Interruzione psicoterapia

Inviata da Antonio Matarazzo · 3 nov 2016 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera,
mi scuso in anticipo se la domanda è stata già posta, ho cercato nella community ma non ho trovato nulla di identico.
Mi trovo (ormai da diverso tempo) in una situazione di forte confusione in quanto da una parte vorrei interrompere la psicoterapia che sto seguendo, dall'altra ho paura di farlo perché penso vorrebbe dire ricominciare tutto da zero e con quali garanzie?
Il problema è che sono seguito dalla stessa dottoressa da circa 8 anni, dal 2005 in realtà ma con varie interruzioni dovute a miei viaggi all'estero o trasferimenti temporanei. La cosa frustrante e per cui sarei tentato di cambiare, è che mi sembra assurdo (per non dire una fregatura) che dopo tutti questi anni non si sia riusciti a curare i miei disturbi, che sono prevalentemente di instabilità dell'umore e fobia sociale (questo è scritto nella cartella clinica della psichiatra da cui mi ero recato nel 2015). Insomma mi rivolgo a voi per chiedervi consiglio su come gestire questa mia insoddisfazione rispetto alla terapia con la dottoressa attuale.
Mi sembra di stare a perdere solo tempo con lei, non che non mi fidi, la stimo molto ma ho la sensazione che vado da lei le racconto le mie cose e finisce lì. Non vedo l'obiettivo o il fine del nostro lavoro. mi stanno sorgendo dei forti dubbi sulle sue capacità di affrontare la mia situazione, o forse sulla sua voglia...forse dopo tutti questi anni anche lei si è stancata.
In ogni caso, gliene ho parlato oggi ma anche in passato, e lei dice sempre che sono io che non mi impegno nel lavoro della psicoterapia e che ho proprio inteso erroneamente il senso della terapia stessa: mi critica per esempio il fatto che io prenda spesso appunti durante le sedute o che faccio troppo affidamento sulla seduta per stare bene...non credo che prendere appunti sia così grave, ho provato anche a non prenderli per periodi e non è che la cura sia migliorata. Insomma mi piacerebbe poter fare un discorso sereno e trasparente con la dottoressa sul fatto che non mi sento più motivato alla terapia, ma lei ogni volta che tiro fuori il discorso tira su le difese dicendo che sono io ecc. e dicendo che in questo caso è meglio se io rifletta bene se continuare le sedute con lei (che a me suona come una specie di minaccia o ritorsione..).
Cosa posso fare? Perseverare con lei sperando che cambi qualcosa o cambiare terapeuta/tipo di terapia?
Mi pare che lei sia del ramo psico dinamico,
Grazie a tutti per l'attenzione e per le risposte/consigli che vorrete darmi!

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Miglior risposta 3 NOV 2016

Gentile Frank,
non sempre è possibile comprendere il percorso che è stato fatto prima di giungere ad una meta e non sempre è definibile il tempo per raggiungerla. Lei fa un cenno ad una cartella clinica, che andrebbe approfondita per poter capire se 8 anni sono tanti , troppi o meno. Tuttavia sono convinta che all'interno del setting del terapeuta di qualsiasi orientamento (io sono Psicodinamica-psicoanalitica) ci si debba sentire accolti e a proprio agio. Può capitare un periodo di rabbia o sconforto che è di solito materiale prezioso in seduta, ma se perdura forse vale la pena provare a cambiare. Ci rifletta bene, non tanto per la paura di dover ricominciare, ma... dopotutto lei sono 8 anni che puntualmente si presenta in seduta... forse qualche legame che le sfugge è più radicato di quanto pensa. Comunque sia, può chiedere ad un collega un appuntamento prima di prendere qualsiasi decisione.
Cari saluti

Dr.ssa Stefania Ferrari Psicologo a Monza

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4 NOV 2016

Gentile Franc,
8 anni francamente sono molti. Ha fatto bene a parlarne con la sua terapeuta, e le consiglio di dirle anche che sta valutando di iniziare un nuovo percorso terapeutico. Si permetta di essere onesto e schietto con lei, anche rispetto al suo atteggiamento che rimanda tutte le responsabilità a lei. Questo può aiutare a eventualmente "sbloccare" questa stasi. Se però manca la motivazione, forse il beneficio di questa terapia si è esaurita. Un nuovo percorso potrebbe darle nuovi stimoli e spunti di cambiamento.
In bocca al lupo!

