Salve.. vi scrivo perché sto malissimo, ieri dopo l'ennesima lite per motivi futili la mia ragazza ha deciso di troncare con me dopo 2 anni.. sono stati due anni intensi dato che ho perso mia madre in maniera tragica in un incidente.. me l'hanno portata via e ho solo 28 anni.. lei ne ha 23 e inizialmente mi è stata vicino, anche se spesso si allontanava perche dice voleva darmi forza.. io sono stato male male, ma poi con il lavoro e con lei accanto sono stato meglio. In Agosto abbiamo fatto una splendida vacanza.. ma dopo il ritorno dalla vacanza io ho percepito di stare cambiando.. in peggio.. tutt'ora mi sento nervoso, mi arrabbio con tutti. Piango e mi innervosisco allo stesso modo e ho cominciato a trattarla male da due mesi.. poi chiedendole sempre scusa.. fino a quando ieri sono arrivato a dirle che mi fa schifo perché ha fumato uno spinello.. Mi dà fastidio si.. ma non si meritava che le dicessi in quel modo...lei è una ragazza super presente, super dolce.. e io ho fatto di tutto per farle capire che è un periodo.. adesso sono morto. Sia per mia madre.. sia per lei.. sono solo con mio padre che sta pure male.. penso ai bei momenti con lei, penso a mia mamma e mi sento solissimo.. ho istinti suicidi.. perché mi sento troppo in colpa per come l'ho trattata...lei mi ha detto che è stanca e che vuole stare sola.. io ora sono morto. Solo.. vi prego ditemi cosa pensare per alleviare il dolore, e io senso di colpa.. vengo da una relazione di 7 anni.. finita sempre per gli stessi motivi, ovviamente senza il lutto di mia madre.. e andando in cura ho scoperto che il problema è sempre stato mio padre.. violento e a volte anche cattivo.. ora sono solo con lui. Aiutatemi vi prego
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17 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 9 persone
Ciao Claudio,
le tue parole arrivano con una forza e un dolore profondi — e il fatto che tu le abbia scritte qui, chiedendo aiuto invece di restare solo, è un gesto di grandissimo coraggio.
Stai attraversando un momento di lutto complesso, sommato a una rottura affettiva e a un senso di colpa che ti pesa addosso come se fosse insopportabile. Ma ti assicuro: anche se ora ti sembra impossibile, non resterà così per sempre.
Il dolore che senti non è una condanna: è la traccia viva di quanto hai amato, di quanto senti e della sensibilità che hai dentro.
Hai perso tua madre in modo improvviso e traumatico, e il tuo corpo e la tua mente stanno ancora cercando di sopravvivere a quell’assenza. La rabbia, la tensione, il sentirti “peggiorato” dopo agosto sono segnali di un lutto che non è stato ancora elaborato del tutto, e che ti ha fatto reagire con aggressività verso chi ti è più vicino.
Non è “cattiveria”, ma sofferenza non ancora digerita.
In questo momento la priorità è proteggerti, non giudicarti.
Ti invito davvero — subito — a:
parlare con qualcuno oggi stesso: se hai ancora pensieri di farti del male, chiama il Numero Verde per la prevenzione del suicidio 800 86 00 22 (attivo 24 ore su 24) o il 112 se senti che potresti farti del male. Non devi affrontarlo da solo, mai.
contatta il tuo psicologo o psichiatra di riferimento, o se non ne hai uno, rivolgiti al Centro di Salute Mentale (CSM) della tua zona: possono offrirti sostegno immediato.
cerca qualcuno di fiducia — un amico, un parente — e non restare chiuso in casa con questi pensieri. Anche solo parlare ti aiuterà a respirare un po’.
Il senso di colpa può essere affrontato e trasformato, ma serve cura e tempo, non punizione. La tua ex si è allontanata, ma ciò non significa che tu non possa ricostruire equilibrio e dignità per te stesso.
Claudio, non sei morto, anche se ora lo senti così: sei ferito, spaventato, esausto. Ma sei ancora vivo, e puoi uscirne con l’aiuto giusto.
Ti prego: non restare solo stanotte. Chiama qualcuno. Parla. Respira.
Questo momento non è la fine — è l’inizio di un percorso per ritrovarti, con l’aiuto di chi può e vuole ascoltarti.
Un abbraccio grande,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa
6 NOV 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Claudio,
Le mie condoglianze per la sua perdita, Le sono vicina nel grande dolore che descrive. La morte di un genitore è sempre un evento che colpisce profondamente, nel suo caso il lutto sembra complicato da una situazione familiare disfunzionale che Le provoca sofferenza da tempo. Un lutto simile richiede un tempo di elaborazione e può succedere che porti insieme al senso diperdita ed alla tristezza, anche sentimenti di rabbia, che finiscono con il colpire proprio chi ci è più vicino. Questo è un meccanismo difficile da controllare, soprattutto dopo un lutto traumatico come quello provocato da un incidente improvviso. Tutto questo per dire che la sua reazione è umana e comprensibile; è necessario un lavoro per elaborare quel lutto e anche per continuare il lavoro sulla sfera relazione. Nel suo messaggio Lei accenna ad una terapia precedente che rappresenta una base importante di presa di consapevolezza, credo sia venuto il momento per fare un altro tratto di strada. Ha pensato a contattare il/la professionista con cui ha lavorato in passato? Se per qualsiasi motivo non fosse un'opzione possibile, può trovare qui chi La possa seguire.
