Lavoro che non mi piace e lontananza da casa

Inviata da Giovanni29 · 12 mar 2025 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve sono giovanni e ho 23 anni.
Comincio dal dire che faccio il militare.
Da ragazzino era il mio sogno, volevo solo fare quello nella vita, infatti non vedevo l’ora di finire la scuola e arruolarmi.
Ora la situazione è drasticamente cambiata.
Oramai è da più di 2 anni che lavoro lontano da casa.
Purtroppo spiegare cosa c’è che non va dentro questo lavoro è molto complicato a chi non ci é dentro.
A darmi il colpo di grazia é stato l’incarico che mi è stato assegnato da qualche mese, ovvero il meccanico.
Cosa che é piombata così dal nulla, senza avere dei precedenti e soprattutto la voglia.
Prima sono stato a Pisa, poi a Livorno, poi a Roma e ora sono a Piacenza.
A Livorno ci sono stato circa 1 anno e mezzo, e li devo dire che si era creata una certa stabilità (certo non tale da farmi accendere di nuovo la scintilla per questo lavoro).
Le cose che più mi fanno stare male sono principalmente: la lontananza da casa e dal mio paese, la lontananza dalla mia famiglia, la lontana dai miei amici, e mi manca fare quello che facevo a casa.
Mi manca fare tutte quelle cose che facevo a casa anche quelle che non le sopportavo, come per esempio andare in campagna con mio padre a dare da mangiare alle galline.
Mi manca la mia famiglia, mi sto perdendo il loro tempo. I miei hanno 63-62 anni e me li sto perdendo. Mi perderei la loro vecchiaia, perché speranze di vincere un trasferimento in Sicilia per ora sono pari a 0, tra una quindicina di anni forse potrei sperare in qualcosa.
Io odiavo la scuola, studiare più che altro, ma ad oggi mi sono visto costretto iscrivermi all’università per avere un pezzo di carta da poter sfruttare per ritornare giù.
Sono lì ogni 10 minuti a controllare se escono dei concorsi per la regione Sicilia.
La cosa che più mi angoscia è che di questa situazione i miei genitori non ne sanno niente.
Loro erano felicissimi quando più di due anni fa decisi di intraprendere questa strada e ora dargli una notizia così mi fa piangere il cuore.
La cosa che dico sempre, più che altro tra me e me, é che l’ esercito mi ha tolto il sorriso.
Sono sempre di cattivo umore. Mi scivola tutto addosso e sembra di star perdendo la mia vita, come se ormai ne avessi perso il controllo.
Mi manca ancora un annetto per laurearmi e conto i giorni sul calendario, solo quello o qualche concorso mi potranno dare la pace.
Spero di essere stato esaustivo e di non aver dimenticato nulla.
Spero che qualcuno riesca a capire la sofferenza in cui mi trovo.

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Miglior risposta 13 MAR 2025

Giovanni, le sue parole sono molto chiare e arrivano dritte al cuore: "l'esercito mi ha tolto il sorriso" è una frase forte, che racchiude il peso emotivo che sta portando. Era un sogno da ragazzino, e ora sembra essersi trasformato in una gabbia, lontana da casa, dalla sua famiglia, dai suoi amici, e da una vita che sente sempre più distante.
Quello che sento emergere, oltre alla tristezza, è anche un profondo conflitto interiore: da una parte il desiderio di non deludere i suoi genitori — che erano così felici per il suo arruolamento — e dall’altra il bisogno urgente di riprendere in mano la sua vita, perché, come dice lei, "sembra di averne perso il controllo".

Vorrei invitarla a riflettere su un aspetto: non è raro che un sogno, una volta realizzato, mostri lati che non avevamo previsto. Questo non significa che abbia sbagliato a inseguirlo, ma che le persone crescono, cambiano, e ciò che un tempo risuonava con la nostra identità, oggi può non appartenerci più. Forse la vera sfida, ora, non è “resistere” aspettando concorsi o la laurea, ma capire come ritrovare un senso nel presente, anche in questa fase che le sembra solo una lunga attesa.
Mi chiedo: questa tristezza costante e il senso di impotenza che descrive, quando hanno iniziato a farsi sentire? C'è stato un momento preciso in cui ha sentito spegnersi quella scintilla per l’esercito, o è stato un lento scivolare verso il malessere? E soprattutto, come sta influenzando il suo umore quotidiano? Percepisco un senso di rassegnazione nel dire "mi scivola tutto addosso", ed è importante capire se questo stato d’animo sta iniziando a intaccare altri aspetti della sua vita, come il sonno, l’appetito, o la motivazione in generale.

