la psicologa del mio compagno gli ha detto di lasciarmi

Inviata da Chiarabo · 25 ago 2020

Buongiorno,
sono una donna di 36 anni e ho una relazione da 3 anni con un uomo di 34. da un anno e mezzo conviviamo. i nostri problemi sono iniziati poco prima della convivenza, io gli avevo espresso il mio desiderio di fare questo passo, lui non voleva da principio, poi ha acconsentito. parallelamente, mi ha detto che si sarebbe rivolto a una psicologa per aiutarlo a sentirsi sicuro in questo percorso, perché aveva problemi relazionali, ero la sua prima relazione seria, non era mai uscito di casa, ma non voleva perdermi per la sua paura. i problemi della convivenza erano all'inizio soprattutto la sua mancanza di volontà nel fare qualsiasi cosa in casa e prendersi responsabilità di ogni tipo (facevo tutto io che vivo sola da quando sono maggiorenne), il volere restare fuori due notti a settimana per uscire con i suoi amici, amici che io non ho mai potuto frequentare in 3 anni, a differenza dei miei che vede spesso. inoltre, le due notti le trascorreva al ritorno delle uscite dai suoi genitori anziché a casa nostra. i genitori anch'essi li ho visti due volte in 3 anni e non sono mai stata in casa loro (dice che c'è molto disordine e si vergognano).
gli chiedo di intraprendere una terapia di coppia, che penso sia più adatta a vedere se possiamo trovare una intesa, dei compromessi nella gestione della casa, fermo restando che ci professiamo innamorati l'uno dell'altra, con me è gentile, dolce, se sto male mi sta molto vicino, ma vorrei mi coinvolgesse anche facendomi ogni tanto vedere i suoi amici in uscite insieme, anziché vivere due vite parallele, si rifiuta.
la relazione prosegue con alti e bassi, io vorrei che le cose evolvessero (matrimonio, un figlio...) o nella peggiore ipotesi, vorrei mi dicesse non voglio più stare con te, voglio far un altro tipo di vita, ma alcuni mesi fa sembra essere sulla mia lunghezza d'onda, durante il lockdown smette di vedere per 3 mesi la sua psicologa e passiamo più tempo insieme. dice che vorrebbe fare un figlio anche lui. alla ripresa della vita "normale", quando ci troviamo però all'atto pratico, si tira indietro e rimanda al mese dopo. intanto le liti e il malessere diventano sempre più intensi. torna dalla psicologa.
gli chiedo di dirmi come sta andando la psicoterapia, se sta avendo qualche risultato dopo un anno e mezzo là, cosa dice la sua terapeuta. non mi dice quasi nulla. decido di chiudere la relazione perché non ne posso più, piange e mi chiede di dargli un'altra occasione. finalmente si decide a intraprendere con me una terapia di coppia parallelamente alla sua individuale.
facciamo 5 sedute in cui vedo dei miglioramenti, la psicologa comune dice che io ho troppe responsabilità e lui nessuna, che al di là di me, da adulto deve imparare per se stesso a cavarsela da solo, a star dietro alla casa nel limite delle sue possibilità e del suo carattere, ma che non posso occuparmi di tutto io o non può delegare tutto ai suoi genitori in caso finisse con me. gli dà dei piccoli compiti, buttare la spazzatura, star dietro a delle cose da solo, dice a me di non sgridarlo, di non comportarmi da "mamma", di non rinforzare il suo comportamento con ciò che lui si aspetta da me e lo mantiene in questa condizione. nel frattempo avviene qualcosa di strano, ossia quando rientra dalla sua terapia individuale è sempre molto cupo, negativo, non vuole dirmi però niente.
la settimana scorsa ricominciamo a discutere perché lo sento distante nonostante i miglioramenti avuti con la terapia di coppia, lui diceva da un po' che il fatto di non sentirsi pronto a fare un figlio secondo lui ha condizionato anche la nostra vita sessuale e che la lontananza è dovuta a questo. lo affronto e gli dico di dirmi le cose come stanno, che ho diritto alla verità. lui mi dice che è molto combattuto, che non sa come fare perché è confuso, non sa cosa vuole dalla vita, e vuole mollare la terapia di coppia. mi dice che prima ancora che iniziassimo la terapia insieme, ne aveva parlato alla sua psicologa che gli avrebbe detto "ma stai scherzando vero?", di non andarci, che non serviva a niente, che io mi sarei incazzata durante le sedute maltrattandolo e lui non sarebbe riuscito a parlare, che era meglio non farlo perché mi avrebbe solo illuso che le cose si sarebbero risolte. che ha criticato come la terapeuta in comune conduceva le sedute, a suo dire, sbilanciate in mio favore e che prendeva le mie parti (io premetto non conoscevo questa persona, l'ho trovata dal web). inoltre, mi dice che la psicologa gli ha detto che secondo lei lui non mi ama più e che deve lasciarmi, che lui deve uscire quando gli pare e che in casa non deve fare le cose che non vuole fare. mi riferisce che lei ha detto che anche lei in casa non fa quasi niente, che si occupa di tutto il marito e che a lui va bene così, che io sbaglio a dire che dovrebbe star dietro alle scadenze e alle pulizie. il mio compagno dice inoltre che lei ha commentato il mio desiderio di maternità con "che palle, anche a noi rompono per fare un figlio ma non lo vogliamo fare e ce ne freghiamo".
io reagisco malissimo a queste affermazioni, gli dico che non mi sembra un comportamento professionale, dire a una persona cosa prova e di lasciare un'altra persona, che semmai se lui avesse detto di volermi lasciare lei doveva aiutarlo a farlo ma non dirglielo lei cosa prova e cosa deve fare. lui sostiene di dire a lei che mi ama e lei insiste che deve lasciarmi e che sta con me solo per paura di stare solo. soprattutto gli dico che non mi sembra professionale che sia stata sabotata a priori la terapia di coppia ancora prima di intraprenderla.
io vorrei un vostro parere su questo comportamento. io preferirei davvero che lui smettesse di vedere questa persona, che prende una tariffa molto esigua all'ora, che in un anno e mezzo non ha risolto nulla, che delle due avrei preferito lui fosse convinto delle sue scelte ma non che adesso non sia in grado di dire cosa vuole dalla vita. aveva scelto lei per risparmiare, ma in 5 sedute con una persona dal curriculum diverso avevo notato dei cambiamenti, con questa è un anno e mezzo di pantano. l'ho cercata online mesi fa e ho scoperto che era solo psicologa e non psicoterapeuta (si è specializzata un mese fa, stando all'albo). poteva condurre una terapia in autonomia? una mia amica si sta specializzando e affronta piccole fobie riferendo a un supervisore. non gestisce casi da sola. vorrei un vs parere per quanto parziale dal mio racconto. grazie.