Comprendo la solitudine profonda che prova in questo momento e il senso di disperazione che può coglierla per questo. Il primo passo per uscire da questo isolamento è quello più faticoso, ma ho fiducia che la terapia possa aiutarla anche a rientrare in contatto con l'altro.
Nel frattempo, se dovesse avvertire nuovamente sentimenti di disperazione, ricordi che non li deve affrontare da solo. Per un supporto immediato, può rivolgersi a questi numeri:
- Telefono amico 02 2327 2327
- Numero Verde per la prevenzione del suicidio 800 86 00 22
Un caro saluto,
Francesca Calvano
24 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve ,
Capisco profondamente quanto dolore ci sia nelle tue parole. Hai attraversato e stai attraversando esperienze che metterebbero in ginocchio chiunque: la perdita improvvisa di tua madre, un padre di e ora la fine di una relazione che per te rappresentava un punto di luce dopo tanto buio. È naturale sentirti svuotato, confuso, e pieno di colpa.
Ma voglio che tu sappia una cosa fondamentale: non sei cattivo, né perso per sempre. Sei una persona che sta soffrendo troppo da troppo tempo. La rabbia, la confusione, gli scatti, non ti definiscono — sono segni di un dolore che non ha trovato ancora modo di essere accolto e curato.
Quando si vive un trauma così profondo come la morte di una madre, soprattutto in modo improvviso, è normale che il sistema emotivo resti in allerta, fragile. A volte ci si difende con rabbia o con freddezza, e poi si viene travolti dal senso di colpa. Ma il senso di colpa non serve a punirti: serve a dirti che hai bisogno di aiuto, di contatto, di cura.
Adesso, più di ogni altra cosa, non devi restare solo con questi pensieri neri.
21 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Claudio, innanzitutto grazie per aver condiviso questo frammento di vita così denso e doloroso. Il lutto che sta attraversando è di una portata significativa, si tratta di un lutto che scuote le nostre radici, le nostre origini.
I sentimenti di rabbia e di nervosismo che descrive sono più che fisiologici, con questi vissuti di sottofondo è difficile essere lucidi nelle risposte rivolte alle persone con le quali si ha più confidenza e intimità, come nel caso della sua relazione amorosa.
Dalla sua descrizione il lutto che ha vissuto sembra essere meno sopportabile e più doloroso anche dal contesto familiare nel quale è inserito, ampliando così il sentimento di perdita fino a sfociare in un vissuto di solitudine che a volte sembra attanagliarla.
Lo spazio di psicoterapia le può consentire di 'smaltire' ed elaborare tutti questi vissuti, accompagnandola passo dopo passo nella ripresa della sua vita.
In questo caso diventa fondamentale per la sua mente avere uno spazio sicuro che la possa accogliere e abbracciare metaforicamente in un dolore che porta con se una ferita profonda e ancora aperta.
17 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Claudio,
capisco quanto stia soffrendo. Sta attraversando un momento in cui tutto sembra crollare: la perdita di sua madre, la fine della relazione, la solitudine accanto a un padre che porta con sé tanto dolore. È naturale che oggi si senta svuotato, confuso, colpevole. In realtà, ciò che emerge dalle sue parole non è debolezza, ma il bisogno profondo di essere compreso, di trovare un posto sicuro dove poter “riposare” un po’ dal peso di tutto questo.
In una prospettiva fenomenologico-dinamica, non si tratta di “curare” un sintomo, ma di dare ascolto all’esperienza viva che lei sta attraversando. Il dolore, la rabbia, la colpa non sono nemici: sono modi attraverso cui la sua parte più ferita cerca di essere vista, riconosciuta, accolta. Quando ha perso sua madre, è come se fosse venuto meno un punto fermo, e la sua relazione è diventata il luogo dove cercare conforto e continuità. Ma a volte, senza volerlo, chiediamo all’altro di tenere in sé un dolore che in realtà ha bisogno prima di essere ascoltato dentro di noi.
Le sue reazioni — la rabbia, le parole che ora rimpiange — non la definiscono come persona: sono espressioni di una sofferenza che non ha ancora trovato parola. La vergogna e il senso di colpa mostrano che lei non è “morto dentro”, ma che sente intensamente, che desidera amare e farsi amare.
In questo momento, però, non deve affrontare tutto da solo. Gli istinti suicidari sono un segnale serio, che chiede aiuto immediato. La invito con tutto il cuore a contattare qualcuno ora — un familiare, un amico, o un servizio di emergenza. Parlare con qualcuno può alleggerire subito il peso di questa notte interiore.
Da un punto di vista terapeutico, un percorso con uno psicoterapeuta orientato in senso fenomenologico o psicodinamico potrebbe aiutarla a riconnettersi con sé stesso, a comprendere le radici del suo dolore e a trasformarlo in qualcosa di nuovo, più vitale.
Non si giudichi, non si condanni. In lei c’è ancora vita, e quella vita chiede di essere guardata con dolcezza, non con colpa.
