Indietro con gli esami

Inviata da Lope · 30 mag 2025 Orientamento scolastico

23 anni, terzo anno di università eppure sono ancora molto lontana dal finirla, non voglio scrivere quanti esami mi mancano perché quando lo dico mi chiedono di mollare, mi dicono che è come se non l'avessi mai cominciata, che sono ottimista solo al pensare di laurearmi a 26 anni e hanno pure ragione. Sono in ritardo e se devo fare pure una magistrale allora non me ne andrò mai di casa. Voglio un consiglio sincero

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Miglior risposta 31 MAG 2025

Salve Lope, mi dispiace molto deve essere una situazione molto frustrante per lei. Questo è un posto sicuro, nessuno la giudicherebbe mai anche perchè non si vive di scadenze e o di tempi già prestabiliti come vorrebbero farci credere. La vita è fatta di imprevisti, mentre si comincia un percorso universitario non sai come come ti sentirai e che cosa potrebbe capitarti nel mentre, non bisogna trascurare un disagio solo perchè non ci si laurea in tempo (che poi in tempo per cosa e in base a quele criterio?). Viviamo all'interno di una società, fomentata anche dai social che ci bombardano, che vuole farci credere che ci siano dei tempi, che per aver successo e sentirsi realizzati bisogna per forza andare di tutta fretta, che se non rispettiamo quei tempi allo siamo spacciati e NON È COSÌ. Lei è giovane, se quello che studia le piace ed il suo sogno è quello di laurearsi non si faccia intimidire o scoraggare e continui perchè anche se il traguardo lo vede lontano comunque c'è, è lì e lei passo passo sta facendo qualcosa per raggiungerlo. Magari un percorso psicologico potrebbe aiutarla a stare meglio, per fare chiarezza, per non etichettarsi, per capire come si sente e per avere più fiducia in sè stessa. Io ho molta fiducia in lei anche se non la conosco perchè ha trovato il coraggio di condividere la sua paura e penso che lei abbia anche il coraggio e la determinazione per "zittire" tutti questi pareri decidendo in autonomia cosa vuole fare. A volte fermarsi, rallentare non è perdere tempo ma è una fase di stallo dove può ricaricare energie per ripartire più forte di prima. Le dirò di più, magari lei ci metterà anche più tempo a laurearsi (se deciderà di farlo) ma magari in confronto a tanti suoi coetanei sarà più consapevole della scelta che ha preso. Avrà avuto modo, dopo tanta fatica, di trovare in sè stessa una forza d'animo e una tenacia che non si imparano all'università ma che nella vita sono essenziali per fronteggiare qualsiasi cosa.
Un abbraccio grande, se ha bisogno non esisti a contattarmi
Dott.ssa Valentina Nardella

Dott.ssa Valentina Nardella Psicologo a Roma

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19 GIU 2025

Cara Lope,
grazie per il coraggio nell’aver condiviso questo tuo disagio.
Mentre ti leggevo, ho ripercorso pensieri molto simili che hanno accompagnato la mia esperienza da “fuori corso” negli studi. Il mio è stato un percorso formativo assolutamente fuori dai paletti temporali previsti dall’università, del tutto non lineare e incostante. Quindi capisco perfettamente la sensazione di sentirsi “in ritardo” o “bloccati”, così come comprendo perfettamente lo scoraggiamento che nasce nel guardare il tempo alle proprie spalle come “perso” o il traguardo dinnanzi come “irraggiungibile”. A volte possono innescarsi pensieri come “non ce la farò mai…”, “ci vuole troppo tempo…”, “non me ne andrò mai di casa” ecc.
Se poi intorno a noi siamo circondati da persone che non ci incoraggiano a proseguire, questi pensieri auto-sabotanti non fanno altro che amplificarsi.
Spesso misuriamo il nostro valore facendoci condizionare esclusivamente da paletti imposti dall’esterno ed etichettiamo il nostro vissuto come “normale” o “anormale”. A volte facciamo anche paragoni con il percorso degli altri. Ma chi ha il diritto di dire veramente cosa sia normale e cosa non lo sia? Chi stabilisce i termini e i tempi entro cui raggiungere l'obiettivo?

