La strada giusta per me?
Buongiorno gentili dottori, sono una ragazza di 21 anni e a breve inizierò il secondo anno di scienze e tecniche psicologiche.
Decidere cosa fare dopo la maturità è stata un'impresa: mi vedevo in qualsiasi ambito e contemporaneamente in nessuno. Mi sono chiusa in un silenzio spaventoso, ho troncato molti legami e intanto peggiorava un già difficile rapporto con l'immagine corporea e il cibo. Con l'aiuto di una psicoterapeuta, grazie alla quale ogni tassello ha trovato un suo posto, talvolta nuovo, ho ricaricato le energie e alla fine ho deciso.
Sono proprio soddisfatta: la disciplina mi affascina, mi appaga e mi aiuta a leggere il mondo in un'ottica che prima non riuscivo ad inquadrare.
Leggo articoli e documenti, approfondisco, cerco di riflettere, spizzico un po' tra le discussioni di gruppo sui social network.
Svolgete una professione difficilissima! Come si gestisce tutta questa complessità?
So che è prestissimo, tuttavia cerco di capire innanzitutto le dimensioni del vostro lavoro, e poi mi domando quale contributo potrei dare io, se ho senso in qualche ambito di questa disciplina.
In questi giorni sono agitata: non ho ancora chiaro cosa esattamente mi piacerebbe fare, sento come se fossi in ritardo e comunque, in futuro, l'unica prospettiva per me fosse l'arrancare nella precarietà.
Ho la sensazione di non essere in grado di riuscire ad imparare, di non essere abbastanza sveglia e brillante per poter capire, interiorizzare ciò che studio, pensare ampio e, in futuro, trovare un posticino per lavorare in un settore così complesso, vario e delicato.
Mi scuso se suona esagerato, sarei grata se qualcuno volesse esprimere la sua opinione. Grazie.