Salve. Sono una ragazza di 20 anni fidanzata con un ragazzo di 23 da circa sette mesi.
Dopo circa 6 mesi che stavamo insieme io ho raccontato ai miei di questa relazione. Il motivo dell'attesa risiede anche nel fatto che non ho molto dialogo con loro soprattutto su questioni sentimentali nè con mio padre nè tanto meno con mia madre. La mia paura era soprattutto per mio padre, essendo molto all'antica e molto protettivo verso di me ma anche verso mia sorella, non mi avrebbe capita anzi avrebbe ostacolato il tutto. Infatti così è stato. I miei genitori non accettano questa mia relazione non perchè il mio ragazzo non sia serio o non gli vada a genio. Lui studia, fa l'università come me, mi rispetta ma soprattutto mi ama e in tutto questo periodo non ha fatto altro che darmi appoggio e comprensione, nonostante tutto.
Mia mamma e mio padre non accettano la mia scelta sentimentale perchè i genitori di lui, secondo alcune voci e alcune informazioni che loro hanno "sentito", non vanno molto d'accordo parlando addirittura di separazione in casa. Io ne ho parlato con il mio lui ma lui mi ha detto che così non è, litigano come tutte le persone sposate da molto tempo, ma non è vera la questione circa la separazione. Io a lui credo e anche se fosse per me non sarebbe un problema perchè in primis non c'è nulla di male ad avere i genitori separati e poi perchè comunque è una questione che non riguarda lui come persona ma appunto la famiglia. Mio padre dice che loro non sono una famiglia compatibile con la nostra, è mosso dal pregiudizio e da voci che secondo me sono del tutto immotivate.
Io ho provato a parlarne con loro, a dirgli che non me ne importa nulla di tutte queste cose perchè io amo lui, e viceversa, che per me lui è importante ma loro mi hanno messo di fronte ad una scelta. O lui, o loro. O lo lasciavo o altrimenti loro mi avrebbero messo in punizione, mi avrebbero fatto smettere di studiare, uscire ecc.
Adesso sto vivendo questa mia relazione in modo clandestino, mentendogli quando mi vedo con lui ma so che la cosa non potrà reggere a lungo e mi sento sola e incompresa dalle persone che mi hanno messo al mondo.
Io ci tengo molto alla loro approvazione ma non voglio rinunciare alla persona che amo solo per stupidi e infondati pregiudizi.
Non so veramente come affrontare con loro la situazione per fargli capire che così facendo mi fanno stare solo male..anche perchè parlare con loro ma soprattutto con mio padre è come parlare al vento. Alza la voce, minaccia, e non ascolta nulla di quello che io gli dico. Mia madre per non andargli contro lo asseconda anche se mi vede stare male. Piange e confessa a mia sorella che le scelte sono due: o sto male io o stanno male loro.
Spero di aver fatto comprendere un pò quale sia la mia situazione e che qualcuno riesca a rispondermi e a darmi un consiglio su come agire.
Grazie mille per aver dato attenzione alle mie parole in anticipo.
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15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 11 persone
Cara Aurora,
che cosa saggia vedere il suo fidanzato in clandestinità! Perchè sente ancora così tanto l'esigenza di avere l'approvazione dei suoi genitori, quando ha già 23 anni ed è maggiorenne da un pezzo? Credo Lei non comprenda che, seppure inconsciamente , i suoi genitori con le loro idee preconcette, la stanno sfidando a diventare grande in fretta e ad assumersi la responsabilità della sua vita , anche in campo affettivo. Può apparirle paradossale , ma io sospetto sia proprio ciò che sta accadendo. E' il suo vecchio mondo infantile che si sta gradualmente sgretolando per far posto ad una Aurora più matura e consapevole dei propri bisogni , necessità , esigenze e capace quindi di compiere le proprie scelte con piglio e decisione senza elemosinare l'approvazione di genitori o conoscenti vecchio stampo.Certo,mentire a chi si vuol bene , non è bello , ma a volte è necessario quando ci si trova di fronte a tali esagerate rigidità e paradossali aut-aut. Quindi , perchè non si mette tranquilla , concentrandosi sullo studio, per portare a termine il più in fretta possibile il suo compito e una volta trovato un lavoro e resasi indipendente, gridare al mondo il suo amore e la sua volontà, che siano o no d'accordo genitori , parenti , compaesani o concittadini e quanti altri attorno a lei si compiacciano di avere nel 2017, una mentalità ancora così arretrata e anacronistica.
Cordiali saluti .
