Lavorare su se stessi preclude relazioni?
Buongiorno,
Sono impegnata con un uomo di 39 anni da un anno circa. Lui circa 6 mesi fa ha iniziato un percorso terapeutico, anche su mio consiglio, poiché non ha ancora superato il sucidio del padre avvenuto quando aveva 16 anni. Mi ha confessato che da quel momento lui si sente in colpa di essere felice, come se non lo meritasse. Da alcune sue frasi è chiaro che lui si senta in colpa di quello che è successo, ma in realtà non è assolutamente sua la responsabilità. Crede di averlo sempre deluso.
Ha avuto altre relazioni, anche di molti anni, ma mi ha detto di aver imparato ad amare davvero solo con me. Mi ha confessato di non aver mai parlato del padre con nessuna altra persona. Situazione che lo ha anche un pochino destabilizzato inizialmente.
Dal percorso terapeutico che sta facendo, dove non si è mai soffermato però sulla questione del padre, è emerso proprio il senso di colpa di essere felice che lo porta a scappare nonché la sua paura di dipendere da qualcuno, nonostante per sua ammissione non si trattava del nostro caso avendogli sempre lasciato piena autonomia. Ora mi ha detto che dovrà fare un percorso su di sé per cui ritiene che sia meglio che stia solo nonostante i sentimenti che prova per me e la convinzione che potrei essere la donna giusta. Teme anche di non riuscire a risolvere i suoi problemi impedendomi così di essere felice e di realizzare eventuali progetti personali come una famiglia.
Sono qui a richiedervi pertanto dei consigli. Davvero per poter lavorare su di sé deve rinunciare ad un rapporto importante? Io non vorrei perderlo ma anzi stargli vicino ma non so come comportarmi.
Grazie mille