Se sente che questo cammino la sta schiacciando, le consiglierei un percorso di terapia per costruire strategie pratiche ed emotive che la aiutino a vivere il presente con maggiore equilibrio, senza aspettare che qualcosa cambi per sentirsi finalmente libero.

Dott.ssa Chiara Quinto Psicologo a Roma

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15 MAR 2025

Salve Giovanni29, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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14 MAR 2025

Ciao Giovanni!
Da ogni parola si comprende la sofferenza che stai vivendo, che è assolutamente comprensibile. Il senso di perdita che descrivi è profondo.
Voglio dirti però una cosa: stai già trovando una strada alternativa e anche se ora il tempo sembra scorrere molto lentamente stai cercando una via d'uscita e questo dimostra una grande forza.
Parlane con i tuoi genitori, sii sincero con loro. Il timore di deluderli è comprensibile ma quello che gli dirai non cambierà ciò che provano per te.
Magari potresti valutare di iniziare un percorso, anche breve, per affrontare questa tristezza e queste difficoltà .
Un saluto
Dottoressa Michela Musolino

Michela musolino Psicologo a Roma

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13 MAR 2025

Buongiorno Giovanni,
grazie per aver condiviso con noi il tuo stato d'animo. Le emozioni che arrivano dal tuo racconto sono forti e, comprensibilmente, difficili da affrontare. E' evidente che il tuo lavoro non ti sta dando le soddisfazioni sperate e che la lontananza dalla tua famiglia ti stia causando tanta sofferenza.

Mi ha colpito la tua parentesi su Livorno, che ha rappresentato per te un momento di stabilità anche se non ti ha ridato la "scintilla" per il lavoro. Tutti gli spostamenti che hai fatto in questi due anni, richiamano e somigliano, forse, al nuovo incarico da meccanico che è "piombato così dal nulla". Questo cambiamento improvviso può aver avuto un forte impatto emotivo, aggiungendo altro stress. E' normale sentirsi destabilizzati quando le proprie routine vengono stravolte ed è molto comprensibile voler tornare a ciò che ci è familiare.
Riguardo la tua famiglia e al pensiero di deluderli, immagino quanto possa essere doloroso e quanto possa far paura. Capisco la tua angoscia per la loro reazione, ma prova a non dare per scontato la loro risposta. Parlare apertamente con loro potrebbe anche portare a delle sorprese in positivo.

Infine, se ti sembra che questo periodo sia particolarmente difficile da sostenere e affrontare da solo, potresti pensare a un percorso di sostegno psicologico, anche online. Un supporto in questo momento così delicato potrebbe aiutarti a esplorare meglio le tue emozioni, gestire lo stress e a riflettere sulle varie opzioni che potrebbero farti sentire meglio.

Ti auguro di trovare la serenità che cerchi e rimango disponibile.

-Carmen C, psicologa


Carmen Carcione Psicologo a Genova

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13 MAR 2025

È importante per quanto possibile trovare un lavoro che ci piace fare.

Se a lei militare non piace farlo valuti la possibilità di cambiare mestiere

È comprensibile che lei non vuole dare gli speci genitori.

Tuttavia, se gli spiega la situazione, potrebbero tranquillamente capire.

In ogni modo, ha scelto sempre sua, anche se i genitori non fossero d’accordo

Se lei non se la sente di fare il militare, valuti la possibilità di cercarsi un altro lavoro.

Per ulteriori informazioni, mi contatti le risponderò con piacere

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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13 MAR 2025

Capisco profondamente la tua sofferenza. La tua storia è un esempio di come le aspettative e i sogni possano scontrarsi con la realtà, e di come la lontananza dagli affetti possa pesare sull'anima.
È ammirevole che tu abbia seguito il tuo sogno di entrare nell'esercito, ma è altrettanto coraggioso riconoscere quando un percorso non è più in linea con i propri desideri. La tua nostalgia per la tua terra, la tua famiglia e le tue abitudini è del tutto comprensibile.

