LA LONTANANZA DAI MIEI GENITORI FA BENE A ENTRAMBI?
Ho fatto psicoterapia due anni fa per circa 6 mesi perché mi sentivo senza stimoli, chiuso, con la paura di affrontare la vita e le relazioni che capitavano. Mi costruivo, giorno dopo giorno, un muro davanti a me e di conseguenza facevo fatica a sviluppare una mia identità e ciò mi dava fastidio.
Le sedute mi hanno aiutato a capire i motivi e ho ricollegato tanto alla mia infanzia, al rapporto con i miei genitori (papà totalmente assente e taciturno, mamma che mi teneva in una campana di vetro). Da lì, ho deciso di andare via di casa e man mano ho costruito la mia autostima, a poco a poco, tanto da iscrivermi all’università a 26 anni, cosa impensabile per il me di pochi anni prima.
Ora sono fuori sede e, lontano da casa, riesco ad ed essere comprensivo con i miei e a “perdonarli” per i loro errori fatti Durante la mia infanzia. Riesco a vederli da una luce diversa, di bontà. Anche perché, forse anche consapevoli del loro karma familiare, mi hanno sostenuto e mi sostengono tutt’ora nell’Università…è il loro modo per dimostrarmi amore.
PERO’! Arrivo al problema. Quando ritorno a casa, tutta la comprensione che ho coltivato nei loro confronti, si disgrega e iniziò a stare nervoso (tanto!) E tutte le certezze e la mia identità che ho costruito fuori casa, lontano da loro, si offusca.
Ogni volta che ritorno a casa mi ripeto “non devi farti influenzare da loro” ma puntualmente succede.
Inoltre, mi ritrovo di nuovo confuso dal punto di vista emotivo tanto da non capire bene cosa provo. Sarà che ho bisogno ancora della lontananza dai miei per continuare a coltivare la mia identità? O sarà sempre così?.