Io e la mia gelosia retroattiva
Gentili psicologi di GuidaPsicologi sono qui oggi per ricevere qualche consiglio riguardo un importante problema d gelosia retroattiva di cui soffro da scarsi un paio d'anni. Lo ammetto e lo riconosco, sono una persona particolare sotto parecchi punti di vista e probabilmente proprio questo mio modo di essere mi ha portato, a soli 26 anni, ad essere un pó sola e solitaria. Non sto dicendo che soffro di solitudine e/o che io sia asociale, ma che tendo a stare molto bene, o molto male, da sola. Provo a spiegarmi meglio. So e riesco bene a rapportarmi con gli altri, e se mi permettete un minimo di modestia, risulto anche abbastanza gradevole e simpatica. Ma nella realtà dei fatti nessuno delle mie "amicizie" conosce il mio problema con la gelosia retroattiva e non ho nessuna intenzione di confessarlo e parlarne con nessuno di loro. Dall'altra parte, nei momenti un pó più tristi e depressi, non ho nessuno con cui sfogarmi e tendo ad entrare nel tunnel della tristezza, dal quale è sempre difficile uscire.
Tornando al fulcro del discorso, ammetto di aver cercato parecchio sul web qualcuno che ne parlasse, senza chiedere mai a fonti specializzate per mancanza di disponibilità economiche. Vengo da una prima relazione di 8 anni, durante la quale non ho mai avvertito questo tipo di gelosia e per la quale non ho neanche mai sofferto in generale, visto che è finita perché oramai non c'era più un minimo sentimento e attrazione. Tutto invece è iniziato con la seconda, nonché attuale relazione. Posso dire con sincerità che all'inizio non ero gelosa della sua vita passata, nonostante il sentimento che mi lega a lui era molto molto forte e lo è oggi allo stesso modo. Fatto sta che piano piano ho cominciato a sentirmi "meno" delle altre. Credo che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso sia caduta durante l'ultima grande litigata che facemmo quasi due anni fa. Non sto ad elencare le varie motivazioni, ma ad un tratto una frase in particolare mi lasciò di sasso. " se voglio smerdarti e farti rimanere male potrei farlo". Sono d'accordo con Voi sul fato che non abbia detto nulla di così cattivo, eppure dal quel momento in poi la situazione non è andata che peggiorando. La mia interpretazione, a detta sua sbagliata, di quelle parole è stata: " potrei farti capire quanto in realtà fai schifo rispetto alle altre con cui sono stato". Non ha senso, razionalmente parlando lo so anche io, ma ancora oggi, dopo la bellezza di mesi e mesi, è l'unica interpretazione che riesco a dare. Sapete benissimo tutto ciò che ne è derivato dopo. Senso di inadeguatezza costante e a tratti schiacciante e lacerante. L'immagine di lui con quella o con quell'altra anche quando è in intimità con me. E mi sento stupida, imbranata, incapace, goffa e insoddisfacente. Un niente se messa a confronto alle tante altre. Eh si anche questo, le TANTE altre. Qui cado in quello che di recente mi è stato detto sia un mio difetto e che io sinceramente non conoscevo. Tendo a giudicare. Non so bene ancora cosa voglia dire. Riconosco che le persone che hanno ideali diversi dai miei tendo ad allontanarli, questo si. Ma semplicemente perché in automatico non mi trovo più bene con loro. Rispetto ogni idea o pensiero, ma di conseguenza decido, anche inconsciamente, chi deve starmi ad un palmo da fondo schiena e chi mi piace che mi stia più vicino. Tornando a noi e alle tante si, credo che sei siano tante. Tra relazioni, frequentazioni e nessuna delle due. Forse ho sbagliato io a considerarlo come un uomo diverso. Uno di quelli che crede fermamente nell'amore e nella sua versione più pura. O semplicemente sono sbagliata io, che considera il sesso non solo fisico ma mentale. Anzi molto più mental molto più mentale che fisico. Se non provo un determinato e intenso sentimento di conseguenza non riesco a provare attrazione. Non è solo una cosa intima ma esclusiva. E molto probabilmente non troverò nella vita un'altra persona che riesca a farmi sentire innamorata come lo sono ora. Continuando il racconto posso dire che per un periodo ,seppur di breve durata, sembrava essere passato. O almeno quel tipo di pensieri non sono più venuti a farmi visita di loro spontanea volontà . E poi tutto d'un tratto eccoli tutti qui di nuovo, quasi più forti di prima e con una piccola aggravante. La gelosia vera e propria. Quindi ora non si parla più solo di gelosia retroattiva ma anche di gelosia normale. Quella che ti porta a voler controllare il suo telefono quando gli arriva un messaggio, a domandarsi chi sia dall'altra parte quando lo vedi parlare al cellulare, quella che ti fa reagire male ad una sua uscita con un'amica, e che in definitiva non ti fa più fidare dell'altro. E non è piacevole. Non ho motivo di pensarlo, non ha fatto nulla che potesse portami a questo e mi ha sempre rispettata come sua compagna. Ma nonostante ciò il tarlo nella mia testa c'è. E io non riesco a liberarmene. Ho provato a parlargliene, in particolare della mia gelosia retroattiva ed è sempre stato lì ad ascoltarmi e a consolarmi nei momenti peggiori. Ma non è cambiato nulla, e io mi trovo nella difficile posizione in cui da una parte vorrei sempre e solo che mi stringesse tra le sue braccia coccolandomi e consolandomi e l'altra in cui mi sento pesante e pressante a sommergerlo con i miei problemi di cui non ha colpa.
Credo di aver finito, o almeno le principali credo di averle scritte tutte.
Attendo con piacere una risposta
Gio
P.s. perdonatemi qualche errore di ortografia o grammatica ma ho scritto di getto