Ecco alcuni punti che potrebbero esserti utili:

- Comunicazione con la famiglia: so che temere di deludere i tuoi genitori è un peso enorme, ma considera che potrebbero capire e sostenerti più di quanto pensi. Una conversazione sincera potrebbe alleviare il tuo senso di isolamento e permetterti di trovare un supporto emotivo.
- Supporto psicologico: la tua situazione può generare stress e malessere. Considera la possibilità di rivolgerti a un professionista, come uno psicologo o un consulente, per elaborare le tue emozioni e trovare strategie per affrontare il cambiamento.
- Pianificazione del futuro: la tua decisione di iscriverti all'università è un passo importante. Continua a perseguire i tuoi obiettivi accademici e a cercare opportunità di lavoro in Sicilia. Nel frattempo, cerca di sfruttare al meglio le tue esperienze nell'esercito, acquisendo competenze che potrebbero esserti utili in futuro.
- Gestione dello stress: trova attività che ti aiutino a rilassarti e a staccare la spina, come lo sport, la lettura o l'arte. Mantieni i contatti con i tuoi amici e cerca di coltivare nuove amicizie a Piacenza.
- Informarsi sui concorsi: continua a monitorare i concorsi pubblici in Sicilia, ma non lasciare che questa ricerca diventi un'ossessione. Cerca di mantenere un equilibrio tra la speranza e la consapevolezza che il cambiamento potrebbe richiedere tempo.
- Comprendere la tua situazione: la vita militare è molto dura e prevede molti sacrifici, è normale che tu ti senta in questo modo.

Ricorda che non sei solo in questa situazione. Molte persone affrontano momenti di transizione e di incertezza. Con il tempo e il supporto adeguato, potrai ritrovare la serenità e costruire un futuro che ti renda felice.

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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13 MAR 2025

Ciao Giovanni, grazie per aver condiviso tutto questo. È evidente che stai vivendo un periodo molto difficile e che ti porti dentro un peso enorme. Hai descritto con molta chiarezza cosa provi e cosa ti fa stare male, e mi sembra di capire che la tua sofferenza sia legata principalmente alla lontananza da casa, al lavoro che non ti soddisfa e alla paura di perdere tempo prezioso con la tua famiglia. Il fatto che tu sia stato disposto a iscriverti all'università, nonostante non ti sia mai piaciuto studiare, dimostra quanto sia forte la tua voglia di cambiare la tua situazione e trovare una via d’uscita. Questo è un segnale molto positivo, perché significa che nonostante tutto, hai ancora la forza e la determinazione per cercare un futuro migliore per te stesso.
Riguardo ai tuoi genitori, è comprensibile che tu voglia proteggerli e non dar loro un dispiacere, ma è anche importante che tu riesca a parlare con loro quando ti sentirai pronto. Spesso, le persone che ci amano preferiscono sapere che stiamo male piuttosto che vederci sorridere solo per tranquillizzarle. Potrebbe essere più doloroso per loro scoprire che hai tenuto tutto dentro per così tanto tempo.
Hai mai pensato di parlare con qualcuno di fiducia, anche un professionista, per sfogarti e ricevere supporto? A volte, avere uno spazio sicuro dove poter parlare liberamente aiuta molto a mettere ordine nei pensieri e a trovare un po’ di pace mentale.
Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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13 MAR 2025

Buongiorno Giovanni,
le tue parole mi hanno suscitato molta tenerezza. Hai ragione, spiegare le difficoltà e le problematiche di un lavoro importante e particolare come il tuo a chi non è del mestiere è molto difficile. Mi posso solo immaginare le difficoltà e le problematiche a cui vai incontro. La lontananza da casa per te è molto dolorosa, così come anche il fatto che ti ritrovi a fare all'interno dell'esercito un lavoro che non ti piace, cose che unite a quanto detto sopra provocano molta sofferenza. Capita spesso dopo una scelta importante di avere nostalgia del passato e di rivalutarlo, fa parte della nostra crescita personale.
Un anno alla laurea non è molto e dopo potrai tornare in Sicilia. Capisco i sentimenti che provi e ti suggerisco ti intraprendere un percorso psicologico in modo da poterli affrontare ed elaborare.

Io sono disponibile anche online.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Jessica Venga

Dott.ssa Jessica Venga Psicologo a Lucca

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13 MAR 2025

Mi dispiace molto per il senso di solitudine e pesantezza che provi. Stai affrontando una situazione evidentemente frustrante. Sarebbe utile riflettere e cercare di capire come e cosa abbia reso il "sogno" un " incubo", quali erano le aspettative iniziali e cosa si discosta da esse adesso: la lontananza, la mansione non adatta, il pensiero dei genitori soli che invecchieranno (...).
Comprendo anche la difficoltà di parlare con i tuoi genitori, ma per quanto faticoso, potrebbe essere già un primo passo per alleggerire il senso di frustrazione, e immagino anche di colpa nell'idea di deluderli che provi.
Vorrei invitarti a porre l'attenzione sul fatto che sei ancora molto giovane, e quindi ancora in tempo di decidere, e che il tuo futuro lavorativo é una scelta importante per la qualità di vita a venire, ed è una scelta che riguarda solo te.
rimango a disposizione per eventuali chiarimenti,
Dott.ssa Varone

Laura Elsa Varone Psicologo a Roma

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13 MAR 2025

Buongiorno Giovanni
Sento il peso nelle tue parole, sei giovanissimo e nonostante la formazione militare che puoi aver avuto, sono certa che puoi trovare una chiave per dare una svolta alla tua vita.
Io fermerei il pensiero che in questo momento, ti tormenta. Starei e lavorerei sul 'Sentire'.