Nella mia esperienza umana e professionale, ho imparato che non esistono percorsi, di vita, di studio e/o professionali lineari e non esiste un tempo “predefinito” stabilito da qualcun’altro. Ognuno di noi impiega il tempo che gli/le è necessario per raggiungere i propri obiettivi. Si può conseguire la laurea anche dopo molti anni, si può cambiare lavoro anche dopo molte risorse investite in altro e si può sempre ricominciare perseguendo nuovi obiettivi. Niente di tutto questo è un fallimento! Al contrario, la strada fatta, soprattutto quando è tortuosa, darà valore a ciò che diventerai in futuro a livello umano e professionale. È la tua strada, la tua particolare, unica e irripetibile strada. Il potenziale di ciascuno di noi si sviluppa soprattutto attraversando proprio quel percorso e stando proprio in quel tempo, diverso per ciascuno di noi. Tu sei nel tuo tempo!
Può capitare di trovarsi ad affrontare periodi di difficoltà, battute di arresto o momenti di profondo disagio che rallentano il percorso o sembrano allontanare dalla meta. Tuttavia, proprio in questi momenti di difficoltà abbiamo l’opportunità di crescere ed evolverci e persino di acquisire nuove competenze attraverso le criticità che ci troviamo ad affrontare. Probabilmente adesso non ti sembra che sia così.
Ciò che è importante fare in questo momento è capire da dove deriva questo giudizio così aspro che rivolgi a te stessa, se è condizionato da quello che dicono gli altri (e capire chi sono questi altri e che ruolo hanno nella tua vita) o, piuttosto, se è il tuo giudice interiore ad essere così severo e ad ostacolarti dal guardare cosa accade dentro di te che realmente ti impedisce di proseguire negli studi.
Spesso siamo noi stessi a giudicarci nella maniera più negativa possibile, dimenticando di riportare la nostra attenzione sulle nostre qualità, su cosa di positivo abbiamo realizzato nella nostra vita o sulle fragilità di cui non ci stiamo prendendo cura. Più che focalizzarti sul tempo (passato o futuro) è importante, a mio avviso, che tu prenda consapevolezza di te stessa.
È accaduto qualcosa che ti ha bloccato nel dare gli esami all’università? Il tuo percorso di studi è realmente in linea con chi vuoi diventare e con la professione che vorresti svolgere? Ti è mai capitato di sentirti bloccata in altre situazioni? C’è una paura del fallimento che impedisce anche solo di provare a proseguire nel fare gli esami? Credo che per rispondere a queste domande e per rimettere ordine nei pensieri possa esserti utile un percorso psicologico.
Qualora lo volessi resto a tua disposizione

Un sincero abbraccio

Dott.ssa Irene Fiasconaro

Dott.ssa Irene Fiasconaro Psicologo a Roma

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18 GIU 2025

Salve,
il suo messaggio restituisce bene il peso che può accompagnare un percorso universitario quando non procede secondo i tempi previsti o sperati. Si percepisce il senso di solitudine, il timore del giudizio, e forse anche una certa stanchezza nel dover continuamente giustificare la propria posizione.

Prima ancora di chiedersi se abbia senso continuare o meno, forse potrebbe essere utile domandarsi cosa ha rallentato davvero questo percorso. Ci sono ostacoli pratici, motivazionali, emotivi? È ancora una strada che sente sua, oppure si è trasformata in qualcosa che la mette in difficoltà?

Non si tratta di trovare una risposta immediata, ma di iniziare ad ascoltare ciò che, sotto la pressione delle aspettative esterne, spesso rimane inascoltato: ciò che lei desidera, ciò che le parla ancora, e ciò che invece la blocca.

La sua età, i tempi, l’eventuale magistrale: sono tutte variabili importanti, ma non definitive. Più che confrontarsi con una media statistica, può forse provare a rientrare in contatto con la verità del suo desiderio e del suo momento.

Cordiali saluti,
Dott. VM

Dott. Valentino Moretto Psicologo a Salerno

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17 GIU 2025

Ciao Lope,

ti ringrazio per aver condiviso qualcosa che, per molte persone, è difficile anche solo ammettere a se stesse. E voglio dirti subito una cosa chiara: non sei sola. Nella mia esperienza ho seguito tante persone nella tua stessa situazione, e tutte avevano una cosa in comune: la sensazione di essere in ritardo, fuori tempo, di aver deluso aspettative. Eppure, nella maggior parte dei casi, erano solo fuori da un “copione ideale”, non dalla loro strada.