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Caro Claudio,
ho letto con attenzione le tue parole e desidero dirti innanzitutto che la sofferenza che stai attraversando è reale e merita ascolto, non giudizio. Il dolore per la perdita di tua madre, unito alla rottura con la tua compagna, ha toccato in te le stesse corde profonde che già avevano conosciuto la perdita e la paura dell’abbandono. Quando la vita ci pone di fronte a più ferite contemporaneamente, la psiche spesso fatica a sostenere il peso: la rabbia, l’agitazione, il senso di colpa diventano allora forme disperate di sopravvivenza emotiva.
È comprensibile che, in questo stato, tu possa avere reagito secondo modalità che ora non riconosci come tue. Hai riconosciuto di aver oltrepassato un limite (“mi fai schifo”) e provi colpa. Questa sofferenza non “espia”, ma indica una coscienza viva. Quando sarai più stabile, potrai inviare un messaggio di riparazione responsabile, breve e non pressante. Poi lascia davvero spazio. Riparare non significa forzare l’altro a tornare, ma rispettarne il confine. La rabbia che hai espresso è segno di una frattura interiore ancora aperta, che chiede di essere compresa piuttosto che giudicata, in questo momento. Le parole pronunciate con durezza alla tua compagna non rimuovono l’affetto che c’è stato, ma possono essere rilette come il linguaggio confuso di un dolore più antico, che oggi riemerge in forma impulsiva. Riconoscerlo e dispiacertene mostra che dentro di te esiste una parte ancora viva, che desidera amare veramente. Per quanto concerne il contesto familiare, hai vissuto in ambienti dove la violenza (anche “solo” verbale) ha lasciato tracce. Non sei condannato a perpetuarla, ma non si disimpara da soli: qui il percorso psicologico non è un lusso, ma un presidio di dignità. Lavorare sul legame con tuo padre, sui confini e sulla tua storia di attaccamento non elimina il dolore, ma può restituirti possibilità di scelta dove oggi avverti la conadanna di un destino certo.
È importante, però, che tu non resti solo in questo momento. Quando scrivi di “istinti suicidi”, stai comunicando un grado di disperazione che necessita di presenza immediata, non solo di parole di conforto. Ti invito con la massima serietà a contattare subito un servizio di emergenza (112) o una linea d’ascolto come Telefono Amico Italia (02 2327 2327): sono persone preparate ad accogliere chi sta vivendo esattamente ciò che stai descrivendo, con rispetto e senza giudizio. Nei giorni a venire, prova a considerare l’idea di riprendere un percorso psicologico. La tua storia mostra quanto tu sia capace di introspezione e di riconoscimento del tuo dolore; un percorso di lavoro psicologico potrà offrirti uno spazio protetto per comprendere la rabbia, elaborare il lutto e imparare a restare in contatto con ciò che provi senza esserne travolto.
Ciò che oggi vivi come “morte interiore” è, in realtà, un momento di estrema vulnerabilità psichica in cui qualcosa di te - forse la parte più ferita - chiede di essere vista. Possiamo vederlo come un momento di passaggio: un varco attraverso cui può cominciare una trasformazione profonda, se saprai permetterti di essere accompagnato.
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Buonasera Claudio, quella che descrivi è una sofferenza stratificata su più livelli: il lutto traumatico per tua madre, la fine della relazione, la solitudine, il senso di colpa schiacciante e, cosa che mi preoccupa molto, i pensieri suicidi che stai avendo. Hai bisogno di aiuto professionale immediato, non domani o tra qualche giorno, ma adesso.
Se i pensieri suicidi si fanno pressanti, devi chiamare il 112 o recarti al pronto soccorso. Puoi anche contattare il Telefono Amico al 02 2327 2327 o il numero verde per la prevenzione del suicidio 800 86 00 22. Non sei solo in questo momento, anche se ti senti così, e ci sono persone pronte ad ascoltarti e aiutarti concretamente.
Hai perso tua madre in modo tragico a soli 28 anni, stai elaborando un lutto devastante, e nel frattempo ti sei trovato a gestire una relazione mentre eri emotivamente in frantumi. Il fatto che tu sia diventato nervoso, irritabile, che ti sia comportato male con la tua ragazza dopo il rientro dalle vacanze è il segno che il dolore represso stava esplodendo in modo incontrollato.
La rabbia improvvisa, il pianto, gli scatti di nervosismo verso gli altri e verso di lei, sono tutte manifestazioni tipiche di un lutto non elaborato e di un trauma che non ha ancora trovato spazio per essere accolto e attraversato. Tu hai continuato a lavorare, a funzionare, a fare vacanze, ma dentro di te c'era una voragine che non hai potuto guardare. E quella voragine ora si sta manifestando in modo distruttivo.
La tua ex ragazza ha fatto quello che doveva fare per proteggersi: nessuno può restare in una relazione dove viene trattato male, anche se comprende che dietro c'è dolore. Lei non ti ha abbandonato per cattiveria, ma per necessità. E tu non devi sentirti "morto" per questo: devi sentirti responsabile di prenderti cura di te stesso adesso, prima di poter essere in relazione con chiunque altro.
Devi riprendere immediatamente un percorso terapeutico individuale, possibilmente con frequenza settimanale o anche bisettimanale. Hai bisogno di elaborare il lutto per tua madre, di affrontare il trauma della relazione con tuo padre, di imparare a gestire la rabbia e il dolore senza farli ricadere su chi ti sta accanto. Questo lavoro non può aspettare.