Ricordati, che la paura si affronta con il coraggio, la parola coraggio deriva da cor cordis che tradotto significa: con il cuore. E dal momento in cui chiedi aiuto, hai la consapevolezza di avere con te l'arma del coraggio, solo, forse, hai bisogno di fare spazio per prendere di mira il tuo bersaglio.

Sono disponibile
Cordialmente
dott.ssa Antonella Agosti

Antonella Agosti Psicologo a Trento

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13 MAR 2025

Buongiorno Giovanni sei ancora molto giovane, 23 anni sono davvero pochi e ti danno la possibilità di rivedere in toto la tua vita.
Quando hai scelto la carriera militare probabilmente non sapevi a che cosa andavi incontro, essendo un sogno che porti dentro da bambino e quindi con una consapevolezza davvero ridotta.
In questi anni hai maturato una visione più realistica di questo lavoro e ti sei reso conto che forse non è la strada che vuoi continuare a percorrere, non hai specificato in quale ambito stai cercando di conseguire la laurea; soprattutto ti sei reso conto che ti manca la tua regione e la tua famiglia, quando si è molto giovani il desiderio di staccarsi dal nucleo familiare è perfettamente legittimo e segno di una maturità e indipendenza che si vuole raggiungere.
Ora che hai fatto questa esperienza di distacco ti rendi conto che forse per te è più significativo e importante mettere radici piuttosto che spostarsi da un luogo ad un altro senza avere la possibilità di stabilire legami affettivi che è evidente in questo periodo ti mancano molto, sia con la famiglia, ma immagino con una partner e come riferisci con gli amici.
Immagino che anche i tuoi familiari sarebbero felici se tu rientrassi nel tuo paese, per i genitori avere vicino i figli è sempre una gioia.
Quello che ti fa star male è non condividere questa tua sofferenza con nessuno, né i tuoi familiari, né sul posto di lavoro, dove credo sia possibile richiedere dei permessi per raggiungere casa, rischi in questo modo di aumentare il tuo malessere che è presente e che ha bisogno di emergere, capita a tutti di non fare scelte adeguate soprattutto quando si è tanto giovani, ma tutte le esperienze anche se poi finiscono fanno parte del nostro bagaglio e ci aiutano a fare scelte più consapevoli e mature.
Spero di aver dato un pò di sollievo al tuo malessere e di averti indicato possibili soluzioni.
Resto in ogni caso a disposizione per eventuali colloqui on-line.
Cordiali Saluti Dott.ssa Paola Villa

Dott.ssa Paola Villa Psicologo a Savona

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13 MAR 2025

Ciao Giovanni, grazie davvero per esserti aperto e aver condiviso la tua storia. Posso immaginare quanto sia difficile vivere tutto questo: il lavoro che non ti dà più soddisfazioni, la lontananza dalla tua famiglia e la sensazione di aver perso il sorriso che avevi un tempo. Quando una cosa che pensavi fosse la tua strada ti porta a questo tipo di sofferenza, è normale sentirsi smarrito e stanco.
Quello che provi non è solo il peso di un lavoro che non ti piace, ma è anche la perdita di un legame profondo con te stesso e con la tua vita di prima, quella che ti faceva sentire a casa. Mi sembra che tu stia facendo tutto il possibile per cambiare le cose, studiare, cercare un altro futuro, ma non è facile quando ogni giorno sembra una battaglia. È anche comprensibile che non vuoi far pesare questa sofferenza sui tuoi genitori, perché li vedi felici per la tua scelta e non vuoi deluderli. Ma loro, come te, potrebbero aver bisogno di sapere cosa stai vivendo per poter essere di supporto, più di quanto immagini.
Ogni passo che fai, anche piccolo, è un passo verso una vita che ti faccia sentire di nuovo te stesso.

Cordiali saluti,
Dottoressa Selene Scappini

Selene Scappini Psicologo a Verona

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