Il mio è un vero e proprio problema alimentare o è altro?

Inviata da Vanessa · 24 ott 2012 Anoressia

Mi presento: Mi chiamo Vanessa. Fino a due anni fa era tutto perfetto, ricordo ancora il sapore dei cornetti caldi con la nutella che mangiavo nelle sere d'estate con i miei amici, la mia famiglia, ricordo i pranzi della Domenica da mia nonna con i miei cuginetti, ricordo le mangiate di salsiccia piccante che tanto mi faceva impazzire, ero proprio una bambina felice. Poi ad un certo punto tutto è cambiato, di colpo il buio, la rabbia verso me stessa, l'odio profondo verso il mio corpo e la voglia ingiusta ed errata di voler dimagrire sempre di più. A dir la verità tutto è incominciato proprio l'anno scorso, i ricordi sono molto sfocati non so cosa di preciso mi ha spinta a dimagrire so solo che un giorno ero in intimo di fronte allo specchio e ho incominciato a piangere: mi vedevo grassa. Man mano ho incominciato sempre di più a ridurre le quantità di cibo e sono arrivata scandalosamente a pesare 43 fottutissimi chili che per me non erano mai abbastanza. Ho passato mesi neri, bui in cui non ricordo mai un briciolo di felicità, mi dissociavo da tutto e tutti non conoscevo più cosa significava ridere con le mie amiche neanche loro mi riconoscevano più.. le giornate erano diventate un continuo contare le calorie di quelle misere briciole che ingerivo a volte anche forzatamente anche solo per non vedere la mia famiglia disperata. Poi un giorno di agosto (sempre dell'anno scorso) tutto è cambiato, mi sono vista troppo magra mi stavo rendendo conto che effettivamente stavo sbagliando tutto così non so com'è stato possibile ma man mano ho ripreso a mangiare, mangiavo di tutto anche i ''cibi proibiti'' ..sono andata avanti così per circa 7-8 mesi, poi mi sono iniziata ad accorgere che la situazione mi era sfuggita di mano,s tavo ingrassando insomma avevo recuperato tutti i chili persi. Per me era davvero un dramma piangevo tutti i giorni e anche se continuavo a piangere non riuscivo a non mangiare e a riniziare una dieta, a volte mi ''abbuffavo di frutta'' credevo che forse non era così dannosa ma mi sbagliavo continuavo comunque a prendere chili. Arrivata ad un certo punto ho detto basta! e mi sono messa un'altra volta a seguire una dieta abbastanza restrittiva da 900 calorie giornaliere. Questa specie di dieta la seguo ancora adesso,sono ridimagrita e adesso peso 49-50 kili per 167 di altezza. Finalmente così mi vedo bene, non voglio più ricadere nel tunnel dell'anoressia..vorrei semplicemente rimanere così, e per essere meno rigida con me stessa ho anche detto che posso concedermi una volta ogni 2 settimane delle abbuffate dove mangiare solo per appunto due volte al mese ciò che più desidero. A patto che però i giorni consecutivi ritorni a seguire la mia solita dieta.
Quindi volevo chiederle secondo lei da come ragiono anche ora ho dei problemi seri alimentari? o forse sono un po' guarita? la prego mi aiuti..

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Miglior risposta 25 OTT 2012