Hai 23 anni. Stai ancora costruendo, stai cercando di capire chi sei e cosa vuoi. Il fatto che tu non abbia ancora finito non cancella nulla di quello che hai fatto fino a oggi. Non è tempo perso. È solo un percorso che ha preso un ritmo diverso, e questo può succedere per mille motivi: personali, emotivi, familiari, o semplicemente perché crescere è più complesso di quanto ci raccontino.

Capisco il peso del giudizio degli altri. Ma ti invito a non lasciarti definire da chi ti guarda solo con il metro della “tempistica perfetta”. Laurearsi a 26 anni non è una sconfitta. È una conquista, se lo fai con consapevolezza. E non c'è nulla di sbagliato nel voler continuare con una magistrale o nell'avere un progetto più lungo. L'importante è che tu riesca a trovare un senso tuo, non quello che gli altri si aspettano.

Se vuoi un consiglio sincero: fermati un attimo e chiediti se quello che stai studiando ti parla ancora, se dentro senti che merita un altro pezzo del tuo tempo. Se la risposta è sì, allora vai avanti. A testa alta. Se invece senti che lo stai facendo solo per dovere o per paura di “buttare via” quanto fatto, allora forse è il momento di fermarsi e ripensare le cose. Ma sempre per te, non per chi ti mette fretta.

Il valore di quello che stai costruendo non si misura in anni. Si misura in quanto riesci a portare di te, davvero, nel tuo percorso.

Se senti il bisogno di parlarne meglio, ci sono anche online.

Un sincero abbraccio
Mattia Dogana

Dott. Mattia Dogana Psicologo a Dolo

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15 GIU 2025

Salve Lope, grazie per aver condiviso il tuo vissuto, non deve essere stato semplice. Da queste poche righe si evince un vissuto di forte disagio e malessere nei confronti degli occhi altrui, di come gli altri possono giudicare il suo percorso e trascorso, che è solo suo ed è strettamente personale. Mi chiedo da dove provenga questa visione giudicante e severa nei suoi confronti che rivede nelle visioni altrui. Tuttavia, per il suo benessere ed equilibrio forse è il caso di tenere come priorità l'indagine e l'approfondimento di cosa la tiene così lontana dal termine dei suoi studi, cosa la tiene lontana dal sostenere gli esami che concretamente la porteranno alla laurea.

Dott.ssa Ilaria Bagnoli Psicologo a Modena

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12 GIU 2025

Buongiorno,
grazie per aver condiviso il suo disagio. E' evidente la difficoltà che mostra nell'affrontare il giudizio degli altri, ma vorrei soffermarmi sulla descrizione che fa di sé ("sono in ritardo" e "non me andrò mai di casa"). Il consiglio che posso darLe è riflettere non sul da farsi ma sulle vere motivazioni che l'hanno portata alla situazione attuale e che l'hanno condotta a costruire questa immagine di sé.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla.
Cordialmente
dott.ssa Francesca Pierini

Francesca Pierini Psicologo a Civitanova Marche

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11 GIU 2025

Ciao Lope,
grazie per aver parlato di una situazione che vivono molte altre ragazzi e ragazzi e che è molto più comune di quanto non si pensi.
Dalle tue poche parole, mi sembra di comprendere che tu hai intenzione di portare avanti questo percorso nonostante non stia andando come normativamente ci si aspetta che vada.
Questa è la tua vita, solo tu puoi sapere o decidere se sia il caso di continuare questo percorso, solo tu sai quanto ci tieni, quanto sei motivato e quanto questo percorso sia in linea con i tuoi valori e con i tuoi desideri futuri, soprattutto solo tu sai quanti sacrifici sei e sarai in grado di fare per far si che anche con dei tempi diversi questo traguardo sia raggiunto.
Comprendo la preoccupazione per il futuro, il sentirsi in ritardo, il pensiero di doversi fare una propria vita in modo autonomo con tutte le conseguenze che questo comporta e le pressioni che spesso si ricevono dalle persone che ci circondano, quello che posso consigliarti è di seguire ciò che è importante per te, se continuare è ciò che vuoi, sono certa che troverai il modo di portarlo a termine: provando a capire quali sono le difficoltà e chiedendo aiuto, trovandoti un lavoretto che magari possa farti sentire più autonomo e libero di fare questa scelta.
Ti faccio i miei migliori auguri e qualora ne sentissi il bisogno resto a disposizione anche per una consulenza online.

