I sintomi mi fanno compagnia
Gentili dottori,
Sono arrivata al limite della sopportazione della mia situazione a causa di questi sintomi che non vanno via. Sono in cura da qualche anno da un terapeuta e, devo ammettere, passi avanti ne ho fatti (non prendo farmaci).
Però ci sono dei periodi in cui non riesco a gestire l'ansia, il panico e tutte le manifestazione annesse a quello che dovrebbe essere il mio disturbo ovvero una conversione e non mi sento nemmeno capita dal terapeuta: mi da sempre addosso e spesso ho come l'impressione di sentirmi caricata anche da lui di aspettative. Così inizio a pensare di non essere adatta al percorso, di aver sbagliato strada, che non finiranno mai queste manifestazioni fisiche e tutta una serie di pensieri disastrosi. Non mi sento una persona arrendevole però sono un essere umano e gestire tante cose insieme mi riesce complicato: il percorso, i sintomi, l'università, casa, la vita sociale, la dieta.. nonostante sia innamorata del mio terapeuta (so che si tratta di transfert), odio quando mi tratta come se per me fosse tutto facile (cosa che lui sa bene provocarmi fastidio perché i miei mi hanno sempre trattata così). Cosa posso fare?È un momento davvero di disperazione perché ho i sintomi "in attività" e ho questo sentimento un pò di fastidio nei suoi confronti e tendo a chiudermi a riccio e non parlare molto neanche in seduta. È un percorso mediamente lungo quello che ho intrapreso (psicodinamica) e so bene che qualsiasi forma di psicoterapia porta "dolore" però la cosa che più mi disturba sono questi maledetti sintomi. Non esiste un modo per non averli o comunque per diminuire la loro intensità? Un qualcosa di pratico intendo, che vada oltre il "parlare" e il "capire" la radice del mio disturbo?
In più, se posso, vorrei fare una domanda: come si risolve il complesso di edipo in una donna? e sopratutto.. si risolve? grazie mille.