Buongiorno Vanessa, ho praticato per due anni terapia familiare al "Bambino Gesù" di Roma lavorando esclusivamente con i disturbi alimentari. Quello che posso dirle è che il passaggio che lei descrive da una condotta fortemente restrittiva e di ipercontrollo, che sembrerebbe avere tutte le caratterisiche dell'anoressia nervosa, ad una condotta opposta di discontrollo con abbuffate e, immagino, conseguenti e profondi sensi di colpa per questa incpacità di porsi un limite e per di aver ingurgitato tutta quella roba, che spesso portano a delle successive condotte di "compensazione" (eccessivo sport, induzione del vomito, assunzione di lassativi, restrizione alimentare, etc.), è un passaggio come dicevo che avviene spesso nell'ambito dei disturbi della condotta alimentare.
Lei adesso sta probabilmente meglio e oltretutto è cosciente dell'esistenza un problema, cosa estremamente positiva e che difficlmente appartiene a chi soffre di questi problemi e che segnala in lei, non solo un forte miglioramento, ma anche la possibilità di farsi aiutare e di superare il problema comprendendolo più profondamente.
Spesso queste problematiche si instaurano in una fase del ciclo di vita in cui a inizio il cosiddetto "svincolo" dalle proprie figure genitoriali, che è un passaggio difficile e spesso conflittuale per tutti i ragazzi. Le difficoltà di questo passaggio e l'emergere di una problematica alimentare fanno spesso, per non dire sempre, riferimento alla relazione con la propria figura materna che rappresenta simbolicamente, per tutti noi, il nutrimento.
Per questo ti invito ad entrare nell'ottica, cosa a cui tutte le ragazze con il tuo problema si oppongono, che questa problematica non coinvolge solo te bensì anche la tua famiglia e il rapporto che tua madre a con te e tu con lei.
Molte persone, quando non sono molto gravi, convivono con certe problematiche tutta la vita senza mai rivolgersi a nessuno. Tu hai 16 anni, sei molto giovane, magari questo è stato solo un funzionamento di passaggio in una fase della vita (l'adolescenza difficile per tutti), ma anche solo per evitare che questo funzionamento si riproponga in altri momenti futuri di difficoltà, rischiando di diventare parte della tua struttura psichica, credo sia il caso per te di affrontare il problema.
Un'altra cosa che emerge e che spesso appartiene alle famiglie "psicosomatiche" è la mancanza di drammatizzazione e di intervento dei tuoi familari, che non hanno provveduto in tutto questo a portarti "di Peso" da un Neuropsichiatra Infantile.
Se posso darti darti due consigli uno è quello di cominciare a farti seguire nella dieta da un nutrizionista serio, in modo da non danneggiarti il metabolismo e il fisico, poi vista la tua età approfitta per affrontare una volta per tutte il problema.. cominciando dal parlare con i tuoi genitori.
Se vivi non lontano da Roma ti consiglio di rivolgerti al Reparto di Neuropsichiatria Infanitle del Ospedale Pediatrico Bmbino Gesù, dove troverai un equipe di persone profondamente esperte nel trattamento di queste problematiche. Se mi fai sapere in che zona vivi posso darti altre indicazioni, nei limiti delle strutture pubbliche che conosco di persona.
Cordiali saluti
Dott. Luca Altieri

Dott. Luca Altieri Psicologo a Perugia

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12 DIC 2012

Buongiorno Vanessa, trovo difficile rispondere alla sua domanda, forse perché mi sembra una domanda che ne contiene altre...e rassicurarla rispondendole se ha un problema alimentare o no mi sembra davvero poco utile.

Villani Valentina Psicologo a Montegrotto Terme

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29 OTT 2012

Carissima Vanessa, è riuscita in una mail a descrivere ciò che ha vissuto negli ultimi anni della sua vita anche se di certo ci sono diversi aspetti che non possono essere chiari attraverso una mail. Tuttavia le posso chiaramente confermare in accordo ad alcuni colleghi che ancora ossi, anche se in modo di certo meno grave e pericoloso per la sua salute fisica, i suoi sono pensieri dai quali traspare un controllo rigido e quella che alcuni chiamano forse impropriamente "mentalità anoressica". Pertanto le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e lavorare proprio su questo modo di gestire e controllare ancora la sua alimentazione e dunque il suo peso. Forse è giunto il momento, dopo tanti anni, durante i quali da come scrive sembra che abbia cercato di farcela da sola, di chiedere aiuto e di lavorare su quello che sta dietro questo problema che apparentemente riguarda solo il suo rapporto con il cibo.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
Dott.ssa Laura Amato Palermo

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29 OTT 2012

Buongiorno, Vanessa.
Forse sono uno psicoterapeuta anomalo, o forse è il tipo di psicoterapia che applico ad essere fuori dagli schemi classici, ma ritengo che non si debba trovare ad ogni costo un problema, o peggio una patologia, li dove non c'è.
Hai sofferto di un inizio di anoressia, che hai superato spostando il problema sul versante bulimia, ma ora mi sembra che sia in una fase di equilibrio.
Hai capito che, come dice Oscar Wilde, si può rinunciare a tutto meno che alle tentazioni, per cui ti concedi due volte al mese delle abbuffate che ti consentono di mantenere un'alimentazione equilibrata per il resto dei giorni.
Questa è un' ottima cosa.
Certo sei una ragazza insicura, ma questo è caratteristico della tua età e lo supererai da sola con il tempo, imparando a piacerti.
Non credo che tu debba iniziare per questo percorsi di psicoterapia.
Auguri
Dott. Giovanni de Marchi

