Il fisico ne vale davvero per la sanita' mentale ?

Inviata da Anna · 13 ago 2020

Salve a tutti, mi chiamo Anna, ho 28 anni e sono anni che ho problemi di relazioni. Sono attualmente fidanzata da 3 anni con il mio compagno che amo, però puntualmente mi sento inferiore.. Ho problemi di alimentazione da anni oramai.. Ero magra ho avuto un brutto incidente e passato 6 mesi della mia vita su un divano, in cui ho preso circa 35 kili. Non riconosco piu' il mio corpo. Sono una bella ragazza molto alta e piaccio moltissimo ad i ragazzi, anche con quelle forme in piu', ma ho passato i miei ultimi anni, a sentirmi dire che magra sarei mille volte piu' bella. Sto facendo un percorso di esercizi fisici e dieta e sto cambiando, piango spesso durante i miei allenamenti, psicologicamente mi distrugge sento che prima o poi crollero' e tornero' a casa a mangiare tutto quello che trovo anche se sono piena mangio fino al vomito, letteralmente. Nonostante so di non essere obesa ma di essere, giusto giusto, nella soglia dell'obesita', io amo e desidero il mio compagno, che non contraccambia questo sentimento . So che mi ama, so che che mi ama davvero, ma non mi guarda come l'oggetto del suo desiderio, non ha voglia di fare l'amore come lo voglio io, di conseguenza mi respinge spesso, e piu' mi respinge piu' mi faccio schifo . Un giorno parlando mi ha esplicitamente detto che il mio corpo anche per lui era un problema. Sono morta dentro da quel giorno. Non ho voglia di fare l'amore con lui e se lo facciamo è un'istinto naturale, meccanico ''togliamoci il pensiero'', mi piace fare sesso con lui, ed anche in questi casi riesco comunque a gioirne. Ma c'è sempre quel ma. Ultimamente, c'è un ragazzo che mi gira intorno, mi conosceva prima dell'incidente ed è sempre stato attratto da me, ora, lui ha un modo di guardarmi che vorrei fosse il mio ragazzo a farlo, vorrei sentirmi sempre desiderata cosi. Capisco anche che la passione finisce e col tempo si fa meno l'amore, ma col mio compagno è stato da subito cosi, ho provato a parlarne con lui piu' e piu' volte nel corso degli anni, e mi ha sempre risposto che doveva essere stimolato, che dovevo stuzzicargli la fantasia etc, ma io la sento molto una forzatura, roba che farebbero i miei zii 50enni per riaccendere la fiamma, per capirci. Oltre a questo, durante il periodo del mio ricovero, durante i sei mesi, sono diventata apatica, quasi come se a volte nulla mi tangesse. Sarebbe troppo lunga da spiegare e riassumere tutto cosi, è davvero riduttivo. Ho cominciato a chiedermi al pc, dove ho creato un modno tutto mio, giocavo ai video giochi e riuscivo a non pensare a cio' che succedeva realmente intorno a me. Questo ha creato mille conflitti familiari, tra cui mia madre che odio a morte e che mai mi capira'. Mio padre è andato via di casa quando avevo 6 anni e da all'ora lo vedo sporadicamente quando torna dai suoi viaggi (si, è uno di quei papa' che viaggia sempre per lavoro, e non manca di tradire mogli e fidanzate con segretarie bellissime piu' giovani) riallacciandomi a quest'ultima parentesi, e se fossi come lui ? Se fossi una stronza senza cuore pronta a tradire il mio ragazzo che lavora per noi, che si prende cura di me, solo per ricevere quelle attenzioni che piu' desidero ? questa è la prima domanda sul discorso del mio compagno, chiudo dicendo che alle volte ho davvero paura di diventare come mio padre, senza radici e mai attaccato a nessuno, ha lui stesso detto che non doveva metter su famiglia in quanto lui è uno spirito libero . Secondo punto: ''Attivita' fisica come non crollare''; non ho idea di come io possa darmi forza per mantenere la costanza e riuscire a raggiungere quel benessere fisico che una volta avevo. Sono stata dal dietologo e mi ha trattata malissimo. Ha esplicitamente detto che devo dimagrire in quanto su bilancia ho il fisico di una quarantenne, il mio ragazzo era presente e mi sono sentita come un verme. Alchè quest'ultimo ha esordito dicendo che magari potevo fare la sua dieta ed il dietologo di tutta risposta ha detto '' non Puoi mettere a confronto il maggiolino scassato della tua ragazza, con il tuo fisico da ferrari''. Forse io sarò troppo suscettibile e vulnerabile quando si parla del mio fisico, ma mai mi sono sentita tanto umiliata. Ho pianto li, seduta stante, il dietologo ammutolito il mio ragazzo impietrito. Non volevo essere guardata o toccata. A tutto questo si aggiunge una profonda insoddisfazione personale che sfocia in totale depressione, ove passo alcuni dei miei giorni a dormire buttata sul letto ad ascoltare musica ed infine al suicidio. Sento che devo cambiare che ho bisogno di un tabula rasa prima di impazzire. Non so se cominciare un percorso psicologico o psicoterapeutico. So che ho messo molta farina in questo sacco, ho cercato di spiegare un pò il tutto in modo molto riduttivo, sarebbe davvero troppo lunga spiegare tutto, tra cui abusi e violenze subiti da piccola. Se qualcuno puo', mi aiuti. Grazie a tutti e scusate per questo papiro.