Dott.ssa Giuseppina Cantarelli
Parma
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Aurora,
mi dispiace per la difficoltà che vive con i propri genitori. Di fatto lei non è più una bambina ed ha diritto di scegliere la vita affettiva che preferisce. Se sente questo legame come solido e consolidato non esiti a proseguire e scegliere ciò che desidera.
Mantenga in ogni caso un dialogo aperto e costruttivo con i genitori proseguendo il percorso di studi che si è prefissata.
Questo le permetterà di giungere ad una propria autonomia ed indipendenza personale e lavorativa.
Arriva un momento in cui l'approvazione dei genitori non è indispensabile. Lei è la sola responsabile delle proprie scelte consapevoli.
Cari saluti
Dott.ssa Donatella Costa
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Cara Aurora, mi dispiace per il momento difficile che sta vivendo.
A 20 anni non si è più bambini e anche se a volte i genitori vorrebbero protegge sempre i propri figli così non può essere. A 20 anni si ha diritto di decidere per se, ascoltando i consigli della famiglia certo, ma lei Aurora ha il diritto di decidere in modo autonomo della sua vita.
In genere consiglio sempre di mantenere un dialogo aperto e sincero con i membri della propria famiglia, anche quando questi sembrano non voler ascoltare. La sua forza e la sua sicurezza sulla storia d'amore che sta vivendo possono essere l'unico mezzo che ha disposizione per fronteggiare la situazione. Prima o poi dovrà abbandonare il nido e solo lei può decidere se farlo con forza e coraggio, ma nel rispetto delle proprie idee oppure scegliere la quiete, con la sottomissione alle idee di suo padre. E' difficile, per questo un sostegno psicologico può esserle di aiuto nel rafforzare la sua autostima e capire quali sono i suoi valori e per cosa vale la pena lottare.
Un sincero in bocca al lupo.
Dott.ssa Vangelio
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera Aurora, comprendo la tua difficoltà del momento.
Immagino che il comportamento dei suoi genitori, in particolare la reazione del papà, sia una qualche forma di protezione che viene espressa nel suo miglior modo. Tu hai 20 anni e non sei più un adolescente ma una ragazza che ha la possibilità di poter avere una preferenza rispetto a qualcosa, piuttosto la possibilità di poter prendere una decisione di fronte ad una questione. Comprendo la difficoltà al confronto ma forse, ad oggi, i tuoi genitori preferiscono pensarti come una bambina da difendere piuttosto che come una donna da comprendere. Cercherei se fossi in te di far emergere il loro modo di relazionarsi di fronte a questioni sentimentali, manifestando le tue emozioni e come ti ti fa sentire la modalità con cui interagiscono. Non credo questo sia la soluzione, ma per lo meno un modo diverso di poter dialogare, cercando di far capire l'importanza della necessità di un confronto fra adulti. Anche da parte tua Aurora ci sarà la necessità di uno sforzo e una presa di posizione che possa far passare il tuo bisogno di un dialogo basato sul confronto e non di imposizione con qualche forma di ricatto.
A disposizione
Francesco T.
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Aurora,
da quel che scrive si trova ad affrontare la differenziazione e separazione dal pensiero e dalle credenze genitoriali, il gap generazionale. Comprendo che non sia facile accettare ma soprattutto far proprie idee in cui non si crede, cosa che vorrebbero i suoi genitori ma altrettanto non è facile modificare le idee altrui soprattutto dopo molti anni e all'interno di un contesto sociale preciso, rigido e fisso. Quello che può fare, Aurora, è mostrare ai suoi genitori che lei è una persona diversa dai suoi e che non per questo gli vuole meno bene o è meno meritevole di affetto. Può pensare a un percorso psicologico per lavorare sul concetto di sè e sul suo valore non legato al riconoscimento affettivo esterno, al momento sembra sia in atto il "gioco" del: ti vogliamo bene solo se fai la brava come vogliamo noi. Tramite un percorso può riuscie a svincolarsi da queste richieste in modo costruttivo e sano per il suo rapporto coi suoi genitori.
Cordiali saluti
Dott.ssa Ambra Caselli (Brescia)
15 NOV 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Aurora,
quando non si può risolvere qualcosa affrontandola direttamente, e questo al momento sembrerebbe impossibile perché lei ha già fatto diversi tentativi, occorre lavorare ai bordi.
Uno dei punti su cui si può lavorare, per esempio, è il suo bisogno di approvazione, naturalissimo, ma che rischia, nella sua situazione, di fargliela vivere ancora meno serenamente. Cosa farebbe se non sentisse tale bisogno? Riesce ad immaginarlo? Come si sente mentre lo immagina? Cosa le comunica il suo corpo?
Se lo desidera, mi contatti in provato per approfondire la questione.