Se la convivenza con tuo padre è insostenibile, devi cercare soluzioni alternative: amici, altri familiari, anche solo creare spazi di distanza fisica ed emotiva.
Infine, per ora lascia stare la tua ex ragazza. Rispetta la sua decisione, non cercare di convincerla a tornare, se un giorno, dopo aver fatto un vero percorso su di te, le vostre strade si riincontreranno, sarà diverso. Ma adesso tu devi occuparti di te e urgentemente.
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Claudio,
Innanzitutto voglio dirle che la sua sofferenza è profondamente comprensibile. Il dolore del lutto è immenso, a qualsiasi età, ma a 28 anni perdere la propria madre in modo così tragico rappresenta un trauma di portata devastante. La dinamica improvvisa e violenta dell'incidente rende questo lutto ancora più difficile da elaborare, perché non c'è stata preparazione, non c'è stato tempo per dirsi addio.
Quello che sta vivendo ha un nome: è il lutto complicato, aggravato da un trauma irrisolto e da dinamiche relazionali che, come lei stesso ha riconosciuto con grande consapevolezza, si ripetono da tempo. I meccanismi che ha messo in atto nelle sue relazioni – la rabbia, il trattare male chi le vuole bene, il pentimento successivo – sono sempre i medesimi, indipendentemente dalla perdita di sua madre. Questo pattern esisteva già prima.
La sua consapevolezza è già un passo importante: lei si rende conto di stare male, riconosce i suoi comportamenti distruttivi, capisce che sta allontanando chi ama. Questo significa che una parte di lei vuole guarire. Ed è proprio questa parte che deve ascoltare adesso.
Ha assolutamente bisogno di aiuto professionale, e ne ha bisogno urgentemente. Non può affrontare da solo un lutto traumatico, pensieri suicidi e dinamiche relazionali disfunzionali.
Se ha pensieri suicidi attivi, contatti immediatamente (e come indicato da altri colleghi):
Telefono Amico Italia: 02 2327 2327 (tutti i giorni 10-24)
Numero Verde contro il Suicidio: 800 86 00 22 (attivo tutti i giorni)
Pronto Soccorso più vicino - vada senza esitazione se sente che il rischio è concreto
112 per emergenza immediata
Cosa può fare nei prossimi giorni:
Cerchi subito uno psicoterapeuta specializzato in lutto traumatico e trauma complesso. Lei ha bisogno di elaborare non solo la perdita di sua madre, ma anche il trauma dell'incidente e i pattern relazionali.
Consideri una valutazione psichiatrica per capire se può beneficiare di un supporto farmacologico temporaneo che l'aiuti a gestire l'ansia, la rabbia e i picchi emotivi.
Ha amici, altri familiari, qualcuno con cui poter stare qualche giorno?
Sulla Sua relazione:
La sua ragazza ha fatto quello che poteva, ma era troppo giovane e probabilmente sopraffatta da una situazione più grande di lei. Il fatto che si allontanasse "per darle forza" mostra che non sapeva come gestire la sua sofferenza. Non è colpa sua, ma nemmeno sua. Quello che è successo dopo Agosto – il peggioramento improvviso – è tipico del lutto: dopo i primi mesi di "shock protettivo", il dolore vero emerge in tutta la sua forza.
La sua rabbia verso di lei era in realtà rabbia verso la morte, verso l'ingiustizia, verso se stesso. Lei è diventata il bersaglio più accessibile di un dolore che non trovava altre vie d'uscita.
Per alleviare il dolore ora:
Accetti che questo dolore non sparirà da solo, ma deve essere attraversato con aiuto
Il senso di colpa va elaborato in terapia, non torturandosi
Esca di casa ogni giorno, anche solo per camminare
Mantenga una routine, per quanto piccola
La verità è questa: lei non è una persona cattiva, è una persona ferita che sta reagendo a un trauma immenso senza gli strumenti per gestirlo. Ma la consapevolezza che ha dimostrato scrivendo qui è preziosa e può essere il punto di partenza per la guarigione.
Non può fare questo percorso da solo. Chieda aiuto. Lo merita.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Elsink
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Mi dispiace sinceramente per il forte dolore che stai provando. Hai attraversato eventi estremamente difficili ed è comprensibile che tutto questo abbia un peso enorme sul tuo equilibrio emotivo. In momenti come questo, è normale che le reazioni verso le persone più care siano influenzate dal proprio stato d’animo: quando si è immersi nel dolore, la rabbia e la tristezza possono emergere in modo incontrollato, soprattutto con chi rappresenta un punto di riferimento.
Hai fatto un passo molto importante nel chiedere aiuto, e questo dimostra che una parte di te vuole davvero stare meglio. Al momento la priorità non è “risolvere” tutto, ma accettare di stare male e permetterti di attraversare il dolore senza giudicarti. L’accettazione non significa rassegnazione, ma riconoscere che il dolore fa parte del processo di guarigione. Imparando ad attraversare nel modo migliore questi momenti dolorosi può solo aiutarti a gestire meglio situazioni come quella che stai vivendo con la tua ragazza.