Dott.ssa Agnese Aguzzi

Dott.ssa Agnese Aguzzi Psicologo a Pesaro

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8 GIU 2025

La tua domanda mi ha colpito e fatto sorridere perché mi ha fatto tornare indietro negli anni e perché mi rivedo in queste tue parole. prima di tutto, voglio dirti che il tuo percorso è tuo e non deve essere paragonato a quello di nessun altro. L’università non è una gara, né un test di velocità, ma un’esperienza di apprendimento e crescita personale. Sei ancora in cammino.
Ti senti in ritardo rispetto a una sorta di “norma”, ma chi stabilisce davvero qual è il tempo giusto? La verità è che ognuno ha il proprio ritmo e, sebbene le pressioni esterne possano farti dubitare, il tuo impegno vale più di qualsiasi opinione esterna.
Prova a dividere il percorso in piccoli passi, invece di guardare solo l’obiettivo finale. Qual è la prossima cosa concreta che puoi fare per avanzare? A volte, la sensazione di essere lontani nasce dal guardare troppo avanti senza apprezzare i progressi fatti. Anche piccoli passi contano.
Sul timore di non uscire mai di casa: la vita accademica non è un ostacolo alla tua indipendenza, ma può essere un trampolino di lancio. Non esiste un'unica via per raggiungere l’autonomia, e la laurea, anche a 26 anni o oltre, resta un investimento nel tuo futuro. Non lasciare che le voci esterne determinino il tuo valore o la tua traiettoria.
Credi in te stessa e nel tuo percorso se e quello che vuoi fare. La tua crescita conta più del tempo che impieghi per arrivare. L'importante è che tu non smetta di muoverti.
Ci sono tantissime persone che si laureano "dopo" l'età canonica prevista per i più svariati motivi: familiari, lavorativi, personali. Io stessa sono una di loro ;-) Il punto e capire se questo percorso ti interessa, non l'età anagrafica alla quale avrai il titolo.
Un caro saluto
LEV

Laura Elsa Varone Psicologo a Roma

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6 GIU 2025

Buongiorno gentile Utente, quello che sta vivendo è un tipo di pressione che purtroppo accomuna molti studenti, soprattutto in un contesto in cui la rapidità, l’efficienza e il “fare tutto nei tempi” sembrano diventati parametri universali per valutare il valore personale. Capisco quanto possa pesare sentire continuamente il confronto con chi è “più avanti”, con le aspettative degli altri, con i giudizi espliciti o velati su quanto sia “accettabile” il suo percorso. Ma vorrei invitarla, con altrettanta sincerità, a spostare per un momento lo sguardo da ciò che non ha ancora concluso a ciò che ha già fatto: lei è al terzo anno e sta ancora tenendo duro, nonostante tutto.

Il fatto che sia ancora lì, a investire in qualcosa che richiede impegno, resilienza e sacrificio, e che stia cercando un confronto onesto con se stessa e con un professionista, dimostra che non ha mollato. E questo conta molto più del numero di esami dati o mancanti. Il tempo che ci si mette a laurearsi è solo uno degli aspetti, e non sempre è il più importante. La qualità del percorso, il modo in cui affronta le difficoltà, la consapevolezza che sta maturando lungo il cammino, sono spesso molto più significativi della tempistica.

Capisco anche la paura di restare a lungo nella casa dei genitori, di non vedere un’autonomia concreta all’orizzonte, e di percepirsi come “in ritardo” rispetto a un modello di vita ideale. Ma la vita reale raramente segue traiettorie lineari. Ci sono persone che si laureano a 22 anni e restano bloccate per molto tempo, e altre che a 27 trovano una direzione con maggiore chiarezza e determinazione.

Il mio consiglio sincero è di non lasciarsi definire da una tabella di marcia rigida o da chi guarda al suo percorso solo in termini di numeri. Provi invece a chiedersi: cosa le interessa davvero di ciò che sta studiando? Cosa vorrebbe che questa esperienza rappresentasse per lei, al di là del titolo? E soprattutto: cosa le servirebbe adesso per sentirsi un po' più sostenuta, un po’ meno sola dentro questo percorso?

