Improvvise ansie per studiare fuori sede

Inviata da Giada · 2 mar 2017 Ansia

Salve. Cercherò di riassumere la mia storia il più brevemente possibile.
A luglio del 2016 ho conseguito la maturità classica e, come ben si sa, insieme al diploma, iniziano i mille pensieri su cosa fare dopo. Tra le varie scelte, decido di voler intraprendere gli studi in Mediazione linguistica e, tutta felice, dal momento che la facoltà non esiste nella mia città, penso a quanto possa essere bello vivere lontano dalla mia città (distanza abissale, se pensiamo che io abito al sud, e volevo studiare in questa facoltà nell' "estremo" nord) e, soprattutto, lontano da mio padre, con il quale non condivido un grandissimo rapporto. Sta di fatto che mi preparo duramente per il test e, pronta a superare i mille ostacoli, a prendere mille treni e mille voli, mi sento invincibile, anche se in cuor mio sapevo quanto potesse essere difficile passare un test con soltanto 70 posti disponibili.
Arriva il test ad agosto 2016, ed io non lo passo. Dopo questa grande sconfitta, però, ne esco ancora più forte, pronta a superare tutto, e penso al fatto che ho un anno per prepararmi come si deve. Acquisto libri, studio tanto e mi esercito giorno dopo giorno, con l'obbiettivo di rientrare in quelle maledette 70 persone.
Nel mentre mi iscrivo alla facoltà di Lingue nella mia città, ma seguo solo i corsi necessari e compatibili con Mediazione. L'ambiente non mi dispiace, ma l'insegnamento e le strutture mi fanno quasi pena. Schifata da tutto ciò, il mio desiderio di andare via non fa che aumentare.
Ma qualcosa, qualche giorno fa, è andato storto. Ero di notte, nel letto. Improvvisamente mi immagino sola, in una città lontano chilometri da dove sto adesso, lontano dalla mia famiglia, senza affetti. Penso al fatto che, se dovessi avere qualche difficoltà, non potrei più fare marcia indietro, perché prendere il primo aereo non sarebbe facile, visto che farei tanti sacrifici per mantenermi al nord. Penso a tutti questi fattori ed inizio a sudare freddo e ad avere caldo nello stesso momento; a stare male; mi viene da piangere. Non dormo per tutta la notte. E' come se avessero premuto un pulsante ed avessero annientato quella ragazza pronta a sconfiggere il mondo pur di realizzare il suo sogno e le sue ambizioni. Tutto questo in qualche minuto. Penso a quanto sia brutto lasciare mia madre che, un mese subito dopo il mio fallimento al test (quindi a settembre 2016), ha avuto un'ischemia transitoria. Penso a quanto sia effimera la vita e al fatto che non vorrei mai lasciarla da sola, visto che io sono il suo grande appoggio, e lei il mio. Penso che non vederla tutti i giorni mi distruggerebbe, così come distruggerebbe lei. E quella ragazza così forte e desiderosa di volare via, improvvisamente si spegne, insieme ai suoi sogni.
Penso al fatto che forse la cosa più giusta sarebbe rimanere qui, a studiare Lingue, sebbene non sia ciò che voglio, e sebbene l'università qui non vanti di alcun prestigio, anzi. Ma poi, al pensiero di studiare in questa università nella mia città, mi sento ancora peggio. Ma poi mi immagino nuovamente lì, al nord, da sola. E qui rientriamo in un circolo vizioso. In un circolo vizioso che va avanti da giorni.
E' possibile che io il test non lo passi di nuovo, ma non so proprio se voglio provarci ancora. Perché non so come potrei reagire, sia ad un esito positivo, sia ad un esito negativo.
E intanto sono qui, a scrivere questo. Perché ho bisogno di ascolto. Perché non capisco come sia possibile regredire in tal modo. Mi sento così stupida e impotente. Com'è possibile passare da una ragazza capace di sconfiggere qualsiasi cosa pur di realizzare i propri sogni, ad un'altra che ha paura di lasciare la propria città, quando qualche mese prima voleva farlo? Mi sento in una gabbia dalla quale non uscirò mai, con una costante voglia di piangere.

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Miglior risposta 4 MAR 2017

Cara Giada,
da queste poche righe non mi pare proprio sia possibile definirla "stupida" o "impotente", al contrario. Mi sembra in realtà una ragazza molto matura e determinata che si trova, per la prima volta, a rapportarsi autonomamente ad un mondo, fino ad ora, poco conosciuto: quello dell' età adulta.
Dopo la maturità, ci si trova infatti di fronte ad una serie di scelte e sfide molto diverse a quelle a cui si è abituati; si inizia ad addentrarsi in un' età in cui, soprattutto per gli studenti fuori sede, la vita cambia tanto..e non poco!
Ci si allontana dal nido protettivo della famiglia e si inizia a volare con le proprie ali...come può, tutto questo, non generare paure, ansie e timore?
Sarebbe "stupida", come lei dice, se non si facesse queste domande..che sono lecite ma che non devono, secondo me, influenzarla nella scelta che ho la sensazione, dentro di sè, abbia già fatto.
Io credo che lei debba continuare a fare ciò ha intrapreso e, quando arriverà il momento del test e avrà il risultato, sono convinta che sarà in grado di capire cosa la rende davvero felice.