Dott. Gianluca Antoni
Psicologo Psicoterapeuta Ipnotista
Senigallia (AN)

Dott. Gianluca Antoni Psicologo a Senigallia

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4 NOV 2016

Leggendo si respira aria di stanchezza e, nonostante la mia formazione rigorosamente psico-dinamica, sento che a questo punto della 'stasi', si rende necessario prendere contatto con un/a psicoterapeuta ex novo . Fosse semplicemente per prendere una boccata d'aria e verificare cosa succede . Resto a disposizione per eventuali successive comunicazioni
Dottssa Carla Panno
psicologa - psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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4 NOV 2016

Buonasera Franc, da come ha esposto la situazione a me sembra che ci sia una situazione di stallo relazionale di cui si cercano le cause più nell'altro che in un atteggiamento critico verso se stessi. Forse la vostra riflessione dovrebbe essere focalizzata più sulla coppia-terapeutica che su chi ha fatto o non fatto cosa. In 8 anni di terapia si instaurano degli automatismi relazionali che reiterano se stessi e non fanno emergere (o sottolineare) quanto di nuovo, in ogni singola seduta, può nascere. Il parametro temporale, in psicoterapia, non vuole mai dire niente (a parte per coloro che credono che i problemi emotivi possono essere risolti in tempi brevi o lunghi), questo è il mio pensiero. Rispetto al fatto che lei prenda appunti durante la seduta (che sia per controllo o per altre motivazioni), io penso che se lei ne ricava una qualche utilità, non vedo perchè criticare tale condotta, a patto che ne emerga chiaramente la motivazione e la funzionalità, appunto. Credo che il criterio principale cui riferirsi sia l'aspetto relazionale con la collega. Se sente che può ancora fidarsi di lei, che le fa piacere andare in seduta, che si sente accolto, sicuro, protetto e compreso, allora può essere utile continuare. Altrimenti, pur capendo la fatica di ricominciare un percorso da capo, è meglio cambiare, per non perdere soldi, tempo ma, soprattutto, motivazione rispetto alla sua esposizione emotiva ed al cambiamento.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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4 NOV 2016

Gentile Franz
è difficile dare un giudizio perchè ogni psicoterapia è diversa dall'altra, anche per il solo fatto che ogni persona è diversa dall'altra. Probabilmente la sua terapeuta vuole solo spronarla a oltrepassare l'impasse in cui si trova, dandole degli spunti su cui riflettere: non c'è motivo di credere che faccia ritorsioni o cose del genere. Tuttavia, lei fa bene ad esprimerle ciò che pensa e ciò che prova, altrimenti non avrebbe davvero più senso andarci. E questa, comunque, è una decisione che può prendere solo lei: dietro questa sua volontà c'è una difesa ed è quindi una forma di arretramento o c'è altro?
Detto ciò, un suggerimento credo di poterglielo dare: potrebbe affiancare alla psicoterapia individuale, quella di gruppo (gruppo analisi). Solitamente ha la funzione di accelerare i tempi della terapia stessa (e lei ha già fatto 8 anni) poichè "costringe" a confrontarsi con gli altri e a ricreare nel gruppo determinate dinamiche. In poco tempo potrebbe anche lasciare la terapia individuale per continuare solo con quella di gruppo. Consiglierei, inoltre, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta diverso: di prassi le due terapia dovrebbero essere regolate in questo modo.
Spero di esserle stata utile. Resto a disposizione per chiarimenti
Cordialmente

