Vivo una relazione a distanza da due anni, quando siamo insieme é tutto perfetto ma quando siamo lontani è un disastro per me. Ma sono cosi legato a lei che non riesco a separarmi. Vivo costantemente con l'ansia e lo stress spesso mi manca il respiro. Dice di amarmi ma continua a tenermi appeso. Un fantasma. Un ombra. Per 1000 ragioni che potrei giustificare. Cosa posso fare per uscirne fuori?
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29 SET 2022
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Buongiorno Jhonny,
provi a chiedersi cosa esattamente la lega alla sua donna. L'amore autentico richiede un impegno serio reciproco ma non è una dipendenza: nel rispetto che sempre si deve al partner non può tradursi in una presenza costante e continua come se fosse l'ossigeno per i polmoni. In quel caso è necessario comprendere le ragioni che la portano a non riuscire a reggersi sulla sua persona e a soccombere alla distanza.
La incoraggio a farsi aiutare. Può certamente recuperare il suo vero Sé e vivere con più equilibrio la relazione affettiva.
Le auguro il meglio e resto a disposizione
Dott.ssa Oriana Parisi
3 OTT 2022
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Gentilissimo,
Comprendo la difficoltá del Vivere in una relazione In cui ci si sente in bilico tra il forte legame e l’enorme stress e la sofferenza. Non è una situazione facile da gestire, nè le emozioni che ne derivano sono facili da accettare e vivere. Quello su cui avrebbe senso soffermarsi è il cosa la porta a rimanere in una situazione che le provoca tanta fatica; quali le emozioni, i pensieri e i comportamenti (in lei e nella sua partner) che prova e che mantengono una dinamica tanto difficile. A tal proposito, il mio consiglio è quello di affidarsi ad uno psicologo che la possa accompagnare in un percorso insieme.
Qualora lo desideri, rimango a disposizione anche per terapia online.
Cordialmente
29 SET 2022
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Abbia il coraggio di fare una scelta. Se la relazione deve essere una fonte di ambiguità e malessere, rifletta su cosa sia meglio per lei e si muova in quella direzione. Rimanere nell'indecisione, come sta facendo, è sicuramente più facile ma se fosse positivo non scriverebbe qua. A questo, consiglio eventualmente un percorso di sostegno per gestire l'eventuale disagio: la scelta la deve fare da solo ma si può appoggiare ad un professionista per tutto il resto.
Rimango a disposizione
Cordiali saluti
GM
29 SET 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Johnny, grazie innanzitutto per aver condiviso qui un pezzetto della tua storia.
Mi sembra di capire che il senso di "non riuscire" sia proprio molto forte in te, da un lato manca il respiro per l'assenza dall'altro non riuscire a liberarsi da sé dalla relazione.
Qualcosa per toglierti dall' empasse dell'impotenza c'è e hai cominciato a farlo qui, chiedere aiuto.
Forse potresti considerare l'ipotesi di chiedere aiuto ad un* psicoterapeuta per approfondire come mai è così difficile rimanere e cosa ti trattiene nella relazione.
Mi rendo disponibile ad ascoltarti, Dottoressa Marta Lanfranco
29 SET 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Decidere cosa vuole? Gli altri ci trattano per come noi gli permettiamo di fare, è lei quindi il principale responsabile di come viene trattato. Inoltre, è utile considerare che noi possiamo agire sul nostro comportamento ma non su quello degli altri, se l'altra persona si comporta in un modo che non la rispecchia sta a lei fare la scelta, accettare o rifiutare. La via di mezzo è quella che sta vivendo...
29 SET 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Jhonny, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Solo lei può liberarsi da questa situazione, come scrive nel titolo, ma deve capire perchè non riesce a farlo dunque ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL