Salve, sono un ragazzo di 24 anni, premetto di avere un carattero molto competitivo e di essere ambizioso.
L’altro giorno ho finito di vedere un documentario su Michael Jordan e finito mi è venuto un senso di tristezza perchè ho realizzato di quanto io sia uno qualunque mentre uno come Jordan è il miglior di tutti in quello che fa e ora mi sento irrealizzato sia di ciò che sono attualmente e anche come se incosciamente sapessi che non verrò mai ricordato per qualcosa di grande. Inoltre ho un insoddisfazione che mi non mi fa godere di ciò che ottengo perchè penso sempre che avrei potuto fare di più, quindi vorrei chiedere consiglio su come gestire questa problematica! Vi ringrazio
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25 MAG 2020
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Caro Fraslor95, Jordan è stato certamente il migliore di tutti nel suo campo, ma una vera frana in tanti altri (dal golf al baseball, ad esempio!) e la sua vita è stata ricca di imprese quanto di errori. Il fatto che Lei sia messo in scacco da questa sensazione di frustrazione e insoddisfazione dice qualcosa di Lei, e dei Suoi modi di incontrare il mondo (come una sfida, ad esempio, e di tale sfida ne va di Lei: se fallisce o non eccelle, si sente una nullità). Anche il fatto di "essere ricordato" dice di un riconoscimento che va indagato. Forse potrebbe partire dalla situazione attuale: quali progetti ha per il Suo futuro? come li ha scelti? sono identitari? come possono essere migliorati? Secondo quali regole si muove nel mondo, e in base a cosa decide quanto è "abbastanza" e quanto è "insufficiente"? Insomma, per gestire la situazione dovrebbe comprendere meglio come si muove nel mondo e cosa La fa sentire realizzato o viceversa insoddisfatto. Solo così potrà modulare queste sensazioni e impostare un progetto di vita che sia per Lei soddisfacente. In bocca al lupo! cordialmente, DP
25 MAG 2020
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Buongiorno fraslor95,
la competizione e l'ambizione sono due aspetti della sua personalità che mi sembrano, dal suo scritto, predominanti. Talvolta possono essere tratti molto utili che ci spingono a dare il massimo per raggiungere un obiettivo che ci sta a cuore.
I problemi emergono quando non riusciamo più a godere dei nostri successi, cercando di ambire a qualcosa che sembra però essere per noi irraggiungibile, generando un senso di frustrazione e insoddisfazione.
La domanda che lei pone non mi consente di fornirle una risposta precisa. Penso però che possa essere per lei utile intraprendere un percorso psicologico per poter affrontare le origini di questa sua insoddisfazione, e i bisogni che sottendono il desiderio di essere "ricordato per qualcosa di grande" e che talvolta rimandano alla presenza di una fragilità sottostante su cui può essere utile riflettere.
Resto a disposizione nel caso volesse contattarmi.
25 MAG 2020
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Caro Fraslor95, quando pensiamo di poter fare di più o di poter fare meglio, lo facciamo alla luce di idee rispetto a come "dovremmo fare" o a che tipo di prestazione "dovremmo ottenere". Queste idee guidano i modi con i quali facciamo esperienza dei nostri successi e dei nostri fallimenti. Spesso sono generalizzate e poco contestualizzate (Jordan, ad es, È stato un impareggiabile giocatore e campione, Ma non è "il migliore in tutto ciò che fa": non è stato certamente un buon giocatore di baseball, ha perso moltissimi soldi al golf perché non era certamente un campione, ha gestito alcuni rapporti personali in modo discutibile). L'insoddisfazione di sè può essere letta alla luce di un mancato raggiungimento di una soddisfazione, Ovvero, alla luce di un confronto rispetto a ciò che vorrebbe per se stesso. Che progetto di vita ha? Cosa vuole ottenere? In quali campi e per quali eventi si ritiene poco soddisfatto? Quando dice che non verrà ricordato per qualcosa di grande Lei parla di riconoscimento identitario: Chi è Lei se non viene ricordato per qualcosa? Ne va di Lei, e in che modo vorrebbe essere riconosciuto e ricordato? Quali sono i modi in cui si riterrebbe soddisfatto? Cosa dovrebbe succedere perché questo avvenga? Avere un progetto di sè e un modo di riconoscersi in esso e in ciò che facciamo è un primo modo per sentirsi (più o meno validi, bravi, importanti, soddisfatti, ecc...). Forse dovrebbe partire proprio da qui. Fino a quanto il Suo target sarà astratto ("essere ricordato per qualcosa" è molto generico) e poco definito Lei sentirà sempre lo scarto verso una perfezione che non esiste e non può essere raggiunta. Se questo modo di essere nel mondo è per Lei fonte di sofferenza e La mette in scacco valuti la possibilità di un supporto psicologico che La guidi nel comprendere come poter raggiungere una migliore soddisfazione di sè. Cordialità, a disposizione, DP
22 MAG 2020
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Buongiorno,
forse è presente una fragilità in lei, associata forse ad una bassa autostima e con una forte insicurezza.
Per poterla aiutare avrei bisogno di ulteriori elementi, della sua vita e della problematica che pone.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, online o da un professionista della sua zona.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Alice Noseda