La mia rottura con il mio ragazzo tossicodipendente da cocaina

Inviata da Valeria · 2 set 2022 Terapia di coppia

Ciao a tutti. Ho letto molte storie analoghe alla mia e alla fine ho deciso di scriverla e condividerla con la speranza di poter trovare un input a delle risposte che cerco continuamente di darmi.
Un anno e mezzo fa ho conosciuto quello che poi è diventato il mio ragazzo su tinder. Non era il mio tipo ma sin da subito con dei modi molto carini è riuscito a incuriosirmi. Inizialmente vista la distanza (ero in sicilia per le vacanze natalize di solito vivo a milano) passavamo ore a videochiamarci e finalmente mi sentivo me stessa libera di poter parlare con una persona che mi sembrava conoscere da anni.
Quando sono tornata a milano sono stata io a fare il primo passo e ci siamo visti. Sin da subito lui mi ha confessato di aver avuto in passato problemi di dipendenza da cocaina, motivo per cui la sua storia prima di me era finita, storia in cui anche lei era finita per farne uso. Ero spaventata e per tre volte l'ho rifiutato ma dopo lui è riuscito a convincermi che dopo 6 mesi di sert ne era uscito e io mi sono lascita andare innamorandomi come non mai, davvero innamorata follemente. A marzo kdopo solo 2 mesi mi lascia dopo aver detto di aver dei sentimenti per me. Sono rimasta molto male e mi sentivo devastata dentro. Dopo qualche giorno lui ritorna e io vengo a sapere da una mia cara amica che lui aveva parlato con lei e che a quanto pare stava passando un periodo difficile e aveva deciso di non buttarmi insieme a li nel tunnel (aveva bevuto parecchio e fatto uso). Mi sono sentita morire, ricordo un dolore così forte al solo pensare che la persona a cui già tenevo così tanto dopo poco tempo potesse farsi del male. Quando è tornato mi ha chiesto di stargli accanto e io gli ho detto che sarei rimasta solo a condizione che lui andasse da uno psicologo perchè si sa che prima di stare in una relazione si deve stare bene con se stessi. Decido di stargli accanto ma lui non affornta mai il problema o meglio contatta una sua cugina psicologa che non gli risponde mai. Ad aprile compro casa e gli chiedo di venire ad abitare con me (tutto questo celato ai miei genitori che sono un pò vecchio stampo). Passiamo i primi mesi molto bene e io mi sentivo molto amata. Lui ricomincia a lavorare in cucina e la sera quando torna notavo dei comportamenti strani mai visti come smascellamenti o irascibilità oltre al fatto che prima di tornare beveva sempre. Io però mi sentivo al sicuro perchè mi fidavo e varie volte gli avevo chiesto se ne facesse ancora uso e lui mi tranquillizzava. I mesi passano e arriviamo ad agosto in cui lui mi confessa che non aveva mai smesso e che non me lo poteva dire prima per questione di "tempistiche"; mi chiede di prestargli dei soldi e io dopo un'ora di parole su parole "solo questa volta, posso controllare, lo faccio solo a volte per divertirmi" ho ceduto. L'ha fatto davanti a me e io mi sentivo morire. Da quel giorno promessse su promesse smetterò e dopo ha iniziato con 4 volte alla settimana, usciva e si faceva, beveva senza fondo, si faceva a casa davanti a me e io ero dsitrutta. Parlo a sua madre e lo dico a lui che la prende male e che ammette dopo di avere un problema; gli dico di andare al sert ma non ci va e ricomincia. Io non dicevo più niente perchè mi ero convinta che lui davvero potesse controllarla ma alla fine ha perso il lavoro ( non mi faceva mancare i soldi per spese in casa). lui rimaneva senza soldi già a inizio mese e li chiedeva a me ridandomeli al primo stipendio. Sua madre inizia a dirmi che lui prima rubava soldi in casa e un giorno non mi ritrovo più 50 euro che avrei divuto utilizzare per prendergli una busta dato che era in una totale fase di craving e nonostante i miei tentavi di resistenza giuro che non sapevo più cosa fare. Mi sentivo male. alla notizia dei soldi non trovati lui va su tutte le furie e mi maltratta alzandomi le mani non in modo violento ma gridando e strattonandomi. Passano i giorni, mi promette che smette percheè io stavo molto male e perchè la nostra relazione così dopo varie volte in cui la mia fiducia era stata messa a dura prova, era in fin di vita.
Inizia a frequentare un amico sta fuori notti intere torna il giorno dopo totalmente fatto e continua a farsi per 2 giorni.
Gli chiedo di smettere e lui mi dice si ma da solo, fin quando dopo l'ennesima bugia lo lascio. Con tanto tanto dolore mi sono resa conto che la fiducia era oersa. Chiedo di andare in comunità ma lui rifiuta dicendo che non ne ha bisogno. Chiedo del sert e dice no e che in caso fa solo un favore a me perchè lui non è un tossico anzi (ha chiesto anche a me di provare ma non ho mai detto si) ricominciando a lavorare si sarebbe ripreso. Io cercodi dargli una seconda psossibilità ma in modo celato lo rifà. Lo lascio e da li cerco di fargli un discorso chiedendogli di prendere in considerazione il sert ALMENO e di allontanarsi da me che non stavo e non sto per niente bene con me stessa, mi sono persa. lui inizia a darmi colpe per la sua dipendenza, dice di odiarmi perchè lo ho abbandonato, poi dice che ho ragione e che andrà al sert ma io a un certo putno stando troppo male e rivolgendomi a una professionista ho deciso di scegliere me stessa nonostante lo ami davvero molto. Da quel giorno lui mi contatta e mi chiede di tornare perchè e cambiato e io purtroppo non riesco a credergli, perchè l'ho fatto un anno e mezzo dandogli tanta speranza promettendogli che ci sarei stata ma lui mi ha presa in giro. Adesso sto troppo male ho paura che lui possa cambiare davvero e io rimanere delusa. Ma d'altro canto so dopo vari confronti che lui non è neanche all'inizio della sua consapevolezza. Aiuto e grazie a chi risponderà

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Miglior risposta 3 SET 2022

Salve Valeria, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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