Il valore di una persona non si misura con i crediti formativi accumulati in un certo periodo. E se sente il bisogno di approfondire questi pensieri, di ritrovare motivazione o orientamento, un supporto psicologico mirato potrebbe aiutarla a fare chiarezza e a ritrovare fiducia in se stessa.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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6 GIU 2025

Da quello che scrivi, mi sembra che tu stia vivendo un senso di pressione molto forte e anche una certa frustrazione nel confronto con le aspettative degli altri e con i tuoi tempi. Deve essere davvero faticoso sentirsi giudicata e, allo stesso tempo, avere dentro la voglia di farcela, anche se con ritardo.

Ti invito a prenderti un momento per ascoltare cosa provi realmente adesso, dentro di te. Quali emozioni emergono quando pensi al tuo percorso universitario e a come gli altri lo vedono? Forse c’è anche un bisogno di riconoscimento, di essere capita, o di sentirti libera di seguire i tuoi tempi senza sentirti sbagliata.

Vorrei che riflettessi sui valori che senti importanti per te in questo momento della vita. Cosa ti fa sentire realizzata o in pace con te stessa? Questo può aiutarti a capire se il percorso che stai seguendo è davvero allineato con ciò che desideri, al di là dei giudizi esterni.

Mi sembra anche che ci possano essere delle convinzioni rigide che ti tengono bloccata, come l’idea che essere “in ritardo” significhi aver fallito o che non sia possibile farcela se non seguendo i tempi degli altri. Forse osservare questi pensieri senza giudicarli potrebbe aiutarti a trovare un po’ di respiro.

Per esplorare più a fondo il tuo sistema emotivo e motivazionale, potrebbe essere utile un supporto professionale che ti accompagni in questo percorso di scoperta e di chiarificazione.

Se tutto questo ti sta pesando molto, e senti che la situazione ti sopraffà, ti incoraggerei a parlarne con qualcuno di fiducia o con un professionista che possa supportarti a ritrovare equilibrio e a scoprire un tuo modo di andare avanti.

Sono qui se vuoi continuare a parlarne insieme.

Dott. Alessio Ceccotti Psicologo a Livorno

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5 GIU 2025

Buongiorno Lope,
dal suo messaggio emergono molti spunti per una psicoterapia,
si prenda uno spazio ed investa su di sè
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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4 GIU 2025

Buongiorno Lope,

ci tengo innanzitutto a ringraziarti per la tua condivisione sincera.
Ognuno ha i propri tempi e non possiamo giudicare i percorsi degli altri. Ogni cammino è unico e merita rispetto.
Ti invito a fare una riflessione più ampia per comprendere meglio, da un lato, la tua motivazione, e dall'altro, le eventuali difficoltà legate sia al tempo che allo studio. Ti piace ciò che stai studiando? Quali sono le ragioni che ti hanno portato a scegliere questo percorso? Hai mai pensato di cambiare indirizzo? Oltre agli studi, stai lavorando? Hai difficoltà a concentrarti, prendere appunti o organizzare lo studio?
Sono molti a scoprire di avere un disturbo da deficit di attenzione (ADHD) solo durante il percorso università e in questo caso un cambio di metodo di studio è la soluzione. In altri casi può mancare la motivazione perché non riusciamo a vedere la metà: si sceglie un percorso ma ciò che si studia sembra lontano da quello che sarà poi effettivamente il lavoro.
Ti inviato a valutare un eventuale percorso psicologico che ti possa aiutare a indagare queste possibilità.

dott.ssa Perla Da Prà

Dott.ssa Perla Da Prà Psicologo a Bertinoro

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4 GIU 2025

Gentile Lope, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso solo immaginare il disagio connesso a questo senso di ritardo che avverte. Mi sembra inoltre che, da chi le sta intorno, lei non avverta grande sostegno, ma ognuno ha il suo percorso e i suoi tempi.

Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a questa situazione che avverte come difficoltosa.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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3 GIU 2025

Salve Lope, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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2 GIU 2025

Gentile Lope,
ti ringrazio per aver condiviso con sincerità la tua situazione e i tuoi pensieri. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando il percorso universitario sembra allungarsi più del previsto, soprattutto se intorno a te ricevi messaggi che minimizzano i tuoi sforzi o ti spingono a “mollare”. Questi giudizi esterni possono aumentare il senso di frustrazione e incertezza.
Vorrei innanzitutto riconoscere il coraggio che hai nel voler affrontare la questione e nel cercare un consiglio sincero. Il fatto che tu stia riflettendo su questi temi è un segnale importante di consapevolezza e desiderio di cambiamento.
Spesso, quando ci sentiamo bloccati o in ritardo rispetto alle aspettative — nostre o degli altri — può essere utile esplorare quali sono i tuoi valori profondi, le tue motivazioni autentiche e quali ostacoli emotivi o pratici ti stanno rallentando. A volte, dietro la difficoltà di portare a termine un percorso, si nascondono paure, insicurezze o una mancanza di chiarezza su ciò che davvero desideriamo.
Un percorso di supporto psicologico può aiutarti a fare chiarezza, a gestire l’ansia e il senso di inadeguatezza, e a costruire strategie concrete per affrontare il tuo percorso universitario e la tua vita in modo più sereno e consapevole.
Se ti va, possiamo approfondire insieme questi aspetti e trovare un modo che sia sostenibile e rispettoso dei tuoi tempi e delle tue esigenze.
Ti auguro di cuore di trovare la strada che ti faccia sentire più libera e fiduciosa nel tuo cammino.
Un caro saluto,
Dott.ssa Lara Cunegatti

Dott.ssa Lara Cunegatti Psicologo a Trieste

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2 GIU 2025

Ciao cara Lope, c’è una cosa importante che devi ricordare, non esiste un tempo giusto, non esiste indietro o in tempo, ma esiste il tuo di tempo e come vuoi trascorrerlo dipende solo da te.
Quello che puoi fare è concentrarti su ciò di cui ti importa.
Non su quello che potrebbe eventualmente andare male, dopotutto le profezie che si auto-avverano ci insegnano che partire con pensieri negativi ci predispone al fallimento.

Se hai bisogno di suggerimenti resto a disposizione
Saluti
Dott.ssa Mara Diana

Dott.ssa Mara Diana Psicologo a Aversa

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2 GIU 2025

Gentile Lope,

Capisco la sua frustrazione: gli anni universitari possono essere difficili e carichi di aspettative, proprie e altrui. Il mio sincero consiglio è quello di concedersi un momento al di fuori delle pressioni, in cui potersi interrogare su cosa significhi per lei studiare e che tipo di obiettivi voglia raggiungere, che cosa lei pensa e che cosa significa per lei essere "in ritardo" (posto che non esistono tappe prestabilite da rispettare), e lasciar da parte le aspettative performative per concedersi un momento di ascolto profondo. Da come parla temo che altrimenti continuerebbe a vivere un conflitto tra lo studio e una parte di Sé che, probabilmente, non sta ascoltando

Rimango a disposizione, online e a Torino

Cordialmente,
Dr. Matteo Sesia

Dr. Matteo Sesia Psicologo a Torino

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2 GIU 2025

Cara Lope,

È difficile darti un consiglio sincero con così poche informazioni.
Intanto chi ti chiede di mollare?
Che lavoro ti piacerebbe fare?
Cosa sogni, progetti per il tuo futuro?
Non è facile, lo so, ma con un supporto psicologico potresti trovare una risposta ai tuoi dubbi, e avanzare con più serenità verso il tuo futuro.
Ci sono molti aspetti da valutare, se ti va di fare intanto un primo breve colloquio gratuito on-line con me sono disponibile.

Un caro saluto.

Dott.ssa Enrica Lunardon

Enrica Lunardon Psicologo a Marostica

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1 GIU 2025

Gentile Lope,
è necessario capire quali sono i motivi del suo ritardo nel percorso di studi e questo può essere fatto in maniera ottimale in un contesto di psicoterapia che la esorto ad intraprendere senza indugio.
In effetti ciò che conta non è l'entità del ritardo o la sua età ma il fare una analisi accurata delle difficoltà o degli ostacoli esistenti per poterli poi superare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chiururgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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1 GIU 2025

Capisco bene quanto possa pesare sentirsi “in ritardo”, soprattutto quando intorno a te c’è chi sembra correre più veloce, o peggio, chi ti fa pesare la tua fatica con frasi che sembrano verità assolute.

