il mio bambino mette il pannolino e ha 12 anni vuole che lo pulisco io

Inviata da giuliano · 11 set 2024 Psicologia infantile

buongiorno ha tutti mio figlio di 12 anni usa il pannolino per incontinenza e questo non gli importa lo porta al calico quello da mare per dopo farsi la doccia e farselo cambiae dal suo amico che e piu a disagio di lui e mi fa mettere anche se e incontinente non grave il pannolino con strappi che ha lui non servono e vuole il ciuccio per dormire se no piange e io ora quindi gli ho detto che se vuole essere un bebe non usa piu il telefono e a lui va bene va a letto alle 6 e ha comprato pure la tutina da neonato usa il biberon per bere e io non so piu che fare di notte e di giorno mene fa la popo nel pannolino e si mette a piangere tutte le notti a scuola un giorno se fatto lo cacca nel pannolino e la maestra lo ha mandato all asilo della scuola per farsi cambiare il pannolino e tenerlo li per fargli capire che deve cercare di usare il water e lui al posto di imbarazzarsi lha rifatto per 1 mese cosi lo hanno mandato all asilo per 2 settimane per vedere se migliorava lui continuava a comportarsi da bebe e loro sotto mia indicazione lo hanno trattato come i bambini piccoli dell asilo cioe mettergli il pannolino in modo imbarazzante il ciuccio fargli vedere i cartoni animati per bambini e ha farlo mangiare nel seggiolone con pappette dei bambini e con il bavaglino e dopo a farlo dormire pero mentre dormiva sporcava di pipi e popo 2 o 3 pannolini all ora e quindi lo cambiavano mentre lui piangeva finite ste 2 settimane lui al posto di essere imbarazzato e comportarsi da ragazzo maturo ha continuato anche a scuola a comportarsi da bambino piccolo e ha voler cambiato il pannolino e ecc quindi rimandato per tempo indeterminato all asilo lo hanno bocciato ora non vuole piu togliersi il pannolino e abitudini da bambino dorme il pomeriggio beve dal biberon usa il ciuccio se no piange si mette la tutina dei bebe e gattona all asilo viene preso in giro pk gira anche solo col pannolino e ciuccio o a volte scappa prima che gli mettano il pannolino quindi fa pipi e popo in giro per la classe

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Miglior risposta 20 SET 2024

Buongiorno gentile Giuliano, la situazione che descrive è molto delicata e merita un'attenzione particolare da parte di specialisti. Il comportamento del bambino, che sembra regredire a uno stadio infantile, utilizzando il pannolino, il ciuccio e mostrando preferenze per abitudini tipiche dei neonati, non è comune per un ragazzo di 12 anni e potrebbe indicare la presenza di problematiche emotive o psicologiche.
Proprio per questo sarebbe consigliabile rivolgersi quanto prima a uno psicologo specializzato in infanzia e adolescenza. Questi comportamenti regressivi potrebbero essere una reazione a fattori emotivi o psicologici sottostanti. Un professionista potrà aiutarla a individuare le cause di questi comportamenti e a definire una strategia di intervento adeguata.

È utile riflettere su eventuali cambiamenti o eventi stressanti che Suo figlio ha vissuto di recente. A volte, situazioni difficili, come la separazione dei genitori o altri fattori di stress, possono portare i bambini a cercare conforto in comportamenti infantili. Anche il modo in cui la famiglia e l'ambiente circostante reagiscono ai suoi comportamenti può influire sul suo benessere.

Allo stesso tempo è essenziale che la scuola sia coinvolta nel percorso di sostegno. Parlare con gli insegnanti e con un consulente scolastico potrebbe aiutare a individuare strategie per affrontare la situazione senza umiliare Suo figlio. È importante che l’ambiente scolastico sia comprensivo e che non lo esponga a ulteriori pressioni o situazioni imbarazzanti.

Forzare Suo figlio a comportarsi in modo più maturo, utilizzando metodi punitivi o imbarazzanti, potrebbe peggiorare la situazione. È cruciale che il bambino non si senta giudicato o umiliato. Al contrario, è necessario creare un ambiente sicuro e accogliente in cui possa esprimere le sue emozioni senza timore.

