L'università è diventata un incubo
Salve, sono Amelia e ho 23 anni. Vi scrivo perché è ormai da due anni che non vivo più bene con me stessa. Mi sento costantemente una fallita e mi odio profondamente. Sono sempre stata, almeno fino alla fine del liceo, una studentessa brillante con complimenti e riconoscimenti da parte dei professori. Lo studio è sempre stato la mia vita, nonché l'unica attività in cui riuscivo, visto che per il resto non ho particolari capacità. Adesso però la mia vita si sta trasformando in un disastro. Mi ritrovo ad essere fuori corso da ormai un anno e attualmente mi mancano due esami alla laurea. Le mie difficoltà sono cominciate quando di fronte a un esame particolarmente difficile nel quale molti vengono bocciati anche molteplici volte, ho avuto paura e mi sono bloccata per un anno intero. Studiavo e sentivo di non assimilare mai nulla oppure mi proponevo di studiare e invece alla fine perdevo tempo e basta. È come se cercassi di eludere l'idea di affrontare l'esame e quando ho deciso di provarlo, ho avuto episodi di crisi di ansia, di pianto e una riluttanza verso ciò che studiavo al punto da scaraventare i libri lontano da me. Non dormivo per intere notti, ero costantemente agitata. Per fortuna, grazie all'incoraggiamento della mia famiglia e al senso di colpa sono riuscita a sostenere e superare l'esame all'appello successivo. Da quel momento, che per me sembrava una rinascita, mi sono ripromessa di affrontare velocemente gli esami mancanti, ma da allora è cominciato un incubo. Sono riuscita a superare due esami, ma lo studio per questi è stato difficilissimo per me. Provo un forte senso di fallimento anche mentre studio, studio e piango durante i giorni che precedono l'esame e soprattutto sento che studiare mi fa stare male. Mi uccide. Lo so che è strano, ma nell'ultimo anno mi sento sempre così. Non riesco a pensare a nulla se non al fatto che sono in ritardo. Vedo tutte le mie compagne di corso che si sono laureate e mi sento male. Perché sono così incapace? Perché qualcosa che per loro è stato così semplice, per me è così complicata, nonostante studiare non mi avesse mai dato problemi?
Penso alla vergogna e al fatto che sarà troppo tardi per un trovare lavoro, al fatto che la mia laurea non varrà niente agli occhi di chi dovrà assumermi, un giorno. Vi scrivo proprio ora perché si sta consumando l'ennesimo tassello dei miei fallimenti. Tra due settimane ho un esame e non so nulla, perché durante questa estate mi sono nuovamente autosabotata: ho studiato poco e distrattamente. Questo mi porterà a rimandare ancora la laurea e a stare male. La causa del mio male, ahimè, sono io e non sono giustificabile per questo. E allora penso che forse a questo punto sarebbe meglio metterci un punto, morire e porre fine a una vita inutile. Ma tranquilli, non ho nemmeno il coraggio per farlo. Sono solo pensieri bui. Come buia è diventata la mia vita. Anche fuori dall'università ormai nulla mi soddisfa, nulla mi dà felicità. E soprattutto nessuno mi capisce. Per il mio ragazzo e i miei genitori non dovrei preoccuparmi e continuare perché prima o poi mi laureerò, non importa quando, ma non capiscono che per me questo è inaccettabile. Ho così tanto bisogno di parlare con qualcuno che non siano loro, che non siano le mie amiche già laureate, ma purtroppo la mia situazione economica non è delle migliori e non posso pagare uno psicologo. Mi sento in colpa anche perché proprio io che non devo pesare economicamente sulle spalle dei miei, sono ancora a casa a 23 anni, sebbene loro non me lo rimproverino mai. Nonostante ciò, cerco di ridurre i miei sprechi al minimo: non compro vestiti, non mangio fuori, non chiedo una paghetta settimanale. Così posso in minima parte eludere i miei sensi di colpa.
Come posso uscire da questo blocco? Come posso tornare ad essere una persona spensierata come lo ero un tempo?