Non sei in ritardo. Non lo sei perché stai andando avanti. L’università non è una corsa a chi arriva prima. È un percorso e, come ogni percorso, ha momenti di stallo, deviazioni, crisi, lentezze. Nessuno di questi toglie valore a quello che stai facendo. La differenza vera sta tra chi molla tutto e chi continua nonostante tutto.

Alcune cose da tenere a mente:

- Hai 23 anni. Anche se ti laureassi a 26, avresti ancora tutta la vita davanti per costruire il tuo futuro. C’è chi si laurea a 30 e trova la propria strada. C’è chi cambia carriera a 40. Nessuno può giudicare il tuo tempo.
- Il problema non sono gli esami: è l’ansia sociale e familiare che ti dice che il tuo valore sta in quanto sei “produttiva”. Ma tu non sei un voto né un calendario. Sei una persona e meriti spazio per imparare, per sbagliare e per crescere.
- Magistrale o no, andarsene di casa non è un traguardo da centometrista. È una scelta, che può avvenire quando sei pronta, emotivamente e materialmente. Restare a casa ancora qualche anno non ti rende meno adulta.
- Non dire il numero di esami a chi ti giudica. Tienilo per te o per chi sa ascoltare senza affondarti. Proteggi i tuoi confini. Non devi giustificarti per la tua velocità.

Cosa puoi fare adesso?:

- Fai un piano realistico: non pensare all’intero monte esami. Concentrati sul prossimo. Uno alla volta. Ogni esame superato è un passo avanti.
- Circondati di chi ti sostiene, anche solo una persona. Non tutti meritano di conoscere i tuoi numeri. Se serve, chiedi aiuto a uno psicologo universitario o a un tutor.
- Parla con te stessa con più gentilezza. Immagina che una tua amica ti dicesse le stesse cose che hai scritto: cosa le diresti? Ora dillo a te stessa.
- Essere "in ritardo" è solo un’illusione costruita da un mondo che finge che tutti debbano seguire la stessa traiettoria. Ma la verità è che cresci proprio mentre scegli di non mollare, anche quando è difficile.

Dott. Mirko Manzella Psicologo a Trieste

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31 MAG 2025

Buonasera Lope,

le informazioni che dai di te sono poche, per cui provo a intuire quali possano essere le tue problematiche e la causa della tua difficoltà ad andare avanti con gli studi universitari.

Solitamente l'università è il primo passo verso l'autonomia e l'indipendenza: non ci sono più docenti che ti controllano costantemente e prendono provvedimenti se non studi come accadeva alle scuole superiori; all'università bisogna organizzare lo studio in autonomia e, andare avanti con gli esami, richiede molta motivazione e determinazione.

Così talvolta accade che, nel caso ci siano difficoltà ad accettare di crescere e di svincolarsi dai propri genitori, ci si blocca e non si riesce più a studiare. In questo caso il vantaggio inconscio che si ottiene è di continuare a essere dipendenti dai propri familiari.

Bisognerebbe poi capire quali sono le motivazioni alla base delle tue difficoltà: non riesci a concentrarti? Non riesci a selezionare le informazioni importanti da ricordare e ti perdi nei particolari? Non dai esami finché non sei pronta e non hai studiato i libri alla perfezione? Ciò che studi non ti appassiona?

Insomma, sicuramente le tue difficoltà andrebbero esplorate. Da quello che scrivi sembra che tu non abbia ben chiaro cosa vuoi, che lavoro hai in mente di svolgere dopo gli studi. Forse ti sei iscritta all'università perché sentivi che le aspettative dei tuoi familiari erano che la facessi? Potrebbe anche darsi che non sia il percorso in linea con i tuoi reali desideri e che tu abbia bisogno di seguire un'altra strada alternativa; magari è per questo motivo che ti stai in qualche modo inconsciamente autosabotando negli studi.

Penso che la cosa migliore che tu possa fare sia ascoltarti e fare chiarezza su ciò che vuoi veramente.

Spero di cuore che riuscirai a trovare la TUA strada per arrivare ad essere serena.

