Salve, ho 29 anni e da circa 6 mesi seguo una terapia non assidua,cioè di 2-3 incontri al mese.Inizialmente stava andando bene ma negli ultimi due mesi sto molto male.Anche dopo la terapia sono ansiosa,ho attacchi d'ansia e no vivo serenamente.Non capisco se sono io o è lo psicoterapeuta che non è abbastanza preparato.L'ultima seduta mi ha deto che sono "malata"..non so se questo è un bene o un male da dire al paziente! Aiuto!
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14 APR 2015
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Gentile Caterina, il percorso terapeutico non è lineare e anche dopo mesi possono presentarsi momenti critici o apparenti regressioni. Ciò non vuole necessariamente dire che il proprio terapeuta non sia preparato, quanto che la propria anima stia richiedendo attenzione attraverso il sintomo. Forse in questo periodo è accaduto qualcosa nella sua vita che l'ha agitata particolarmente o forse in terapia sono state toccate nuove tematiche importanti e delicate.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Bottosso
2 OTT 2015
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Buonasera Caterina, come tutti noi terapeuti sappiamo, la psicoterapia è imprevedibile nei suoi effetti. Un terapeuta può utilizzare una terapia di riferimento pedissequamente oppure usare una terapia di riferimento utilizzando tecniche terapeutiche di altre che potrebbero sembrare efficaci in quel singolo caso, o tanti altri esempi, eppure non abbiamo alcuna sicurezza che il nostro lavoro produrrà effetti positivi o anche negativi.Tuttavia, se milioni di persone, tra pazienti e terapeuti, la utilizzano, evidentemente sembra che sia più benigna che iatrogena. Dunque, parli con il suo terapeuta dei propri vissuti, soprattutto dopo essersi sentita etichettata come "malata". Un termine così, fuori contesto, non mi permetto di giudicarlo, però lei si, ha tutte le risorse ed il tempo terapeutico passato per intuire coda volesse dire e, comunque, chiederne spiegazione. Se non la soddisfa, a livello viscerale più che cognitivo, può valutare altre alternative. Capisco che ricominciare una nuova relazione terapeutica possa essere vissuto come pesante, ma ne va della sua qualità di vita
Buona fortuna,
dott.Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma
20 APR 2015
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Cara Caterina
Può accadere che si possa attraversare dei periodi di stallo nella terapia, ritengo importante parlare di questo con il suo terapeuta al fine di trovare una soluzione o una strategia adeguata; allo stesso modo sarà importante parlare del significato malato.
15 APR 2015
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Cara Caterina, le consiglio di parlare con la terapeuta di come si sente durante i colloqui. Inoltre può chiederle qualche spiegazione sul perché ha usato determinate parole.
Facendo chiarezza si scioglieranno dei nodi e il percorso sarà più efficace.
In bocca al lupo!
15 APR 2015
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Cara Caterina, come hanno già scritto i colleghi, durante il percorso terapeutico possono verificarsi momenti di stallo o si può avere la percezione di fare dei passi indietro e, sicuramente, sei mesi non sono un tempo sufficiente.. Provi a parlarne con il suo terapeuta e ad esprimergli ciò che sente, anche questo fa parte della terapia.
Un caro saluto
dott.ssa Alessandra Guerrieri
14 APR 2015
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Gentile Caterina, mi dispiace per il suo malessere. Non entro in merito alla sua terapia.. quello che mi sento di dirle è che gli effetti della terapia non sono immediati, c'è bisogno di tempo, di elaborare i contenuti che emergono dalle sedute. Sei mesi sono pochi per poter dire che >. Un caro saluto
14 APR 2015
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Gentile Caterina, mi dispiace per il suo malessere. Non entro in merito alla sua terapia.. quello che mi sento di dirle è che gli effetti della terapia non sono immediati, c'è bisogno di tempo, di elaborare i contenuti che emergono dalle sedute. Sei mesi sono pochi per poter dire >. Un caro saluto