Ipocondria dopo il parto

Inviata da Francesca Crisafi · 23 nov 2017 Ipocondria

Buongiorno, sono Francesca ho 34 anni e a settembre ho avuto una bimba. Da quando sono diventata mamma ho avuto vari attacchi di panico. In particolare ho sviluppato la paura di essere malata nello specifico di avere la SLA. Tutto è iniziato da un servizio in tv e da un programma televisivo che parlavano di questa malattia. Ho visto queste coincidenze come un segno e ho iniziato a documentarmi su internet cercando di percepire ogni sintomo della malattia. La paura si è consolidata qualche giorno dopo quando ho casualmente saputo che una conoscente è ammalata di questa malattia e questo ha rafforzato la mia convinzione di essere destinata ad ammalarmi. È come se questi fossero segni che mi preannunciano l arrivo della malattia. Da allora non riesco a stare serena a godermi la maternità pensando che tutto può finire male. Come posso superare questo momento? È possibile che queste coincidenze dipendano solo dal fatto che sono predisposta a sentire parlare della SLA? Aiuto!

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Miglior risposta 24 NOV 2017

Gentile Francesca,
Questi pensieri disfunzionali sono per lei limitanti: pensa di avere una malattia come la SLA e tutto ciò le crea disagio.
Sono pensieri fissi che tendono a permanere ed agiscono in ogni momento della giornata in modo subdolo. Essi agiscono velocemente ed in modo inconsapevole anche nelle ore notturne.
Occorre sostituire queste convinzioni integrando pensieri alternativi e costruttivi che ampliano lo sguardo della realtà.
E' importante ascoltare le proprie emozioni e sintonizzarsi con se stessa.
Certamente gli input dell'ambiente hanno avuto una certa rilevanza creando in lei una suggestione in un momento di fragilità come la maternità.
Per superare il momento le consiglierei di intraprendere un breve percorso psicologico per riequilibrarsi e sentire la propria autenticità.
Lei è una persona unica e speciale senza malattia!
I miei migliori auguri
Dott.ssa Donatella Costa

Studio Psicologia e Benessere Psicologo a Rezzato

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27 NOV 2017

Buonasera Francesca
ho letto la la sua lettera con molto interesse ed un punto mi ha molto colpita ovvero che i sintomi si presentino all'indomani della sua "nuova" condizione di vita, dal suo essere madre e conseguentemente dalle faticose nuove responsabilità di tale nuova condizione. A mio avviso sarebbe da esplorare la contestualità del sintomo alla maternità con un breve percorso di psicoterapia che l'aiuti a svelare le zone cieche sottese dal sintomo ipocondriaco e a sgombrare il cielo dai nuvoloni che ora lo ricoprono. Un cordiale saluto. Dr.ssa Loredana Muraca - Milano

Dr.ssa Loredana Muraca Psicologo a Milano

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24 NOV 2017

Carissima, il periodo che segue il.parto è ricco di modificazione ormonali che a spesso fanno provare strane emozioni e generano pensieri particolari. Bisogna indagare per bene.la tua situazione perché i pensieri intrusivi di cui parla ma soprattutto il modo in cui si presentano possono avere diverse collocazioni diagnostiche.
Prima di questo evento, non ha mai avuto altri pensieri ricorrenti?magari su temi diversi?
Ci pensi e poi consideri la possibilità di intraprende una terapia specifica.
Saluti
Virginia Valentino

Dott.ssa Virginia Valentino Psicologo a Avellino

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24 NOV 2017

Sei vittima di una depressione peripartum. Ansia per il futuro, attacchi di panico e in certi casi, forse come il tuo, episodi psicotici: idee fisse deliranti che sono in chiaro conflitto con l'evidenza. Rivolgiti, per il momento, solo al tuo medico curante. Auguri.