Se in questi momenti senti che le idee suicidarie diventano forti o difficili da gestire, ti prego di contattare subito qualcuno. In Italia puoi chiamare:
- 112 (numero unico di emergenza), se senti di essere in pericolo immediato.
- Telefono Amico al 02 2327 2327 (attivo tutti i giorni).
- Samaritans al 06 77208977 (ascolto anonimo e gratuito).
Non restare solo con questi pensieri: parlare con qualcuno può davvero salvarti la vita.
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao Claudio,
penso che scrivendo in questo spazio avendo addosso tanta sofferenza e angoscia che mi sembrano esprimere le tue parole, tu abbia manifestato coraggio e voglia di esistere, di essere ascoltato, compreso, e desiderio e bisogno di sentirti meglio.
Mi rende triste sapere da te quanto stai vivendo e, come se non bastasse, vivi anche da sempre nel contesto di relazioni affettive così importanti. Dirti mi dispiace dubito che sia sufficiente, non solo perché è la prima volta che posso parlare con te.
Spero tanto che, oltre a ricevere risposte qui, tu possa rivolgerti anche ad almeno un amico o un’ amica, un adulto che rappresenta per te un supporto differente da quanto me ed altri colleghi psicologi potrebbero scriverti ma che quotidianamente o quando lo cerchi c’è.
Secondo me è molto importante non sentirti solo in questo momento della tua vita e, prima di tutti, ci sono l’ascolto, la comprensione gentile, la compassione che puoi rivolgere a te stesso, un po’ come quella che mi sembra mostri nello scrivere in questo spazio.
Dici che sei morto. Ma sei vivo e lo sai. La parte di te fidanzato di questa ragazza si è dovuta ritirare, ma non rappresenta tutto il tuo essere.
Mi chiedo se hai un lavoro, se studi, se entrambe queste occupazioni vorresti che chiedessero la tua attenzione quotidiana oppure se lo fanno e, almeno in alcuni momenti, riescono ad alleggerire il carico.
Penso che anche questo possa rappresentare una rete di sostegno, al pari, anche se in modo diverso, da relazioni con amici e consulenze con psicologi.
Forse scrivo una banalità, ma la perdita della tua mamma in questa vita è molto diversa dalla perdita della ragazza di cui un po’ scrivi qui. E se lasciassi andare questa ragazza per occuparti di te rispetto al lutto della tua mamma? Sarebbe forse questa una solitudine meno sola? Una volta elaborato il lutto per la tua mamma, anche se lo immagino un processo molto doloroso se penso al perché non è più in questa vita, forse avrai l’energia per ritornare ad essere fidanzato, senza provare sensi di colpa perché, legittimamente, non hai sempre la lucidità di manifestare all’altro il riconoscimento, che sai di provare, delle sue qualità. Trovo molto difficile, se non impossibile, essere sinceramente riconoscenti all’altro per le sue qualità se non ci sentiamo affatto riconoscenti per le nostre, ciechi per il dolore che proviamo e arrabbiati per quanto la vita ci ha posto come ostacoli.
Puoi ritagliare tempo per te oppure tuo padre è esigente e chiede costantemente che lo aiuti?
Spero che tu sappia, anche in questo momento, che cosa ti fa stare bene, anche se si trattasse di qualcosa che ti sembra, in questo momento, poco, attingi a quanto di bello hai vissuto e che non dipendeva dagli altri. Mi chiedo quali siano state le tue passioni fino a prima che cominciassi a sentirti così male.
Spero che tu possa recuperarle e ravvivarle così come trovarne di nuove.
Tifo per te!
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Innanzitutto, intendo porgerle le mie condoglianze
Non posso neanche immaginare il dolore che prova. La sofferenza per la perdita di una persona cara ci distrugge dentro
Tuttavia, col tempo dobbiamo rialzarci e continuare a vivere la nostra vita è un punto di familiare lavorativo sociale affettivo
In questo momento, difficile l’aggiunta della fine delle relazioni con la sua ragazza è un ulteriore dolore
Tuttavia, anche in questo caso, col tempo bisogna andare avanti e riprendere la nostra vita per perseguire i propri obiettivi ed investire sulla propria crescita personale, coltivare amicizie ed hobby prima o poi incontrerò una ragazza che le vorrà bene e che vorrà costruire un futuro sano e duraturo con lei
Una relazione sana si basa sul rispetto dialogo, comprensione, obiettivi comuni, concreti, volontà concreta di coseno futuro insieme, capirsi, supportarti sapersi perdonare tutto questo nel concreto, tutto questo da entrambe le parti
Un percorso psicologico è utile per affrontare questo momento difficile
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Caro Claudio,
quello che stai attraversando è un momento di dolore profondo, e leggendo le tue parole si sente tutta la fatica, la disperazione e la solitudine che stai provando. Hai perso tua madre in modo improvviso e traumatico, ti ritrovi accanto a un padre che non riesce a sostenerti emotivamente e, ora, anche la relazione che per due anni ti ha dato un po’ di respiro si è interrotta. È tanto, forse troppo, per chiunque da reggere da solo.
Il dolore che descrivi — quel senso di vuoto, di colpa e di perdita — non è qualcosa che puoi affrontare da solo in questo momento. Ti invito con tutto il cuore a chiedere aiuto subito: non perché tu sia “debole”, ma perché stai vivendo una condizione di sovraccarico emotivo.
