Insoddisfazione e malessere

Inviata da Vanna · 30 giu 2020

Salve, ho 27 anni e sto per concludere il mio percorso universitario che ho vissuto come un dramma, a causa del quasi totale disinteresse per quello che dovevo studiare. Dopo il liceo pensavo che fare lettere fosse la mia 'strada' , dopo i primi mesi avevo già capito che non lo era per niente, ma dato che non sapevo che altro fare alla fine tra un mese mi laureo (laurea magistrale ). Ora il mio problema è che dopo aver perso 7 mesi dietro una relatrice a cui nulla di ciò che scrivevo andava bene, ho cambiato e ho scritto la tesi in 3 mesi. Per la nuova relatrice la tesi va bene, ma per me no. Non so se sono io troppo critica con me stessa o lei poco interessata...o entrambe le cose. Nella mia testa pensavo che qualsiasi cosa fosse venuta fuori in questi 3 mesi l'importante era laurearmi a luglio e farla finita con questa storia dell'università , ma adesso non sono soddisfatta. Non vorrei caricare la tesi ma allo stesso tempo so che non riesco a fare di meglio e che comunque non ne avrei ne le forze ne la voglia. Non riesco a spiegarmi come si possa fare passare una tesi del genere...non riesco a darmi pace per questo. Dato che ho odiato questo percorso e l'obiettivo era liberarmi non capisco perché il fatto che la tesi non mi piaccia mi faccia stare così male. Il problema è che sono cosi in tutto: sono sempre insoddisfatta ma allo stesso tempo non voglio faticare per esserlo..e poi sento di non appartenere a nulla...neanche mi considero una studentessa di lettere per esempio ed è così anche nelle altre cose che faccio. Grazie per l'attenzione.

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Cara Vanna, quando un progetto esistenziale crolla o diviene disidentitario, è normale sentirsi persi e frustrati. L'insoddisfazione è una sensazione che deriva dalla mancata corrispondenza tra un'aspettativa e un'esperienza. E' necessario indagare quindi come si sente in ciò che fa quotidianamente, verso cosa tende, e perchè c'è questo scollamento. Se l'esperienza che fa non ha il senso di proprietà (non Le appartiene), è necessario comprendere perchè e restituirglielo, tramite la scelta di un nuovo orizzonte identitario secondo possibilità che siano Sue. La psicoterapia serve proprio a questo. Valuti la possibilità di intraprenderne una. Tramite piccoli compiti quotidiani sarebbe in grado di comprendere cosa è Suo e muoversi di conseguenza. A disposizione. in bocca al lupo, DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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