Madre malata mentale, come fare?

Inviata da Tecla · 24 ago 2015 Terapia familiare

Salve! Come spesso accade, mia madre è convinta di essere mentalmente sana, di avere solo problemi di salute che non le permettono di vivere normalmente...ma non è così. E' cominciato tutto quando dall'Africa è venuta in Italia, con mio padre, dovendo per questioni burocratiche lasciare là 3 figli (in seguito portati qui). Nausea, mal di testa, spossatezza. In seguito a parecchie visite fu diagnosticata una tubercolosi e cominciò una cura altamente debilitante che la portò addirittura alla temporanea cecità. Si formarono cisti nell addome e decisero di aprire per toglierle. Lì si accorsero che non c'erano segni di tubercolosi...ma ormai il danno era stato fatto. Le diagnosi finali vertevano su allergie...non so come mia madre si convinse che gli antiparassitari che mio padre usava in campagna fossero la causa del suo male...da qui diventarono problematiche le sostanze chimiche...o quelle che lei considerava chimiche. Al punto da trasferirsi dove lei credeva non esserci "veleno"..cambiare mobili e arredamento con cose non trattate, lavarsi accuratamente dopo aver lavorato in campagna...che è degenerata al punto che mio padre non poteva più entrare in casa o toccare noi figli (nel frattempo si sono separati)..perchè ci avrebbe contaminato...e dalle nostre mani si sarebbe sparso ovunque...e avrebbe dovuto pulire. Ogni starnuto o colpo di tosse era "qualcosa che le dava fastidio", allora si alzava nel cuore della notte riferendo sintomi che in realtà erano cose normali (brontolii di stomaco, occhi gonfi, secchezza della pelle) per cercare la causa. Poteva essere una giacca usata per una passeggiata in città, che lei percepiva come piena di smog, o un accendino. Il punto era chiudere tutto in un sacchetto o barattolo. Da fuori sembra perfettamente sana, lavora, fa la spesa, chiacchiera...per questo è stato impossibile convincerla a continuare una terapia psichiatrica (ha fatto due sedute ma al momento di prendere farmaci ha avuto una crisi quasi isterica dicendo che non era pazza).
Nel tempo tutto è degenerato in maniera terribile: si è convinta che mio padre volesse ucciderla, che persone entrassero in casa a farle dispetti quando non c'era, alcolismo, falsi ricordi, momenti di euforia alternati a down profondi. La difficoltà è che è impossibile toccare l'argomento "paranoia" o "terapia di coppia con mio padre"...dà completamente in escandescenza...cambia volto...dice cose cattivissime. Quando si sente attaccata in un qualche modo vede nero, minaccia il suicidio (ha già tentato) e quando è al limite della rabbia è pubblicamente autolesionista. Lo fa davanti a tutti noi. Ora la casa che le abbiamo "lasciato" è completamente sigillata di nastro da pacchi...finestre, spifferi...scarichi di alcuni lavandini. Cova un rancore fortissimo nei confronti di mio padre (ha vissuto il divorzio come abbandono) e uno strano rancore verso persone casuali (spesso un tempo care amiche) che crede abbiano agito in malafede... il risultato è che ai tempi fece terra bruciata attorno alla famiglia...ora siamo grandi e autonomi...ma tutto ciò va avanti da 30 anni..quanti ne ho io...e sarei curiosa di sapere a quale patologia tutto questo si avvicina...