D.ssa Cristina Giacomelli
Lanciano (CH) - Pescara

Dr.ssa Cristina Giacomelli Psicologo a Lanciano

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4 NOV 2016

Caro Franc,
è molto importante condividere gli obiettivi terapeutici tra paziente e terapeuta. Questo può dare l'idea della direzione di lavoro che state intraprendendo e impegnare entrambi a focalizzarvi su questo per raggiungere i vostri obiettivi.
Se lei sente di non avere ben chiara la direzione in cui vi state incamminando mi pare sia una buona soluzione quella di parlarne direttamente con la sua terapeuta e chiederle di poterli definire insieme.
Dal canto suo, cosa si aspettava e/o si aspetta tuttora da una terapia? Come descriverebbe la storia della vostra terapia insieme fino a questo punto? Di cosa sente di aver bisogno ora?
Questo chiarimento potrebbe essere utile per reimpostare questa terapia ma, nel caso in cui decidesse per una sua conclusione, tenga presente che possiamo aver bisogno di approcci differenti o di terapeuti differenti in diverse fasi della nostra vita ma é comunque importante riflettere sulla terapia stessa per chiudere eventualmente un ciclo e riattibuirvi un senso.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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4 NOV 2016

Buongiorno Franc,
posso chiederle con che frequenza effettua le sedute (togliendo i periodi di interruzione per impegni lavorativi)?
Prende dei farmaci? Può affermare in tutta serenità di non avere avuto miglioramenti in questi 8 anni?
Se lei la sente come una necessità perché è venuto meno un progetto terapeutico che, da quello che dice, forse non è mai stato esplicitato forse è proprio il caso di cambiare.
Probabilmente lei sarà pure un paziente resistente che non si impegna, ma se viene a mancare un progetto, se non si lavora per piccoli obiettivi soprattutto in relazione alla sua fobia sociale, potrebbe avere la sensazione di non sapere cosa si sta facendo.
Lo so che cambiare terapeuta potrebbe spaventarla, ma viva questo come un'opportunità per avere un punto di vista diverso e non come un ricominciare tutto d'accapo.
Per quanto riguarda il suo prendere appunti in seduta bisognerebbe capire perché sente il bisogno di farlo e che ruolo hanno questi appunti fra una seduta ed un'altra.
Provi a fare anche solo qualche seduta con qualche altro collega magari di un orientamento differente, potrebbe avere stimoli nuovi.
Auguri

Dott.ssa Lorico Psicologa Psicoterapeuta a Piacenza

Dott.ssa Concetta Lorico Esposto Psicologo a Piacenza

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3 NOV 2016

Gentile Franc.,
le sue interruzioni della psicoterapia per viaggi all'estero e trasferimenti temporanei possono aver interferito sull'andamento e sugli esiti della terapia stessa.
Quindi è importante la continuità e la regolarità delle sedute oltre alla durata complessiva di tempo della terapia.
In ogni percorso di psicoterapia, a prescindere dal tipo di orientamento teorico, occorre definire un progetto terapeutico personalizzato con degli obbiettivi da raggiungere ed ogni paziente, nel mentre deve sentirsi accolto e capito nelle sue problematiche e nei suoi stati d'animo, dovrebbe anche collaborare attivamente specie riguardo all'esecuzione di eventuali "homework" (compiti) prescritti dal terapeuta.
Tuttavia, come esistono differenze nei pazienti riguardo alla loro motivazione e impegno nell'alleanza di lavoro, così esistono differenze nei terapeuti riguardo sia al loro approccio che allo stile di relazione terapeutica e al modo di comunicare.
Pertanto, se lei, dopo tutto questo tempo, non è convinto di aver fatto dei progressi significativi e non è contento di questi incontri ha tutto il diritto di cambiare terapeuta o anche di fermarsi definitivamente pur senza aver superato gli sbalzi di umore e l'ansia sociale.
Cordiali saluti.
Dr Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 NOV 2016