Dott. De Marchi Giovanni Psicologo a Roma

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29 OTT 2012

Cara, Vanessa, dalla mia esperienza maturata in ambito clinico con persone con questo tipo di proposta problematiche, le consiglio di farsi aiutare e da uno psicoterapeuta familiare/relazionale, questo perché, come dicevano alcuni colleghi precedentemente, è necessario un lavoro che coinvolga anche la sua famiglia. Non parliamo di responsabilità, perché sicuramente i suoi genitori hanno fatto e faranno il massimo per lei, ma perchè il tipo di relazioni sottostante le vostre dinamiche familiari unito alla fase particolarmente delicata della vita, quale è l'adolescenza, potrebbero essere causa delle sue sofferenze. Un caloroso saluto.

Dott. Salvatori Matteo Psicologo a Rimini

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29 OTT 2012

Non so davvero come posso ringraziarvi, le vostre risposte mi hanno aiutato a riflettere tantissimo.. siete stati davvero gentilissimi davvero grazie, grazie di cuore!
So di avere purtroppo problemi con il cibo però spero che con l'aiuto di un nutrizionista e dei miei genitori riuscirò finalmente a trovare l'equilibrio con me stessa e spero che riuscirò anche a ritrovare la felicità perduta.
Non potevo volere delle risposte migliori e così efficienti. Un grande abbraccio a tutti voi che riuscite ogni giorno a dare aiuto a ragazze/i con i miei stessi problemi.

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26 OTT 2012

Gentile Vanessa la vita è frutto di un impegnativo lavoro di integrazione tra il desiderio o (più desideri) e la realtà. Il suo conflitto tra il piacere di mangiare e il piacere di vedersi fisicamente bella è emerso in tutta la sua forza. Il problema, se di problema vogliamo parlare è che lei sta vivendo una fase delicata di trasformazione e consolidamento di sé. E' stato importante che si sia resa conto degli eccessi del suo agire ed altrettanto importante che stia cercando di trovare un suo equilibrio. Con questa consapevolezza valuti la possibilità per lei di rivolgersi ad un professionista al fine di approfondire tali dinamiche e favorire così un suo percorso di crescita più sereno e soddisfacente.
Cordiali saluti. Francesco David psicologo psicoterapeuta Silea (TV)

David Dr. Francesco Psicologo a Silea

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25 OTT 2012

Salve Vanessa, la tua lettera sprigiona una forte angoscia e paura per il tuo disagio.
Posso solo lontanemente immaginare la tua sofferenza. chiedi se il tuo è un problema alimentare.
Posso dirti che hai un problema con il cibo, sicuramente. Ma da come lo descrivi sembra essere il sintomo di qualcosa che dovresti approfondire.
Tanti Saluti dott.ssa Carmela DI Blasio

Dott.ssa Di Blasio Carmela Psicologo a Pescara

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25 OTT 2012

Cara Vanessa
La descrizione che lei ci fa è molto ricca di particolari ma allo stesso tempo è molto difficile fare una diagnosi con questi elementi; le consiglio di rivolgersi insieme ai suoi genitori ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale della sua zona per valutare al meglio la sua attuale situazione e magari valutare insieme la possibilità di farsi seguire anche da una dietista, che le potrà dare dei consigli alimentari da seguire per mantenere un peso corporeo adeguato. Distinti saluti

Dott.ssa Rossella Boretti Psicologo a Prato

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25 OTT 2012

Cara Vanessa. La sua descrizione dettagliata di tutti i movimenti di avvicinimento e allontanamento dal cibo fanno ipotizzare che ci sono nodi non risolti che riguardano sé, la sua immagine, il suo rapporto con l'altro. Le emozioni, pur presenti attraverso pianti, senso di isolamento, tristezza, confusione, sono in secondo piano. Visto il suo desiderio di comprendere quanto le sta accadendo, la inviterei, con l'aiuto dei suoi genitori, ad intraprendere un percorso terapeutico che possa aiutarla a conoscersi meglio e ad avvicinarsi al suo mondo interno.
Cordialmente.
Elisabetta dr.ssa Romanò