Sebbene Lei menzioni che l'incontinenza non è grave, sarebbe opportuno escludere a priori eventuali problemi medici sottostanti con l’aiuto di un pediatra o di uno specialista, come un urologo pediatrico. Ciò potrebbe assicurare che non vi siano problemi fisici che contribuiscono al comportamento di Suo figlio.

La pazienza e il sostegno emotivo sono fondamentali. È normale che come genitore Lei si senta preoccupato, ma è importante che Suo figlio percepisca il Suo amore e il Suo supporto. Un percorso terapeutico può richiedere tempo, e in questo periodo è essenziale che Suo figlio si senta protetto e non giudicato.

In conclusione, Le suggerirei di consultare quanto prima uno psicologo infantile per comprendere meglio le cause alla base del comportamento di Suo figlio e definire un percorso di sostegno adeguato. Il pediatra potrà anche essere un valido alleato nel fornire indicazioni ulteriori. Non esiti a cercare aiuto professionale per affrontare questa situazione complessa.

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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3 OTT 2024

Gentile Giuliano,
La ringrazio per aver condiviso con noi ciò che sta vivendo, tanto più perchè tale situazione intricata riguarda suo figlio.
È del tutto comprensibile che lei possa provare preoccupazione per il suo comportamento e le ripercussioni che questo ha sulla sua vita quotidiana e sociale.
È fondamentale avviare un dialogo sincero con lui, cercando di penetrare nel suo stato d'animo e comprendere le sue emozioni. Una conversazione aperta, condotta in un contesto sereno e privo di giudizi, potrebbe rivelarsi estremamente proficua, dunque sarebbe opportuno considerare l'idea di iniziare un percorso di supporto utile per apprendere strategie adeguate alle peculiarità della sua situazione.

Sarebbe utile, inoltre, evitare confronti con i coetanei, poiché tali comparazioni potrebbero accentuare la sua ansia e indurlo a rifugiarsi ulteriormente in comportamenti infantili. È essenziale che egli percepisca un forte sostegno affettivo, poiché potrebbe necessitare di aiuto per affrontare le proprie emozioni e comprendere che non è solo in questa prova.
Per esempio, invece di imporre un cambiamento drastico, potrebbe considerare di creare con lui piccole routine quotidiane che incentivino suo figlio ad utilizzare il bagno serenamente e a ridurre progressivamente l'impiego del pannolino. Inoltre, illustrare l'importanza di affrontare questa problematica, e quindi la possibilità di risolverla, potrebbe rivelarsi altamente benefico.

E' importante non sottovalutare suo figlio, perché ogni bambino possiede un proprio percorso, ma il cambiamento richiede tempo e dedizione.
Pazienza e sostegno costante saranno i pilastri fondamentali in questo delicato processo di crescita!

Resto a disposizione per qualunque domanda e per un colloquio se avesse necessità di approfondire la tematica trattata.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi


Dott.ssa Claudia Cianchi Psicologo a Roma

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25 SET 2024

Salve Giuliano,
immagino che questa situazione sia molto difficile per lei. La situazione che descrive è molto delicata e merita un'attenzione particolare da parte di specialisti. Si faccia aiutare da uno psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Cordiali saluti

Dott. Lorenzo Truffi Psicologo a Perugia

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13 SET 2024

Gentile Giuliano,
se non è stata ancora fatta, le consiglio di chiedere con urgenza per suo figlio una valutazione da parte di uno specialista urologo e di un neuropsichiatra infantile per i provvedimenti del caso.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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12 SET 2024