Stia serena.

Le faccio un grande "In bocca al Lupo", per qualsiasi piega prenderà la sua giovane vita! :)

Dott.ssa Ilaria Visconti - Firenze

Anonimo-125947 Psicologo a Firenze

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3 MAR 2017

Carissima, prendere delle decisioni a volte porta ad accettare i cambiamenti che queste comportano. Per affrontare i cambiamenti ci vuole coraggio. Una ragazza giovane come lei e ambiziosa, non può non avere coraggio.
Bisogna capire cosa per lei è più importante. Rimanere dové a canto a sua madre_ che tra l'altro, da donna adulta saprà sicuramente affrontare qualunque situazione, dato che non è l'unica ad avere dei figli fuori, oppure andar via, superando tutti gli ostacoli che questo comporta. Andare via per studiare o lavorare in un posto che non si conosce, dove non si ha amici ne parenti, in cui sostanzialmente, non si hanno punti di riferimento può mettere ansia e paura, ma per ciò in cui crediamo fortemente, la paura passa. Lo dico anche da viaggiatrice solitaria. La paura è quel qual cosa che non ci fa ragionare in modo razionale e che ci tiene fermi al palo a guardare gli altri che le cose, invece, le fanno superando caparbiamente ogni irrazionale paura, salvo poi farci venire i rimpianti.
Le consigliere i di fare qualche viaggio, magari prima in compagnia poi da sola, in questa città dove vorrebbe studiare e vedere come va. Provi a mettersi in gioco. Poi rifletta sul fatto che chi studia lingue è sempre in viaggio quindi converrebbe imparare ad abituarsi, no? Poi penso, dovrebbe iniziare un percorso che l'aiuti a superare la sua ansia e le sue insicurezze e ad avere maggiore fiducia nelle sue capacità. Sono disponibile ad aiutarla quando vuole. Cari saluti.
Dott.essa Barbara De Luca

Dott.ssa Barbara De Luca Psicologo a Catanzaro

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3 MAR 2017

Cara Giada,
innanzitutto, desiderare di andare a studiare al Nord perchè non hai un buon rapporto con tuo padre non è una buona ragione per farlo ed anzi è un fattore predittivo negativo della capacità di reggere la difficoltà di vivere lontano da casa.
D'altra parte suppongo che andare a studiare al Nord comporterebbe sacrifici non solo tuoi ma anche della tua famiglia che immagino contribuirebbe al tuo mantenimento.
In pratica, quella notte hai avuto una specie di crisi di panico al pensiero delle difficoltà della lontananza, difficoltà che non vanno sovrainvestite ma certamente nemmeno sottovalutate pur considerando che con la tecnologia moderna è possibile contattare in audio-video i nostri cari quotidianamente quasi da ogni parte del mondo.
Certamente, una laurea in Lingue o in Mediazione Linguistica potrà comportare che tu debba avere in futuro familiarità col viaggiare e spostarti in altri paesi.
In sintesi, il mio suggerimento è in diverse direzioni :
in primo luogo,chiedere un sostegno psicologico per tenere a bada l'ansia e imparare a relazionarti meglio con tuo padre.
In secondo luogo, riprovare il test che volevi affrontare con più preparazione e, qualunque sarà l'esito, prendere le successive decisioni dopo averne parlato in psicoterapia e con i tuoi familiari.
Ultima cosa che vorrei consigliarti è di affrontare le cose man mano che si presentano nel presente senza ingigantire nella mente quelle che possono essere le difficoltà future perchè questo modo di fare contribuisce solo a far crescere l'ansia senza essere utile nell'immediato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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3 MAR 2017

Buongiorno Giada ciò che stai vivendo è un passaggio fondamentale nello sviluppo personale e nella tua personale capacità di prendere delle decisioni. La ragazzina entusiasta ha una forte capacità di determinare il proprio futuro, è ambiziosa, si impegna, accetta le delusioni e riparte. Mentre ciò che vedi intorno a te, la facoltà che stai seguendo per esempio, è ciò che già conosci e non cambierà nel tempo sarà proprio come lo prefiguri. I vissuti di impotenza o il sentirsi stupidi, la paura di lasciare la tua città fanno parte dei vissuti umani che se da una lato risultano sgradevoli dall'altro ti rendono consapevole; ti mettono a rischio di vivere una vita ricca di esperienze e di soddisfazioni se solo non ti lasci intimorire troppo. Hai qualche insegnate del liceo con cui hai mantenuto un buon rapporto o che ti ha ispirato fiducia in passato? Prova a chiedere a loro qualche indicazione così da raccogliere ulteriori elementi per fare le tue scelte.

Un saluto, dott.ssa Annalisa Fabbri, psicoterapeuta Padova

Studio Associato di Psicologia e Arteterapia Psicologo a Padova

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2 MAR 2017

Cara Giada, aspetta a vedere se passi il test e, nel frattempo, pensa a cosa altro potresti fare. Magari una università più vicino casa? Non rinunciare ai tuoi sogni, fai invece qualche incontro con uno psicologo. Ti aiuterà a ritrovare la carica che avevi e a superare questo impasse! Auguri dr. Annalisa Lo Monaco

Anonimo-146364 Psicologo a Roma

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