Centro Di Psicoterapia Dr.ssa Elisabetta Romanò Psicologo a Novate Milanese

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25 OTT 2012

Salve Vanessa,
non credo che cercare delle definizioni sia utile, credo che sia più utile parlare della sua ansia rispetto al riprendere i chili, dell'equilibrio che ha trovato tra le abbuffate e la restrizione, della capacità che ha avuto nel rendersi conto che le cose non andavano... è stata proprio brava! Credo che la sua sia una storia che ha preso una piega indubbiamente positiva, nel senso che ha trovato un suo equilibrio che non mette a rischio la sua vita. Ma quanto questa vita la soddisfa? Quanto si sente libera di godere del cibo che mangia? Quante volte sente il profumo e assapora il cornetto alla nutella con gli amici? Credo che sia importante parlare di questo e riflettere su questo. Credo sia importante nel suo caso muoversi su due fronti: da una parte affidare temporaneamente il controllo sul cibo a un nutrizionista che sappia aiutarla a trovare un equilibrio alimentare sano e al tempo stesso contattare uno psicoterapeuta che l'aiuti a capire cosa è successo e cosa sta succedendo e a ridare spazio alle cose che nutrono davvero: emozioni, amicizie, piacere, curiosità...
In bocca al lupo per tutto!
Dr.ssa Alfonsina Pica, psicologa e psicoterapeuta

Dott.ssa Alfonsina Pica Psicologo a San Miniato

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25 OTT 2012

Cara Vanessa, ti trovo decisamente profonda specie per la tua età. Dalle tue parole si evince più la voglia di comprendere che quella di trovare soluzioni immediate. Ti sei chiesta però che cosa ha scatenato tutta la tua insoddisfazione? Il timore di ingrassare ed il timore di perdere il controllo del proprio peso è purtroppo un problema assai diffuso, soprattutto alla tua età; età in cui si avrebbe invece bisogno di un'alimentazione completa considerando che si è ancora in fase di crescita. Hai fatto bene a non sottovalutare l'argomento ed a chiedere un'opinione professionale, anche se sarebbe più opportuno approfondirlo e soprattutto affrontarlo in un percorso, anche breve, di psicoterapia. Un abbraccio. Dott.ssa Sabina Orlandini, Torino

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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25 OTT 2012

Cara Vanessa,
dalle sue parole si percepisce una grande capacità di osservare lucidamente i propri comportamenti passati, ma anche una forte angoscia per il momento attuale, in cui i dubbi sono ancora tanti. Sicuramente emerge una importante problematica legata al peso e al cibo, anche se una "diagnosi" unica può non essere una risposta soddisfacente nella sua situazione. Nel suo scritto lei non fa accenno ad un eventuale supporto ricevuto dalla sua famiglia, forse a causa di rapporti poco sereni e non facili: questo aspetto può essere a sua volta legato alle sue difficoltà nel regolare il rapporto con il cibo e forse può essere preso in considerazione. In situazioni simili alla sua è difficile tuttavia affrontare queste difficoltà in solitudine, mentre un supporto psicologico può risultare di grandissimo aiuto per ritrovare il proprio benessere. Rimango a sua disposizione nel caso desideri contattarmi. Un cordiale saluto, dott.ssa Lucia Mantovani, Milano

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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25 OTT 2012

Cara Vanessa, il cibo è parte dei suoi pensieri e non riesce a viverlo serenamente, perciò probabilmente è ancora un problema. Il suo racconto è molto puntuale, emotivo, nonostante la sua giovane età sembra molto brillante. Provi a chiedere un aiuto psicologico, vedrà che le farà bene. Intanto le faccio un in bocca al lupo. Silvia