Buonasera, da questo racconto un po' caotico, si possono evincere alcune cose chiaramente:
1. suo figlio soffre di incontinenza. Ciò lascia ipotizzare un qualche problema neurologico.
2. suo figlio ha anche un grave disturbo dell'identità in quanto piange se non può succhiare il ciuccio, comportamento che certo non ci si aspetta all'età di 12 anni.
3. Non è stata fatta o lei non l'ha riportata una chiara diagnosi che chiarisca la natura del disturbo di suo figlio: neuropsicologico o psichiatrico. E' al contrario fondamentale conoscere il tipo di problematica che sta affrontando suo figlio per curarlo a dovere, per fornirgli l'assistenza necessaria e per non avere aspettative irrealistiche nei suoi confronti.
4. Lei e la scuola, avete provato a "educarlo" o "gestirlo" senza il supporto di un'equipe specializzata composta da psicologi, neuropsichiatri infantili ed educatori.
5. punirlo o umiliarlo rimandandolo all'asilo (sperando che migliori!?!?) non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Colludendo con i suoi comportamenti regressivi, non può far altro che mettere in atto un repertorio comportamentale da infante. Al contrario, compatibilmente con il livello di sviluppo intellettivo di suo figlio, è necessario adottare tecniche comportamentali che lo aiutino a sviluppare una serie di competenze che gli consentano di comportarsi come attesa da un bambino della sua età, quanto meno sotto il profilo dell'espletamento dei bisogni fisiologici. Cosa che mi sembra condizione necessaria per raggiungere un'auspicabile inclusione scolastica e sociale.
Per tutti questi motivi ritengo sia urgente e necessario che vi rivolgiate ad un servizio di neuropsichiatria infantile che prenda in carico il bambino, voi familiari e fornisca supporto alla scuola che sembra brancolare nel buio.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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12 SET 2024

Salve Giuliano,
Grazie per aver condiviso questa parte enorme e delicata della sua vita qui con noi; è stato molto coraggioso.
Come lei stesso accenna certamente indossare il pannolino all'età di 12 anni non è un atteggiamento consono con la sua età.
Come i colleghi leggo le hanno consigliato, certamente sarebbe necessario fare una valutazione per il ragazzo e che venga seguito.

Allo stesso tempo però quando si tratta di aiutare bambini è indispensabile che parallelamente le figure genitoriali lavorino anch'esse su se stesse e su come sostenere il proprio figlio per aiutarlo nel superamento della problematica. Spesso la regressione ad uno stadio di età così distante poi dalla sua comunica qualcosa di importante; suo figlio ha 12 anni e non si comporta come un bambino di 7 o 8 anni, ma come un bimbo che non ha mai imparato a trattenere i propri sfinteri. Chiaramente per poter dire come muoversi deve esserci una valutazione; il trattenere i bisogni però, nonostante possa sembrare un passaggio semplice, è un momento importante di passaggio, che sembra non riesca ad avvenire.

Questa difficoltà potrebbe parlarle di un blocco; si faccia aiutare in primis lei per comprendere in che modo può influenzare ed aiutare il ragazzo nella situazione che lei ha descritto.

Spero di esserle stata d'aiuto e di averle dato uno spunto.
Resto a disposizione qualora ne abbia bisogno,
Dott.ssa Giorgia Tanda.

Dott.ssa Giorgia Tanda Psicologo a Roma

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12 SET 2024

Buongiorno signora
Ha portato suo figlio da un Pediatra, o da un Neuropsichiatra infantile che trova presso un consultorio?
Suo figlio ha subito qualche trauma,?
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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12 SET 2024

Gentile Giuliano,
da quanto si capisce suo figlio soffre di incontinenza, però quello che è più significativo è questo comportamento regressivo.
Se non è già seguito, le consiglio di rivolgersi alla neuropsichiatria infantile del suo territorio per affrontare questa problematica.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini

Dott. Cristian Chiappini Psicologo a Perugia

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12 SET 2024

Sofia manifesta comportamenti che non sono assolutamente da considerarsi idonei per l’età che ha.

Le consiglio di sottoporre suo figlio ad una valutazione neuropsichiatrica e di far sopportare da specialisti Che lo aiutino ad affrontare il suo problema.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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12 SET 2024

Per una corretta Valutazione La Situazione descritta necessita di essere approfondita.

Il bambino è sempre adottato questi comportamenti oppure sono iniziati successivamente?

Bambino ha mai utilizzato il water o il vasino per i suoi bisogni in passato?
Suo figlio che giustificazione dà nei suoi comportamenti?

Questi sono domande che possono aiutare ad avere un’idea della motivazione del comportamento Di suo figlio.

