Buongiorno, mi chiamo Antonella Gatto, ho bisogno di un grande consiglio, dal mese di maggio2024 sto lavorando presso l' Asl, ho trovato subito colleghe stronze (scusate il termine) poco disponibili, mi urlavano contro e mi attaccavano in continuazione.
Sono mesi che mi trattengo perché l' unica volta che ho provato a rispondere mi hanno urlato ancora di più come già fanno con le persone che vengono da noi a chiedere informazioni.
Ora io trattengo perché in un altro ufficio c'è una collega molto brava che mi tranquillizza e poi aspetto che vadano in pensione a breve.
Ora sono 2 mesi circa che provo ad essere amichevole e non ci sono riuscita invece da 2 giorni ero predisposta ai loro buoni propositi (falsissimi) tant'e' che mi stavo fidando.
Oggi chiedendo ad una collega di offrirmi un pezzo di dolce mi è stato negato categoricamente e ora tornerò dinuovo mal disposta come prima.
Mi chiedo cosa sbaglio e perchè mi ritrovo in queste situazioni?
Forse come dicono tutti che sono troppo buona ma non posso farci nulla però dei consigli li avete?
Confido in una vostra risposta.
Cordiali Saluti.
Antonella Gatto.
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14 MAR 2025
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Gent.ma Antonella Gatto,
lavoro spesso su problematiche di questo tipo, si valutano gli ambienti di lavoro caso per caso, ci sono elementi psicodinamici della teoria dei gruppi che vanno tenuti in considerazione, ogni ambiente di lavoro richiede una sua strategia per minimizzare le problematiche relazionali emergenti.
Come consiglio e approccio iniziale la invito a riflettere sul fatto che, per quanto prevalente in termini di ore quella non è la sua vita, durante il lavoro lei vende ore del suo tempo in cambio di denaro. Attenersi a quanto richiede il protocollo di assunzione, esplicare con diligenza i compiti richiesti e limitarsi a questo cambia la prospettiva. E' una visione meccanica ma viene spesso sottovalutato che è l'unica visione reale del lavoro, il resto sono relazioni interpersonali intrattenute in ambiente lavorativo a cui lei non è tenuta. In questa visione ogni atto palesemente ostile che possa offenderla fisicamente o psicologicamente è configurabile come mobbing e quindi denunciabile all'ufficio del personale. Ma se le colleghe sono semplicemente scortesi o non l'accettano se ne farà una ragione.
AG
16 MAR 2025
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Ciao Antonella, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Quello che stai vivendo è sicuramente frustrante e stressante, ed è comprensibile che tu voglia capire perché ti trovi in queste dinamiche e come affrontarle al meglio.
Da quello che racconti, sembra che nell’ambiente di lavoro ci sia una cultura tossica, con persone che tendono ad essere aggressive e poco collaborative. Questo può succedere per vari motivi: stress lavorativo, abitudini consolidate nel gruppo, o semplicemente un clima competitivo e poco empatico.
Non è detto che tu stia sbagliando qualcosa, ma è possibile che la tua natura gentile ti porti a cercare di adattarti troppo agli altri, sperando di ottenere accettazione e rispetto. Purtroppo, in contesti difficili, le persone più disponibili possono essere viste come “facili bersagli” per sfoghi e prepotenze.
In queste situazioni potrebbe essere utile porre dei confini chiari: non devi per forza essere amichevole con chi non ti tratta bene. Essere gentile è una tua qualità, ma non deve trasformarsi in sottomissione. Se qualcuno ti parla male, rispondi con calma ma in modo fermo, senza giustificarti. Per esempio: "Preferirei che mi parlassi con un tono più rispettoso. Possiamo confrontarci senza alzare la voce."
Capisco che il rifiuto del dolce possa essere stato fastidioso, ma non lo prendere come una sconfitta personale. Non tutte le persone con cui lavoriamo diventano nostre amiche, e va bene così. Concentrati su chi ti tratta con rispetto.
Piuttosto che cambiare le persone, potrebbe essere più utile proteggere te stessa: se queste colleghe sono sempre state aggressive, probabilmente non cambieranno. Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di non farti influenzare dal loro comportamento.
Trovare una rete di supporto può aiutare! Hai già una collega che ti tranquillizza: ottimo! Cerca di rafforzare questo legame e di trovare altre persone con cui ti senti a tuo agio.