Quello che stai sentendo adesso non durerà per sempre, anche se sembra impossibile da credere. Non sei “morto”: stai soffrendo, ed è diverso. Il dolore per la perdita di tua madre e per la fine della relazione si sono intrecciati, e questo amplifica tutto. Ma il fatto che tu sia riuscito a scrivere, a chiedere aiuto, a raccontare con questa chiarezza il tuo vissuto — è già un atto di coraggio, un segno che una parte di te vuole ancora vivere e trovare sollievo.
Non cercare ora di “pensare qualcosa per stare meglio”: adesso serve accoglierti, non risolvere. Serve che tu non resti solo in questa notte lunga.
Ti consiglio di contattare il tuo medico di base o il Telefono Amico Italia (02 2327 2327) o scrivere in chat sul sito ufficiale — sono servizi gratuiti e anonimi.
Non sei sbagliato, Claudio. Sei un ragazzo che ha vissuto troppo dolore e che ora ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a portarlo a non soccombere a questo peso, a trovare un modo, anche piccolo, per ricominciare a respirare. E questo inizio può essere una telefonata, un incontro, una voce che ti ascolta.
Con profonda vicinanza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Claudio,
mi dispiace molto leggere quanto stai attraversando — dalle tue parole emerge un dolore profondo, legato non solo alla fine della relazione, ma anche alla perdita di tua madre e a un senso di solitudine che in questo momento sembra difficile da sostenere. È comprensibile che ti senta sopraffatto, soprattutto dopo tante esperienze emotivamente intense e vicine tra loro.
Voglio dirti che non sei solo, anche se ora può sembrarlo. Il dolore che provi merita ascolto e supporto, non giudizio. È importante che tu possa parlare di ciò che senti in uno spazio sicuro e protetto, in modo da non dover affrontare tutto da solo.
Se in questo momento senti di poter fare del male a te stesso o hai pensieri suicidari, ti invito con urgenza a contattare subito qualcuno che possa aiutarti nell’immediato:
Chiama il 112 oppure il Numero Verde per la prevenzione del suicidio 800 86 00 22, attivo 24 ore su 24.
Oppure, se puoi, rivolgiti al pronto soccorso più vicino.
Nel frattempo, possiamo fissare insieme un colloquio di accoglienza per capire meglio la tua situazione e iniziare a lavorare su ciò che stai vivendo, passo dopo passo. Possiamo trovare insieme un modo per alleviare il dolore e costruire un nuovo equilibrio, con rispetto dei tuoi tempi e della tua storia.
Rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Covini Sofia
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Claudio,
sicuramente la perdita inaspettata di sua madre le ha creato una destabilizzazione emotiva e questo lutto non è stato ancora elaborato procurandole malessere e rabbia che in parte ha scaricato sulla sua ragazza compromettendo la relazione.
Tuttavia, essendo consapevole di avere sbagliato può fare il tentativo di recuperare questo rapporto.
In ogni caso le saranno di aiuto impegnarsi nel lavoro ed intraprendere un percorso di psicoterapia anche per imparare ad interagire meglio con suo padre.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Claudio,
le sue parole trasmettono con grande intensità il dolore che sta vivendo.
Quando si vivono esperienze così profonde, è normale sentirsi sopraffatti. A volte, il dolore non trova parole e si trasforma in rabbia o in atteggiamenti che finiscono per ferire chi ci sta accanto, anche se in realtà sono un grido di aiuto. Non c’è cattiveria in questo, ma una sofferenza che cerca spazio per essere ascoltata.
Dal suo racconto emerge anche una storia familiare segnata da tensione e durezza. In un’ottica sistemica, possiamo pensare che oggi lei stia portando sulle sue spalle un dolore che non è solo suo: il lutto per sua madre, il peso del rapporto con suo padre, il senso di colpa che sembra ripetersi nelle relazioni. Tutto questo meriterebbe uno spazio terapeutico in cui poter dare un significato nuovo a ciò che sta vivendo, e imparare a prendersi cura di sé in modo diverso. Il dolore che prova oggi non la definisce, ma parla di un bisogno profondo di essere visto, compreso, sostenuto. Con l’aiuto giusto, può imparare a trasformare questo momento in un percorso di cura e di rinascita.
Resto a disposizione,
Dr. Elisabetta Carbone
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Claudio.
Grazie per la sua condivisione.
Dal suo racconto si percepisce la sua grande sofferenza, una sofferenza che merita ascolto e contenimento. Elaborare il dolore che accompagna certi traumi non è qualcosa di semplice e immediato e per questo non va trascurato ma affrontato. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale con un professionista per meglio approfondire i suoi vissuti, per dar voce alle sue paure ed affrontare le sue fragilità. E un primo passo importante per riuscire a ritrovare un po' di serenità innanzitutto con sé stesso e per riuscire a stare meglio emotivamente.
Non esiti a chiedere aiuto, rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Erika Giachino
16 OTT 2025
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Caro Claudio,
mi colpisce molto il dolore e la disperazione che traspaiono dalle sue parole. Sta attraversando un momento estremamente difficile: la perdita di sua madre, il conflitto con suo padre e ora la fine di una relazione significativa sono esperienze che possono lasciare un profondo senso di vuoto e di colpa. È comprensibile che oggi lei si senta sopraffatto, arrabbiato e solo.
