La mia famiglia mi ha distrutta?

Inviata da Caterina · 9 dic 2020

Salve, sono una ragazza di 21 anni. Non so davvero come impostare la questione, ci sarebbero davvero troppe cose da dire: farò del mio meglio. Sin da bambina ho avuto un legame molto forte con mio padre, essendo l'unico genitore con una certa disponibilità affettiva ed emozionale in quanto mia madre soffre da che io abbia memoria di Depressione Bipolare, Disturbo della personalità Borderline e Schizofrenia. Capirete bene che è stata un'infanzia difficile, soprattutto quando all'età di 11 anni mio padre ha chiesto il divorzio, trasferendosi successivamente a Milano (siamo di Salerno); mia madre non ha mai accettato la cosa, incolpando me nello specifico e praticando su di me violenza fisica e soprattutto psicologica a cadenza giornaliera. Quando anche mio fratello è riuscito a fuggire da questa realtà sono diventata ufficialmente il suo unico punto di sfogo, subendo denigrazione e trasformandomi automaticamente nell'unico capro espiatorio nonché colpevole di tutto. Non ho mai imparato ad alimentarmi da sola, svolgere le mie mansioni quotidiane quali le pulizie di casa e l'igiene personale finché a 19 anni non sono andata a vivere per 6 mesi con mio fratello in Inghilterra. Sono dovuta rientrare in Italia perché mia madre ha tentato per la 5 volta il suicidio, affermando che l'unica colpevole sono io, e che l'unico motivo per poter continuare a vivere sarebbe stato se io fossi ritornata da lei. Ho cercato di estrapolare dalla vicenda il meglio, approfittandone ed iscrivendomi all'università così da avere uno scopo fin quando non sarei potuta andar via definitivamente. Eppure sono completamente demotivata, depressa, e l'unica via di fuga da quella che è la mia situazione mi sembra il suicidio: allo stesso momento so che è irrazionale e sarebbe sbagliato, ma continuo a convivere con la costante idea che sia ciò che può realmente salvarmi da questa realtà. Ho una forte dipendenza affettiva dal mio attuale fidanzato, unica persona su cui so di poter contare e che mi sta vicino in ogni passo falso o meno che faccio: questo comprende il fatto che io non mi fidi nemmeno di me stessa, considerandomi un fallimento umano per colpa mia in primis. Mio padre è tutt'ora presente, nonostante gli INNUMEREVOLI tentativi di mia madre di farmelo odiare, ma anche per questo nei suoi confronti nutro un forte senso di distacco e non riesco in alcun modo a vederlo come un punto fisso per me. Mi è stato chiesto di andare in terapia per il mio bene, perché sono arrivata alla deriva a soli 21 anni e non trovo una ragione per iniziare a vivere. Cosa potrei fare? A che tipo di psicoterapeuta dovrei rivolgermi?

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Miglior risposta 10 DIC 2020

Gentile Caterina,
con tutto il rispetto per la patologia di sua madre che ha bisogno di cure specialistiche, non è accettabile che lei sia sensibile all'induzione di sensi di colpa e ricatti emotivi di minacce strumentali di suicidio al punto da contagiarsi con l'idea di questo atto pessimo e crudele.
Lei dovrebbe in primis prendersi cura di se stessa e pensare alla sua vita e al suo futuro avvalendosi del supporto di un bravo psicoterapeuta indipendentemente dall'orientamento teorico della sua psicoterapia.
Le consiglio anche di non mettere distanza da suo padre che molto prima di lei ha sopportato per anni il peso di una difficile situazione familiare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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9 DIC 2020

Cara Caterina, si porta addosso un grossissimo peso, che è importante elaborare e riparare, affinché Lei possa trovare pace e serenità, vivendo il più adeguatamente possibile la Sua vita.
E' sicuramente giusto intraprendere una terapia proprio per riassettare se stessa e i Suoi vissuti, dandogli un significato che Le permetta di andare avanti, con le giuste risorse. Le consiglierei una terapia del profondo, una terapia, quindi, psicodinamica che possa guidarLa in un'analisi di tutte le parti che compongono il Suo Essere, dando loro un senso e modificandole laddove Le creano malessere.
Le auguro tanta buona fortuna e tranquillità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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