Gentile Franc,
otto anni sono veramente tanti per una psicoterapia anche di stampo psicodinamico. Credo che la sua frustrazione sia condivisa , poichè seguire un paziente ad intermittenza non può che provocare una grande perplessità e incertezza nel proseguire una adeguata psicoterapia , anche nello psicoanalista più motivato. Il fatto di prendere appunti da parte sua ,poi , indica un grande desiderio e bisogno di controllo oltre a quello di ribaltare i ruoli, indicando quindi un grave "complesso di potere". Lei non si abbandona con fiducia all'intervento terapeutico della sua psicologa e reclama certezze assolute , non rendendosi conto , che sulla relazione terapeutica lei proietta insicurezze , paure , sfiducia rabbia e volontà di potenza che, con molta probabilità , derivano da un passato relazionale e affettivo ben più datato. Non le resta quindi che esprimere direttamente i suoi dubbi , perplessità e sentimenti alla dott.ssa che la segue ed analizzarla ed elaborarla in profondità senza artifizi legati al controllo ed eventualmente, se non soddisfatto della risposta , decidersi a cambiare rotta. Non le piace essere ascoltato? Trova che sia una perdita di tempo? Non si sente abbastanza compreso , accudito e accettato? Sente di non avere abbastanza controllo sulla situazione e sufficiente fiducia nella terapeuta che la segue da tanto tempo? Allora , come propongono altri colleghi, cambi rotta , provi una nuova esperienza, modifichi terapeuta e tipologia di terapia. E' probabile che dopo tanto impegnativo lavoro nel sostenere la sua fragile autostima, lei senza rendersene conto si ritrovi talmente vendicato e potente da riuscire a superare i suoi problemi e.......,
come recita il titolo di un famoso film di Woody Allen: "Basta che funzioni"


Cordiali saluti
Dott.ssa Giuseppina Cantarelli
Parma

Dott.ssa Giuseppina Cantarelli Psicologo a Parma

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3 NOV 2016

Buongiorno Franc, esistono tanti di tipi di terapia ed ognuna ha dei metodi diversi e prevede delle tempistiche differenti. Per quello che riguarda i metodi alcune terapie si basano sul parlare di varie tematiche, anche in risposta alle domande e alle riflessioni fatte dal terapeuta. Altri tipi di terapia, oltre al colloquio, forniscono alla persona delle indicazioni precise in merito a come affrontare determinati problemi e prevedono che, tra un incontro e l'altro, la persona debba eseguire dei "compiti" che hanno un determinato obiettivo e che verranno discussi negli incontri successivi.
Per quello che riguarda i tempi innanzitutto bisogna precisare che nessuna terapia può fornire alla persona la garanzia assoluta di risolvere il problema. al di là di questo aspetto, in alcune terapie non è possibile prevedere quelle che saranno le tempistiche necessarie per migliorare e per risolvere il problema. Può capitare, quindi, che la terapia diventi molto lunga e duri per anni. In altre terapie, invece, dopo aver analizzato nel dettaglio la situazione, è possibile fornire delle indicazioni in merito alle tempistiche che si prevedono. Ovviamente è un'indicazione probabilistica ed orientativa (anche perchè ogni caso è un caso a sè), ma sicuramente consente di avere un'idea su quello che bisogna aspettarsi. Attualmente sono molto diffuse terapie brevi di vario tipo.
Ovviamente la scelta è molto soggettiva e spetta soltanto a lei. Se non l'ha già fatto può iniziare ad informarsi sulle caratteristiche delle varie terapie in modo tale da avere un'idea generale di quelle che sono le alternative, così da fare una scelta più consapevole, qualunque essa sia.
Buona fortuna

Dott.ssa Erica Tinelli Psicologo a Orte

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