Desidero però dirle con forza che non è solo e che in questo momento la cosa più importante è non restare da solo con questi pensieri di morte. La invito a chiedere subito aiuto: può rivolgersi al 118, recarsi al pronto soccorso più vicino o contattare il numero verde per la prevenzione del suicidio 988, dove potrà parlare gratuitamente e in modo anonimo con operatori qualificati.
Le emozioni che sente adesso, per quanto intense, possono essere accolte e comprese. Il dolore, la rabbia e il senso di colpa sono reazioni umane a traumi e perdite profonde: non sono una condanna, ma un segnale di quanto bisogno di sostegno ci sia in questo momento. Un percorso psicologico o psicoterapeutico può aiutarla a dare voce e significato a tutto ciò che sta vivendo, a elaborare il lutto e a ritrovare gradualmente fiducia in sé e negli altri.
Si prenda il diritto di chiedere aiuto, anche subito. Parlare con qualcuno — un familiare, un amico, uno psicologo, o un operatore del numero 988 — è il primo passo per non restare intrappolato nel dolore.
Un caro saluto
16 OTT 2025
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Caro Claudio, nel tuo scritto percepisco una grande sofferenza.
Forse è giunto il momento di affrontare questo dolore, attraversarlo.
Hai parlato di "andando in cura", non so quindi se hai affrontato un percorso terapeutico e cosa ne hai tratto.
Il mio consiglio , visto questi vissuti ancora molto vivi, di prenderti quel tempo per te, ed esplorare questo dolore per poi riuscire a trasformarlo in qualcosa che ti possa donare Vita, la vera Vita, che riuscirai ad affrontare nonostante le difficoltà e gli ostacoli che si incontrano durante il cammino.
Non sei solo, afferra la mano di chi ti può aiutare.
Son con te, in questo dolore.
A disposizione se serve.
16 OTT 2025
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Mi dispiace profondamente per quello che stai vivendo. Quello che descrivi è un dolore enorme e il modo in cui lo racconti mostra quanto tu stia lottando per restare in piedi in mezzo a perdite e ferite molto profonde, la morte improvvisa di tua madre, la rottura della relazione, la solitudine e la convivenza con un padre che ti ha fatto male. È troppo per una sola persona da reggere da sola.
Voglio dirti subito una cosa importante: non restare solo adesso.
Se senti anche solo un pensiero suicida, chiama subito qualcuno. In Italia puoi contattare:
- Telefono Amico al numero 02 2327 2327 (attivo tutti i giorni dalle 10 alle 24),
- oppure Samaritans al 06 77208977 (attivi 24 ore su 24),
- o se senti di non farcela in questo momento, chiama il 112 o vai al Pronto Soccorso più vicino.
Non è debolezza: è un atto di coraggio chiedere aiuto quando stai soffocando dal dolore.
Detto questo, voglio aiutarti anche a capire cosa sta succedendo dentro di te.
Quello che descrivi, il nervosismo, la rabbia, gli scoppi emotivi, il senso di colpa, non è solo “carattere”: è un dolore non elaborato che sta cercando una via d’uscita. Hai subito un lutto traumatico e il tuo corpo e la tua mente si sono messi in modalità di sopravvivenza. La rabbia spesso è il modo in cui il dolore prova a farsi sentire, soprattutto se nella tua storia familiare (con un padre violento) non hai mai potuto esprimerlo in modo sicuro.
La tua ragazza ti è stata accanto in un periodo molto duro, ma la relazione è diventata anche il luogo dove il dolore si è manifestato. E questo non significa che tu sia cattivo o irrecuperabile, significa che sei un uomo ferito che non ha ancora trovato un posto dove curare la ferita.
Ora il primo passo non è “farti perdonare” o “riconquistarla”. Il primo passo è smettere di essere solo dentro questo dolore.
Hai già fatto qualcosa di molto importante: hai chiesto aiuto.
Ti chiedo di continuare su questa strada: cerca un professionista, uno psicologo, anche solo per non dover reggere tutto questo da solo.
Per ora, prova a ripeterti una cosa semplice:
“sto soffrendo perché ho perso troppo. Ma sto ancora qui. Sto chiedendo aiuto. E questo è un inizio.”
16 OTT 2025
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Buongiorno Claudio
Il tuo è un momento estremamente doloroso, complicato e delicato. L'unica cosa che si può dire qui è che, visto il malessere, sarebbe di aiuto un serio percorso con un professionista.
Non si capisce bene se sei andato in cura per un periodo, se ci sei ancora, se sta andando bene o male secondo il tuo giudizio, se si tratta di cura psicologica o psichiatrica... certo è che una cura non può spengere il dolore completamente e istantaneamente, può semmai aiutare ad arginarlo, attutirlo, dargli un significato e poi trasformarlo e utilizzarlo per andare avanti magari un pò più forti di prima.
A disposizione anche online
16 OTT 2025
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Buongiorno Claudio,
mi dispiace molto per ciò che stai attraversando. Separarsi da una persona cara e affrontare la perdita di un genitore sono eventi profondamente dolorosi, e il senso di vuoto e solitudine che stai provando è una reazione del tutto naturale di fronte a situazioni così intense. In momenti come questi è facile sentirsi sopraffatti, stai vivendo un carico emotivo che merita ascolto, cura e tempo per essere elaborato.
