La paura del suicidio

Inviata da Maria · 7 giu 2018 Fobie

Salve! Sono Giada e ho 18 anni.
Scrivo qui perché da Febbraio soffro di alcune paure, inizialmente avevo l'ossessione di avere alcune malattie, quindi mi recavo spesso in ospedale per poter effettuare dei controlli e ho fatto le analisi del sangue. Avevo spesso attacchi di panico e crisi notturne. Dopo qualche settimana da questo disturbo se ne è andata una delle persone più importanti della mia vita improvvisamente, a causa di in intervento sbagliato, mia nonna.
Dopo qualche mese è emerso un pensiero alquanto terrificante, un immagine di me che si butta dalla finestra. Da lì ho incominciato ad avere una paura tremenda di poter commettere questo atto orribile inconsciamente. Ho passato giorni difficili in cui mi chiedevo perché a me? Piangevo e non riuscivo a darmi risposte.
È subentrata poi la paura di poter far del male alle persone a me più care insieme alla paura del suicidio.
Inizialmente cercavo di cacciare questi pensieri con dei rituali, adesso non lo quasi più, a parte qualche volta quando sento una paura estrema.
Vado dallo psicologo, ma lui mi dice che la mia paura riguarda il controllo, ovvero che ho molta paura di perdere il controllo e che adesso il mio inconscio mi manda questi segnali, ovvero questi pensieri amplificati, che in realtà velano le mie vere paure. Cosa ne pensate?

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Miglior risposta 10 GIU 2018

Gentile Maria, quello che le ha detto il suo psicologo sul controllo ha senso visto che , immagino, abbia preso in considerazione le ossessioni. Non la conosco ma posso capire quanto si senta oppressa e tormentata da questo vissuti. Premetto che non conosco la sua storia ma dalla mia prospettiva (sono uno psicoterapeuta delle gestalt ad orientamento corporeo) i suoi vissuti di ipocondria e panico sembrano anche legati al timore di sentire la sua energia intesa come sensazioni ed emozioni. L'ipocondria ed il panico, in altre parole, insorgono quando ci si spaventa di ciò che viene dal nostro corpo che è la "sede" e l'origine dei nostri vissuti emotivi. Di solito questo accade quando si vive in un atmosfera "controllante" e "ansiosa" in cui chi ci sta vicino non ci fornisce l'adeguato sostegno per vivere anche le emozioni "negative" come la rabbia e la trIstezza poiché queste spaventano o sono disapprovate proprio da chi dovrebbe aiutarci a comprenderle.
Quando questo accade tali vissuti diventano dei "fantasmi" perché abbiamo dovuto imparare a fare da soli attraverso il "controllo".
Pensiamo che se ci lasciamo andare chissà cosa accadrebbe, potemmo far male ad altri o a noi stessi. Più che soffermarmi sul controllo io mi concentrerei sulla possibilità di sentire ed agire la sua sana aggressività e le emozioni intollerabili in un contesto protetto come è quello della
Terapia. Riuscire a fare questo, posso supporre, la placherebbe e la aiuterebbe a prendere confidenza con il suo corpo senza sentirlo come qualcosa da "controllare" ma come una risorsa. Riuscendo ad autoregolare queste emozioni senza trasformarle in "altro" che la ossessioni.

Spero di averle dato qualche spunto utile di riflessione.
Un caro saluto
Dott. Roberto Pugliese

Dott. Roberto Pugliese Psicologo a Roma

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