Dott. Luciano Malerba Psicologo a Torino

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24 NOV 2017

Buongiorno Francesca,
può capitare a volte che in periodi di grande fragilità come quello successivo al parto si possano creare problemi che non avremmo mai immaginato, addirittura questa percezione quasi superstiziosa di segnali che ci mettono sull'avviso... Tenga presente che ciascuno di noi crea la propria realtà attraverso i pensieri e i giudizi che dà su ciò che gli accade intorno, e che la superstizione esiste... ma solo per chi ci crede. Imparare a gestire in maniera diversa pensieri, credenze, paure, è possibile, e porta a modificare uno stato penoso anche in breve tempo quando ci si affida ad una terapia mirata, quindi le consiglio di prendere in mano la situazione e di farsi aiutare, anche per il benessere del suo bambino.
Cordiali saluti
M. Sara Sanavio
Perugia

Dr.ssa M.Sara Sanavìo Psicologo a Perugia

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24 NOV 2017

Gentile Francesca,
Mi chiedo se ha dei sintomi e se ha fatto delle indagini per escludere tale ipotesi. Eliminando mi auguro l’ipotesi della condizione organica, considererei la possibilità di una richiesta di aiuto psicologico per conoscere i motivi del suo non essere serena, non godersi la maternità e il pensiero che tutto finirà male.
La maternità è una fase delicata, destabilizzante per una donna, non esiti a rivolgersi a uno Psicologo anche per il bene di suo figlio/a.
Sono a disposizione se vuole.
Elisabetta Ciaccia

Dott.ssa Elisabetta Ciaccia Psicologo a Milano

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24 NOV 2017

Buongiorno Francesca
Avere un figlio apre inevitabilmente ad una soglia di vulnerabilità che prima non si conosceva. Restare incinta ed avere una gravidanza costituisce di per sé una prima esperienza totalizzante nella quale si sperimenta cosa significa non avere più il totale controllo sul proprio corpo e su ciò che accade, questo in quanto la gravidanza salvo complicazioni prosegue a prescindere attingendo dal corpo materno tutto ciò di cui necessita. E ci si rende conto di quante variabili possano interferire nel benessere e nello stato di salute del neonato e di quanto sia difficile controllarle.
Purtroppo tutte le informazioni che ci giungono dai media e la facilità di accesso con cui ce le possiamo procurare apre alla tentazione di farci suggestionare dai quadri clinici o dalle patologie esplicate, nei momenti in cui forse siamo più sensibili e fragili e cerchiamo delle risposte e delle certezze.
Io le consiglierei di prendere seriamente in considerazione la possibilità di dedicarsi del tempo per un suo percorso personale di psicoterapia focalizzata sul suo nuovo stato di madre e sulla donna e mamma che desidera essere per sé stessa e per la sua bimba.
Un caro saluto
Dott.ssa Fabiana Nicolini

Dott.ssa Fabiana Nicolini Psicologo a Bologna

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24 NOV 2017

Cara Francesca, purtroppo con internet e la tv ė frequente entrare nel meccanismo deleterio dell'autodiagnosi che non porta a nulla. Ha attraversato un momento particolare come quello della gravidanza e del parto, e puö succedere che un grosso cambiamento di vita porti a provare ansia, nel suo caso spostata sul corpo e la paura della malattia. Le consiglio di intraprendere una psicoterapia per imparare a conoscersi meglio, a buttare fuori queste paure, ma soprattutto a gestirle e rielabolarle. Resto a disposizione e le faccio un grosso in bocca al lupo per la sua vita.

Daniela Cannistrà Psicologo a Seregno

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24 NOV 2017

A volte pensiamo di avere una malattia, solo perché abbiamo appreso di qualche sintomo che potrebbe essere imputato alla malattia e che ci attribuiamo.Questo è il caso delle auto-diagnosi fatte su internet o guardando programmi TV. La cosa diventa talmente reale che ci induce in un ansia tale da provocare un vero stato di agitazione. Che fare? Per uscire da questo circolo vizioso si può entrare in terapia con uno psicologo cognitivo -comportamenta ( fare qualche seduta) e capire cosa ci mette nella situazione di fare determinati pensieri e poi imparare a metterli da parte, oppure si può pensare di fare un salto dal medico, magari nel suo caso un neurologo e dirgli: "Dottore io ho questi sintomi.. Secondo lei mi devo preoccupare?" In modo da iniziare un iter diagnostico, che ci porti a realizzare la veridicità di ciò che pensiamo, che ci metta davanti alla realta. Le consiglierei di provare entrambe lw soluzioni. La cosa importante e che lei torni a vivere serenamente e si coda la sua bimba e questo vostro tempo insieme che non tornerà e sarebbe peccato sciuparlo adiwtro ad una paura insensata. Resto a disposizione.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Barbara De Luca

Dott.ssa Barbara De Luca Psicologo a Catanzaro

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