di avere qualcosa che non va.
Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo specializzato in psicoterapia strategica. Questo tipo di approccio contempla anche interventi indiretti e potrà avere un aiuto concreto su come contenere la situazione e fare in modo da non farla degenerare.
Cordialmente
dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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4 MAR 2013

Per non farlo sentire costretto a sottoporsi a una terapia, potrebbe proporgli una consulenza congiunta con lei per armonizzare la relazione. Una volta che siete nello studio del professionista, sarà più semplice prendere in considerazione l'aiuto per debellare i pensieri ossessivi e le compulsioni. Eviti di scoraggiarsi, perchè si può guarire da simili problemi. Cordiali saluti Dr. Di Carlo Stefano (Bolzano,Trento,Verona).

Dr. Di Carlo Stefano Psicologo a Verona

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4 MAR 2013

Buongiorno gentile Antonella,
la sua situazione è complessa e delicata allo stesso tempo. La prima cosa che sento importante suggerirle è di non isolarsi, si confidi con la sua famiglia d'origine, con il suo medico di base, porti spesso i suoi bambini dagli amichetti, si trattenga a conversare del più o meno con le loro mamme, inizi - in sostanza - ad allargare la sua cerchia relazionale anche in funzione del benessere dei suoi figli in modo tale da rompere questo cerchio costrittivo e deleterio che si è formato all'interno della sua casa con suo marito. la seconda cosa importante è quella di rivolgersi al Consultorio Familiare pubblico più vicino alla sua zona di residenza e chiedere Lei stessa un colloquio con la Psicologa Responsabile del centro per iniziare ad essere seguita e supportata anche in funzione del riuscire a trovare strategie per coinvolgere suo marito in un dialogo che lo porti a riconoscere che ha serio bisogno di aiuto.
Si faccia coraggio e chieda aiuto su più fronti.
Cordialmente

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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4 MAR 2013

cara Antonella, quello di suo marito potrebbe essere un caso di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). E' successo qualcosa negli utlimi anni? prima che iniziasse questa situazione?
non è facile portare in terapia una persona che non vuole, non si può convincere qualcuno a curarsi se questi non sa di stare male. sarebbe come pretendere che un cieco distinguesse tra due colori.
Potrebbe intanto iniziare lei un percorso di terapia e dire a suo marito che lo sta facendo perché la situazione non la fa vivere bene, così in qualche modo lui si fa coinvolgere dalla cosa. Poi potrebbe chiedere la collaborazione del vostro medico di base, e valutare se ci sono le condizioni perché sia lui a suggerire a suo marito di fare dei colloqui; a volte il parere di uno specialista di fiducia ha un effetto importante.
Spero davvero che le cose si sistemino per voi, per lei e per i vostri figli.
Un caro saluto

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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1 MAR 2013

Gentile Antonella,

solo attraverso il dialogo si può arrivare ad una consapevolezza. Iniziare un percorso terapeutico, non è mai cosa semplice. E' necessario per prima cosa rendersi conto di avere un problema, una qualche sofferenza. Questo credo sia il primissimo punto su cui poter "lavorare" con suo marito. Dopo sarà più facile concordare anche una semplice visita da uno specialista.

Sperando di esserle stato d'aiuto,
le porgo cordiali saluti

Dott. Domenico Navarra

Dott. Domenico Navarra Psicologo a Bari

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1 MAR 2013

Gentile signora Antonella,
"convincere un familiare a curarsi prima che succeda qualcosa" è un problema sempre più frequente. Spesso la persona "problematica" pensa di non avere bisogno di cure quindi rifiuta qualsiasi tentativo di aiuto.
Tuittavia uno dei compiti del terapeuta (particolarmente se di orientamento cognitivo-comportamnetale) è quello di favorire l'accesso delle persone "problematiche" nello studio, scopo: valutazione del caso, diagnosi e cure personalizzate che portino alla guargione, comunque ad un deciso miglioramento.
L'accesso allo studio è sempre molto difficile per chi pensa di non avere problemi e per qualsiasi motivo rifiuta di andare da uno psicologo o dallo specialista in psicoterapeia per curare eventuali disturbi diagnosticati.
Che fare?
Si tratta di iniziare una serie di consulenze con i familiari, che solitamente sono più interessati a mettere in cura il parente. Praticamente: i familiari vengono per un periodo definito presso il terapeuta che assieme a loro studia le migliori strategie possibili (cognitive e anche comportamentali) per fare afferire in studio la persona "problematica".
Si tratta di incontri di consulenza con i familiari più motivati, mirati, con uno specifico obiettivo, sempre concordato e da raggiungere, in tempi brevi concordati : far venire in studio la persona bisognosa di cure, convincerla, diagnosticarla e curarla.
Prima quindi un percorso con i famigliari, poi con la persona "problematica"
Paolo Zuconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a Udine

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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