Salve a tutti...volevo sapere se la terapia cognitivo comportamentale agisce sulla inconscio...so che vengono modificati i pensieri disfunzionali a livello coscente ma appunto a livello di inconscio si hanno dei cambiamenti positivi o bisogna adottare per tutta la vita le tecniche per stabilire un equilibrio e non stare male??..si ha quindi anche in cambiamento profondo proprio di equilibrio interiore o serve solo in situazioni dove un individuo ha delle difficoltà? ? Grazie a tutti
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5 FEB 2015
· Questa risposta è stata utile per 12 persone
Quello secondo cui l’approccio cognitivo o cognitivo-comportamentale non agisca in modo “profondo” è un pregiudizio bello e buono. Molto spesso le persone non hanno neanche chiaro che cosa significhi “profondo” e “superficiale”. Se per “inconscio” si intende “inconsapevole”, con la psicoterapia cognitiva ci si pone l’obiettivo di rendere il paziente consapevole, ad esempio, dell’automaticità dei propri pensieri disfunzionali, del fatto che le sue reazioni emotive/comportamentali dipendono da come sta valutando/interpretando gli eventi esterni e del motivo per cui valuta ciò che gli accade in una specifica maniera. Facendo l’esempio dell’ansia sociale, fra i primi obiettivi della terapia c’è quello di rendere il paziente pienamente consapevole del proprio schema cognitivo. Si farà quindi in modo che il paziente riesca a rispondere a domande come: “Perché temo di fare brutte figure?”, “ Perché considero le manifestazioni emotive (ad es. il rossore in volto) come qualcosa di negativo?”, “ Quando ho imparato che le emozioni sono qualcosa di negativo?”. Se all’inizio bisognerà attuare consapevolmente delle tecniche specifiche, con il tempo e l’esercizio, le strategie apprese diverranno sempre meno “meccaniche” e sempre più spontanee, finché verranno applicate automaticamente/inconsapevolmente e (se vogliamo) “inconsciamente”. Spero di aver chiarito i suoi dubbi.
Saluti
Dott.ssa Iole Ferrari
18 LUG 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buonasera Manuel, forse la sua domanda è posta (ma non dipende da lei, quanto dalla conoscenza sociale, della Psicologia, che ancora circola) con premesse non "dimostrate": da anni, più di 100, si parla di Inconscio, ed ormai, è entrato talmente tanto nel nostro linguaggio da, addirittura, chiedersi non se esso esista, ma se una determinata teoria psicologica riesca a relazionarcisi, cambiandolo in alcuni casi. Forse, bisognerebbe chiedersi appunto: ma esiste l'Inconscio? E questo costrutto (quando non, per alcuni, "struttura" vera e propria) da cosa lo ricaviamo? Come possiamo dire che esiste veramente? Certo, se la premessa è: non c'è bisogno di dimostrare niente, è lì e si vede bene nei sogni, atti mancati, lapsus, etc., oppure si dice che la psicologia non debba portare prove di scientificità (la famosa Evidence Based), allora si vince in partenza nella discussione...Essendo questo un tema storico di confronto/scontro teorico, non la tedio più; ma, rispetto a quanto chiede, da buon Cognitivo Comportamentale (anche se Costruttivista-Postrazionalista) la informo che: sì. La psicoterapia cognitivo-comportamentale permette (con le giuste indicazioni e condizioni) di ritrovare un equilibrio interiore (utilizzando la sua narrativa), permette un cambiamento profondo (attraverso una ristrutturazione emotiva in primis e poi cognitiva, in secundis) e permette anche il raggiungimento di una migliore qualità di vita percepita. Il tutto, senza (almeno la teoria cognitiva cui faccio riferimento io) occuparsi di inconscio...
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma
6 FEB 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Manuel, la parola che va abbinata ad inconscio, non è psicoterapia ma psicoanalisi. La psicanalisi a differenza della psicoterapia ha di mira lo svelamento della verità' del soggetto e il ritrovamento del proprio desiderio .
Se ha altre curiosità' chieda pure.
Cordialmente
Dott.ssa Antonella Russo
6 FEB 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Manuel,
quello della psicoterapia è un esercizio che richiede a noi professionisti una formazione che coinvolga in assoluto il nostro inconscio al di la delle tecniche che nel setting preferiamo adottare e, pertanto, l'approccio cognitivo-comportamentale, come qualsiasi altro, non è determinante. In base alla premessa, sarà efficace il metodo che meglio si adatta alla personalità del paziente e che , secondo la mia prassi, viene valutato soltanto in seguito ad una accurata anamnesi. A tua disposizione per eventuali ed ulteriori utili informazioni da non sottovalutare.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta
5 FEB 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Il cambiamento più radicale che si possa vivere è quello del farsi carico di una parte del proprio inconscio, cioè del proprio desiderio... e un lavoro di analisi dovrebbe proprio soggettivare ciò che nel desiderio è assoggettato.
Un saluto.
Francesco Pessina