Ciò che può aiutarti in tutto questo è rafforzare la tua autostima e assertività. Essere "troppo buoni" non è un difetto, ma può diventare un problema se ci porta a non difendere i nostri diritti. Potresti esercitarti nell'assertività, ovvero nel comunicare in modo chiaro e deciso senza essere aggressiva. Se qualcuno ti tratta male, prova a rispondere con frasi brevi e dirette, senza scusarti o giustificarti troppo.
La cosa più importante è che tu non perda fiducia in te stessa. Le persone difficili esistono ovunque, ma puoi imparare a gestirle senza che influenzino il tuo benessere. Se riesci a mantenere il distacco emotivo e a proteggerti senza farti coinvolgere troppo, avrai già vinto la tua battaglia.
16 MAR 2025
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Buongiorno Antonella ,
L'ambiente di lavoro n e il luogo dove trascorriamo buona parte della giornata .
Non sempre e'semplice sentirsi a casa o accolti quindi comprendo la sua frustrazione spesso ciò e dato anche dal fatto che gli ambienti a settore pubblico sono posti dove c e un energia moto densa e i tempi sono molto veloci e pertanto si accumula anche tanto stress.
Mi capita speso di lavorare con dinamiche di questo tipo.
Le suggerirei di valutare la possibilità di una consulenza psicoterapeutica per potersi fare accompagnare in un percorso dove poter recuperare risorse da mettere a frutto nella relazione lavorativa.
Disponibile anche online .
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi
15 MAR 2025
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Salve Antonella, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott Logiudice
15 MAR 2025
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Ciao, Antonella. Nelle dinamiche della psicologia di troppo entrano in gioco molti fattori complessi e sottili nell’ambito della comunicazione, di cui, spesso, noi stessi siamo ignari, se prima non facciamo chiarezza su cosa spinge il prossimo ad attuare un dato meccanismo relazionale nei nostri confronti. Comprendo il disagio e la sofferenza che deriva da questa situazione, credo che un percorso terapeutico possa esserti di aiuto al fine di esplorare questo tema e le insicurezze che ne derivano.
Se ne avessi bisogno, sono a disposizione, anche online.
15 MAR 2025
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Buongiorno Antonella,
bisognerebbe capire perché sente la necessità di essere "troppo buona" e piacere a tutti.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, con il fine di comprendere l'insicurezza
14 MAR 2025
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Buongiorno Antonella, stai vivendo una situazione lavorativa sicuramente difficile, caratterizzata da dinamiche di gruppo complesse. Potrebbe esserci una combinazione di aspettative non corrisposte e mancanza di supporto in quello che racconti. Essere "troppo buona" può talvolta portare a essere sfruttati, ma è fondamentale trovare un equilibrio tra gentilezza e stabilire dei limiti chiari, soprattutto derivanti dalla diversità di ruoli lavorativi. Ti suggerisco di cercare il supporto di un responsabile HR per affrontare queste difficoltà in modo professionale e proteggere il tuo benessere, o di ampliare il tuo racconto ad un terapeuta, in modo che scendendo del dettaglio possa aiutarti.
14 MAR 2025
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Non sempre facile andare d’accordo con gli altri
Tuttavia, è importante imparare a comunicare in maniera corretta e assertiva per una convivenza il più possibile pacifica e positiva
Le abilità di comunicazione si possono apprendere.
Un percorso psicologico può essere utile a comprendere meglio le dinamiche e le modalità di comunicazione che lei ha con i suoi colleghi e le sue colleghe con il posto lavoro e comprendere come poterle rendere più funzionali e assertive
Per ulteriori informazioni mi contatti le risponderò con piacere
14 MAR 2025
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Buongiorno Antonella,
Capisco che l’ambiente lavorativo è fondamentale nella quotidianità e ci si augura che sia il più sereno e tranquillo possibile, ma se così non fosse, non deve farne un cruccio al punto di starci male. Innanzitutto non deve sentirsi sbagliata e cambiare atteggiamento per incontrare il favore dei colleghi che, a quanto dice, sono poco disponibili non solo con lei ma anche con i pazienti. Probabilmente si tratta di dinamiche interne al lavoro che hanno creato un ambiente non sano, di malumore ed attriti e perché no, invidie. Molto dipende dalla dirigenza, non è causa sua. Potrebbe provare a parlare con uno psicologo di riferimento in struttura tanto per cominciare, il quale conosce da dentro delle dinamiche, ma al tempo stesso è tenuto al segreto professionale rispetto a quel che lei direbbe. Da lì magari il pensare di partire con un percorso potrebbe essere positivo in modo da rinforzare la sua autostima, e sentirsi forte del proprio valore e lavoro. Potrebbe riflettere su alcune dinamiche: perché ci tengo tanto ad essere accettata, da “elemosinare” la benevolenza altrui. È una dinamica che metto in atto solo a lavoro o anche in altre relazioni? Partire da queste domande potrebbe essere una chiave.