Un caro saluto.
Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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31 MAG 2025

Cara Lope, il ritardo non definisce il tuo valore, né il tuo futuro. Se questa laurea è ancora ciò che desideri, vai avanti con passo tuo, non con quello degli altri. Smetti di confrontarti: ogni percorso è unico. Laurearti a 26 non è fallimento, è determinazione. Ti porto l'esempio di mia figlia che si è iscritta a Ca' Foscari per studiare giapponese solo a 24 anni. Ma si è laureata tranquillamente nei tempi previsti e ora vive in Giappone. Se invece senti che questa non è più la tua strada, allora trova il coraggio di cambiare, non per fuggire ma per scegliere davvero. In entrambi i casi, la cosa importante è che la direzione sia tua. Non ti arrendere. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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31 MAG 2025

Ti rispondo in modo sincero, diretto e senza giudicarti. Quello che stai vivendo è comune a tantissime persone, anche se spesso nessuno lo dice ad alta voce. Ecco la verità:
A 23 anni non sei in ritardo.
Lo so, sembra una bugia consolatoria. Ma non lo è. Hai 23 anni, stai affrontando un percorso complesso, e magari con delle difficoltà in più — personali, familiari, emotive, o legate al metodo di studio, alla motivazione, alla salute mentale. Non sei "indietro". Sei nel tuo percorso.
Le frasi tipo “è come se non l’avessi mai cominciata” sono tossiche.
Non aiutano. Ti paralizzano. Ti fanno pensare che “tanto vale mollare”. Ma sono false.
Hai cominciato. Hai già fatto una parte del cammino. Anche se lenta, è esperienza accumulata. Hai già affrontato difficoltà, imparato qualcosa su di te, fatto fatica. Quella fatica vale. Non è da buttare.
Smetti di misurarti con la scadenza ideale.
La laurea a 23 anni è una media, non un obbligo. È un traguardo costruito su un modello "standard" che non tiene conto della vita reale. Gente che lavora, che ha ansia, che soffre, che cambia idea, che si perde e poi si ritrova.
Laurearsi a 26 anni non è fallire. È portare a termine un progetto a lungo termine, nonostante tutto.
Sii onesta con te stessa: dove sei davvero? Hai bisogno di aiuto pratico (metodo di studio, tutor, supporto psicologico)? Vuoi davvero finire questo corso o stai trascinando qualcosa che non ti rappresenta più?
Smetti di raccontarti a chi ti abbatte. Chi ti dice "molla", "sei in ritardo", "non ce la farai", non merita i tuoi pensieri intimi. Tienili per chi costruisce, non per chi demolisce.
Fai un piano concreto, piccolo, realistico. Magari un esame per volta. Non pensare alla magistrale ora. Chiudi il triennio. Poi ti darai tempo per decidere.
Un’ultima cosa
Tu non sei il tuo libretto universitario.
Non sei il numero di esami mancanti.
Non sei in ritardo nella vita. La vita non ha una tabella excel. Ha fasi, inciampi, pause, riprese.
E la forza più grande è quella di resistere anche quando tutti ti dicono di mollare.
Se vuoi, possiamo fare insieme un piano d’azione pratico, su come rimetterti in carreggiata senza farti male nel processo. Ma solo se lo vuoi tu.
Io ti credo. Anche se adesso sei stanca. Anche se sembra tutto fermo.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon Psicologo a Massa

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31 MAG 2025

Buonasera Lope,
Mi dispiace deve essere molto frustrazione la situazione che descrivi, credo che la domanda alla quale devi iniziare a riflettere è perché per te è così importante sopportarla?
Che paure e bisogni sottendono a questa tua scelta.
Ti consiglio di intraprendere una terapia per affrontare come vivere una progettualità nel futuro con un percorso che scegli e ti appartiene.
Un caro saluto

Dott.ssa Giada Socci Psicologo a Scandicci

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31 MAG 2025

Ciao Lope,
Sento tanto giudizio che parte dagli altri..... E ti sei convinta anche tu di questa "perdita di tempo".
Il mio consiglio sincero è fare quello che ti fa star bene. Se vivi tutto questo come un' aspettativa degli altri e non ci credo abbastanza... Beh, ti sei risposta da sola. Al contrario, se a te piace e credi che sia la tua strada... Come suol dirsi "volere è potere" e la determinazione se è costante porta al raggiungimento degli obiettivi.
La vita è la tua, i tempi li detti tu. Non guardare gli altri e non paragonarti mai a nessuno. Per uscire di casa ci sono comunque molti modi.
Se ti va possiamo approfondire insieme
Un caro saluto

Dott.ssa Giulia Mariotti Psicologo a Torre del Lago Puccini

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