Palandri Silvia Psicologo a Livorno

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24 OTT 2012

Cara Vanessa,
il fatto stesso che lei ci scriva e anche tanto, non di sè, delle sue emozioni, fantasie, sogni, relazioni, ma dei chili e di ciò che mangia, ci dice che la sua attenzione è eccessivamente rivolta al cibo! Anzi, unicamente rivolta al cibo!
Anche quando descrive i momenti belli del passato, li descrive attraverso ciò che mangiava (cornetti caldi, salsicce piccanti, ecc.) e non attraverso sensazioni, esperienze, parole, ecc.
Insomma, credo che ci siano molte domande da farsi, del perché tutto è misurato in cibo e calorie, del perché nella sua mente non c'è altro, dal cosa le dà mangiare o non mangiare, che senso ha essere sfiniti dalla fame, perché è importante essere magri, ecc.
Cosa sta provando? Cosa vive? Il suo mondo interno da cosa è popolato?
Penso però che lei debba chiedere aiuto, da sola, per quanto brava sia, non può farcela.
Ha sicuramente dimostrato di essere forte e determinata e questa è una grande qualità che nella vita l'aiuterà se usata bene. Se vuole star bene, essere serena, soddisfatta e piena, la determinazione deve essere abbinata al riconoscere di avere un problema, deve assolutamente farsi aiutare da chi è competente.
Prima di questo, è necessario che lei parli francamente con la sua famiglia e si faccia sostenere anche da loro.
Ha16 anni e ci sono mille altre sensazioni, esperienze, emozioni che dovrebbero costellare le sue giornate.

Basta fare i primi passi e poi tutto il resto va da sé. Farsi aiutare è un segno di amore verso se stessa. Si fidi di sé!

Sabrina Costantini Psicologo a Pisa

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24 OTT 2012

Gentile Vanessa,
l'anoressia, la bulimia e le loro forme sotto soglia, non sono modi di pensare, bensì dei veri e propri disturbi psicologici che creano grande sofferenza e spesso impediscono di raggiungere gli obiettivi che la persona si prefigge.
La parte più insidiosa è che al contrario di molti altri disagi, questi sono in apparente armonia con i bisogni e desideri dell'Io, o apparentemente coerenti con l'immagine del soggetto e quindi chi ne è affetto ha la percezione di averne il controllo e di poter smettere quando si vuole. Ti riporto una tua frase della richiesta di consulenza:
“Finalmente così mi vedo bene, non voglio più ricadere nel tunnel dell'anoressia..vorrei semplicemente rimanere così, e per essere meno rigida con me stessa ho anche detto che posso concedermi una volta ogni 2 settimane delle abbuffate dove mangiare solo per appunto due volte al mese ciò che più desidero. A patto che però i giorni consecutivi ritorni a seguire la mia solita dieta.
Quindi volevo chiederle secondo lei da come ragiono anche ora ho dei problemi seri alimentari? o forse sono un po' guarita? la prego mi aiuti..”
Questo proposito potrebbe nascondere una bella insidia che si chiama Pensiero tutto/nulla che è alla base del meccanismo che regola le restrizioni alimentari e le abbuffate.
Spero che questa risposta ti inviti a riflettere meglio e a cercare un aiuto professionale che si allei con te contro questo brutto parassita.
Auguri!
D.ssa Valentina Strippoli
Psicoterapeuta cognitivo comportamentale Fano

D.ssa Valentina Strippoli Psicologo a Fano

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24 OTT 2012

carissima Vanessa,
dalla sua mail si evince la forte angoscia che in questo momento la affligge circa la sua situazione psicologica. Sicuramente non devono essere stati facili per lei gli ultimi due anni, soprattutto se ha affrontato tutto, come credo, in solitudine, combattendo l'aspra lotta col cibo ed il peso per conto suo. Anche se adesso la situazione sembra aver trovato un certo equilibrio, quando si tratta di problematiche alimentari e soprattutto quando queste si verificano nella prima adolescenza, come nel suo caso, il rischio di ricadute è sempre presente. Le consiglio di effettuare dei colloqui con un terapeuta specializzato in disturbi del comportamento alimentare, ci sono anche dei veri e propri centri specializzati, può cercarne uno nella sua zona se crede; sicuramente troverà aiuto per orientarsi meglio e conoscere a fondo il disturbo che l'ha afflitta.
In bocca al lupo per tutto
Roma

Anonimo-126894 Psicologo a Roma

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24 OTT 2012

Gentile Vanessa,
il suo racconto è molto dettagliato ed emerge che la situazione non sia completamente sotto controllo. Vista la sua giovane età e trattandosi di un argomento davvero troppo complesso per esaurirlo in poche righe, il mio consiglio è quello di rivolgersi, con l'aiuto dei suoi genitori, ad un collega psicoterapeuta, possibilmente ad orientamento psicodinamico/psicoanalitico, con cui approfondire tutte le sfaccettature del caso.
Per qualunque dubbio o curiosità resto a sua disposizione
Dr.ssa Alessia Serra

Dott.ssa Alessia Serra Psicologo a Santa Maria delle Mole

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