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Miglior risposta 26 AGO 2020

Buongiorno Chiara,
i Suoi bisogni, le aspettative e le preoccupazioni sono comprensibili e credo che molte persone nella Sua situazione si sentirebbero come Lei.
Sarebbe utile capire per quale motivo il Suo compagno non vuole che Lei incontri i suoi amici e la famiglia. Penso che ci sia qualcosa che vada oltre il disordine in casa e che non per forza Lei personalmente abbia a che fare con i suoi timori. Sarebbe altrettanto utile conoscere le aspettative del Suo compagno rispetto alla relazione di coppia. Questi e altri aspetti personali e relazionali immagino li affronti nella sua terapia individuale.
Il terapeuta non prende le decisioni al posto dei suoi pazienti né prescrive loro cosa devono fare. Piuttosto li accompagna nella conoscenza di se stessi che comprende anche l’individuazione e l’espressione dei propri bisogni.
Per quanto riguarda lo psicologo in formazione di psicoterapia, la supervisione è doverosa e il paziente ne dovrebbe essere informato.
Il percorso di coppia mi sembra un ottimo passo per migliorare la Vostra relazione, cosa che Vi auguro di cuore.
Dott.ssa Katarina Faggionato

Dr.ssa Katarina Faggionato Psicologo a Vicenza

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1 SET 2020

Buongiorno,
Comprendo la sua difficoltà ma temo che ci sia molto di “non detto” da parte del suo compagno. Onestamente mi lascia molto perplessa il suo escluderla dalle amicizie e dal rapporto con i suoi genitori. Dubito inoltre fortemente che un qualunque professionista possa sconsigliare una terapia di coppia. Spesso, invece, ho visto attribuire a professionisti proprie decisioni che non si aveva il coraggio di comunicare, o attribuirgli frasi che mai avevano pronunciato.
Personalmente cercherei di capire, al di là di quello che dicono “gli altri“ , cosa ognuno di voi sta cercando nella relazione. Lei è stata piuttosto chiara e coerente ma il suo compagno (in base al suo racconto) pur amandola non è pronto (o forse non vuole ) intraprendere una relazione matura con lei.
Sposti l’attenzione da lui a se’ , è davvero questo quello che vuole e crede di meritare?
Resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento

Dott. Ivana Gallo Psicologo a Castel Volturno

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1 SET 2020

Gentilissima,
Comprendo perfettamente la sua difficoltà ma temo che ci sia molto di “non detto” da parte del suo compagno.
Dubito fortemente che un terapeuta possa opporsi ad una terapia di coppia, così come insistwre

Dott. Ivana Gallo Psicologo a Castel Volturno

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26 AGO 2020

Gentile utente, mi sembra piuttosto chiaro che il suo compagno cerca di esprimere il suo pensiero attribuendone la responsabilità alla sua psicologa. Mi scusi, ma trovo abbastanza disdicevole svalutare una professionista, con la quale peraltro lei non ha mai avuto contatti, prendendo per oro colato le dichiarazioni del suo compagno, che mi sembra abbia dimostrato a più riprese di essere una persona immatura ed estremamente fragile. Credo che ci vorrebbe un po' più rispetto nei confronti della nostra professione, evitando con cura di mettere uno psicologo o uno psicoterapeuta (indistintamente) al pari di un amico con il quale si scambiano confidenze riguardo alle proprie abitudini e al proprio stile di vita. Cordiali saluti.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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26 AGO 2020

Buongiorno Chiara,
innanzitutto è importante comprendere che in una relazione se non c è scambio e lavoro reciproco non c’è amore.
L'amore è quando tutto funziona bene e il pensiero scorre in maniera armonica e leggera.
L'amore è la legge di moto del soggetto verso una méta e per questo motivo non c'è alcuna ragione di principio per cui debba finire.
Se non vi è scambio per la soddisfazione a due posti, se non vi è partnership, non vi è neanche amore.
È importante agire in modo tale da ricevere un beneficio dall'altro e poi lavorate insieme affinché i mezzi per ricevere beneficio siano a disposizione anche di colui che ci piace, affinchè il lavoro nel rapporto abbia come prodotto un guadagno per entrambi.
Detto ciò è fondamentale per il suo benessere scambiare con una persona che abbia chiaro questo. Se la sua meta è una convivenza e desidera un figlio, allora è importante che trovi la persona con la quale poter muoversi verso questo obiettivo. L’Altro deve fare la sua parte, ma non può essere obbligato se non lo desidera.
Per quando riguarda la psicologa del suo compagno non mi permetto di giudicare. Da psicoanalista però le dico che è il soggetto che deve lavorare su di sé e rielaborare la sua storia, con l’aiuto certamente dell’analista che però deve rimanere il più neutro possibile, accompagnandolo semplicemente ed aiutandolo a mettere in luce alcuni aspetti chiave.
Rimango a disposizione.
Un cordiale saluto.
Dott. G. Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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26 AGO 2020

Ciao Chiara

Credo sia importante valutare due aspetti:
Uno più generale: Fare un percorso di terapia è impegnativo, Spesso lo è ancora di più quando a farlo È un nostro caro; è difficile immaginare le dinamiche che egli vive in terapia e bisogna tenere conto che quanto viene riportato è sempre un vissuto soggettivo della persona che, in un momento ad alta intensità emotiva e relazionale, memorizza E trattiene solo alcune parti Dell’esperienza fatta.
Il secondo aspetto è più centrato al tuo racconto nel quale Descrivi un uomo Che tende a rifiutare le responsabilità: credo che questa sia una chiave di lettura attraverso cui leggere ciò che lui ti riporta rispetto al suo percorso; nel suo caso, Se usata secondo lo schema del rifiuto della responsabilità, la terapia può fornire un’ulteriore occasione per spostare la responsabilità Che non vuole assumersi (in questo caso la sposta sulla sua terapeuta, ma tu stessa riconosci questo come un meccanismo che lui utilizza in diversi modi).

Dott.ssa Cinzia Cassetta Psicologo a Torino

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