Tuttavia le consiglioP Di sottoporre Sofia a una valutazione neuropsichiatrica da uno specialista che possa fare chiarezza ed iniziare un percorso terapeutico con suo figlio.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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12 SET 2024

Salve Giuliano, immagino che questa situazione sia molto difficile per lei, quello che posso dirle è che non è solo, queste sono delle situazioni che vivono anche altre famiglie.
Essendo una situazione molto pericolare non tutti hanno il coraggio di chiedere aiuto, e si vergognano di parlare, comunque se cerca su Internet ci sono dei gruppi a cui si può iscrivere, di madri e padri che vivono lo stesso problema.
Dal mio punto di vista non sentirsi solo aiuta ed è già di per se terapeutico.
Per quanto riguarda invece la situazione di suo figlio c’è bisogno di un lavoro in equipe, su più livelli, volti al raggiungimento di un autonomia adeguata all’età.
Riguardo a ciò le consiglio di contattare uno psicologo specializzato in psicologia dello sviluppo, il quale la guiderà nel processo di autonomia, nonoche fornirà supporto a suo figlio e alla vostra famiglia.
C’è bisogno di un educatore che vi segue nella vostra quotidianità a casa, guidando suo figlio verso l’autonomia.
Molto importante è anche l’educazione verso gli insegnanti, in quali in nessun modo devono rinforzare il comportamento regressivo di suo figlio, anche loro hanno bisogno di essere formati per aiutarvi a gestirlo nelle ore scolastiche.
Per quanto riguarda una diagnosi, dal mio punto di vista c’è bisogno di un processo profondo di conoscenza sia del bambino che dei genitori e della vostra storia familiare, comunque quello che le posso dire è che la situazione cambia se questi comportamenti sono cominciati all’improvviso oppure non ci è mai stato un vero e proprio processo di autonomizazzione.
In caso i comportamenti sono comparsi nel breve periodo ricercherei le cause in quale evento traumatico avvenuto precedentemente.
Non è solo, può chiedere aiuto, esistono percorsi specifici per queste situazioni.
Per quanto riguarda invece la parte economica, può rivolgersi ad un consultorio il quale è gratuito, offre un primo ascolto e vi aiuta a trovare gli specialisti che sono formati per seguire situazioni di questo tipo.
In bocca al lupo per tutto.
Distinti saluti,
Dott.ssa Klaudia DEDA

DOTT.SSA KLAUDIA DEDA Psicologo a Roseto degli Abruzzi

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12 SET 2024

Buongiorno.
Questa descrizione sembra piuttosto inverosimile, più che altro che la scuola avrebbe dovuto attivare i servizi territoriali più che mandarlo all’asilo se avesse saputo che il ragazzo, non bambino, non è ancora in carico, insieme alla sua famiglia, in una NPI.

Se cosi non fosse si rivolga al più presto alla neuropsichiatria infantile della sua asl.

Saluti

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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12 SET 2024

Gentile Giuliano, al di là dei sintomi che sembrano esprimere la difficoltà del ragazzino a proseguire il percorso di crescita, che cosa succede nella sua vita? È sempre stato così? Non ha mai acquisito il controllo degli sfinteri? Che succede nella sua, nella vostra vita?
È importante inserire il problema nel percorso di vita per capirne meglio il significato, per ricostruirne la coerenza.
Si faccia aiutare da uno psicoterapeuta dell’età evolutiva o si rivolgo a un servizio pubblico di neuropsichiatria infantile.
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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12 SET 2024

Buongiorno, mi auguro che Lei lo faccia seguire da un servizio di neuropsichiatria infantile presente in ogni Asl di appartenenza.

Saluti

Dott. Fabrizio Celletti Psicologo a Frosinone

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12 SET 2024

Buongiorno,

È importante che in caso di disagio (da quello che lei scrive, a me è evidente) o di un comportamento che si riconosce come inappropriato per l’età (a 2 anni usare il pannolino è normale, a 12 no), si cerchi un aiuto professionale quanto prima.
Non attenda oltre.

Dr.ssa Barbara Angeretti Psicologo a Milano

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12 SET 2024

Buongiorno Sig. Giuliano,

Dalla situazione che descrive suo figlio necessita di essere seguito per essere supportato nelle autonomie di base.
Gli ha mai fatti fare una valutazione neuropsichiatrica?
Ha già una figura di riferimento? Quando sono comparsi i sintomi? Ha difficoltà nell’uso del linguaggio?

Consiglierei anche un percorso per lei, che le possa essere di supporto nel gestire le sue fatiche.

Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Cisternino

Dott.ssa Francesca Cisternino Psicologo a Milano

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