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Miglior risposta 14 AGO 2020

Ciao Anna.
Innanzitutto: non mollare!
Leggo tra queste righe molta sofferenza, che quasi cerchi di soffocare, di mettere letteralmente sotto il tappeto ma che continua a riemergere e senza fare sconti. La tua storia, seppur qui molto ridotta (ma sento che avresti davvero tanto da raccontare) è ricca di spunti. Aihmè una risposta qui può lenire la tua tristezza, il tuo senso di inadeguatezza e la tua grande sofferenza solo in parte.
Da dove partire? Ti sembrerà banale ma proprio da te. Ti racconti come una che lotta e che in fondo, solo in parte consapevole tiene a sè. Proprio questo deve essere il tuo inizio. Usa questa tua motivazione per intraprendere un percorso, qualcuno che ti accompagni in questa sfida contro te stessa, ma di cui non temi il giudizio: a volte proprio con chi non conosciamo riusciamo a raccontarci in modo autentico e solo lì allora, guidati, potremo fare ordine ai nostri pensieri, alle nostre credenze e riuscire a capirci qualcosa di più. Lascia da parte ciò che in questo momento non ti aiuta a raggiungere il tuo benessere e concentrati su te stessa. Non è semplice quando si vuol passare tutta la giornata sul divano, ma bisogna partire da piccole conquiste e annotarsele, perchè spesso non le vediamo... certo non è semplice con un compagno che non fornisce il supporto che vorremmo e una famiglia che non sa o non riesce a prendere in carico questa tua sofferenza.
Hai fatto un enorme passo che è quello di scrivere qui, insieme a tutti gli sforzi che stai facendo per migliorarti e per stare bene. Adesso non mollare e trova la forza di chiedere davvero aiuto: non c'è da temere giudizio quando si fa qualcosa perchè ci si vuole bene. Sarà come fare un salto nel vuoto ma avrai un piccolo porto sicuro, augurandoti di trovare una persona professionale che possa capirti.
Un abbraccio

Dott.ssa Jessica De Paoli Psicologo a Legnano

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14 AGO 2020

Gentile Anna,
vorrei le fosse chiaro che il brutto incidente ed i 6 mesi passati sul divano sono solo una concausa del suo disturbo alimentare perchè esso, anche se si è manifestato a seguito dell'incidente, ha probabilmente origini più lontane e profonde.
Sicuramente lei dovrebbe accompagnare dieta ed esercizi fisici ad un percorso psicoterapeutico da intraprendere al più presto, in cui poter elaborare gli eventi traumatici della sua vita.
Inutile dire che il commento fatto dal dietologo a cui si è rivolta è stato infelice e, quanto al suo compagno, emerge qualche perplessità sul fatto che la ami davvero se le ha detto che anche per lui il suo corpo è un problema dal momento che l'amore per una donna non può ridursi alla sola attrazione per il fisico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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14 AGO 2020

Buongiorno Anna,
Inizio da dove ha terminato lei: sì, le servirebbe un percorso psicoterapeutico (non solo psicologico) per riuscire a comprendere le ragioni del suo lato depressivo che, da dopo l’incidente, lei cura col cibo fino a star male, fino a soffocare il dolore mentale. Il vomito potrebbe, sottolineo potrebbe, essere poi un modo fisico per liberarsi di un malessere che, invece, è psichico.
Una psicoterapia La aiuterebbe a contenere il dolore e a ritrovare il gusto per la vita che, in alcune parti del suo scritto, sembra non essere del tutto perso.
Da ultimo ma non per importanza, le violenze e gli abusi subiti da piccola, di cui le accenna, forse hanno bisogno di un porto sicuro -una stanza terapeutica -dove poter essere detti e trattati in fiducia e sicurezza.
Le sarei grata se mi dicesse se quello che le ho scritto le è stato utile.
Dott.ssa Giuliana Gibellini

Dott.ssa Giuliana Gibellini Psicologo a Carpi

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