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Miglior risposta 28 AGO 2015

Salve Tecla,
non considerando le pregresse presunte patologie organiche e considerando soltanto i sintomi psichiatrici, sulla scorta di quello che lei ha descritto, è molto probabile che sua madre soffra di un disturbo paranoide cronico di gravità psicotica ( schizofrenia paranoide ).Questa è una patologia grave che richiede, oltre alla psicoterapia, cure farmacologiche adeguate per ridurre l'intensità dei deliri ma sua madre rifiuta ogni tipo di cura ritenendo di non essere malata (non consapevolezza della malattia ) e questo è un problema. Mi sembra buono il suggerimento che le è stato dato di consultarsi col medico curante nella speranza che sia una figura esclusa dai deliri paranoidei di sua madre, la quale potrebbe forse accettare la sua prescrizione. E' indubbio che vivere a contatto con malati di questo tipo è altamente stressante per i familiari e per questo le consiglio un supporto psicologico individuale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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27 AGO 2015

Cara Tecla, credo sia molto difficile accettare una patologia psichiatrica di un familiare così stretto. Lei chiede di cosa si possa trattare come se questo potrebbe aiutarla. Certo dare un nome aiuta a comprendere ma solo a livello razionale non emotivo. Inoltre non credo sia possibile fornire una diagnosi on line senza vedere personalmente un paziente. Detto ció dalla sua descrizione del comportamento di sua madre ci sono dei tratti paranoici significativi per i quali è utile una terapia farmacologica.invece per lei posso indicarle un percorso personale psicoterapeutico che la aiuti ad accettare la patologia di sua madre e a relazionarsi con lei nel migliore dei modi.
Cordialmente
Dott.ssa Sabrina Ornito

Dott.ssa Sabrina Ornito Centro di psicologia clinica Psicologo a Milano

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26 AGO 2015

Cara Tecla,
purtroppo come le è stato già detto, non è possibile fare una diagnosi, mancano troppi elementi necessari.
Quanto ha riferito mi fa sorgere un dubbio, ha notato un cambiamento piuttosto marcato rispetto al suo comportamento premorboso, poi descrive una serie di sintomi che si riferiscono ad una condizione di salute complessa, ma sostiene che la sua vita non sembra poi tanto invalidata, poiché le attività a cui si dedicava prima, sembrano proseguire nonostante tutto. Quindi la situazione non mi sembra molto chiara.
Quello che descrive fa pensare a un quadro clinico cronico e serio, in cui si presentano contemporaneamente presumibilmente manifestazioni di idee che fanno pensare ad alterato contatto con la realtà, manifestazioni paranoico-persecutorie e autolesionistiche, unite ad un tono dell'umore fluttuante e idee suicidiarie.
Sarebbe necessario un adeguato inquadramento diagnostico per poter decidere il percorso terapeutico da seguire.
Un caro augurio

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25 AGO 2015

Due sono le cose che mi preoccupano di più in quanto lei descrive. La prima è la durata:30 anni!! La seconda è una cosa che lei cita fra le righe, ma ha una notevole importanza: l'alcolismo. Da una parte il rifiuto di contaminazione dall'altra non c'è problema ad assumere sostanze tossiche come l'alcool. Io non ho capito sinceramente cosa lei chiede, se una diagnosi o un modo per venirne fuori. Entrambi sono molto difficli. per quanto riguarda la prima, mi orienterei verso un disturbo borderline. Non è ancora schizofrenia, ma ci siamo vicini. Certo mancano i dati per giungere ad una conclusione sicura e la mia è solo un'ipotesi. Immagino che la signora non accetterebbe mai un ricovero per un check up completo. Però, allora, poche sono le possibilità di intervento. In questi casi, per la mia esperienza, sono necessari sia un intervento farmacologico, sia un intervento psicologico. Purtroppo non posso dirle di più. Per guarire bisogna accettare la propria malattia ed essere disponibili a curarsi. Un saluto affettuoso.

Dott. Sergio Rossi Psicologo a Spoleto

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24 AGO 2015

Cara Tecla,
non è possibile fare una diagnosi a distanza, mancando le informzioni anamnestiche e la possibilità di fare una valutazione accurata e specifica dei sintomi di sua madre.

I comportamenti che descrive fanno pensare ad un disagio strutturato e grave, che sta invalidando la vita di sua madre e la vita di chi cerca con amore di starle accanto.

Contatti, se non lo ha già fatto, il medico di base di sua madre e si confronti con lui sulla strada da seguire.

Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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