Buongiorno
sono Elena e ho 29 anni. Da circa due settimane ho scoperto di essere incinta. Io convivo con il mio compagno da due anni, lui ha 35 anni.
Non è stata una gravidanza programmata quindi all'inizio entrambi eravamo un po' tesi. Ma subito dopo ho preso la situazione in mano e mi sono attivata per tutti i controlli del caso.
Il mio ragazzo, da quando sono incinta, è cambiato. Sono due settimane che non lo riconosco più. È sempre un po' cupo, pensieroso. È presente fisicamente ma non con la testa. Lo vedo proprio immerso nei suoi pensieri. La notte dorme poco. Con me è molto più dolce e premuroso, ma io vorrei tanto che lui ritornasse come prima! Scherza pochissimo, è sempre serio. Proprio perché di notte non dorme lamenta poi stanchezza durante la giornata, pensate che non ha più avuto rapporti con me. Io mi sento sola in questo percorso. Mi sento come se per lui il bambino fosse un peso. Mi sento rifiutata.
Ho cercato di parlargli. Mi dice che ha un blocco. È felice per il bambino ma è bloccato dalle preoccupazioni. Sente la responsabilità di garantire una vita dignitosa a tutti noi, ha paura di perdere il lavoro, ha paura che non arrivi a fine mese.
Ha detto poi che la colpa è dei suoi genitori che lo hanno cresciuto sempre con il terrore di stare senza soldi ed è anche colpa sua perché in ogni situazione non agisce mai solo con le sue forze ma prerferisce essere sempre spinto e supportato.
Io capisco le sue preoccupazioni, ma a me fanno rabbia! Mi fa rabbia la sua paura di perdere il lavoro, ma perché? Perché dovrebbe perderlo? Se dovesse perderlo nel settore informatico in cui lui è specializzato troverebbe in pochissimo tempo! Perché non é ottimista? Pensa sempre il peggio di ogni situazione! Non si arriva a fine mese, anche qui, ma perché? In due anni abbiamo vissuto senza farci mancare nulla e ci avanzavano alla grande e ora perché non dovrebbero bastare? Abbiamo da parte una somma di denaro importante per qualsiasi problema o imprevisto. Abbiamo alle nostre spalle delle famiglie che non ci lascerebbero mai da soli per qualsiasi improvviso problema. Sono forse io a vedere solo rose e fiori?
Non so come comportarmi. Cosa consigliate? Mi piacerebbe lui ritornasse ad essere quello che è sempre stato. Voglio anche aiutarlo ma non so come.
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17 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Elena,
il piano razionale che lei ci offre è importante e non sufficiente poichè non sempre questo coincide con quello emozionale. Nel suo compagno emergono adesso tanti messaggi genitoriali sull'essere attenti ai soldi, alla capacità di mantenere una famiglia e, in generale, sull'assumersi la responsabilità. Tutti aspetti che non sono risolvibili facendo semplicemente ricorso al pinao logico razionale.
Riguardo la situazione specifica può darsi che il suo compagno abbia bisogno di tempi più lunghi per adattarsi e rasserenarsi oppure che sia utile affrontare questo cambiamento radicale con un supporto terapeutico.
Del resto diventare genitori è uno dei cambiamenti pià importanti che possa intervenire nella nostra vita. Un cambiamento definitivo che non tutti accettano con serenità. Non sarete più coppia ma una famiglia con ben altri impegni e obblighi, con un diverso modo di funzionare.
Forse potreste rivolgervi entrambia a un professsionista per poter affrontare gli aspetti emotivi della faccenda. Questo consentirebbe di fare prevenzione su possibili crisi legati all'ingresso in una nuova fase del ciclo di vita, crisi che spesso intervengono dopo la nascita del primo figlio.
In ogni caso accolga il disagio che il suo compagnoi le ha espresso: non tutti siamo ugualii o abbiamo le stesse capacità di adattarsìci a nuove e importanti cambiamenti. Se saprà accogliere le di lui difficoltà potra evitare che si chiuda o il disagio esiti in qualcosa di più profondo.
Tanti auguri
16 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Elena
nella sua mail scrive che il suo compagno è con lei dolce e premuroso. Poi, ci comunica a metà della sua mail che lei si sente sola in questo percorso e che non viene cercata fisicamente. Da quello che si evince ha pertanto cambiato atteggiamento per le preoccupazioni che concernono la gravidanza e il futuro arrivo. Non tutte le persone hanno capacità di affrontare passaggi della vita importanti in modo positivo, non per questo significa che non siano all altezza, quanto invece che hanno bisogno di tempo per metabolizzare. La cosa migliore in questi casi è comunicare il più possibile, coinvolgerlo e rassicurarlo. Non può modificare un suo modo di percepire i problemi quanto aiutarlo a farci i conti. Potrebbe anche rivolgersi a uno psicoterapeuta se la situazione diventa pesante a tal punto per la coppia che vi possa accompagnare in questo percorso. Con i migliori auguri anche per il futuro arrivo. Dottssa maria pizzale
16 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Elena,
il tuo compagno ti ha dato delle spiegazioni sintetiche ma esaustive sui motivi delle sue ansie e preoccupazioni di fronte a questo evento importante che, come tu stessa dici, non è stato programmato e perciò ha colto entrambi impreparati.
In realtà, tu ti stai già adattando a questo cambiamento ma lui ha più difficoltà per cui non dovresti spazientirti e arrabbiarti ma supportarlo come sempre si dovrebbe fare in una coppia quando uno dei due partners è in difficoltà.
Tuttavia puoi alleggerirti di questa incombenza persuadendolo ad avvalersi di un sostegno psicologico professionale tramite un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
14 MAR 2017
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Cara Elena, cominciamo con il dire che per un uomo una gravidanza, ancorchè desiderata, è un evento difficile da capire. Spesso gli uomini si sentono spaesati, spaventati e senza alcuna possibilità di controllo degli eventi...anche perchè del resto loro a livello corporeo non possono provare nulla. Tu invece avrai nove mesi per familiarizzare con il tuo bambino! Non c'è molto che tu possa fare, se non spronarlo a darti la serenità di cui tu e il bambino avete assoluta necessità. Dagli tempo, e concentrati su te stessa...vedrai che con il crescere della pancia, vedendo materialmente il cambiamento, anche lui si adatterà. Potrebbe essere anche un'ottima idea coinvolgerlo attivamente sia nelle visite che nel corso pre-parto...un modo come un altro per permettergli il confronto con altri papà ansiosi. Ricorda poi che se lui è così preoccupato, è perchè il percorso della genitorialità è sempre e comunque un salto nel buio carico di responsabilità: il fatto che lui si preoccupi degli aspetti materiali è una cosa iportante e da non svalutare. Non ti arrabbiare, magari prendilo in giro e sorridi con lui delle rispettive ansie e preoccupazioni.
Buon viaggio, sarà per entrambi il più bello della vostra vita.
Dott.ssa Marianna Soddu
14 MAR 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Elena, dovresti cercare di essere paziente. Capisco benissimo te ma anche il tuo compagno. Si trova a passare da figlio a padre. Proprio perché dici che siete aiutati e supportati dai genitori vuol dire che siete ancora molto 'figli'. Lui sente questo passaggio e deve avere il tempo per metabolizzarlo e rendersi conto che da solo ce la farà a prendersi cura di entrambi. Tu, per certi aspetti, sei già entrata nel ruolo di mamma, ma è importante che non ti dimentichi della coppia e fai, in questo momento in cui il tuo lui ha bisogno, la compagna! Auguri dr. Annalisa Lo Monaco