Ci sta che quando si entra a far parte di un nuovo gruppo (di lavoro) si faccia di tutto per essere accettati e considerati, ma non a discapito di se stessi. È importante inoltre, ci sia anche da parte degli altri l’intenzione di venirle incontro.
Se desidera, sono a sua disposizione.
14 MAR 2025
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Quello che è il suo contributo negativo è il solo elemento sul quale può lavorare. Gli altri non li può cambiare. Dovrebbe fare un training di comunicazione assertiva se è solo in una contingenza difficile. Se invece il suo è un quadro di personalità o carattere o umore da ristrutturare/guarire, dovrebbe fare psicoterapia.
14 MAR 2025
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Buongiorno Antonella, comprendo il tuo desiderio di un consiglio che possa illuminare e risolvere la situazione ma mi sento anche di dirti che non è così semplice. Qualunque consiglio dato in questa sede, senza conoscere approfonditamente la situazione, potrebbe essere un buono spunto di riflessione ma niente di più. Se ritieni importante riflettere sulla situazione ti consiglio di prenderti un tuo spazio con un terapeuta per capire senza fretta cosa ti succede quando sei in queste situazioni, parte di dal presupposto che l'obiettivo non può essere quello di cambiare gli altri ma piuttosto di cambiare le tue reazioni e il modo di stare in una certa situazione. L'Analisi Transazionale per esempio, che è l'approccio che seguo, analizza la comunicazione tra le persone e, attraverso strumenti come l'analisi dei giochi psicologici e gli stati dell'Io, consente alla persona assistita di pervenire a una maggiore consapevolezza e autonomia interpersonale.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott. Federico Bartoli
14 MAR 2025
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Gentile Antonella,
capisco quanto possa essere difficile lavorare in un ambiente così ostile. Dal suo racconto emerge la sua volontà di instaurare rapporti sereni, ma anche la frustrazione nel vedere che il suo atteggiamento non viene ricambiato.
Essere gentili non è un errore, ma è importante anche proteggersi. Forse potrebbe provare a stabilire dei confini più chiari, evitando di cercare approvazione da chi non mostra rispetto. Rispondere con calma e assertività, senza farsi trascinare nelle loro dinamiche, potrebbe aiutarla a sentirsi più sicura. Inoltre, appoggiarsi alle persone più positive, come la collega che la tranquillizza, può fare la differenza.
L’importante è trovare un equilibrio tra disponibilità e autodifesa, senza perdere la sua autenticità.
14 MAR 2025
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Buongiorno, mi rendo conto del disagio che sta vivendo, però se ci desse qualche informazione in più potremmo essere più esaustivi. Tenga conto che quando una persona nuova si immette in un gruppo, anche solo quello di lavoro si rompono gli equilibri. Ognuno ha la paura, ha l’incertezza di chi si ha davanti, ha il timore di perdere la propria posizione. Quindi o ci si allea o inizia una guerra psicologica. Da quello che ha scritto non è stata ben accettata dal nuovo gruppo di lavoro, ma non ci spiega cosa fanno, che disagio lei prova , chi è che si comporta in modo così ostile. I superiori se ne sono accorti, appoggiano, ignorano o combattono questi atteggiamenti ? Anche i particolari sono importante per avere una visione completa. Lei, penso che provi disagio perché si trova sola contro tutti? Perche non riesce a lavorare, perché non sostiene la pressione psicologica?? Provi a darci qualche altro particolare. Buona giornata . Dott.ssa Beatrice Canino