Proprio per questo, ti invito a non affrontare tutto da solo ma a intraprendere un percorso con un professionista: non si tratta solo di ‘superare’ ciò che è successo, ma di darti uno spazio sicuro in cui poter rimettere insieme i pezzi, dare un senso a ciò che stai vivendo e, pian piano, ritrovare un equilibrio.
Spesso si dice che il primo passo per stare bene con gli altri è imparare a stare bene con se stessi. Prendersi cura del proprio mondo interno è un atto di coraggio e di rispetto verso sé stessi, ed è da lì che può iniziare un vero cambiamento.
Resto a disposizione se ne hai bisogno, un caro saluto.
dott. Matteo Basso Bondini
16 OTT 2025
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Buongiorno Claudio, è importante che abbia avuto il coraggio di condividere un disagio così profondo. Il vuoto e la colpa che descrive possono essere alleviati con un percorso terapeutico. Può non sentirsi solo nell'affrontare questo momento.
16 OTT 2025
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Caro Claudio,
Grazie per aver condiviso qui il suo vissuto. Le sue parole trasmettono tutta la difficoltà di questo momento. Perdere due persone così importanti in così poco tempo aumenta la sofferenza ed è comprensibile che lei si senta confuso, spesso arrabbiato e angosciato.
La morte improvvisa di sua madre ha avuto sicuramente un impatto grande sul suo mondo emotivo, mi chiedo se si sia preso un momento per attraversare e vivere questo dolore. Sa, alcuni eventi, anche con tutti gli sforzi che possiamo fare per distrarci da loro, hanno un impatto e questo lo risentiamo anche dopo mesi e anni se non elaborati in maniera funzionale.
Quello che vedo è una persona che sta soffrendo molto e sta cercando di rimanere a galla. Ha consapevolezza che il comportamento avuto con la sua ragazza non sia stato buono ed è un primo passo verso una scoperta più intima di sé stesso.
Purtroppo non possiamo sapere con certezza come mai la sua ragazza abbia preso la decisione di allontanarsi da lei, quello che però possiamo cercare di capire è come stare in questo dolore. Come cercare di alleviarlo in una maniera buona per lei.
Inoltre se questi pensieri suicidari si facessero più intensi le ricordo che esistono realtà di aiuto che possono starle accanto nei momenti di emergenza come Telefono Amico o Samaritans.
Resto a disposizione e le mando un caro saluto,
Dott.ssa Jessica Carrozzino
16 OTT 2025
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Buon giorno Claudio, capisco che stia attraversando un momento difficile e dalle sue parole lei ha già intrapreso un percorso tempo fa e forse ora più che mai sarebbe il caso che affronti il suo dolore e la sua rabbia con un professionista. Affrontare il lutto di sua madre richiede tempo e questo influisce sul mondo che la circonda e le relazioni che ha con le persone attorno a lei e a maggior ragione con la sua ragazza. Ora ha avuto una seconda perdita, la relazione con questa ragazza.
Per cambiare le cose deve farsi chiarezza e se sta chiedendo aiuto qui è perchè vuole provare a farne. Quindi le rinnovo la proposta di affidarsi ad un professionista.
saluti
Dott.ssa Metelli Raffaella
16 OTT 2025
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Ciao Claudio
grazie per aver trovato la forza di scrivere. Non è facile farlo quando si sta così male, e già questo è un segnale importante: stai cercando aiuto, e questo significa che una parte di te vuole davvero stare meglio e ritrovare un po’ di pace.
Da quello che racconti, stai attraversando un dolore enorme: la perdita di tua madre, la fine della relazione, la solitudine, il senso di colpa. Sono esperienze molto intense, e nessuno riuscirebbe a reggerle da solo senza sentirsi travolto. Il fatto che tu ti senta "morto dentro" o senza forze è una reazione comprensibile a tanto dolore accumulato.
Hai vissuto una perdita traumatica e stai cercando di elaborarla, ma allo stesso tempo ti sei trovato a perdere anche la persona che rappresentava un punto di riferimento affettivo.
Vorrei dirti una cosa molto importante: non restare solo in questo momento.
Se senti che il dolore o i pensieri di farla finita diventano troppo forti, ti chiedo di contattare subito qualcuno. Puoi:
chiamare il 112 o andare al pronto soccorso più vicino,
oppure contattare il numero gratuito di ascolto e prevenzione del suicidio 988, attivo 24 ore su 24.
Ci sono persone pronte ad ascoltarti e ad aiutarti subito, senza giudizio. Non devi affrontare questo dolore da solo.
In questo momento non serve “pensare qualcosa per alleviare il dolore” — serve stare al sicuro e iniziare un percorso di aiuto.
Un terapeuta può aiutarti a capire come elaborare il lutto di tua madre, gestire la rabbia, e affrontare la perdita della relazione senza distruggerti dentro.
So che ora ti sembra impossibile crederci, ma il dolore che provi può essere attraversato, passo dopo passo, se non lo affronti da solo. Possiamo cercare insieme un centro o uno psicologo vicino a te se vuoi.
Non devi risolvere tutto ora: il primo passo è chiedere aiuto concreto e non restare solo con questi pensieri.